E' un prodigio praticamente sconosciuto sebbene esista come
prova una registrazione video inequivocabile: nel 1999 a Lourdes durante la
Messa l'ostia si alza dalla patena e rimane sospesa per diversi minuti. Dopo 18
anni di indagini quel fatto è stato mostrato al Prefetto del Culto Sarah che è
rimasto impressionato. Merito di un frate trappista che in tutti questi anni ha
prodotto una documentazione scientifica e teologica solida. In occasione della
solennità del Corpus Domini, la Nuova BQ lo ha intervistato.
In tempi in cui la fede nella presenza reale del Corpo e del Sangue di nostro Signore nelle specie eucaristiche, viene sempre meno, dal Cielo arrivano prodigi inequivocabili. Come è il caso del prodigio eucaristico di Lourdes che ha dell’incredibile ma è praticamente sconosciuto. Eppure non mancherebbero le prove documentali per attestare il prodigioso di un’ostia che si eleva rimanendo sospesa in aria.
Però dopo 18 anni qualche cosa si muove. Finalmente la registrazione video è arrivata in Vaticano nel marzo scorso all’attenzione del Prefetto del Culto Divini cardinal Robert Sarah. Sarah non è stato il primo ecclesiastico ad esaminarla, ma il suo ruolo di prefetto del culto divino potrebbe essere decisivo nella comprensione anche teologica di questo fenomeno. «Il cardinale è rimasto molto colpito da questo fatto e si è detto felicissimo del prodigio». A riportare le parole del prefetto è Padre Lino Colosio, monaco trappista piemontese che, praticamente nell’indifferenza generale, ha svolto decine di indagini su quel prodigio, scritto ad ecclesiastici per informare del caso ed effettuato perizie tecniche per confutare l’accusa che si tratti di un falso.
La Nuova BQ lo ha intervistato in occasione della solennità del Corpus Domini, scoprendo che quel prodigio ha anche una valenza simbolico-teologica interessante nel rapporto con gli ortodossi.
Padre Lino, circoscriviamo il fatto.
Siamo a Lourdes nella basilica inferiore di San Pio il 7 novembre 1999. Nel corso di una solenne Santa Messa concelebrata da circa 120 Vescovi francesi, riuniti in Conferenza Episcopale con altri vescovi ospiti, da circa 650 giovani sacerdoti e da tutti gli Abati e Priori dei monasteri trappisti del mondo.
Le immagini mostrano chiaramente che l’ostia si alza.
Durante la funzione avviene un fatto insolito davanti al vescovo celebrante e ai due concelebranti tre vescovi: mons. Louis-Marie Billé, l’allora arcivescovo di Parigi Jean-Marie Lustiger e l’allora arcivescovo di Bordeaux Pierre Eyt. Mons. Billé ha di fronte a sé sull'altare per “consacrarle” due grandi ostie “dorées” di circa 20-24cm di diametro, usate frequentemente in Francia nelle grandi occasioni solenni, nelle concelebrazioni eucaristiche. All”Offertorio”, le due ostie vengono innalzate ed appaiono nel filmato appoggiate l'una sull'altra, perfettamente aderenti alla patena e tra loro, formando un corpo unico, tanto che non ci si accorge neppure che sono due e non una sola; sono infatti poste sulla patena e vi aderiscono perfettamente. Nel filmato poi si susseguono diverse inquadrature che le riprendono in quella posizione e non ci sono dubbi che le due ostie siano fisicamente appoggiate l'una sull'altra e aderiscano alla patena.
Ma ad un certo punto le due ostie si sdoppiano, il video mostra chiaramente che quella superiore si stacca dall’altra rimanendo sospesa.
