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NOTIZIE FRESCHE DAL SODOM-TOTALITARISMO
L’Ordine dei Giornalisti sospende Padre Livio per sei mesi – per lesa Cirinnà.
Sulla condanna, ovviamente, i media mainstream danno la seguente versione:; “Augurò la morte a Cirinnà su Radio Maria, don Livio sospeso” (La Stampa). Altre versioni dicono che Padre Livio disse rivolto a Cirinnà: “ricordati che devi morire”, cosa che un buon prete dovrebbe ripetere speso a tutti.
Gayburg, sito dei LGBT, manifesta un’esultanza per la censura, tuttavia moderata dal fatto che l’Ordine ha precisato che “non” gli “spettano le valutazioni riguardanti la posizione morale del religioso Fanzaga». Come sarebbe?, s’indigna l’organo sodomita: “Come prete Fanzaga ha pieno diritto di seminare odio, incentivare la discriminazione e seminare morte, solo come professionista si merita una piccola sgridata quando viola ogni regola morale e deontologica per denigrare ed offendere chi osa avere idee diverse dalle sue”? . Mai contento, il Totalitario sodomita vuole che ad essere censurate non siano le espressioni del prete, ma proprio la sua religione, che “semina odio morte e discriminazione”:
Sulla condanna, ovviamente, i media mainstream danno la seguente versione:; “Augurò la morte a Cirinnà su Radio Maria, don Livio sospeso” (La Stampa). Altre versioni dicono che Padre Livio disse rivolto a Cirinnà: “ricordati che devi morire”, cosa che un buon prete dovrebbe ripetere speso a tutti.
Gayburg, sito dei LGBT, manifesta un’esultanza per la censura, tuttavia moderata dal fatto che l’Ordine ha precisato che “non” gli “spettano le valutazioni riguardanti la posizione morale del religioso Fanzaga». Come sarebbe?, s’indigna l’organo sodomita: “Come prete Fanzaga ha pieno diritto di seminare odio, incentivare la discriminazione e seminare morte, solo come professionista si merita una piccola sgridata quando viola ogni regola morale e deontologica per denigrare ed offendere chi osa avere idee diverse dalle sue”? . Mai contento, il Totalitario sodomita vuole che ad essere censurate non siano le espressioni del prete, ma proprio la sua religione, che “semina odio morte e discriminazione”:
La Corte Europea condanna la Russia perché non consente la propaganda omosessuale ai bambini
La questione è ampiamente trattata da la Nuova Bussola Quotidiana, a cui rimando.
Vado all’essenziale: Dei sodomiti militanti, nel 2009, hanno inscenato manifestazioni di propaganda omosessuale in Russia davanti alle scuole, per protestare – dicono – contro una legge russa che vieta –non già la sodomia in sé, e nemmeno la sua propaganda – ma specificamente la propaganda verso i minori. L’hanno palesemente fatto apposta – rifiutarono altri percorsi che non comprendevano il passaggio davanti a scuole, apposta per farsi multare e ricorrere alla Corte Europea. Sapendo che non li avrebbe delusi.
Infatti. Ecco come i magistrati affrontano la Causa “Bayev e altri contro la Russia”, 20 giugno 2016: “Questa corte decide di concentrare la sua valutazione sul carattere necessario o no di leggi che vietino, come misura generale, la promozione dell’omosessualità (e delle relazioni sessuali non tradizionali) presso i minori in Russia”.
Dunque fin da principio, con questa limitazione, la Corte mette sotto processo non la questione bensì le leggi russe: sono proprio necessarie? I magistrati accettano a priori che una propaganda sodomita sui minori sia possibile.
Data questa premessa, la sentenza è già scritta. Infatti, ecco il testo:
“La corte rigetta l’argomento del governo russo secondo cui la regolazione del dibattito pubblico sulle questioni LGBT era giustificata dalla necessità di proteggere la morale.[…] La Corte ha sempre rifiutato di approvare le politiche e le decisioni che traducono i pregiudizi di una maggioranza eterosessuale verso la minoranza omosessuale”.
