IL PAPA VUOL SAPERE, PER ISCRITTO, DOVE VANNO I CARDINALI ROMANI D’ESTATE. CHISSÀ PERCHÉ. TRE IPOTESI.
Erano molti anni, se non addirittura decenni, che questo non accadeva.
I cardinali che abbiamo consultato, così come altre vecchie lame di Curia, sono umanamente certi che questa consuetudine non era in corso durante il regno di Benedetto XVI; e molto probabilmente non accadeva neanche in quello, molto più lungo, di San Giovanni Paolo II.
Quindi, eventualmente, bisogna tornare a Paolo VI; che come sappiamo, è venuto a mancare nel 1978.
Ci riferiamo alla lettera che su impulso della Segreteria di Stato, e probabilmente su impulso del Papa, e probabilmente su impulso di – chi? Uno esperto di Curia, certamente – uno dei suoi consiglieri, forse quello dedito a giocare a Laurenti Beria, ha inviato ai cardinali residenti a Roma.
Agli Em.mi Signori Cardinali residenti in Roma – 31 maggio 2017
Eminenza,
Una nobile tradizione ha sempre spinto i Confratelli Cardinali residenti “in Urbe” a segnalare al Santo Padre, per il tramite della Segreteria di Stato, il periodo delle loro assenze da Roma e l’indirizzo del loro soggiorno.
Recentemente il Papa Francesco ha chiesto al Decano del Collegio Cardinalizio di voler ricordare fraternamente ai singoli Cardinali l’opportunità di continuare in tale prassi, tanto più nel caso di una loro prolungata assenza da Roma.
Da parte mia, compio volentieri tale venerato incarico, sicuro della massima considerazione che si vorrà dare ad esso.
Colgo infine l’occasione per salutarLa cordialmente nel Signore ed augurarLe ogni bene.
+Angelo Card. Sodano
Alcune riflessioni sono d’obbligo. La prima: era una precauzione che poteva avere un senso quando non c’erano internet, telefoni cellulari, e tutte le altre benedette diavolerie che rendono la nostra vita un eterno presente. Così come non c’erano i voli transcontinentali che in una manciata di ore di riportano alla Città eterna…
E poi: si trattasse di un Pontefice che si avvale costantemente del consiglio dei suoi porporati romani, si potrebbe pensare: è ansioso, non vuole privarsi della possibilità di un incontro con – diciamo- Burke, piuttosto che Sarah, per avere il loro parere su problemi scottanti. Ma non sembra il caso. I Prefetti di Congregazione hanno le loro difficoltà a ottenere udienza; e quanto a Burke ne aveva chiesta una mesi fa, credo ancora senza fortuna…insomma, per quello che riguarda decisioni, lavoro e iniziative, che ci siano o non ci siano i porporati capitolini fa esattamente lo stesso.
Forse il Pontefice vuole fare qualche annuncio particolarmente grave in questo periodo, e vuole una platea nobile e folta.
Se no, che interesse può avere il Sommo Pontefice nel sapere se un suo cardinale è alle acque di Fiuggi piuttosto che di Montecatini? Poco. Ma può essere interessato – lui o il suo gruppo di governo e gestione – nel sapere che un porporato va a fare una conferenza presso una certa università, o è invitato a parlare presso un tale ordine religioso, e così via. Insomma, dal momento che ormai le perplessità, in particolare riguardo all’Amoris Laetitia, questa ferita aperta nella Chiesa, e sanguinante, è proprio da conferenze, meeting, seminari e così via, che vengono espresse e manifestate, forse c’è qualcuno curioso di monitorare in anticipo certi spostamenti e certi cardinali. Vorremmo sbagliarci, ma ormai l’atmosfera, e i protagonisti, giustificano ampiamente certi sospetti. Vedremo se qualche conferenza verrà improvvisamente cancellata…
MARCO TOSATTI
http://www.marcotosatti.com/2017/06/13/il-papa-vuol-sapere-per-iscritto-dove-vanno-i-cardinali-romani-destate-chissa-perche-tre-ipotesi/
Notizia dell’ultim’ora: un vescovo argentino "comunione piena" per i divorziati risposati
https://gloria.tv/article/AVsr6sZ2z36P3UdeuS9EzHRHu
QUELLE ORGE GAY DI SEMINARISTI E la Tv dei vescovi sdogana gli Lgbt DIARIODIPAPAFRANCESCO LA TELEVISIONE DEI VESCOVI PARLA DI #OMOSESSUALITA’ E #CRISTIANILGTB Fra gli ospiti anche una suora senza abito e un sacerdote sicuri che «siccome Dio ci ama» approva qualsiasi cosa facciamo. Così, in appena una ventina di minuti, lo sdoganamento di quello che prima veniva respinto, almeno pubblicamente dagli organi ufficiali della Chiesa, è avvenuto citando l’esortazione apostolica “Amoris Letitia” di papa Francesco. Precisamente al punto 250 che parla di «rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita».
