Processione di riparazione
per il gay-pride di Reggio-Emilia 3 giugno 2017
Risposta ad una omelia critica di Don Francesco Ricossa
In un caldo pomeriggio di tarda primavera, nella Domenica nell’Ottava dell’Ascensione, a Ferrara si è potuta udire un’interessante omelia tenuta dal superiore dell’Istituto Mater Boni Consilii [nota nostra], una costola staccatasi dalla Fraternità Sacerdotale San Pio X nel lontano 1985. Ci sarebbe forse da aggiungere qualcosa per chi non conoscesse questo piccolo Istituto, fatto di piccoli numeri forse anche perché alcuni suoi esponenti si impegnano a far scappare anche quei pochi che arrivano. Ma andiamo al sodo.
Con chi ha tanto tempo da perdere non vale la pena perdere tempo, per giocare un po’ con le parole; tuttavia è necessario dare anche spazio a coloro i quali hanno una capacità inventiva così alta, ma così alta, da poter omettere anche di parlare del Vangelo del giorno. Giustamente, chi ha un talento è bene che lo faccia fruttificare e in questo, per certuni, evidentemente, il tempo da perdere viene considerato come talento.
In un caldo pomeriggio, dicevamo, nella cappella di Ferrara dell'Istituto Mater Boni Consilii non si è parlato della Gran Festa intercorsa il giovedì dell’Ascensione, o della preparazione alla Pentecoste, ma si è parlato di pettegolezzi.
Questi defensor fidei, che passano significativamente il tempo su internet a guardare cosa si dice sui siti che loro considerano verdura da minestrone ecumenico, hanno voluto prendere di mira, questa volta, la Processione di riparazione organizzata a Reggio Emilia per il 3 Giugno. A questo tema, e ai motivi per cui hanno caldamente invitato i loro fedeli a non recarsi assolutamente a questa Processione, si è voluta dedicare un’omelia di 27 (ventisette!) minuti, oltre a qualche commentuccio su Facebook fra una foto nostalgica del Torino Calcio e una pizzicata da bambini ruba-merende.
Sarebbe dar troppa importanza a cose che non ne meritano, scendere in tutti i contenuti e in ogni punto trattato dal Reverendissimo, perciò volentieri rimandiamo, per chi avesse a sua volta tempo da perdere, all’audio integrale della suddetta omelia.
Non possiamo però ritirarci dal fare il sunto di questa pappardella domenicale, in cui di fatto si è parlato di gossip da salone estetico. Sostanzialmente e nei fatti più degni di nota:
Prima di concludere, infine, guardiamo le proposte concrete e gli obiettivi realizzati dai nostri eroi della domenica:
Per chi ha seguito la faccenda è bene comunque conoscere anche questo nuovo e triste lato della medaglia. Forse abbiamo di fronte una serie di accusatori immobili, fermi nella loro “fortezza” di purismi schizzinosi e poco pratici, che hanno paura di sporcare la veste in mezzo agli altri. Attenzione però: solo quando pare a loro. Nel 2000 non ebbero paura ad unirsi alle altre realtà per contrastare e riparare al gay pride di Roma. In altre occasioni non hanno avuto problemi a collaborare con Mario Borghezio (sì, quello che accarezzava gli amici della “chiesa padana”). E quando la Radio in cui intervenire è Radio Padania, si chiude un occhio, ma se la “radio” è Radio Spada, anathema sit!
Il Reverendissimo però ci dà pure un grande merito, dicendo che quelli del Comitato “sanno vender bene la loro merce”. Come è noto a tutti, infatti, c’è chi si è fatto “le budella d'oro” sopra questa iniziativa. Siam tutti diventati ricchissimi! Stendere un velo pietoso sarebbe forse stato meglio, eppure è doveroso rendere note queste chicche, speriamo eccitate dai primi caldi.
Sebbene ognuno si sia costituito una sua legittima idea sul Comitato “Beata Giovanna Scopelli”, è però necessario scontrarsi con un dato oggettivo: per la prima volta dopo tanto tempo, in Italia i cattolici hanno alzato la testa mettendo in crisi il diktat del politicamente corretto.
