I SABATI DEL CONCILIO VATICANTO II. TERZA PUNTATA




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ALESSANDRO MINUTELLA NON È UN MODELLO DI PIETÀ SACERDOTALE CHE I FEDELI CATTOLICI DEVONO SEGUIRE

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Quando fosti consacrato sacerdote promettesti obbedienza al Vescovo ed a tutti i suoi successori. Questo ti dovrebbe ricordare che noi siamo chiamati all’obbedienza nella fede, non all’obbedienza nel sentimentalismo e nella emotività. Pertanto, il vero e fedele Sacerdote, non ubbidisce solo al Vescovo che gli piace, che egli ritiene degno o che stima, ma ubbidisce al Vescovo in quanto tale, in quanto Sommo Sacerdote e membro del Collegio Apostolico.
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Autore Padre Ariel
Autore
Ariel S. Levi di Gualdo

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I Padri de L’Isola di Patmos sono rimasti amareggiati per il caso del presbìtero palermitano Alessandro Minutella [vedere QUI], sicché hanno deciso di dedicargli due diversi scritti: Giovanni Cavalcoli, una riflessione indiretta ma a lui preziosa legata al fatto che tutto ciò che è moderno non è modernismo; Ariel S. Levi di Gualdo, in modo più diretto, ha invece ritenuto in coscienza di doverlo richiamare ai doveri delle sue promesse sacerdotali.
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Al Venerabile Fratello in Cristo
ALESSANDRO MINUTELLA
Presbitero della Chiesa di Palermo
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il presbitero palermitano Alessandro Minutella


Presso la nostra rivista telematica L’Isola di Patmos abbiamo ricevuto messaggi da parte di Lettori che chiedevano lumi su tue predicazioni e catechesi diffuse in video nella rete telematica. Ho risposto cercando di “correggere il tiro” dello scandalo verso il quale tu stavi precipitando.
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Poi sono stato contattato da giornalisti che si occupano di faccende ecclesiali ed ecclesiastiche, tra i quali due della stampa straniera, che mi hanno chiesto parere teologico e canonico. A quel punto non mi è stato più possibile “correggere il tiro”, ed in coscienza sacerdotale, in scienza teologica ed in ossequio alle Leggi della Chiesa, ho dovuto rispondere in modo imparziale e preciso.
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Immagine video minutella



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Il tuo video qui riprodotto, contiene gravi difetti di sostanza e di forma. In esso tu dai avvio al tuo discorso riportando i casi di due tuoi confratelli sacerdoti dell’antica e nobile Chiesa panormitana che sviliscono la dignità del Sacro Ordine Sacerdotale. Di questi due non fai i nomi, pur lasciando però capire che si tratta di Fabrizio Fiorentino [vedere QUI] e Cosimo Scordato [vedere QUI]. Tra i due il più nocivo è di certo Cosimo Scordato, al quale non dovrebbe esser permesso insegnare teologia sacramentaria presso la Pontificia Facoltà Teologica di Palermo, per le sue palesi e documentate derive eterodosse legate sia alla ecclesiologia sia alla dogmatica sacramentaria.
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il presbitero palermitano Fabrizio Fiorentino, foto pubblica tratta dal suo pubblico profilo Facebook


Usare due figure di sacerdoti discutibili sul piano pastorale e teologico, dovrebbe essere per te motivo di dolore, non ragione per costruire la tesi che … l’altro è peggiore, quindi presentando te stesso dinanzi al Popolo di Dio come vittima innocente in quanto modello di virtù sacerdotale. Infatti, la tua veste talare ― la stessa che io indosso sempre tutti i giorni ―, perderà ogni significato pastorale e senso di testimonianza visibile della tua rinuncia al mondo, se dentro di essa non alberga un’anima capace a riconoscere per mistero di grazia il segno indelebile del sacerdozio anche in un confratello che in modo incauto diffonde le proprie fotografie in costume da bagno sulla rete telematica. Infatti, se la tua talare sacerdotale non è intimamente vissuta anche con pietà cristiana verso i visibili difetti altrui, diverrà parecchio peggiore del costume da bagno ostentato dal tuo confratello nelle fotografie da lui pubblicate sulla rete telematica. E questo, in profonda coscienza, te lo dico nella mia qualità di confessore di molti Sacerdoti.