Da cui si vede benissimo il riduzionismo ideologico: “la morale” viene resa eguale a “pregiudizi della maggioranza”, che bisogna assolutamente combattere. E’ esattamente l’esito totalitario descritto dalla giurista Elisabetta Frezza nel suo saggio MalaScuola: l’omosessualità diventa un valore sociale, meritevole di tutela pubblica, mentre la morale, il diritto dei bambini a non essere corrotti, o delle famiglie a sottrarre i loro figli piccoli dalla “promozione” degli “stili di vita alternativi”, non sono beni degni di pari tutela pubblica. L’esito totalitario dovrebbe essere evidente: la riduzione della morale sociale a “pregiudizi”; e volontà sfrenata di punire i “pregiudizi di una maggioranza” si traduce nella dittatura della minoranza (LGBT in questo caso, ma non poniamo limiti a questa apertura del diritto). Lo si vede benissimo nella critica di Gaysburg alla punizione di padre Livio da parte dell’Ordine: non basta punire i suoi eccessi verbali, è proprio la sua fede religiosa che va censurata e soppressa. L’omosessualità merita tutela pubblica, la libertà di religione – e di pensiero, di opinione – non deve essere tutelata.
Questo è appunto il “totalitarismo delle dissoluzione”, dove ad essere resa obbligatoria per legge è la dissoluzione dei costumi. E’ esattamente il senso della riforma della scuola proposto – su dettatura di noti organismi sovrannazionali – dalla senatrice Valeria Fedeli, poi messa a fare la ministra della Pubblica Istruzione: non educare, ma “eliminare stereotipi pregiudizi, costumi, tradizioni ed altre pratiche socio-culturali fondati sulla differenziazione delle persone in base al sesso di appartenenza”. Dove si vede che l’opera mira a sopprimere con violenza (“eliminare”) i costumi e le tradizioni, ossia ciò che forma le radici storico e l’identità culturale dei popoli, bollati come “pregiudizi”.
Il vero errore del governo russo è stato quello di aderire alla Corte Europea di Giustizia. Un errore in buona fede: la credeva un organo della civiltà. Adesso però Mosca è già corsa ai ripari. Cito: “La partecipazione della Federazione russa in un accordo internazionale non significa il rifiuto della Sovranità del nostro Stato.. Le posizioni giuridiche della Cedu non possono ignorare la priorità della Costituzione. La loro attuazione pratica nel sistema giuridico russo è possibile solo con il riconoscimento della Legge fondamentale di più alto valore legale del nostro Paese… Se la Corte Costituzionale della Federazione Russa arriverà ad una conclusione di incompatibilità con la Costituzione, la decisione emessa a Strasburgo, non è applicabile.”http://www.ksrf.ru/ru/News/Pages/ViewItem.aspx?ParamId=3244
E questo spiega, in fondo, anche la corsa della in-civiltà totalitaria occidentale a far la guerra alla Russia: guerra totale, come richiede il totalitarismo. La Russia che l’America disprezza e di cui non riconosce i diritti, né le zone d’influenza perché il suo Pil è solo il 12% di quello Usa. La Russia di cui si può minacciare il ministro della Difesa di assassinio, mentre vola sull’Europa. La Russia che coltiva “pregiudizi” e non lascia educare i suoi bambini alle gioie della sessualità non-tradizionale. La Russia è da distruggere. Le quadrate legioni dei fazzoletti rosa, delle drag queen e dei sadico-anali sono pronte. Vedremo come difenderanno i loro principi, sotto le bombe.
La questione è ampiamente trattata da la Nuova Bussola Quotidiana, a cui rimando.
Vado all’essenziale: Dei sodomiti militanti, nel 2009, hanno inscenato manifestazioni di propaganda omosessuale in Russia davanti alle scuole, per protestare – dicono – contro una legge russa che vieta –non già la sodomia in sé, e nemmeno la sua propaganda – ma specificamente la propaganda verso i minori. L’hanno palesemente fatto apposta – rifiutarono altri percorsi che non comprendevano il passaggio davanti a scuole, apposta per farsi multare e ricorrere alla Corte Europea. Sapendo che non li avrebbe delusi.
Infatti. Ecco come i magistrati affrontano la Causa “Bayev e altri contro la Russia”, 20 giugno 2016: “Questa corte decide di concentrare la sua valutazione sul carattere necessario o no di leggi che vietino, come misura generale, la promozione dell’omosessualità (e delle relazioni sessuali non tradizionali) presso i minori in Russia”.