Il 6 giugno 2016 sulla televisione della Conferenza episcopale italiana, durante il programma “Il diario di Papa Francesco”, é successo qualcosa che non ha precedenti. Per la prima volta un’emittente cattolica ufficiale e legata alla gerarchia ecclesiastica, Tv2000, ospitava coloro che già all’inizio di maggio erano stati definiti dal quotidiano della Cei, Avvenire, con l’espressione di «cristiani Lgbt». Un ossimoro non meno grave che se il giornale avesse titolato «cristiani abortisti», indice della grande confusione dottrinale ed esistenziale della Chiesa.
In studio, tre sedicenti cattolici del gruppo “Ponti Sospesi”, che raccoglie appunto quanti si definiscono “cristiani Lgbt” e che non solo hanno attrazioni verso persone dello stesso sesso, ma convivono con loro convinti che la Chiesa debba arrendersi all'”amore”. Fra gli ospiti anche una suora senza abito e un sacerdote sicuri che «siccome Dio ci ama» approva qualsiasi cosa facciamo. Così, in appena una ventina di minuti, lo sdoganamento di quello che prima veniva respinto, almeno pubblicamente dagli organi ufficiali della Chiesa, è avvenuto citando l’esortazione apostolica “Amoris Letitia” di papa Francesco. Precisamente al punto 250 che parla di «rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita». Volontà che, non si ricorda mai, è inscritta nella natura ordinata dal Creatore stesso, come dice il Catechismo. E che, se tradita, si ritorce contro l’uomo.
Ma mentre la televisione dei vescovi parlava dell’omosessualità normalizzandola e nascondendone il dramma esistenziale, in modo affettato e quindi fuorviante, a Roma una voce coraggiosa e importante si è alzata per difendere quello che la Chiesa di Gesù Cristo proclama da 2000 anni attraverso il suo Magistero e le Sacre scritture: la verità sulla pratica omosessuale che è in contrasto con la volontà di Dio (un abominio ai suoi occhi dice san Paolo), innanzitutto perché nuoce alla creatura che la pratica. Colleen Bayer, presidente del “Family Life International” della Nuova Zelanda, ha raccontato durante un incontro di cui circola un video in rete pubblicato sempre il 6 giugno, alcune storie diverse, ma tutte legate all’ideologia gender e all’omosessualità.
Bayer ha cominciato ricordando «quello che ci hanno detto su Christoph Schönborn (il cardinale di Vienna che ha presentato l’esortazione apostolica, ndr)», il quale ha fatto «un errore enorme parlando di “elementi positivi” dell’omosessualità» e spiegando in un’intervista del 2015 alla Civiltà cattolica che «la Chiesa non deve guardare per prima cosa nella camera da letto, ma in sala da pranzo!». Dire questo, ha continuato Bayer, è «spazzatura, spazzatura», perché «un nostro amico prete ha perso la vita per quello che succede in camera da letto: per favore pregate per la sua anima». La donna ha quindi narrato la vicenda di questo giovane anglicano, convertito al cattolicesimo, che entrò in seminario a Roma, nonostante avesse dichiarato ai superiori le sue angosce e fatiche nelle relazioni, che lo portavano ad avere attrazioni compulsive verso gli uomini.