Accade al momento dell'Epiclesi, cioè quando i sacerdoti stendono le mani sul pane e sul vino invocando lo Spirito Santo. Si vede con chiarezza che l'ostia superiore inizia a staccarsi da quella sottostante e si solleva. Una forza-spinta misteriosa e delicata investe l'ostia in modo impressionante e la alza con un movimento rapido e soave insieme, facendola oscillare tre, quattro volte nell'aria, per poi posizionarla orizzontale e lasciarla delicatamente sospesa a circa due centimetri dalla sottostante. Le ostie rimangono così parallele e distanziate fino alla fine del “Canone”.
Prima obiezione: illusione ottica.
Impossibile. La ripresa televisiva mette in evidenza vari momenti della cerimonia, durante i quali il celebrante si muove, si sposta, ed è così possibile vedere, attraverso le due ostie, una sollevata nell'aria e l'altra aderente alla patena, il colore dei paramenti indossati dal celebrante, le mani, il bianco del camice e della parete di fondo. Inoltre il filmato è abbastanza lungo e ricco di primi piani, offrendo così la possibilità di acquisire, con ragionevole certezza, che non si tratta assolutamente di illusione ottica o di inganno di prospettiva. Ma c’è di più: esperti del settore, dopo attento esame del filmato, hanno escluso nel modo assoluto una manipolazione tecnica delle immagini. Il segnale luminoso è unico e talmente ben inserito nello svolgersi della cerimonia che esclude la possibilità di trucchi e inganni ottici. Ma anche le reazioni dei concelebranti sono evidenti: appaiono sconcertati e perplessi, per non dire imbarazzati, sembrano scocciati di quanto avviene.
A chi ha mostrato queste immagini?
Ho scritto a diversi ecclesiastici e sono stato ad un passo dal fare vedere le immagini a Papa Benedetto XVI, ma purtroppo la persona che era incaricata di farglielo avere se l’è vista inspiegabilmente sottrarre da un monsignore di curia scettico.
Adesso però il prefetto Sarah l’ha visionata.
Sì e questo è un fatto importantissimo perché il Vaticano può continuare a indagare grazie ai supporti visivi che ho fornito.
Nel sito che lei cura www.ilpanevivo.org parla di scherzo dello Spirito Santo. Perché?
Secondo la Chiesa Orientale l'azione consacrante e trasformante dello Spirito avviene proprio all'Epiclesi, mentre per la teologia cattolica avviene al momento delle parole pronunciate dal sacerdote "Questo è..." sia per il pane che per il vino. Questa levitazione del pane offerto è di un significato profondissimo: Lo Spirito dà un segno manifesto e vivo della sua potente opera santificatrice, che rende presente il Corpo ed il Sangue del Signore Gesù Risorto nel pane e nel vino; appena invocato, scende su di essi, li trasforma, transustanzia, lasciando intatte, per la nostra esperienza razionale e sensibile, le specie eucaristiche; la stessa azione santificatrice è successivamente operata dallo Spirito, trasformando noi che lo riceviamo in Lui, ma lasciando intatta la nostra umanità.
Alla messa partecipavano anche esponenti delle Chese orientali?
Sì era presente un vescovo di rito orientale e questo è significativo: la Vergine Immacolata ha compiuto un gesto di comunione per i cristiani tutti, di ecumenismo con la Chiesa Ortodossa e tutte le altre Chiese Orientali, dimostrando che essi hanno ragione in quanto credono e insegnano sul momento preciso in cui avviene la trasformazione-consacrazione delle Offerte nella celebrazione della santa Messa. A loro poi fa sapere che lei è apparsa a Lourdes come Immacolata, anche se molti ortodossi preferiscono ignorare la sua visita e presenza di grazia in quel luogo, perché conferma di un dogma cattolico per loro inutilmente proclamato.
18-06-2017http://www.lanuovabq.it/it/articoli-un-ostia-sollevata-per-confermare-gli-increduliil-prodigio-pubblico-di-lourdes-approda-in-vaticano-20189.htm
Sogni e miracoli. I veri matematici li riconoscono
IL SANGUE CHE ESCE DALL’OSTIA
Il mistero della fede cattolica è racchiuso in un rigagnolo rosso. È quello che nel corso della storia, ad ogni latitudine, numerosi laici e religiosi hanno visto fuoriuscire da Ostie consacrate. È il sangue di Cristo, versato per la nostra salvezza, che talvolta si manifesta prodigiosamente in modo visibile.