Dunque fin da principio, con questa limitazione, la Corte mette sotto processo non la questione bensì le leggi russe: sono proprio necessarie? I magistrati accettano a priori che una propaganda sodomita sui minori sia possibile.
Data questa premessa, la sentenza è già scritta. Infatti, ecco il testo:
“La corte rigetta l’argomento del governo russo secondo cui la regolazione del dibattito pubblico sulle questioni LGBT era giustificata dalla necessità di proteggere la morale.[…] La Corte ha sempre rifiutato di approvare le politiche e le decisioni che traducono i pregiudizi di una maggioranza eterosessuale verso la minoranza omosessuale”.
Da cui si vede benissimo il riduzionismo ideologico: “la morale” viene resa eguale a “pregiudizi della maggioranza”, che bisogna assolutamente combattere. E’ esattamente l’esito totalitario descritto dalla giurista Elisabetta Frezza nel suo saggio MalaScuola: l’omosessualità diventa un valore sociale, meritevole di tutela pubblica, mentre la morale, il diritto dei bambini a non essere corrotti, o delle famiglie a sottrarre i loro figli piccoli dalla “promozione” degli “stili di vita alternativi”, non sono beni degni di pari tutela pubblica. L’esito totalitario dovrebbe essere evidente: la riduzione della morale sociale a “pregiudizi”; e volontà sfrenata di punire i “pregiudizi di una maggioranza” si traduce nella dittatura della minoranza (LGBT in questo caso, ma non poniamo limiti a questa apertura del diritto). Lo si vede benissimo nella critica di Gaysburg alla punizione di padre Livio da parte dell’Ordine: non basta punire i suoi eccessi verbali, è proprio la sua fede religiosa che va censurata e soppressa. L’omosessualità merita tutela pubblica, la libertà di religione – e di pensiero, di opinione – non deve essere tutelata.
Questo è appunto il “totalitarismo delle dissoluzione”, dove ad essere resa obbligatoria per legge è la dissoluzione dei costumi. E’ esattamente il senso della riforma della scuola proposto – su dettatura di noti organismi sovrannazionali – dalla senatrice Valeria Fedeli, poi messa a fare la ministra della Pubblica Istruzione: non educare, ma “eliminare stereotipi pregiudizi, costumi, tradizioni ed altre pratiche socio-culturali fondati sulla differenziazione delle persone in base al sesso di appartenenza”. Dove si vede che l’opera mira a sopprimere con violenza (“eliminare”) i costumi e le tradizioni, ossia ciò che forma le radici storico e l’identità culturale dei popoli, bollati come “pregiudizi”.
Il vero errore del governo russo è stato quello di aderire alla Corte Europea di Giustizia. Un errore in buona fede: la credeva un organo della civiltà. Adesso però Mosca è già corsa ai ripari. Cito: “La partecipazione della Federazione russa in un accordo internazionale non significa il rifiuto della Sovranità del nostro Stato.. Le posizioni giuridiche della Cedu non possono ignorare la priorità della Costituzione. La loro attuazione pratica nel sistema giuridico russo è possibile solo con il riconoscimento della Legge fondamentale di più alto valore legale del nostro Paese… Se la Corte Costituzionale della Federazione Russa arriverà ad una conclusione di incompatibilità con la Costituzione, la decisione emessa a Strasburgo, non è applicabile.”http://www.ksrf.ru/ru/News/Pages/ViewItem.aspx?ParamId=3244
E questo spiega, in fondo, anche la corsa della in-civiltà totalitaria occidentale a far la guerra alla Russia: guerra totale, come richiede il totalitarismo. La Russia che l’America disprezza e di cui non riconosce i diritti, né le zone d’influenza perché il suo Pil è solo il 12% di quello Usa. La Russia di cui si può minacciare il ministro della Difesa di assassinio, mentre vola sull’Europa. La Russia che coltiva “pregiudizi” e non lascia educare i suoi bambini alle gioie della sessualità non-tradizionale. La Russia è da distruggere. Le quadrate legioni dei fazzoletti rosa, delle drag queen e dei sadico-anali sono pronte. Vedremo come difenderanno i loro principi, sotto le bombe.
I vecchi ricchi possono comprare sangue giovane.