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il presbitero palermitano Fabrizio Fiorentino, foto pubblica tratta dal suo pubblico profilo Facebook


Nessuno dei Discepoli ha mai accusato Cristo Dio di avere accolto nel Collegio degli Apostoli anche Giuda Iscariota, che poi lo ha tradito. Né alcuno ha mai negata l’autorità di Pietro ricordandogli di avere rinnegato Cristo per tre volte e di essersi dato alla fuga altrettante volte. Tutt’altro, il Beato Apostolo Paolo, che pure lo rimproverò duramente ad Antiochia [cf.  Gal 2, 1-11], non mise mai in dubbio l’autorità di Pietro, sapendo che il mandato di pascere il gregge [cf. Gv 21, 1-19] e di confermare i fratelli nella fede [cf. Lc 22, 31-34], a quel pescatore galileo debole, indegno e anche culturalmente limitato, era stato conferito per mistero di grazia da Cristo Dio in persona [cf. Mt 16, 13-20].
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Detto questo ti faccio notare quanto segue :
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1. dai video delle tue omelie e catechesi, emerge una formazione teologica lacunosa e strutturata sullo stile dei predicatori di certe sètte evangeliche, sino a scivolare nella eterodossia nel tentativo di salvaguardare l’ortodossia del deposito della fede cattolica ;
2. i tuoi richiami al teologo Hans Urs von Balthasars sono audaci e arbitrari e da essi si deduce che la tua conoscenza dell’opera di questo studioso del Novecento è approssimativa, quindi falsante, perché avere letto e studiato non vuol dire avere capito, ed in specie discorsi altamente complessi come quelli di questo Autore, per vagliare i quali non basta un’infarinatura di neoscolastica decadente, è richiesta una solida formazione scolastica e metafisica aristotelico-tomista ;
3. la tua mariologia trascende in forme di mariolatria, peraltro in un contesto latino-mediterraneo nel quale i pastori in cura d’anime hanno l’obbligo e il dovere di correggere certe forme deviate di devozione popolare legate a culti tradizional-popolari della Beata Vergine e dei Santi.
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il presbitero palerminato Fabrizio Fiorentino, foto pubblica tratta dal suo pubblico profilo Facebook


Mi fermo a questi brevi aspetti teologici per invitarti a riflettere sul modo in cui hai recato scandalo nel Popolo di Dio attaccando il tuo Vescovo durante una azione liturgica dall’interno della chiesa parrocchiale a te affidata, perché attraverso siffatti sproloqui hai dimostrato:
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  1. di usare i difetti altrui, quindi le stesse ragioni e la stessa emotività aggressiva tramite la quale Martin Lutero attaccò l’Autorità Ecclesiastica e quella Roma che già l’eresiarca tedesco chiamava prima di te «la grande prostituta», termine al quale tu hai aggiunto di tuo: «multinazionale della falsità» [cf. QUI] ;
  1. analogamente a Lutero, che denunciava i malcostumi, le corruzioni e le decadenze morali del mondo ecclesiastico ― tutte realmente esistenti e come tali da disapprovare, ieri come oggi ―, tu credi che la soluzione risieda nel tuo “ego” e nella frattura con la comunione ecclesiale ;
  1. tu hai gravemente mancato di rispetto al Sommo Pontefice accusandolo implicitamente di eresia, sovente anche con discorsi farneticanti, ed hai mancato altresì gravemente di rispetto all’autorità apostolica del tuo Vescovo, dichiarando di agire in nome di quella “difesa della verità” che di fatto costituisce però solo la tua personale idea di verità, posto che la custodia della verità non è affidata a te, tanto meno alla tua soggettività intrisa di un sentimentalismo che denota una emotività che tu non riesci e controllare.
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il presbitero palermitano Fabrizio Fiorentino, foto pubblica tratta dal suo pubblico profilo Facebook


