Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della congregazione per la Dottrina della Fede, non sarà confermato nel suo incarico alla scadenza del quinquennio il prossimo 2 luglio. La notizia potrebbe essere ufficializzata oggi stesso ed era da tempo nell'aria. Nell'interpretazione dell'esortazione Amoris laetitia, è stato uno strenuo difensore della continuità della dottrina della Chiesa in materia morale
Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, prefetto della congregazione per la Dottrina della Fede, non sarà confermato nel suo incarico alla scadenza del quinquennio il prossimo 2 luglio. Nominato nel ruolo di custode della dottrina cattolica da Benedetto XVI il 2 luglio 2012, e confermato da Papa Francesco il 23 settembre 2013, secondo alcune indiscrezioni sarebbe ora destinato a divenire Patrono dell'Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme, al posto del cardinale Edwin O'Brien. Un ruolo questo, se fosse confermato, tutto sommato marginale.
La notizia circolata ieri pomeriggio sul web, per primi i siti Corrispondenza romana e Rorate caeli, trova conferma da due fonti vaticane sentite direttamente da La Nuova Bussola quotidiana. L'annuncio ufficiale da parte della Santa Sede non è ancora stato dato, ma potrebbe avvenire oggi, 1 luglio.
La rimozione del cardinale Müller dal ruolo di prefetto dell'ex Sant'Ufficio è nell'aria da tempo, più volte si era vociferato che Francesco voleva un altro in quel ruolo. Anche perché il cardinale tedesco, specialmente nel doppio sinodo sulla famiglia, e poi nell'interpretazione dell'esortazione Amoris laetitia, è stato uno strenuo difensore della continuità della dottrina della Chiesa in materia morale. Più in generale, la sintonia tra i due non è mai sbocciata, in diverse occasioni la congregazione per la Dottrina della fede ha visto sminuito il suo ruolo e, d'altra parte, il cardinale tedesco non ha mai fatto mancare il suo punto di vista, rispettoso, ma diverso da quella che appariva come la linea del Papa.
«L'Amoris laetitia», disse nell'intervista che concesse al mensile Il Timone nel febbraio scorso, «va chiaramente interpretata alla luce di tutta la dottrina cattolica». Disse anche che l'insegnamento di san Giovanni Paolo II in Familiaris consortio, sulla necessità della continenza per le coppie di divorziati risposati che non possono separarsi per accedere ai sacramenti, «non è superabile perché non è solo una legge positiva di Giovanni Paolo II, ma lui ha espresso ciò che è costitutivamente elemento della teologia morale cristiana e della teologia dei sacramenti». E' evidente che la posizione del cardinale prefetto della Dottrina della fede era molto vicina al merito dei cinque dubia presentati da quattro cardinali sulla confusione interpretativa del capitolo VIII di Amoris laetitia.
Una posizione decisamente diversa da quella sostenuta dal cardinale Christoph Schönborn, indicato dal Papa come interprete “ufficiale” del documento post sinodale. E proprio il nome del cardinale di Vienna è tra quelli che sono spesso circolati per sostituire Muller.
Di certo non è per limiti di età che il cardinale viene fatto scadere dal ruolo e sostituito, ha “appena” 69 anni. Vi sono altri prelati in curia che, pur avendo superato la fatidica soglia dei 75 anni, continuano ad occupare importanti incarichi; ad esempio il cardinale Francesco Coccopalmerio che di anni ne ha 79 ed è Presidente del Pontifico consiglio per i Testi legislativi dal febbraio 2007. Per Müller, se tutto verrà confermato, la sostituzione dovrebbe avvenire, invece, precisamente alla scadenza, il 2 luglio 2017, non un giorno di più, né uno di meno.
Oltre al cardinale Schönborn, i nomi che circolano per subentrare nel ruolo che fu del cardinale Joseph Ratzinger, sono quelli del cardinale di Boston, membro del C9, Sean O'Malley; del vescovo argentino, rettore della Università Cattolica di Buenos Aires, monsignor Víctor Manuel Fernández, considerato uno dei ghost writer di Francesco sia per Amoris laetitia, che per l'enciclica Laudato sii. Ci sono poi due outsider come il cardinale filippino Louis Antonio Tagle, presidente di Caritas Internationalis, e l'italiano monsignor Bruno Forte, Segretario speciale del Sinodo, teologo da sempre vicino al cardinale Carlo Maria Martini. Salvo sorprese, siamo di fronte a una svolta fondamentale per la congregazione per la Dottrina della fede e per la Chiesa cattolica.
