HUMANAE VITAE, SMENTITA DELLA SMENTITA? UN GRUPPO DI LAVORO
ESISTE. *****BIELLA, BONINO IN CHIESA. IMPEDITO IL DIBATTITO.
Ci sono alcune cose che fanno piacere. L’11 maggio scrivevamo che “In Vaticano indiscrezioni di buona fonte fanno filtrare che il Pontefice sarebbe sul punto di nominare – o avrebbe addirittura già formato – una commissione segreta per esaminare ed eventualmente studiare modifiche alla posizione della Chiesa in tema di contraccezione, così come è stata fissata nel 1968 da Paolo VI nell’enciclica Humanae Vitae. Fu quello l’ultimo documento del genere firmato da papa Montini, e era la formalizzazione di quanto il Concilio Vaticano II aveva elaborato su questo tema. Non abbiamo avuto finora conferme ufficiali dell’esistenza e della composizione di questo organismo; ma un richiesta di conferma, o di smentita, avanzata presso le sedi competenti finora non ha avuto risposta. Il che potrebbe costituire in sé un segnale. Nel senso che se la notizia fosse totalmente infondata non ci vorrebbe molto per dirlo”.
Il 4 luglio scorso sul quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita, rilasciava un’intervista a Luciano Moia. Scrive oggi su La Nuova Bussola Quotidiana Lorenzo Bertocchi: “Il giornalista impegnatissimo sul fronte del rinnovamento della teologia morale instaurato da Amoris laetitia, chiedeva al prelato se certe «manipolazioni mediatiche» a proposito di ‘una commissione segreta per la “revisione” di Humanae vitae’, l’enciclica di papa Paolo VI sulla contraccezione e l’amore umano, corrispondessero a realtà. Non solo, Moia citava anche un ‘presunto elenco di esperti e di teologi – da Pierangelo Sequeri a Gilfredo Marengo – che sarebbero coinvolti in questo progetto’. E poi la domanda fatidica: ‘C’è qualcosa di vero in tutto questo?’. ‘Proprio nulla’, rispondeva Paglia, anzi ‘è un tempo opportuno perché la Chiesa aiuti tutti a reinventare la forza della generatività mentre il mondo rischia sterilità’.
Due giorni fa Radio Vaticana ospitava un’intervista con mons. Gilfredo Marengo. Nella stessa dichiara che si dichiara che c’è “un gruppo di ricerca sull’Enciclica, in vista del 50° anniversario”. Faceva anche i nomi dei membri del gruppo impegnati nel lavoro: monsignor Pierangelo Sequeri, preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, il prof. Philippe Chenaux, docente di Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Lateranense e mons. Angelo Maffeis preside dell’Istituto Paolo VI di Brescia. Gli stessi indicati dal prof. de Mattei.
In buona sostanza: confermata la notizia, e anche, se vogliamo, di una certa – chiamiamola così – discrezione dell’esistenza di questo insieme di lavoro. Tanto che né le fonti istituzionali a cui avevamo fatto richiesta a maggio, senza avere risposta, né l’arcivescovo Paglia, che avrebbe modulato in maniera diversa la sua smentita, né il collega Moia, specialista di questi temi per il giornale dei vescovi evidentemente ne erano al corrente. Come dicevamo: sono cose che fanno piacere. E ci confermano nella nostra grande fiducia e rispetto – con sane profonde riserve – verso le smentite ufficiali…
LA BONINO IN CHIESA A BIELLA. C’ERA ANCHE SILVIO VIALE. IMPEDITI DOMANDE E INTERVENTI SCOMODI. ALLONTANATO CHI PARLAVA DI ABORTO.
C’era anche Silvio Viale, il noto abortista (“sì, i bambini li frullo”) che ha introdotto in Italia la pillola abortiva RU 486 ieri pomeriggio a Ronco di Cossato nella parrocchia di San Defendente a sentire Emma Bonino dal presbiterio parlava di immigrazione e accoglienza, su invito del parroco, don Mario Marchiori. Ha parlato anche, a favore dell’incontro, il direttore della Caritas diocesana, don Perini. Nel recente passato, negli incontri precedenti, don Perini aveva mostrato un certo favore per le tesi sull’eutanasia. Chi era presente ci dice che gli organizzatori non hanno permesso repliche o dibattito di nessun genere. Il dott. Leandro Aletti, una figura storica dell’antiabortismo italiano, sin dagli anni ’70, ha cominciato a fare una domanda ed è stato subissato di urla di “Vergogna! Vergogna!”. Tutto questo in chiesa; e gli è stato subito tolto il microfono. Un’altra persona, Alberto Cerutti, ha chiesto come mai non sono stati accolti i sei milioni di bambini abortiti grazie alla legge 194, ed è stato subito allontanato dai carabinieri, presenti in chiesa insieme alla polizia e alla Digos.
Ieri il sito “In Terris” ha contattato il vescovo di Biella, mons. Gabriele Mana, che ha dichiarato: ““E’ un’iniziativa autonoma del parroco – ha risposto – ritengo inopportuno il luogo, i contenuti possono essere positivi ma forse era meglio farla in un luogo pubblico di carattere civile. Comunque si lavora non tanto con l’imposizione ma con la persuasione”. C’è da chiedersi perché una risposta così tardiva e inefficace: se davvero l’opinione dell’ordinario era quella, e cioè che il luogo fosse inopportuno, come sembra a molti che pensano che una chiesa non sia semplicemente uno spazio multifunzionale, certamente la diocesi avrebbe potuto trovare un ambito diverso da uno spazio consacrato in cui far parlare la responsabile della soppressione d moltissime vite innocenti.