Né che il neo-totalitarismo sappia o voglia limitarsi: deve arrivare alla schiavizzazione dell’uomo per le sue voglie. Lo dimostra la Cirinna: ottenuto il “matrimonio gay”, ha rilanciato: adesso, le adozioni, ossia l’utero in affitto, il diritto di gay ricchi di noleggiare una donna e di prenderle il nato.
E c’è di peggio, sempre di peggio, dietro l’angolo totalitario.
Letteralmente. Cosa regalare a un miliardario decrepito, un Rotschild, un Soros, che hanno già tutto? Una trasfusione di sangue di un o una ventenne. Si chiama “parabiosisi”, e si basa su una credenza (mai confermata) che il sangue giovane ringiovanisca i vecchi. In California è nata una start-up che fornisce proprio questo servizio avanzato: sangue di ventenni per un ciclo di trasfusioni, a soli 8 mila dollari. La ditta si chiama Ambrosia, come la mitica bevanda d’immortalità omerica. Attenzione, il co-fondatore di PayPal peter Thiel sta pensando di rilevarla con qualcuno de i suoi miliardi e di farne una grande impresa: “Sto esaminando questo affare della parabiosis…E’ molto interessante. Hanno iniettato sangue giovani in topi vecchi, ed hanno ottenuto un massiccio effetto di ringiovanimento. E’ una di quelle starne ricerche che furono fatte negli anni è’50 e poi abbandonate. Penso che ci sono moltissime di queste ricerche che sono state stranamente trascurate”: si chiama VAMPIRISMO. Business di grande futuro . Ma non doveva finire così, in fondo, il totalitarismo del capitalismo totale, la privatizzazione totale dei beni pubblici? La valorizzazione di pezzi umani in merci?
Né che il neo-totalitarismo sappia o voglia limitarsi: deve arrivare alla schiavizzazione dell’uomo per le sue voglie. Lo dimostra la Cirinna: ottenuto il “matrimonio gay”, ha rilanciato: adesso, le adozioni, ossia l’utero in affitto, il diritto di gay ricchi di noleggiare una donna e di prenderle il nato.
E c’è di peggio, sempre di peggio, dietro l’angolo totalitario.
Letteralmente. Cosa regalare a un miliardario decrepito, un Rotschild, un Soros, che hanno già tutto? Una trasfusione di sangue di un o una ventenne. Si chiama “parabiosisi”, e si basa su una credenza (mai confermata) che il sangue giovane ringiovanisca i vecchi. In California è nata una start-up che fornisce proprio questo servizio avanzato: sangue di ventenni per un ciclo di trasfusioni, a soli 8 mila dollari. La ditta si chiama Ambrosia, come la mitica bevanda d’immortalità omerica. Attenzione, il co-fondatore di PayPal peter Thiel sta pensando di rilevarla con qualcuno de i suoi miliardi e di farne una grande impresa: “Sto esaminando questo affare della parabiosis…E’ molto interessante. Hanno iniettato sangue giovani in topi vecchi, ed hanno ottenuto un massiccio effetto di ringiovanimento. E’ una di quelle starne ricerche che furono fatte negli anni è’50 e poi abbandonate. Penso che ci sono moltissime di queste ricerche che sono state stranamente trascurate”: si chiama VAMPIRISMO. Business di grande futuro . Ma non doveva finire così, in fondo, il totalitarismo del capitalismo totale, la privatizzazione totale dei beni pubblici? La valorizzazione di pezzi umani in merci?
Le nuove nomine alla Pontificia Accademia per la Vita: interconfessionali e contro la Vita !
La Pontificia Accademia per la Vita, da adesso somiglierà al partito macronista La république en Marche: una vera locanda spagnola, aperta non a tutte le correnti politiche, ma a tutte le correnti confessionali e ideologiche, compresa la cultura della morte; e con lo stesso andazzo dei progressisti in marcia, siano essi laici o religiosi, che utilizzano gli stessi procedimenti del «vivere insieme» per fare avanzare l’umanità verso un domani utopico ma ostinatamente immorale.