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-mller-trasferito-un-altro-colpo-alla-continuita-dottrinale-20336.htm
MÜLLER LIBERO, UNA MINA VAGANTE. PER LA SUCCESSIONE C’È ANCHE L’IPOTESI LADARIA…
Marco Tosatti
Chissà se la non conferma del cardinale Gerhard Müller come Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e il suo possibile ritorno in Germania, forse senza nessun incarico preciso, “sine officio” è il termine ufficiale, è una mossa azzeccata da parte del Pontefice regnante. Da vecchi giocatori di scacchi abbiamo qualche dubbio.Ma quando uno non ne può più, non ne può più, e al diavolo i calcoli politici razionali. Papa Bergoglio non prediligeva – usiamo un eufemismo – il porporato tedesco. Pare che nel lontano passato avesse addirittura chiesto al suo emerito, en passant, se sarebbe stata una mossa possibile e praticabile il cambiamento in corsa del titolare della Fede. Ottenendo la risposta: il Papa può fare ciò che vuole, ma sarebbe certamente uno scandalo. E allora ci si era imposti la pazienza.
Che però non aveva cambiato niente nella sostanza del non amore, anzi. Il Pontefice non perdeva occasione per mostrare tutta la sua distanza dalla Congregazione della Fede, che dovrebbe essere il suo aiuto principale; specialmente nel caso di un papa che di teologia, come ammette egli stesso, ne mastica poca. Gli episodi di questo genere non si contano. Basta ricordare, come uno degli ultimi episodi, il licenziamento di tre dipendenti senza motivo. E sullo sfondo naturalmente c’era e c’è Amoris Laetitia. Le decine e decine di osservazioni che la Congregazione ha inviato al Papa prima della pubblicazione del testo sono state in larga parte ignorate, e comunque non hanno ricevuto risposta. E l’entourage del Pontefice ha nutrito il sospetto che i cardinali dei Dubia avessero la simpatia del Prefetto della Fede.
E qui torniamo alla domanda iniziale: è una mossa azzeccata? Müller in tutti questi anni, pur insistendo sul fatto che l’esortazione apostolica andava letta alla luce della tradizione, e riaffermando, anche di recente, che i divorziati risposati possono avere la comunione solo se vivono come fratello e sorella, per lealtà verso il Pontefice, chiunque esso sia, ha tenuto a freno sentimenti ed espressioni.
Adesso che è un uomo libero, e veramente libero, se come sembra non avrà nessun incarico ufficiale, la schiera dei critici del’Amoris Laetitia e delle sue interpretazioni più aperte potrebbe acquistare un personaggio di grande peso e caratura. Se fossi il Pontefice forse preferirei un Mūller legato al guinzaglio della lealtà che libero e sciolto.
Per la successione nei giorni scorsi si è parlato sui giornali dell’arcivescovo di Vienna, il card. Schōnborn; di Victor Manuel ‘Tucho’ Fernandez, rettore dell’Università Cattolica di Buenos Aires; del card. Sean O’Malley, arcivescovo di Boston; e dell’arcivescovo italiano Bruno Forte.
A questa lista ci permettiamo di aggiungere un nome che è circolato con una certa insistenza nella ultime ore. E’ quello dell’attuale segretario per la Congregazione della Fede, il gesuita, Luis Francisco Ladaria Ferrer. Docente Teologia dogmatica alla Facoltà di Teologia della Pontificia Università Gregoriana e vice-rettore dell’università, è stato anche segretario generale della Commissione Teologica Internazionale. Dal 2008 è nominato segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, e il 2 agosto 2016 è nominato presidente della Commissione di studio sul Diaconato delle donne.
http://www.marcotosatti.com/2017/07/01/muller-libero-una-mina-vagante-per-la-successione-ce-anche-lipotesi-ladaria/
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