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martedì 10 ottobre 2017

Il denominatore comune

La distruzione dell’Ordine dei Francescani dell’Immacolata

(Il vero movente, secondo Francesco Lamendola e Pucci Cipriani)






Un sottile filo rosso sembra legare la persecuzione dei Francescani dell’Immacolata (frati e suore) all’oblio in cui è stato relegato San Massimiliano Kolbe, ricordato solo per il suo martirio nei lager nazisti e non anche per la sua grande devozione all’Immacolata (che lui riteneva nemica dell’ecumenismo) e per la sua convinzione dell’esistenza di infiltrazioni massoniche nell’alto clero.

Il denominatore comune che lega queste due vicende sembra essere la posizione critica di questi religiosi nei confronti della massoneria e delle sue infiltrazioni nella Chiesa Cattolica, in netto contrasto con la rivalutazione di questa Setta operata da Bergoglio e dal suo clan ultramodernista (basti pensare alla lettera aperta del cardinal Ravasi ai “cari fratelli massoni”, pubblicata su “Il Sole – 24 ore” il 14 febbraio 2016).

Vediamo cosa ne pensano, rispettivamente, il professor Francesco Lamendola ed il professor Pucci Cipriani.


Francesco Lamendola osserva

I Francescani e le Francescane dell’Immacolata sono i più diretti continuatori ideali dello speciale carisma, mistico e missionario al tempo stesso, che animava San Massimiliano Kolbe, il martire di Auschwitz. 





Tutti, più o meno, conoscono il sacrificio eroico di costui nel campo di sterminio di Auschwitz, quando chiese e ottenne di prendere il posto di un padre di famiglia, che era stato condannato, con altri compagni di sventura, per ritorsione contro la fuga dal campo di alcuni prigionieri; ma ridurre a ciò la vita di san Massimiliano Kolbe è veramente riduttivo.
Egli è stato un campione ardente, del carisma francescano, e particolarmente di quello mariano: fin dal 1917, con alcuni confratelli, aveva fondato la Milizia dell’Immacolata, per poi diffondere in ogni parte del mondo, a partire dal convento di Niepokalanów, in Polonia, e fino in Giappone, la rivista Il cavaliere dell’Immacolata, la quale, partendo dal nulla, nel 1938, aveva raggiunto la tiratura incredibile di un milione di copie.
Nel fare ciò, padre Kolbe non s’inventava nulla di nuovo: il carisma mariano dei Francescani è infatti antichissimo, basti dire che i Francescani si sono spesi, nel corso dei secoli, per ottenere dalla Chiesa il riconoscimento dell’Immacolata Concezione di Maria.
Padre Kolbe era però anche un uomo di pensiero, laureato in filosofia e in teologia; un uomo che, avendo molto viaggiato, osservato e riflettuto, si era reso conto di quanto tentacolari fossero le manovre della massoneria internazionale per soffocare la Chiesa o per penetrare al suo interno; inoltre, pur essendosi prodigato, allo scoppio della Seconda guerra mondiale, per ospitare e nascondere quanti più ebrei possibile dai loro carnefici nazisti, non si era mai nascosto quanto anche certe manovre giudaiche avessero pesato nel creare il clima d’irreligiosità e d’inimicizia dell’uomo moderno verso Gesù Cristo e la sua divina Madre, e quanto la finanza ebraica avesse contribuito ad inasprire le relazioni internazionali, persino favorendo l’ascesa al potere di Hitler, con le sue potentissime banche, per certi suoi calcoli inconfessabili e mai completamente chiariti, anzi, mai neppure seriamente esaminati dagli storici contemporanei.

Che sia proprio qui la chiave per capire un certo imbarazzo della neochiesa nei confronti di padre Kolbe? Nonché la sua ostilità verso i suoi più diretti figli spirituali, i Francescani e le Francescane dell’Immacolata? I quali non sono stati solo commissariati e praticamente sequestrati nelle loro case, ma anche esposti a un inaudito linciaggio morale, e bombardanti con una serie di accuse infamanti?