Dopo la nomina come Presidente di questa Accademia, l’estate scorsa, dello scandaloso Mons. Paglia, omosessualista notorio che ha accettato di farsi ritrarre nell’affresco erotico-gay che egli stesso ha commissionato per la sua Cattedrale di Terni, Papa Francesco ha preso l’iniziativa di ridisegnare la composizione della Pontificia Accademia della Vita, imponendo dei membri di altre confessioni religiose e dalla strana morale contraria alla vita.
Mons. Vincenzo Paglia, con lo zucchetto,
viene condotto in “paradiso” in una fantasmagoria di corpi nudi
Ogni nuovo anno del pontificato di Francesco comporta quindi il suo lotto di nomine progressiste in seno a questa istituzione romana. Da oggi, in nome di una vita difficilmente difendibile da un Presidente adepto della cultura della morte Lgbt, siederanno come membri: due rabbini, un insegnante ortodosso di etica cristiana, un professore tunisino che pare abbia approfondito il pensiero riformista islamico, un anglicano progressista professore di morale (sic!) a Oxford, il giapponese Shinya Yamanaka, Premio Nobel per la Medicina nel 2012, e diversi cardinali, tra cui il cardinale Caffarra, arcivescovo emerito di Bologna e uno dei quattro firmatari dei famosi “dubia” indirizzati a Francesco a riguardo dell’Esortazione sulla famiglia Amoris Laetitia [si veda l'ultima lettera].
Piccolo giro d’orizzonte delle scelte pontificie!
Per primo, notiamo il professore anglicano di Morale e di Teologia Pastorale alla prestigiosa Università britannica di Oxford: Nigel Biggar. Questo filosofo di confessione anglicana ritiene che sia moralmente accettabile abortire un bambino prima della 18° settimana, perché il feto, lui pretende, non è realmente umano:
«Sarei incline a determinare una possibilità di aborto fino alla 18° settimana dopo la concezione, che è approssimativamente il tempo più prossimo all’evidenza di un’attività cerebrale e dunque della coscienza»
E’ quanto ha dichiarato in una intervista del 2011. Questa semplice dichiarazione testimonia l’immenso fossato che separa questo anglicano pro-aborto dalla sana dottrina cattolica, la quale insegna che un feto è un essere umano ed ha un’anima.
Fin dal 300, la Chiesa cattolica professa con Tertulliano, senza che mai abbia cambiato insegnamento, che il feto «è già un uomo, già quello che dovrà essere». E da allora ha sanzionato con la scomunica chiunque pratichi l’aborto, indipendentemente dallo stadio di sviluppo del feto.
Papa Francesco ha nominato anche il rabbino Avraham Steinberg, professore di etica all’Università ebraica di Gerusalemme, il quale non è ostile ad una certa forma di eutanasia: ha presieduto in Israele una commissione di eticache ha aiutato ad elaborare una legge che permette la prescrizione di una dose mortale e la decisione di accorciare le sofferenze del paziente che si trova in fase terminale.
Per l’incarico all’Accademia della Vita era stato preso in considerazione un altro rabbino, il gran rabbino di Roma, Riccardo di Segni, ma le sue posizioni più conservatrici e a volte esplicitamente critiche su Papa Francesco hanno indotto a scartarlo e Mons. Paglia ha scelto al suo posto Avraham Steinberg.
Un altro nome testimonia della nuova corrente progressista che continua ad imporsi, per volontà di Papa Francesco, in seno alla Pontificia Accademia per la Vita: è quello del teologo moralista italiano [don] Maurizio Chiodi, di cui Sandro Magister, nel suo blog, ha ricordato che:
«Chiodi si è espresso da tempo in termini critici su punti importanti di “Humanae vitae”, di “Donum vitae”, di “Evangelium vitae”. È anche in evidente discontinuità con l’enciclica “Veritatis splendor” di Giovanni Paolo II, mentre viceversa appare in sintonia con le correnti aperture a un nuovo “discernimento” su questioni quali la contraccezione, la fecondazione in vitro, gli orientamenti sessuali, il “gender”, l’eutanasia passiva, il suicidio assistito.»
E Magister aggiunge che, di contro, membri apertamente ostili all’Esortazione bergogliana sulla famiglia, non sono stati confermati ai loro posti, come per esempio il filosofo tedesco Robert Spaemann, che ha affermato che con Amoris Laetitia Francesco «spacca la Chiesa e la porta verso uno scisma», o il professore australiano di filosofia del diritto: John Finnis. Lo stesso dicasi per dei militanti pro-vita di notorietà internazionale come Maria Mercedes Arzú de Wilson e Christine De Marcellus Vollmer. Mentre hanno fatto le spese di questo rimaneggiamento bergogliano altri accademici con una visione conservatrice della società.