Il Corpus Domini
Lungo è l’elenco dei Miracoli Eucaristici riconosciuti dalla Chiesa. Iniziarono a verificarsi con una certa frequenza dopo l’11 agosto 1264, giorno in cui Papa Urbano IV, dalla residenza della corte pontificia di Orvieto, scrisse la bolla Transiturus, con cui estese a tutta la Chiesa la solennità del Corpus Domini.
A convincere il Santo Padre a scrivere tal documento fu proprio uno di questi prodigi, avvenuto un anno prima a Bolsena, ridente cittadina laziale che si affaccia sull’omonimo lago. Un sacerdote boemo, in pellegrinaggio verso Roma, si fermò a celebrare la Messa in questa località. Nel momento in cui spezzò l’Ostia consacrata, fu pervaso dal dubbio che essa contenesse veramente il Corpo di Cristo. Fu allora che dall’Eucarestia uscirono alcune gocce di sangue, che macchiarono sia il corporale di lino, oggi conservato nel Duomo di Orvieto, sia alcune pietre dell’altare, custodite in una teca nella Basilica di Santa Cristina, a Bolsena.
La festa del Corpus Domini, non ancora innalzata a memoria obbligatoria per tutta la Chiesa universale, esisteva già dal 1246. Fu istituita nel corso di un Concilio convocato appositamente da un vescovo belga, dopo che una monaca agostiniana di Liegi, la sua diocesi, aveva avuto una visione in cui Cristo stesso le chiedeva di adoperarsi perché vi fosse una festa del Santissimo Sacramento.
Gli scontri con i protestanti
Celebrazione, quest’ultima, che dopo la riforma protestante ha assunto contorni molto significativi, specie in quelle zone d’Europa in cui accesa era la contrapposizione tra cattolici e adepti di Martin Lutero e di Calvino. Tra XVI e XVII secolo la solenne processione con il Santissimo Sacramento, nel giorno del Corpus Domini, fu spesso bersaglio anche violento di provocazioni e gesti blasfemi. Ma la festa liturgica resistette a questi attacchi, salvando il cattolicesimo da chi voleva affossarlo.
E a salvare la fede del popolo dalla tentazione protestante, furono sovente gli stessi Miracoli Eucaristici, quali eventi che trascendono la natura per indicare agli scettici il cuore del grande piano di Dio.
Il Miracolo di Lanciano
Qualcosa di simile avvenne già verso la metà dell’VIII secolo in quel di Lanciano, in Abruzzo. A quel tempo l’Italia era diventata rifugio di numerosi monaci in fuga dall’Oriente, perseguitati nel contesto della politica imperiale contro le immagini religiose. Uno di loro, mentre stava celebrando una Messa in una chiesa lancianese, fu colto dal dubbio sulla presenza di Cristo nel pane e nel vino.
Secondo quanto tramandato, dopo che ebbe pronunciato le parole della consacrazione, l’ostia si trasformò in un pezzo di carne sanguinante, mentre il vino si tramutò in sangue, successivamente coagulatosi in cinque grumi di diverse dimensioni.
Si tratta del primo Miracolo Eucaristico della storia. Le reliquie si trovano oggi nella chiesa di San Francesco, a Lanciano, conservate in un ostensorio e in un calice di scuola napoletana. Non sono poche le persone, talvolta miscredenti, che recandosi nella città abruzzese per visitare le reliquie, ne rimangono impressionate.
I più recenti esami scientifici hanno attestato che la carne “si dimostra appartenente al miocardio (tessuto muscolare che costituisce le pareti del cuore, ndr)”, che il sangue è autentico, che il gruppo sanguigno è AB, lo stesso della Sindone.