Che sia qui, nell’aver riconosciuto nella massoneria e in un certo giudaismo politicizzato una grave e imminente minaccia alla Chiesa cattolica, la radice dell’atteggiamento negativo, durissimo, che risulta altrimenti incomprensibile, mostrato dal papa attuale verso di loro? 
Ed è qui la spiegazione del fatto che anche di san Massimiliano Kolbe, dopo la parentesi del papa polacco, Giovanni Paolo II (che lo ha canonizzato nel 1982), ora si parla sottovoce, come temendo di dispiacere o di offendere qualcuno?
E che di lui si parla, sempre che se ne parli, quasi solo per ricordare il suo martirio e per stigmatizzare la barbarie nazista; molto poco, invece, per ricordare la sua battaglia a favore del culto mariano, e mai per ricordare il suo impegno per far conoscere i nemici, occulti e palesi, della Chiesa cattolica e della Vergine Maria?
Dal canto suo, Pucci Cipriani afferma :

Nel 2006 sono  iniziate le pubblicazioni della rivista di apologetica teologica “Fides Catholica” diretta dal Padre Serafino M. Lanzetta, docente di Teologia Morale presso il Seminario Teologico “Immacolata Mediatrice” dei Francescani dell’Immacolata. Già dal primo numero (Anno I n. 1 – 2006) la prestigiosa rivista andava giù dura con la Setta; in quell’anno  apparve un saggio del prof. Padre Paolo M. Siano (anch’egli Francescano dell’Immacolata) forse il maggiore studioso contemporaneo della Massoneria, su “Uno Studio sull’incompatibilità tra Massoneria e Chiesa cattolica”.
Già all’epoca del commissariamento dell’ordine, nel luglio 2013, molte cose sembravano confermare quello che molti mormoravano da tempo, e cioè che i Francescani dell’Immacolata avrebbero pagato a caro prezzo la loro contrapposizione frontale alla Massoneria.


Che il commissariamento sia dipeso dal fatto che l’azione dei francescani di Padre Stefano  Manelli ostacolasse il dialogo tra alcuni settori della Chiesa e la Massoneria lo pensa anche il Dr.  Giovanni Pallanti, studioso e storico, editorialista del quotidiano “La Nazione”, ex vice sindaco di Firenze, il quale afferma, in proposito :  

Quando il 1° marzo del 2013, nella chiesa di Ognissanti a Firenze fu organizzata dai Frati Francescani dell’immacolata la presentazione dei due libri di Padre Paolo Siano : “Un Manuale per conoscere la Massoneria” e “La Massoneria tra esoterismo, ritualità e simbolismo – Studi vari sulla Libera Muratoria”, ambedue pubblicati dalla Casa Mariana Editrice che ancora pubblica la rivista “Fides Catholica”, pensai che quello fosse stato un avvenimento storico. Sarà un caso (?) ma una cosa è certa - chiosa l’ex Vice Sindaco di Firenze – dopo quel giorno sono cominciati i guai per i Frati dell’Immacolata e del loro Convento fiorentino di Ognissanti. Sarà una pura coincidenza…un ‘caso’ appunto. Personalmente credo poco o punto alla semplice casualità”.

Che dire? Che questa secca e netta dichiarazione non viene dai soliti “tradizionalisti”, “pelagiani”, “criptolefebvristi”, bensì da un personaggio della sinistra sociale della DC, da una delle colonne del “Lapirismo” difficile da liquidare, come sogliono fare i neomodernisti, come un “reazionario”.
Grazie al commissariamento, però, adesso il “dialogo” è salvo e i “dialoganti” di ambo le parti (clericali e massoni) possono dormire sonni tranquilli.
Anche a Firenze, in Ognissanti, dopo il commissariamento, regna la pace : la pace dei cimiteri.

Chi è a conoscenza del piano massonico contro la Chiesa che la rivista “Teologica” del 14 marzo 1998 diffuse con vero coraggio (seguita da altre pubblicazioni che mai furono smentite), saprà che tutto questo è stato compiuto e reso possibile proprio grazie alla connivenza degli stessi componenti della Chiesa, in particolari alti Prelati, alcuni dei quali forse da annoverare nelle file della Setta.
A proposito di quest’ultima affermazione di Pucci Cipriani, val la pena ricordare l’articolo pubblicato dal giornalista Mino Pecorelli sulla sua rivista OP all’indomani dell’elezione di Albino Luciani al Soglio pontificio, in cui denunciava la  presenza di una loggia massonica in Vaticano;  la pubblicazione di tale articolo  probabilmente fu il movente dell’attentato che costò la vita al coraggioso giornalista, assassinato il 20 marzo del 1979.

