Il Santo Eremo
In questo tempo di
grandi tribolazioni, abbiamo un grande privilegio: possiamo vivere in quel
Santo Eremo che è il Giardino del Cuore Immacolato di Maria, attorniato dal
profumo di tanti Santi e Beati, in attesa che la purificazione dei cuori, che
Dio porterà a compimento, porti al mondo un periodo di Pace, in cui rifiorirà
l’Unità della Chiesa.
Con
queste ispirate parole, un’anonima lettrice ci svela un segreto di importanza
vitale in quest’epoca di prova e smarrimento. Esiste un luogo benedetto in cui
possiamo stabilirci subito, soprattutto se ci sembra di non farcela più o di
non avere più risorse. È un rifugio inattaccabile in cui regna una pace
inalterabile, un eremo interiore che non ci separa fisicamente dal mondo in cui
la volontà di Dio ci ha posto né dalle persone affidate alle nostre cure, ma
che ci permette di abitare spiritualmente nel giardino di una Regina amabile e
gentile, alla Sua presenza indescrivibilmente soave e in compagnia di tanti
nobili dame e cavalieri. Là si è inebriati dal profumo di virtù sublimi e
ricreati dalle acque cristalline della vita divina, nutriti dei saporosi frutti
di luminose dottrine e rinfrancati dalla brezza rugiadosa dell’Eden. Là si può sicuramente
incontrare il Re che passeggia, deliziandosi, nel Suo possedimento prediletto,
in cui non è penetrato neanche il più piccolo germe di mala erba né mai alcuna
bestia nociva.
Quel
Cuore immacolato, che fa un tutt’uno con quello del Redentore, è la sorgente
vivificante di tutte le grazie. In esso non si può certo perdere di vista il
Primogenito della nuova creazione, che grazie all’assenso di quel Cuore è stato
concepito e dal suo sangue nutrito per nove mesi. Dal grembo sigillato di Lei è
uscito per risplendere quale Luce del mondo ottenebrato, così come da un
sepolcro sigillato è risorto quale principio di eterna Vita per dare inizio al
mondo rinnovato. Noi tutti, in Lui, siamo figli di Dio, realmente e non per
metafora – non semplicemente Sue creature, ma esseri partecipi per grazia della
Sua stessa vita grazie all’incorporazione all’Unigenito per natura. Colei che
Lo ha messo al mondo nella carne ha rigenerato noi nello spirito; la Madre di
Dio, proprio in quanto tale, è Madre della Chiesa. La Sua funzione materna nei
nostri confronti non oscura affatto quella del Padre celeste, anzi ad essa
rinvia e ad essa dirige: nessuna maternità può sussistere da sola né separarsi
dalla realtà che l’ha innescata.
Ogni
madre ha il compito inderogabile di designare il padre al suo bambino, che solo
riferendosi a lui può assumere pienamente la propria identità sessuata. Tanti
disturbi di orientamento affettivo, al giorno d’oggi, sono dovuti alla carenza di
questa imprescindibile funzione materna, impedita da rapporti conflittuali tra
i genitori, dall’assenza di un padre estromesso o, ancora più sovente, da una
sua presenza insignificante per immaturità o da un ruolo preponderante della
madre. Gli esempi di errori e distorsioni, in questo campo, purtroppo non
mancano. La nostra Madre spirituale, invece, essendo tutta relativa al Figlio,
è in pari tempo perfettamente unita al Padre dall’azione incessante dello
Spirito Santo, di cui è ricettacolo perfetto e senza macchia. La Vergine Maria
vive tutta nella Trinità ed è perciò l’archetipo, l’incarnazione e il totale
compimento della Chiesa. Nella santa Messa, in ginocchio sul primo gradino
dell’altare, Ella continua a offrire il Frutto delle Sue viscere e ad offrirsi
con Lui in un’unica oblazione.
Questa
associazione di una creatura all’atto redentore (compiuto da una Persona divina
incarnata come soggetto principale, ma non unico) si è inserita in esso nel
momento stesso del suo compiersi e, proprio per questo, ha reso possibile la
nostra partecipazione successiva. Dio ha voluto che la Donna prendesse parte
all’opera salvifica secondo una dinamica tipicamente materna, seppure per
analogia. La Sua parte, come nella generazione fisica, non sarebbe stata
possibile senza l’intervento del Salvatore, ma, pur essendo subordinata ad
esso, è stata necessaria per la realizzazione del processo. Ora anche noi,
rinati dalla Croce, possiamo associarci al Sacrificio per appropriarci dei suoi
frutti e offrirci a nostra volta al Padre così da essere ammessi nella vita
trinitaria, incessante e ineffabile circolazione d’amore. Solo dopo che il
sacerdote ha offerto in riparazione dei peccati la Vittima pura, santa e
immacolata, assumendoci nell’oblazione e rendendo così a Dio l’onore che Gli è
dovuto, possiamo pronunciare in verità la preghiera dei figli, che il Signore
stesso ci ha insegnato: Pater noster, qui es in cœlis…
È
la preghiera che ci rimette in piedi davanti a Dio come creature rinate,
rivestite di dignità regale e chiamate al Paradiso. È l’anticipo della nostra
risurrezione, con la quale parteciperemo – se avremo perseverato sino alla fine
nella fede e nella carità – a quella del nostro Primogenito, che con la propria
immolazione ci ha riaperto la via dell’eternità. Tutto questo si è realizzato
in modo perfetto ed esemplare nell’Eden spirituale degli ultimi tempi… giardino
chiuso, ma più vasto dei cieli per aver accolto il Creatore e Redentore e, in
Lui, tutti i rigenerati; fontana sigillata ai pensieri dei mortali, ma fluente
all’infinito di grazie e di carismi per chi è stato illuminato. Chi ha bisogno
di aiuto, lo chieda a Lei; chi cerca guida, si affidi a Lei; chi aspira alla
santità, si immerga in Lei. Il nostro privilegio è veramente immenso, purché ci
adoperiamo alacremente a purificare il nostro cuore da tutto ciò che lo rende
indegno di dimorare in quel Giardino.
In operosa attesa, fervente di preghiera e carità fattiva, aspettiamo che Dio porti a compimento i Suoi disegni sull’umanità e realizzi la purificazione dei cuori, che sarà dolorosa per chi recalcitra o vi si oppone, ma motivo di consolazione per chi vi acconsente e collabora. È questo l’unico possibile fondamento della pace fra gli uomini, ma anche la condizione perché tutti i cristiani ritrovino l’unità e facciano brillare senza veli il mistero d’amore che fa di loro una cosa sola. Tali obiettivi sono irraggiungibili ai soli sforzi umani, che sia a livello politico o ecumenico: soltanto l’intervento divino può ottenerli, per intercessione della Madre della Chiesa e Regina dell’Universo. A noi compete unicamente cooperare come Lei; l’efficacia del nostro impegno sarà proporzionale all’umiltà e all’abnegazione, mediante un’appartenenza sempre più completa e profonda alla Madonna. Ogni più piccolo gesto buono, compiuto con Lei e offerto per le Sue mani, può farci progredire in questa mistica unione e contribuire alla salvezza del mondo.
http://lascuredielia.blogspot.it/2017/05/il-santo-eremo-in-questo-tempo-digrandi.html
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