Comunque ordinato, venne inviato in Nuova Zelanda, dove cinque anni di ministero non servirono a lenirne la disperazione, sebbene continuasse a dare sfogo alle sue compulsioni. Fu allora che, incontrando Bayer e suo marito, il sacerdote si confidò chiedendo loro aiuto: «”Oh Colleen”, mi disse, “non sai cosa facevamo a Roma il venerdì sera, ci incontravamo”…e facevano quello che fanno gli omosessuali». In quel momento, ha spiegato l’attivista pro family, «mi svelò i festini romani del venerdì sera con altri seminaristi», che «si concludevano in orge omosessuali». E «mi si spezzò il cuore. Fino ad allora pensavo che noi tutti adoravamo Dio sotto la cupola di Roma, che venire qui era venire a casa. Ma poi, sapere che nei seminari qui…».
Il sacerdote gli svelò infatti «la devastazione, la sporcizia e cose avvenute che sono spaventose». Bayer si é poi chiesta chi ha accettato queste persone nei seminari, spiegando l’angoscia del sacerdote poi morto suicida. E ha concluso: «Come, nel nome di Dio, è avvenuto questo sotto la cupola di Roma?…Come un cardinale di Roma, se è vero che ha detto così, può affermare una cosa del genere?». Successivamente, ha ricordato un’altra vicenda, quella di una ragazza incinta malmenata dalla “fidanzata” abortista, descrivendo la relazione sentimentale fra due donne come violenta e possessiva: «Quando vidi il corpo di Jackie mi pianse il cuore per via dei tagli e dei lividi e i pizzicotti, sapendo che nella sua vita era stata terribilmente violentata e ferita». E non è che questo avvenga indipendentemente dal sesso diverso o identico del partner. O che si debba per forza arrivare alla violenza fisica.
Infatti, per dire quanto la dottrina di Cristo e della Chiesa che deplora l’omosessualità sia più caritatevole di ogni melassa mondana spacciata per amore di Dio, basta leggere chi, come Luca Di Tolve, in seguito alla conversione e alla psicoterapia ha trovato il compimento che cercava solo con una donna. Nel suo libro, “Ero Gay. A Medjugorje ho trovato me stesso”, Di Tolve scrive il perché della natura disperante di questi rapporti: «Il movente profondo che spinge ad adottare comportamenti omosessuali è sempre il medesimo: quello di assumere le caratteristiche maschili che non riesci a esprimere in te stesso». Mentre solo «due uomini o due donne scoprono nella diversità gli elementi complementari per cui arrivano a essere, creando una famiglia, dono gli uni per gli altri…due uomini e due donne, invece, non riusciranno mai, mettendosi insieme, ad arrivare alla pienezza di sé, perché non troveranno nel partner dello stesso sesso quegli elementi biologici e psicologici costitutivi dell’altro sesso, che li completa…È forse per questo che, nel praticare sesso con altri uomini, non ho trovato pace. Forse per questo ho avuto poi la forza di reagire e intraprendere un cammino di virilità, utile e autorevole nella mia identità». Quella che Cristo e la Chiesa hanno a cuore e per cui bisognerebbe combattere con forza e coraggio ogni menzogna.
Invece, pare proprio di assistere a quanto la Madonna predisse nel 1995 a Civitavecchia, con l’ammissione finale dell’allora vescovo della diocesi, monsignor Girolamo Grillo, inizialmente feroce oppositore delle apparizioni: «Figli miei le tenebre di satana stanno oscurando ormai tutto il mondo e stanno oscurando anche la Chiesa di Dio. A Roma le tenebre stanno scendendo sempre di più sulla roccia che mio figlio Gesù vi ha lasciato per edificare, educare e far crescere spiritualmente i suoi figli». Di fronte all’apostasia, Bayer ha spiegato che occorre «essere consapevoli dei tentacoli di satana, cercare le mani di Dio e perseverare», affinché Dio stesso «ci guidi fuori dal fango» attraverso «uomini e donne di Dio», attraverso «l’ortodossia, mettendo al centro la Chiesa e il suo servizio, con un grande senso di urgenza e con pazienza».
Mentre, come domandò la Madonna a Civitavecchia, invitando alla fedeltà, alla verità, alla preghiera, all’Eucarestia il popolo, toccherebbe anche ai vescovi: «…il vostro compito è di continuare la crescita della Chiesa di Dio, essendo voi gli eredi di Dio, tornate a essere un cuor solo pieno di vera fede… consacratevi tutti a me, al mio Cuore Immacolato, e io proteggerò la vostra Nazione sotto il mio manto ora pieno di grazie».
di Benedetta Frigeri
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