Il professore fiorentino prosegue poi sostenendo che
«non occorrono grandi studi per capire che purtroppo il piano dei massoni (clericali o laici che siano) è stato coronato dal successo:  hanno smantellato la Chiesa, la Fede, i Sacramenti, sono riusciti a far insediare un “loro” Papa, vero o falso che sia,  sul soglio di Pietro.
L’ultimo baluardo che resta loro da smantellare è la Santa Messa, per poter poi finalmente esclamare “ti abbiamo vinto, o Galileo!”, e tutto questo in nome di Satana, ovviamente, che essi adorano come divinità.
Stolti! Non sanno che li aspetta la rovina eterna! Tribolare qui sulla terra, perché anche loro, pur con tutti i loro soldi, si devono guardare da insidie, tradimenti, trabocchetti, ecc. per poi finire male per l’Eternità, non credo sia appagante.
Ma è il demonio che offusca l’intelletto».

Per la stessa ragione, osserva il professor Lamendola,  hanno imposto un improvviso silenzio sulla figura e sull’opera di Padre Léon Gustave Dehon, fondatore della congregazione dei Sacerdoti del Sacro Cuore di Gesù (detta comunemente dei padri dehoniani), la cui beatificazione era già stata decisa da Giovanni Paolo II e programmata per il 24 aprile 2005. Stranamente,  all’ultimo momento la cerimonia venne congelata, e la relativa pratica non è più stata riaperta;  forse perché “qualcuno” si è ricordato, guarda caso, di certi articoli pubblicati da Padre Dehon sul giornale cattolico “La Croix”, dal tono apparentemente antisemita (mentre in realtà evidenziavano il ruolo ambiguo svolto da certi settori del giudaismo internazionale nei confronti della Chiesa cattolica).
Quindi, poiché la “teologia” di papa Bergoglio consiste nell’affermazione che bisogna cercare a ogni costo l’unità, non solo dei cristiani, ma del genere umano, abbattendo ovunque muri e gettando ovunque ponti,
vuoi vedere che padre Kolbe e padre Dehon danno fastidio perché ricordano ciò che Gesù, del resto, aveva sempre detto ai suoi discepoli, cioè che il “mondo” non avrebbe accettato il Vangelo, che li avrebbe perseguitati, e che avrebbe fatto di tutto per impedire la loro opera di conversione? 
Vuoi vedere che questa neochiesa, così desiderosa di ricevere applausi ad ogni angolo di strada, strette di mano e pacche sulle spalle, da tutti, ma specialmente dai vecchi e nuovi nemici della chiesa, dai radicali, dai massoni, dai predicatori del divorzio, dell’aborto, dell’eutanasia, delle libere unioni, dei cosiddetti matrimoni gay, del libero uso della droga, eccetera: vuoi vedere che questa neochiesa mondanizzata e spettacolarizzata non tollera più che si portino a modello di santità delle figure profondamente spirituali, mistiche, innamorate di Gesù e della sua santa Madre, e che dicono, come esorta a fare il Vangelo, “Sì, sì, e No, no”, chiamando amici coloro che accolgono il Vangelo e chiamando con il loro nome, cioè nemici, quelli che si adoperano in ogni modo per stravolgere il messaggio di Gesù Cristo e per distruggere l’opera della Chiesa da Lui fondata?

Cosa dire a conclusione dell’esposizione del pensiero di questi due coraggiosi difensori della vera fede cattolica ? memori delle parole rassicuranti rivolteci da Nostro Signore Gesù Cristo e dalla Sua (e, per grazia Sua, anche nostra) SS.ma Madre, la Beata Sempre Vergine Maria, possiamo consolarci ricordando che “portae inferi non praevalebunt” e che, alla fine, il Cuore Immacolato di Maria SS.ma trionferà.

Si vedano, in proposito, i seguenti articoli, da cui sono stati tratti i passi sopra riportati:https://www.riscossacristiana.it/la-mano-della-gran-loggia-dietro-il-kommissariamento-dei-
frati-francescani-dellimmacolata-di-pucci-cipriani/


http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/963-il-carisma-mariano


di Catholicus

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