Penso di potermi esprimere in tal senso con autorevolezza e credibilità proprio perché più volte ho criticato il dottore privato Corrado Lorefice, di cui non condivido l’impostazione teologica improntata su quella Scuola di Bologna che giudico da sempre perniciosa, il tutto entro la libertà dei figli di Dio e la legittima disputa teologica da sempre riconosciuta e promossa dalla Chiesa, purché fatta in sapienza e soprattutto con carità [puoi vedere a tal proposito una mia lectio dello scorso anno, QUI]. Non ho neppure esitato a manifestare disagio per la nomina di Vescovi italiani appartenenti tutti e di rigore ad una scuola di pensiero ben precisa e portati all’episcopato da coloro che rivendicano la “pluralità di idee all’interno della Chiesa”, ma al tempo stesso impongono di fatto un pensiero unico, cosa questa che in altri linguaggi si chiama golpe. Ciò detto potrei seguitare a lungo nel dipingere il pensiero univoco, le carenze e soprattutto la mediocrità dei Vescovi di ultima nomina, ma senza mai porre in minima discussione la loro autorità apostolica, pure si trattasse dei peggiori Vescovi della storia della Chiesa, ai quali noi dobbiamo obbedienza, a prescindere dalla loro intelligenza e dalle loro qualità umane, teologiche e morali; e ciò fin quando essi non finissero col cadere nell’eresia. In questo secondo caso, a sentenziare sulla eterodossia di un Vescovo, può procedere solo il Romano Pontefice attraverso gli appositi dicasteri della Sede Apostolica. Noi dobbiamo denunciare all’Autorità della Chiesa gli eventuali casi di Vescovi eterodossi, non possiamo però condannarli, perché il nostro grado sacramentale è inferiore, quindi non possiamo erigerci a giudici di quanti sono rivestiti del supremo grado sacramentale della pienezza del Sacerdozio Apostolico.
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corrado lorefice



S.E. Rev.ma Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo Metropolita di Palermo e Primate di Sicilia


Quando fosti consacrato sacerdote promettesti obbedienza al Vescovo ed a tutti i suoi successori. Questo ti dovrebbe ricordare che noi siamo chiamati all’obbedienza nella fede, non all’obbedienza nel sentimentalismo e nella emotività. Pertanto, il vero e fedele Sacerdote, non ubbidisce solo al Vescovo che gli piace, che egli ritiene degno o che stima, ma ubbidisce al Vescovo in quanto tale, in quanto Sommo Sacerdote e membro del Collegio Apostolico. E nella sua Chiesa particolare il Vescovo personifica Cristo che regge e unisce tutte le membra vive del corpo che è la Chiesa. Pertanto, S.E. Rev.ma Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo Metropolita di Palermo e Primate di Sicilia, è il Vescovo al quale tu devi rispetto e filiale obbedienza, perché il Sacerdozio, a te come a tutti noi, è stato dato in “comodato d’uso”, non in “possesso”. E tu sei chiamato a esercitare il sacro ministero sacerdotale in comunione col  tuo Vescovo nei modi e nelle forme da lui stabilite. La validità delle Eucaristie che tu celebri, non dipendono dal tuo “potere magico“, ma dalla Eucaristia celebrata dal Sommo Sacerdote della Chiesa di Palermo, il quale ti ha conferita facoltà di celebrare il Sacrificio Eucaristico, amministrare confessioni e predicare. E come queste facoltà te le ha date secondo le leggi canoniche della Chiesa, queste facoltà può revocartele per ragionevoli motivi, perché è sì vero che noi tutti siamo sacerdoti segnati da un carattere indelebile ed eterno, ma resta altrettanto vero che il Sacerdozio non ci appartiene, non è un nostro possesso, è un servizio al quale siamo chiamati; e come servire la Chiesa attraverso il Sacerdozio, lo stabilisce il Vescovo della Chiesa particolare in comunione col Vescovo di Roma e Sommo Pontefice della Chiesa universale, non puoi certo stabilirlo tu ponendoti dinanzi ai fedeli al di sopra dell’autorità del Sommo Sacerdote della Chiesa panormitana, perché questo tuo agire è empio, censurabile e scandaloso dinanzi al Popolo di Dio.
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corrado lorefice consegna pallio
S.E. Rev.ma Mons.
 Corrado Lorefice,
il giorno che ricevette il pallio metropolitano
dal Sommo Pontefice
 Francesco I
Nel tuo pubblico discorso tu affermi in modo chiaro e implicito di non riconoscere l’Autorità del tuo Vescovo, di cui non manchi di farti beffa. E ripieno di egocentrismo dichiari che non può interessarti nulla di eventuali sospensioni dall’esercizio del ministero e via dicendo, quindi che proseguirai la tua opera nel modo che meglio reputerai giusto e opportuno.
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Sappi che prima di te, Martin Lutero, ha agito nello stesso modo dinanzi al decreto del Sommo Pontefice, al quale rispose chiamando il Successore di Pietro: «asino», «Satana», «sacco di sterco». E come te questo eretico “dette fuoco” al decreto pontificio, lui materialmente, tu con le parole.
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corrado lorefice con pastorale