Nonostante la maggioranza dei membri dell’Accademia siano piuttosto legati ai valori della vita, essi lo sono in maniera meno decisa e fondamentale di coloro che sono stati esclusi. Comunque, facendo entrare delle personalità come Nigel Biggar e Maurizio Chiodi, ed aprendo l’Accademia ad altre confessioni, Papa Francesco ha introdotto, per così dire, il lupo nell’ovile e ha dato un segnale di relativizzazione della cultura della vita e della dottrina cattolica, spalancando le porte alla banalizzazione della cultura della morte.
Ma bisogna ammettere che, nominando come Presidente di questa Accademia Mons. Vincenzo Paglia, il male era già fatto… e come!
La Pontificia Accademia per la Vita, da adesso somiglierà al partito macronista La république en Marche: una vera locanda spagnola, aperta non a tutte le correnti politiche, ma a tutte le correnti confessionali e ideologiche, compresa la cultura della morte; e con lo stesso andazzo dei progressisti in marcia, siano essi laici o religiosi, che utilizzano gli stessi procedimenti del «vivere insieme» per fare avanzare l’umanità verso un domani utopico ma ostinatamente immorale.
Dopo la nomina come Presidente di questa Accademia, l’estate scorsa, dello scandaloso Mons. Paglia, omosessualista notorio che ha accettato di farsi ritrarre nell’affresco erotico-gay che egli stesso ha commissionato per la sua Cattedrale di Terni, Papa Francesco ha preso l’iniziativa di ridisegnare la composizione della Pontificia Accademia della Vita, imponendo dei membri di altre confessioni religiose e dalla strana morale contraria alla vita.
Mons. Vincenzo Paglia, con lo zucchetto,
viene condotto in “paradiso” in una fantasmagoria di corpi nudi
viene condotto in “paradiso” in una fantasmagoria di corpi nudi
Ogni nuovo anno del pontificato di Francesco comporta quindi il suo lotto di nomine progressiste in seno a questa istituzione romana. Da oggi, in nome di una vita difficilmente difendibile da un Presidente adepto della cultura della morte Lgbt, siederanno come membri: due rabbini, un insegnante ortodosso di etica cristiana, un professore tunisino che pare abbia approfondito il pensiero riformista islamico, un anglicano progressista professore di morale (sic!) a Oxford, il giapponese Shinya Yamanaka, Premio Nobel per la Medicina nel 2012, e diversi cardinali, tra cui il cardinale Caffarra, arcivescovo emerito di Bologna e uno dei quattro firmatari dei famosi “dubia” indirizzati a Francesco a riguardo dell’Esortazione sulla famiglia Amoris Laetitia [si veda l'ultima lettera].
Piccolo giro d’orizzonte delle scelte pontificie!
Per primo, notiamo il professore anglicano di Morale e di Teologia Pastorale alla prestigiosa Università britannica di Oxford: Nigel Biggar. Questo filosofo di confessione anglicana ritiene che sia moralmente accettabile abortire un bambino prima della 18° settimana, perché il feto, lui pretende, non è realmente umano:
«Sarei incline a determinare una possibilità di aborto fino alla 18° settimana dopo la concezione, che è approssimativamente il tempo più prossimo all’evidenza di un’attività cerebrale e dunque della coscienza»
E’ quanto ha dichiarato in una intervista del 2011. Questa semplice dichiarazione testimonia l’immenso fossato che separa questo anglicano pro-aborto dalla sana dottrina cattolica, la quale insegna che un feto è un essere umano ed ha un’anima.
Fin dal 300, la Chiesa cattolica professa con Tertulliano, senza che mai abbia cambiato insegnamento, che il feto «è già un uomo, già quello che dovrà essere». E da allora ha sanzionato con la scomunica chiunque pratichi l’aborto, indipendentemente dallo stadio di sviluppo del feto.
