Nuzzi, il cardinale e il monsignore gay
Nel libro di Gianluigi Nuzzi, Peccato originale, si parla a lungo di una potente lobby gay in Vaticano. Nulla di nuovo, visto che ne avevano parlato già molti altri, compreso Bergoglio e don Andrea Gallo.
Però, in mezzo a tante denunce, anche un po’ vaghe, e per questo talora un po’ qualunquiste, ve n’è una che dovrebbe destare un certo scalpore, perchè molto circostanziata, certa, e concernente il segretario di un importante cardinale, Francesco Coccopalmerio, presidente del Pontificio Consiglio per i testi legislativi dal lontano 2007.
In altre parole, visto che in Curia gli incarichi durano 5 anni (così, per esempio, per il cardinal Mueller), un inamovibile, in carica da 10 anni!
Coccopalmerio è anche il cardinale che a suo tempo ha bocciato la bozza di statuto del dicastero per l’economia preparata dal cardinal Pell, ed anche colui ha voluto pubblicare un libretto per spiegare il controversissimo capitolo VIII di Amoris laetitia, giungendo, con molta abilità, a giustificare e difendere l’adulterio (il che, Vangelo e Tradizione della Chiesa alla mano, non è impresa da poco). Ha goduto per questo del plauso di Avvenire, Vatican insider, e di tanti media laici.
Ebbene, nel libro di Nuzzi si narra abbondantemente il caso di monsignor Luigi Capozzi -“segretario di fiducia del cardinal Coccopalmerio… dal quale era tanto benvoluto da essere proposto per la promozione a vescovo“- brincato dalla gendarmeria vaticana mentre era intento in “un party gay a base di cocaina“.
La domanda implicita posta da Nuzzi è la seguente: può un cardinale non sapere nulla della vita del suo segretario di fiducia e ignorare davvero le sue turpi abitudini? Può, conoscendolo e frequentandolo abitualmente, stimarlo così tanto da proporlo come successore degli apostoli?
Qui le pagine del libro di Nuzzi:
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Pubblicato 24 novembre 2017 |
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