Eventi come quello di Lanciano interrogano la scienza, sollecitano la curiosità umana ed alimentano la fede. E non si tratta di episodi confinati alle sole epoche antiche, segnate da una propensione alla fantasiosa credulità. Anche oggi, in cui un freddo razionalismo sembra aver contaminato anche parte del mondo cattolico, i Miracoli Eucaristici continuano a verificarsi.
Un recente Miracolo Eucaristico
Appena quattro anni fa, l’ultimo episodio di questo tipo. Durante la Messa di Natale del 2013 in una chiesa della diocesi di Legnica, nel sud-ovest della Polonia, un’Ostia cadde a terra. Riposta in un contenitore d’acqua su iniziativa dei sacerdoti, dopo qualche tempo si tinse di un alone rosso suscitando stupore tra celebranti e fedeli.
Il vescovo emerito di Legnica, mons. Stefan Cichy, una volta messo al corrente del fatto, istituì una commissione scientifica per analizzare il fenomeno. Le analisi diramate comunicarono che “nell’immagine istopatologica si è scoperto che i frammenti di tessuto contengono parti frammentate di muscolo striato trasversale”. E ciò “assomiglia molto al muscolo cardiaco”. I test hanno inoltre determinato che il tessuto ha “origine umana” e assume “alterazioni che appaiono di frequente durante un’agonia”.
La Chiesa, attraverso la Congregazione per la Dottrina della Fede, seguendo il solito rigoroso iter scientifico per ottenere prove ragionevoli, si è pronunciata in modo favorevole sul Miracolo Eucaristico di Legnica.
Carlo Acutis
Anche la scienza dunque, dinanzi a questi prodigi, è costretta ad alzare le mani lasciando posto al sensum fidei. Esiste un sito (www.miracolieucaristici.org/), in cui è possibile visionare ognuno di questi miracoli riconosciuti dalla Chiesa, con schede illustrative e foto. L’autore del prezioso lavoro è un giovanissimo devoto, Carlo Acutis, deceduto a quindici anni, il 12 ottobre 2006, a causa di una leucemia fulminante.
Chiunque lo abbia conosciuto, lo descrive come un adolescente speciale. Avvezzo alla preghiera, alla Messa quotidiana e ad offrire sacrifici a Dio, è in corso la sua causa di beatificazione, che nel novembre 2016 ha terminato il corso nella diocesi di Milano iniziando quello in Vaticano.
Carlo Acutis definiva l’Eucarestia “la mia autostrada per il cielo”. La festa che la Chiesa celebra oggi, il Corpus Domini, serve proprio a rifornire il nostro spirito di quella benzina necessaria per intraprendere questo viaggio santo. E i Miracoli Eucaristici ci ricordano che nel viaggio non siamo soli.
18-06-2017
È uscito in libreria Il Misticismo dei matematici, di Francesco Agnoli, che consta di 15 ritratti umani e filosofici di grandi matematici, da Pitagora ad alcuni grandi contemporanei, che si sono occupati di Dio, dell'anima, della natura della matematica.
A corredo del libro vi sono varie schede. Ne pubblichiamo una, intitolata Sogni e miracoli.
Si è visto come diversi matematici abbiano parlato dell'importanza di alcuni sogni rivelatori nella loro vita (in particolare Cartesio e Grothendieck). Per costoro, come per Isaac Newton, che dedica ai sogni dell'Antico Testamento devote riflessioni e piena fiducia, il sogno è un “luogo” in cui la Verità eterna svela qualcosa di sè al sognatore. Il sogno può anche avvenire ad occhi aperti: si tratta delle intuizioni o illuminazioni. Esse avvengono quando una verità, in questo caso matematica, magari a lungo cercata, diventa improvvisamente evidente nella mente del matematico, senza alcun percorso previo di ragionamento.