Papa Francesco ha nominato anche il rabbino Avraham Steinberg, professore di etica all’Università ebraica di Gerusalemme, il quale non è ostile ad una certa forma di eutanasia: ha presieduto in Israele una commissione di eticache ha aiutato ad elaborare una legge che permette la prescrizione di una dose mortale e la decisione di accorciare le sofferenze del paziente che si trova in fase terminale.
Per l’incarico all’Accademia della Vita era stato preso in considerazione un altro rabbino, il gran rabbino di Roma, Riccardo di Segni, ma le sue posizioni più conservatrici e a volte esplicitamente critiche su Papa Francesco hanno indotto a scartarlo e Mons. Paglia ha scelto al suo posto Avraham Steinberg.
Un altro nome testimonia della nuova corrente progressista che continua ad imporsi, per volontà di Papa Francesco, in seno alla Pontificia Accademia per la Vita: è quello del teologo moralista italiano [don] Maurizio Chiodi, di cui Sandro Magister, nel suo blog, ha ricordato che:
«Chiodi si è espresso da tempo in termini critici su punti importanti di “Humanae vitae”, di “Donum vitae”, di “Evangelium vitae”. È anche in evidente discontinuità con l’enciclica “Veritatis splendor” di Giovanni Paolo II, mentre viceversa appare in sintonia con le correnti aperture a un nuovo “discernimento” su questioni quali la contraccezione, la fecondazione in vitro, gli orientamenti sessuali, il “gender”, l’eutanasia passiva, il suicidio assistito.»
E Magister aggiunge che, di contro, membri apertamente ostili all’Esortazione bergogliana sulla famiglia, non sono stati confermati ai loro posti, come per esempio il filosofo tedesco Robert Spaemann, che ha affermato che con Amoris Laetitia Francesco «spacca la Chiesa e la porta verso uno scisma», o il professore australiano di filosofia del diritto: John Finnis. Lo stesso dicasi per dei militanti pro-vita di notorietà internazionale come Maria Mercedes Arzú de Wilson e Christine De Marcellus Vollmer. Mentre hanno fatto le spese di questo rimaneggiamento bergogliano altri accademici con una visione conservatrice della società.
Nonostante la maggioranza dei membri dell’Accademia siano piuttosto legati ai valori della vita, essi lo sono in maniera meno decisa e fondamentale di coloro che sono stati esclusi. Comunque, facendo entrare delle personalità come Nigel Biggar e Maurizio Chiodi, ed aprendo l’Accademia ad altre confessioni, Papa Francesco ha introdotto, per così dire, il lupo nell’ovile e ha dato un segnale di relativizzazione della cultura della vita e della dottrina cattolica, spalancando le porte alla banalizzazione della cultura della morte.
Ma bisogna ammettere che, nominando come Presidente di questa Accademia Mons. Vincenzo Paglia, il male era già fatto… e come!
di Francesca de Villasmundo
Pubblicato sul sito francese Medias presse info
Le immagini sono nostre
di Francesca de Villasmundo
Bergoglio, ancora una volta, con Emma Bonino
Si discute in parlamento il ddl Cirinnà: Bergoglio tace.
Si discute di utero in affitto: Bergoglio tace.
I radicali del Pd cercano di far passare la droga libera: Bergoglio tace.
Si discute in Parlamento per legalizzare l’eutanasia: Bergoglio tace.
Si discute in parlamento lo ius soli: Bergoglio interviene!
Così oggi, 21 giugno, Bergoglio: “Esprimo un sincero apprezzamento per la campagna per la nuova legge migratoria ‘Ero straniero, l’umanità che fa bene’, che gode del sostengo ufficiale di Caritas italiana, Migrantes e altre organizzazioni cattoliche”.
Così il sito dei radicali italiani:
La campagna “Ero Straniero – L’umanità che fa bene” è stata lanciata ufficialmente il 12 aprile in una conferenza stampa al Senato da Emma Bonino e dalle altre organizzazioni che, insieme a Radicali Italiani, sono promotrici della legge di iniziativa popolare per superare la legge Bossi – Fini e cambiare le politiche sull’immigrazione puntando su inclusione e lavoro (http://www.radicali.it/campagne/immigrazione/)
Niente di nuovo: l’amore tra Bergoglio e i suoi uomini,
mons. Paglia in testa, è ormai un dato acclarato:
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