L’intento, checché ne dicano gli scrivani del 90º minuto (perché arrivano sempre tardi) è uno soltanto: raccogliersi in preghiera, quel giorno, per riparare ad uno scempio gravissimo, ad un peccato esasperato e manifestato pubblicamente in tutta la sua tragicità. Per fare questo non serve essere tutti sulla stessa identica linea. E si badi bene che chi ha la capacità di capire l’importanza della pubblica riparazione (non si pensi sia così scontato) vuol dire che ha quantomeno chiari i criteri della Fede. Quello che si è fatto è stato dare un segnale forte, con la speranza che da qui si possa costituire qualcosa di solido, utile per contrastare le derive di un clero modernista e pavido.
La fortuna di chi ha prodotto questi attacchi meschini, va detto, è fare appunto riferimento solo a se stessi.
nota nostraDomenica nell'ottava dell'Ascensione (28/5/2017), omelia di don Francesco Ricossa, chiesa San Luigi Gonzaga di Albarea (FE): sulla processione del 3 giugno a Reggio Emilia
https://www.youtube.com/watch?v=bANk7eQ0GUM
Con chi ha tanto tempo da perdere non vale la pena perdere tempo, per giocare un po’ con le parole; tuttavia è necessario dare anche spazio a coloro i quali hanno una capacità inventiva così alta, ma così alta, da poter omettere anche di parlare del Vangelo del giorno. Giustamente, chi ha un talento è bene che lo faccia fruttificare e in questo, per certuni, evidentemente, il tempo da perdere viene considerato come talento.
In un caldo pomeriggio, dicevamo, nella cappella di Ferrara dell'Istituto Mater Boni Consilii non si è parlato della Gran Festa intercorsa il giovedì dell’Ascensione, o della preparazione alla Pentecoste, ma si è parlato di pettegolezzi.
Questi defensor fidei, che passano significativamente il tempo su internet a guardare cosa si dice sui siti che loro considerano verdura da minestrone ecumenico, hanno voluto prendere di mira, questa volta, la Processione di riparazione organizzata a Reggio Emilia per il 3 Giugno. A questo tema, e ai motivi per cui hanno caldamente invitato i loro fedeli a non recarsi assolutamente a questa Processione, si è voluta dedicare un’omelia di 27 (ventisette!) minuti, oltre a qualche commentuccio su Facebook fra una foto nostalgica del Torino Calcio e una pizzicata da bambini ruba-merende.
Sarebbe dar troppa importanza a cose che non ne meritano, scendere in tutti i contenuti e in ogni punto trattato dal Reverendissimo, perciò volentieri rimandiamo, per chi avesse a sua volta tempo da perdere, all’audio integrale della suddetta omelia.
Non possiamo però ritirarci dal fare il sunto di questa pappardella domenicale, in cui di fatto si è parlato di gossip da salone estetico. Sostanzialmente e nei fatti più degni di nota:
1) l’ormai noto Comitato “Beata Giovanna Scopelli” sarebbe un’invenzione creata ad hoc, dietro cui stanno quegli infedeli sincrecumenici di Radio Spada, sempre pronti a dare spazio a chiunque non la pensa come quei dieci preti in Italia. Tutte le altre realtà che hanno supportato il Comitato non esistono evidentemente, specie nell’immaginario di questi personaggi.
2) Il Nostro ha voluto sottolineare come questa riparazione sia un minestrone di cattolici senza una ben precisa identità, un rusco e bruscodi persone che - sceme qual sono - non hanno tutte la medesima posizione circa la crisi nella Chiesa. Anche qui, chi se ne importa se hanno tutte un’idea comune di Cattolicesimo volta a condannare la sodomia riparando ad uno scempio quale il gay pride.
3) E no! Per riparare – ma è solo un consiglio! - bisogna avere tutti impressi sul braccio o sulla fronte l’imprimatur verruano.
