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Intervista a «Die Zeit». Papa
Francesco: il populismo è cattivo e finisce male
Intervista al settimanale tedesco: disoccupazione e poche nascite sono problemi enormi. Quarto giorno di esercizi spirituali ad Ariccia
Il Papa ha vissuto ieri un altro giorno degli esercizi spirituali quaresimali, iniziati domenica scorsa presso la Casa Divin Maestro ad Ariccia insieme ai collaboratori della Curia romana. Ma quasi in contemporanea la sua voce risuonava in Germania, dove in serata il settimanale Die Zeit rendeva disponibile online un’intervista fatta con lui a fine febbraio, pubblicata nel numero in edicola oggi. La prima intervista del Pontefice argentino a un organo di stampa tedesco. Un colloquio di ampio respiro, su temi che Bergoglio ha per altro toccato in numerosi altri incontri. «Sono peccatore e fallibile» il titolo dato da Die Zeit alla conversazione. Francesco ha detto infatti di provare anche lui «momenti vuoti», di difficoltà. «Io prego e Lui mi risponde. Prima o poi. Qualche volta bisogna rimanere fermi in una crisi» e una «fede che non vive una crisi rimane infantile».
Per il Papa quello delle vocazioni sacerdotali «rappresenta un enorme problema» e «la Chiesa dovrà risolverlo ». «Il Signore ha detto: pregate! Questo è quello che manca: la preghiera. E manca il lavoro con i giova- ni, che cercano orientamento». Il Pontefice ha spiegato che la Germania ha «un privilegio», ovvero un tasso di disoccupazione giovanile al 7%, mentre «in Italia il 40% dei giovani sotto i 25 anni è disoccupato. In altri Paesi quasi il 50%, in alcune zone di alcuni Paesi addirittura il 60%». A proposito del basso tasso di natalità, ha aggiunto: «Dove non ci sono giovani uomini, non ci sono neppure sacerdoti: questo è un problema che dovremo affrontare al prossimo Sinodo. E non ha nulla a che fare col proselitismo, il proselitismo non porta vocazioni».
Sempre sulla mancanza di sacerdoti, Bergoglio ha detto che bisognerà riflettere se l’ordinazione di «viri probati» sia «una possibilità» in certe situazioni. «Dobbiamo anche stabilire quali compiti potrebbero prendere, per esempio in comunità particolarmente lontane e fuori mano». Porte chiuse invece all’ipotesi di rendere il celibato sacerdotale una via opzionale: «Non è una soluzione». Sul tema del diaconato femminile, poi, ha ricordato di avere creato una commissione «per approfondire il tema, non per aprire una porta». «Il dialetto romano dei manifesti era meraviglioso. Non li ha scritti un uomo qualsiasi della strada, ma una testa intelligente»: questo è stato il commento sui manifesti di satira nei suoi confronti attaccati di nascosto a Roma. «Da quando sono stato eletto Papa – ha continuato Bergoglio – non ho perso la mia pace. Io posso capire che il mio modo di fare non piaccia a qualcuno, questo va assolutamente bene. Ognuno può avere la sua opinione. Questo è legittimo, umano e arricchisce». E alla domanda se la prima pagina finta dell’Osservatore Romano fatta circolare online, altra iniziativa di critica nei suoi confronti, e i manifesti «arricchiscano», la risposta è stata: «L’Osservatore Romanofalsificato no». Il Papa ha ribadito di non voler essere idealizzato: «Non dico che sono un povero diavolo, ma sono una persona normale, che fa quello che può. Così mi sento». «Per me il cardinale Burke non è un oppositore» è stato un altro suo commento sul caso dell’Ordine di Malta, in cui era necessario «fare un pò di ordine».
Francesco ha dedicato alcune battute a un tema di stretta attualità politica: «Il populismo è cattivo e finisce male, come ci ha mostrato il secolo scorso», «per me il concetto di populismo è sempre stato equivocabile, perché in Sudamerica ha un altro significato. Populismo significa usare il popolo, giusto? Pensi al 1933, dopo il fallimento della Repubblica di Weimar. La Germania era disperata, indebolita dalla crisi del ’29, e allora arrivò quest’uomo che disse: io posso, io posso, io posso! Si chiamava Adolf. È andata così. Ha convinto il popolo che lui poteva. Il populismo ha sempre bisogno di un Messia. E anche di una giustificazione: noi custodiamo l’identità del popolo». Mentre la Germania faceva attenzione a queste considerazioni, Francesco nella giornata di ieri rifletteva però su tutt’altro, ovvero sulle meditazioni tenute dal predicatore dei suoi esercizi spirituali, il biblista francescano Giulio Michelini. Quella al mattino è stata incentrata sul mistero di Giuda, quella al pomeriggio ha riguardato invece Gesù e Barabba, il ruolo di Pilato e le parole della moglie: voce di una donna che, inascoltata, aveva intuito la verità.
Non per puntualizzare:
RispondiElimina"Non li ha scritti un uomo qualsiasi della strada, ma una testa intelligente": dobbiamo dedurre che l'uomo qualsiasi della strada non può avere una testa intelligente?