MARCO TOSATTI
Humanae vitae sotto la scure del discernimento
Perchè il vescovo Paglia ha negato l'esistenza di un gruppo di studio, e quindi di revisione, di Humanae vitae se 20 giorni dopo è arrivata la conferma? La commissione esiste e ne fanno parte proprio quelli che venivano indicati da Avvenire come manipolatori mediatici. Il gruppo di lavoro dovrà studiare l'archivio della contestata enciclica di Paolo VI sull'amore umano. E quindi, quali prospettive si aprono in materia di contraccezione?
Il 4 luglio scorso sul quotidiano dei vescovi italiani, Avvenire, monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita, rilasciava un'intervista a Luciano Moia.
Il giornalista impegnatissimo sul fronte del rinnovamento della teologia morale instaurato da Amoris laetitia, chiedeva al prelato se certe «manipolazioni mediatiche» a proposito di «una commissione segreta per la "revisione" di Humanae vitae», l'enciclica di papa Paolo VI sulla contraccezione e l'amore umano, corrispondessero a realtà. Non solo, Moia citava anche un «presunto elenco di esperti e di teologi – da Pierangelo Sequeri a Gilfredo Marengo – che sarebbero coinvolti in questo progetto». E poi la domanda fatidica: «C’è qualcosa di vero in tutto questo?»
«Proprio nulla», rispondeva Paglia, anzi «è un tempo opportuno perché la Chiesa aiuti tutti a reinventare la forza della generatività mentre il mondo rischia sterilità».
Trascorsi una ventina di giorni su Radio Vaticana, la sorpresa. Monsignor Gilfredo Marengo, proprio lui, quello indicato da certi “manipolatori mediatici” come coordinatore di una commissione di studio incaricata di “aggiornare” la ricezione di Humanae vitae, concede un'intervista dove si dichiara che sì, c'è «un gruppo di ricerca sull’Enciclica, in vista del 50° anniversario». Non solo, guarda caso i suoi collaboratori impegnati «in queste ricerche di archivio» su Humanae vitae, sono proprio quelli che i famigerati “manipolatori mediatici” avevano indicato: monsignor Pierangelo Sequeri, preside del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II, il prof. Philippe Chenaux, docente di Storia della Chiesa presso la Pontificia Università Lateranense e mons. Angelo Maffeis preside dell’Istituto Paolo VI di Brescia.
Viene spontaneo domandare a monsignor Paglia se il 4 luglio non fosse a conoscenza di questo “gruppo di studio”, perché altrimenti non si comprende bene la sua risposta alla domanda di Moia, il quale a sua volta era evidentemente all'oscuro di tutto. Altrimenti ci sarebbe da chiedersi chi manipola cosa e perché. Comunque, finalmente, le tante illazioni e dicerie sulla presunta “commissione” o “gruppo di studio” per l'approfondimento di Humanae vitae hanno trovato risposta: il gruppo c'è e sta lavorando all'archivio, soprattutto ai documenti della commissione incaricata da Paolo VI per approfondire il problema e che, come è noto, era decisamente aperturista sulla contraccezione, almeno in certi casi.
Monsignor Marengo dichiara a Radio Vaticana che con questo lavoro «sarà possibile mettere da parte molte letture parziali del testo», purtroppo non rivela in modo chiaro quali siano queste letture parziali. Dice però che «tutta la vicenda complicata della Pontificia Commissione, che lavorò dal 1963 al 1966, e che alla fine non riuscì a dargli [a Paolo VI, nda] quello che gli era utile per poter procedere ad elaborare l’Enciclica. Cosicché Paolo VI quasi ha dovuto re-iniziare da solo, con l’aggravante che in quegli anni c’era un’opinione pubblica ecclesiale non solo polarizzata tra favorevoli e contrari alla pillola, ma analoga contrapposizione era anche molto presente nella comunità dei teologi di allora». Tra le righe sembra quasi che il beato Paolo VI, vista la polarizzazione, e vista la difficoltà della Commissione, dovette un po' arrangiarsi da solo e quindi non riuscì a esprimere tutto il discernimento necessario per affrontare la questione. Inutile ricordare che la risposta di Humanae vitae è un no chiaro e limpido alla contraccezione, in perfetta continuità con la tradizione e il magistero della Chiesa.
Peraltro, proprio il giornalista Luciano Moia, che certamente non era a conoscenza dell'esistenza di questo “gruppo di studio”, in un suo editoriale sull'inserto mensile di Avvenire “Noi famiglia&vita” aveva scritto che l'esortazione Amoris laetitia riapre lo spazio per uno «sguardo buono e non giudicante sulla sessualità umana», uno spazio che risalirebbe alla costituzione pastorale del Vaticano II Gaudium et spes. Mentre il magistero successivo, sostiene Moia, avrebbe privilegiato «un contesto più legato al diritto naturale, da cui deriverebbe come insuperabile l’inscindibilità tra amore e procreazione». Si dà il caso che proprio sull'inscindibilità di amore e procreazione, tra finalità unitiva e procreativa dell'atto sessuale, si fondi l'enciclica di Paolo VI di cui il gruppo di studio si sta occupando.
Torna così di attualità una domanda che circola
nell' underground ecclesiale.
Ora però possiamo porla alla luce del sole anche all'eminente gruppo di studio impegnato ad approfondire Humanae vitae. La svolta della teologia morale che Amoris laetitia avrebbe introdotto in ambito pastorale può forse prevedere qualche forma di eccezione sull’unità inscindibile tra significato unitivo e procreativo dell’atto coniugale? E quindi, quali prospettive si aprono in materia di contraccezione?
27-07-2017
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