2) Il Nostro ha voluto sottolineare come questa riparazione sia un minestrone di cattolici senza una ben precisa identità, un rusco e bruscodi persone che - sceme qual sono - non hanno tutte la medesima posizione circa la crisi nella Chiesa. Anche qui, chi se ne importa se hanno tutte un’idea comune di Cattolicesimo volta a condannare la sodomia riparando ad uno scempio quale il gay pride.
3) E no! Per riparare – ma è solo un consiglio! - bisogna avere tutti impressi sul braccio o sulla fronte l’imprimatur verruano.
4) In Radio Spada ci sarebbero dei personaggi ambigui, che trattano la letteratura inglese composta da personaggi certamente eccentrici e quindi moralmente molto a rischio. Ergo: si appoggia una processione contro lo scandalo del gay pride e poi si dà scandalo parlando di Baron Corvo? Non so se si è reso il livello. Ma su questo punto c'è già chi ha ampiamente risposto per le rime e in modo definitivo (Luca Fumagalli: Decadentismo e cattolicesimo: le malizie di un lapidatore incallito dalla pessima mira), mettendo giustamente al suo posto chi con un mix di supponenza e impreparazione pretende di sentenziare su tutto.
5) Ma ora arriva il viaggio mentale più interessante: la riparazione non sarebbe il primo intento del Comitato, secondo il Reverendo che ha pronunciato questa omelia. Già, perché seppur se ne siano sentite di ogni fino ad oggi, almeno queste potevano avere un senso, nella loro foga. Qualche detrattore ha detto che il Comitato ha fini esclusivamente politici, o al massimo mediatici, ma nessuno si è spinto mai a dire che la Riparazione è messa in secondo piano rispetto all’intento di fare un calderone ecumenico. Insomma, sempre secondo il Nostro, il Comitato vorrebbe unire contro qualcosa, e non unire per la Verità. Non bastano più gli ammonimenti contro la Messa una cum, ora c'è anche il veto sulla Processione “una cum tutti”.
Prima di concludere, infine, guardiamo le proposte concrete e gli obiettivi realizzati dai nostri eroi della domenica:
1) ore e ore passate a scrutare ciò che succede nell’umano universo, principalmente in quello virtuale;
2) Dopo trent’anni di Istituto Mater Boni Consilii il numero di vocazioni italiane in Italia (nate, formate e ordinate integralmente presso Verrua) è fermo ad un dato: 0, che scritto in lettere si legge ZERO. Facciamoci delle domande e diamoci delle risposte;
3) Una visione di Chiesa militante discutibile. O meglio, “militante” finché ce la raccontiamo fra di noi quattro gatti, i soliti della domenica mattina e della domenica pomeriggio;
4) L’aspetto più grave: una seria mancanza di Carità (e se ci sarà modo non mancheranno approfondimenti), unita ad una campagna autoreferenziale fatta al veleno. Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma - per ora - non ne vale veramente la pena.
2) Dopo trent’anni di Istituto Mater Boni Consilii il numero di vocazioni italiane in Italia (nate, formate e ordinate integralmente presso Verrua) è fermo ad un dato: 0, che scritto in lettere si legge ZERO. Facciamoci delle domande e diamoci delle risposte;
3) Una visione di Chiesa militante discutibile. O meglio, “militante” finché ce la raccontiamo fra di noi quattro gatti, i soliti della domenica mattina e della domenica pomeriggio;
4) L’aspetto più grave: una seria mancanza di Carità (e se ci sarà modo non mancheranno approfondimenti), unita ad una campagna autoreferenziale fatta al veleno. Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma - per ora - non ne vale veramente la pena.