Accanto ai sogni, i miracoli. Molti matematici ne hanno parlato e discusso, convinti che il primo “miracolo” sia, come dirà nel Novecento Albert Einstein, “la comprensibilità del mondo”. Le parole “stupore”, “meraviglia”, tornano spesso nelle loro riflessioni, accanto ad un sentimento di umile venerazione. Celebre, a questo riguardo, l'immagine di Newton: “Non so come apparirò al mondo. Mi sembra soltanto di essere stato un bambino che gioca sulla spiaggia, e di essermi divertito a trovare ogni tanto un sasso o una conchiglia più bella del solito, mentre l'oceano della verità giaceva insondato davanti a me” (cit. in Richard Westfall, Newton, Einaudi, Torino, 1989, p. 905).
Si è visto che Pascal ritenne di aver assistito ad un miracolo, mediato da una Sacra Spina. Anche Cartesio vi credeva, partendo dallo stesso presupposto: se esistono le leggi fisiche, esiste un Legislatore, cioè Dio, che non è ad esse vincolato, essendone l'Autore. Infatti ne avrebbe potute fare di diverse (ciò significa che le leggi sono possibili e non necessarie), e può sospenderne, per così dire, l'efficacia, un po' come l'uomo può fare con le sue costruzioni: ad esempio gli orologi obbediscono a regole che l'uomo stesso ha imposto, e possono quindi da lui essere portati avanti o indietro, liberamente. D'altro canto, negare la possibilità dei miracoli, in nome delle leggi fisiche, sarebbe per Cartesio, Newton, Pascal... un assolutizzare dette leggi, senza però spiegarne l'origine.
Max Planck, premio Nobel per la Fisica, iniziatore della fisica quantistica, scriveva che per Cartesio "Dio creò tutte le leggi della natura e dello spirito di sua spontanea volontà, per scopi tanto alti che la nostra mente umana non può afferrarli in tutto il loro significato. Perciò nel sistema di Cartesio non sono affatto esclusi i miracoli e i misteri" (Max Planck, La conoscenza del mondo fisico, Einaudi, Torino, 1949, p. 104).
Ciò non significa, ovviamente, che i matematici citati vedessero miracoli dappertutto. Al contrario, in linea con la teologia, ritenevano che “il corso ordinario della natura presa nel suo insieme ha le sue determinate leggi naturali” (Agostino, La Genesi alla lettera, IX, 17, 32), e che “Dio (di norma) rispetta le proprie leggi” (Guillaume de Conches, teologo dell'XI secolo).
Proprio sull'entità dell'intervento divino nel cosmo, nacque un dissidio tra due pesi massimi della matematica del Seicento: Newton e Leibniz. Il primo, infatti, riteneva necessari continui interventi divini nella Natura. Il secondo pensava che una simile idea generasse una cattiva filosofia e una cattiva teologia: “Il Signor Newton e i suoi seguaci hanno una strana opinione concernente l'opera di Dio. Secondo la loro dottrina, il Dio onnipotente deve ricaricare il suo orologio (cioè l'universo, ndr) di tanto in tanto, altrimenti si arresterebbe...la macchina creata da Dio è così imperfetta, secondo questi signori, che Egli è obbligato ad aggiustarla di tanto in tanto con un intervento straordinario, o addirittura a ripararla come un orologiaio ripara la sua opera, e di conseguenza egli deve essere un artigiano tanto più imperfetto quanto più spesso è obbligato a riparare il suo lavoro per rimetterlo in sesto. Secondo la mia opinione, la stessa forza e vigore rimane sempre nel mondo, e solo passa da una parte di materia all'altra, in accordo con le leggi di Natura e il meraviglioso ordine prestabilito. E io mantengo che quando Dio compie dei miracoli, non lo fa per sostentare alle necessità della natura, ma a quelle della Grazia. Chiunque pensa altrimenti deve avere una nozione molto bassa della saggezza e della potenza di Dio”. (lettera di Leibniz a Thomas Clarke, in Niccolò Guicciardini, Newton, Carrocci, Roma, 2001, p. 217).
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