S.E. Rev.ma Mons. Corrado Lorefice, Arcivescovo metropolita di Palermo





Ritengo che l’Arcivescovo di Palermo sia stato paziente e prudente, caritatevole e misericordioso. Fossi stato io il tuo Vescovo ― ovviamente è un esempio accademico ―, sarei stato ugualmente paziente, prudente, caritatevole e misericordioso, ma da tempo avrei provveduto a revocarti la facoltà di celebrare la Santa Messa in pubblico, di amministrare confessioni e di predicare. E dopo averti convocato e chiuso in una stanza con me, ti avrei fatto pentire dei tuoi peccati, se da quella stanza tu non fossi uscito dopo avermi baciata la mano col ginocchio flesso riconoscendo la mia autorità apostolica, rinnovandomi obbedienza e dichiarando che avresti agito nei modi da me indicati e comandati in virtù della grazia di stato a me conferita, posto che la grazia di stato tua non sussiste e soprattutto non può operare e produrre frutti senza la superiore grazia di stato del Vescovo.
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Di diverso, tra il tuo Vescovo e me, c’è però una cosa: dopo avere redarguito te avrei anche revocata la licenza per l’insegnamento della teologia ad un pericoloso avvelenatore di cervelli come Cosimo Scordato e avrei fatto passare la voglia a Fabrizio Fiorentino di andarsene in giro per il mondo vestito come un trendy scapolo spensierato a farsi selfie da pubblicare sulla rete telematica. Questa è la sostanziale differenza che corre tra me ed una persona carente di aequitas e di senso delle proporzioni come Corrado Lorefice, che per Grazia di Dio e volontà della Sede Apostolica è il Pastore legittimo della Chiesa particolare di Palermo.
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Ti suggerisco fraternamente di chiedere anzitutto pubblicamente perdono al tuo Vescovo, scusandoti con i fedeli per averlo attaccato durante la celebrazione della Santa Messa. Fatto questo sarebbe opportuno che ti ritirassi per un periodo di due anni in un monastero, facendoti seguire da un bravo direttore spirituale per la cura della tua anima e da un esperto teologo anziano che possa sanare le gravi deformazioni del tuo pensare teologico intriso di adulterazioni e di gravi errori.
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corrado lorefice in cattedra
S.E. Rev.ma Mons. Corrado Lorefice,
 Arcivescovo Metropolita di Palermo
Se in modo lungimirante, maturo e umile non farai questo, il futuro che ti attende rischia di essere quello del “pastore” di una sètta cristiana vestito esteriormente da sacerdote cattolico, avvolto dall’aura del prediletto dallo Spirito Santo e animato da una visione catastrofica che costituisce la negazione stessa della nostra Santa Fede, non certo del grande messaggio di speranza racchiuso nell’Apocalisse del Beato Apostolo Giovanni. Un catastrofismo, il tuo, basato su quel pessimismo che è negazione stessa della nostra Santa Fede, che si regge su quella virtù teologale della speranza che non a caso è posta nel mezzo tra le altre due virtù teologali, proprio per unire assieme la fede e la carità.
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Non attendere né indugiare oltre a chiedere in modo docile e umile il perdono del tuo Vescovo, al quale non sei tenuto a tributare stima, perché non gliel’hai mai promessa, come nessuno di noi ha mai promesso di stimare il proprio Vescovo, però l’obbedienza sì, quella gliela devi, perché gliel’hai solennemente promessa.
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Ti benedico con fraternità sacerdotale e ti garantisco il mio ricordo nella preghiera per la tua conversione e per la tua rinnovata comunione con il Vescovo dell’antica e nobile Chiesa di Palermo.  
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dall’Isola di Patmos, 02 aprile 2017


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Dopo le concitate parole di don Minutella su quelli che ha definito “ipertradizionalisti”, chiusi nelle “torri d’avorio”, e la sfida lanciata a Cristiano Lugli, ecco il video di risposta andato in onda in diretta sulla pagina Facebook di Radio Spada, sabato 1° aprile alle ore 18:


https://www.radiospada.org/2017/04/video-cristiano-lugli-risponde-a-don-minutella/