Per chi ha seguito la faccenda è bene comunque conoscere anche questo nuovo e triste lato della medaglia. Forse abbiamo di fronte una serie di accusatori immobili, fermi nella loro “fortezza” di purismi schizzinosi e poco pratici, che hanno paura di sporcare la veste in mezzo agli altri. Attenzione però: solo quando pare a loro. Nel 2000 non ebbero paura ad unirsi alle altre realtà per contrastare e riparare al gay pride di Roma. In altre occasioni non hanno avuto problemi a collaborare con Mario Borghezio (sì, quello che accarezzava gli amici della “chiesa padana”). E quando la Radio in cui intervenire è Radio Padania, si chiude un occhio, ma se la “radio” è Radio Spada, anathema sit!
Il Reverendissimo però ci dà pure un grande merito, dicendo che quelli del Comitato “sanno vender bene la loro merce”. Come è noto a tutti, infatti, c’è chi si è fatto “le budella d'oro” sopra questa iniziativa. Siam tutti diventati ricchissimi! Stendere un velo pietoso sarebbe forse stato meglio, eppure è doveroso rendere note queste chicche, speriamo eccitate dai primi caldi.
Sebbene ognuno si sia costituito una sua legittima idea sul Comitato “Beata Giovanna Scopelli”, è però necessario scontrarsi con un dato oggettivo: per la prima volta dopo tanto tempo, in Italia i cattolici hanno alzato la testa mettendo in crisi il diktat del politicamente corretto.
L’intento, checché ne dicano gli scrivani del 90º minuto (perché arrivano sempre tardi) è uno soltanto: raccogliersi in preghiera, quel giorno, per riparare ad uno scempio gravissimo, ad un peccato esasperato e manifestato pubblicamente in tutta la sua tragicità. Per fare questo non serve essere tutti sulla stessa identica linea. E si badi bene che chi ha la capacità di capire l’importanza della pubblica riparazione (non si pensi sia così scontato) vuol dire che ha quantomeno chiari i criteri della Fede. Quello che si è fatto è stato dare un segnale forte, con la speranza che da qui si possa costituire qualcosa di solido, utile per contrastare le derive di un clero modernista e pavido.
La fortuna di chi ha prodotto questi attacchi meschini, va detto, è fare appunto riferimento solo a se stessi.
P.S.: E non si pensi di “salvarsi in corner” invocando il rispetto per il clero. I preti, quando usano il pulpito per fare gossip (e si sta usando un eufemismo) contro persone che cercano di combattere la buona battaglia, vanno affrontati, anche per il loro bene, con chiarezza e senza fronzoli. Si sa che, quando si scende in campo per tirare ceffoni, la talare va tolta e la mischia ha la brutta nomea di non risparmiare nessuno.
nota nostraDomenica nell'ottava dell'Ascensione (28/5/2017), omelia di don Francesco Ricossa, chiesa San Luigi Gonzaga di Albarea (FE): sulla processione del 3 giugno a Reggio Emilia
https://www.youtube.com/watch?v=bANk7eQ0GUM
di Cristiano Lugli
Dopo aver ascoltato attentamente l'omelia del Reverendo Don Francesco Ricossa - a cui rimandiamo in calce - ci è sembrato opportuno ospitare il seguente articolo di Cristiano Lugli - già noto ai nostri lettori - perché mette giustamente il dito sulla piaga aperta da Don Francesco Ricossa, che definiamo piaga per comodità di linguaggio, ma che costituisce uno di quegli inconsulti “incidenti di percorso” in cui ogni tanto incappano i nostri sacerdoti votati anima e corpo in difesa dell'ortodossia cattolica. A volte capita infatti che, trascinati dalla foga e dallo zelo pastorale, alcuni sacerdoti si lascino intrappolare in accese polemiche contro chi non la pensa esattamente come loro e come vogliono loro.
Questo è uno di questi casi, di quelli in cui la vis polemica contro quelli che non piacciono porta a confondere l'essenziale con l'accessorio, l'insegnamento cattolico con l'opinione personale.
Capita! In fondo siamo tutti uomini di questo mondo.
Questo è uno di questi casi, di quelli in cui la vis polemica contro quelli che non piacciono porta a confondere l'essenziale con l'accessorio, l'insegnamento cattolico con l'opinione personale.
Capita! In fondo siamo tutti uomini di questo mondo.
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