MODERNISMO CARITA' SENZA
FEDE
I modernisti vogliono la carità senza la fede, piena di tenerezza verso i miscredenti: questa la diagnosi di san Pio X, formulata esattamente centodieci anni fa: ebbene, questa è la fotografia della neochiesa dei nostri giorni
di Francesco Lamendola
Eppure, c’erano state parecchie avvisaglie, parecchie ammonizioni, parecchie profezie; e chi aveva gli occhi per vedere, e la testa per riflettere, poteva cominciare a vedere e cominciare a capire fin da parecchi anni fa. San Pio da Pietrelcina, per esempio, fin dal 1960 aveva avuto la premonizione che una chiesa apostatica avrebbe tentato di sostituirsi alla vera Chiesa di Cristo, insegnando dottrine eretiche e portando verso l’abisso della perdizione le anime a lei affidate, e n’era rimasto sgomento. Né si trattava “solo” di visioni soprannaturali, ma anche di indizi e dati di fatto che il buon frate, pur nel suo isolamento, percepiva chiaramente attorno a sé, a partire dalla persecuzione implacabile della quale lui stesso fu oggetto per tutta la vita: egli sapeva che la massoneria era penetrata nell’ovile delle pecorelle di Cristo e aveva affidato a don Luigi Villa la speciale missione spirituale di combatterla con ogni energia, così come Pio XII aveva fatto a livello ufficiale, ma in gran segreto. Chi lo sa quanto quelle visioni e quei presentimenti non abbiano pesato sulla vita interiore del frate; se la sua sofferta spiritualità, il fervore quasi drammatico che poneva nell’officiare la santa Messa, a volte per la durata di tre ore, con quei silenzi di adorazione lunghissimi, interminabili, carichi di pathos: chi lo sa se quel velo di tristezza che scendeva sovente sul suo sguardo buono, e offuscava la luce dei suoi occhi, non derivava da quella intima consapevolezza: che i tempi dell’Anticristo si stavano avvicinando, e che, se pure lui non li avrebbe visti, non in questa vita terrena, nondimeno mancava ormai poco, e la sua amata Chiesa sarebbe stata sottoposta a una prova tremenda, quale non s’era mai più vista dai tempi delle persecuzioni degli imperatori romani. Forse più grave ancora, anzi: perché questa volta, e san Pio lo sapeva, il male si sarebbe scatenato non dall’esterno, ma dall’interno, e avrebbe cercato di avvelenare le fonti stesse della vita cristiana, adulterando la Rivelazione e falsificando le Scritture e la Tradizione, allo scopo di creare le permesse per una nuova religione mondiale, diretta e orchestrata da una setta satanica, padrona nascosta dell’economia e della finanza mondiale e in grado di ridurre l’intera umanità a una massa di schiavi, lavoratori e consumatori senza radici né identità.
Ora quei tempi sono arrivati: sono qui, e noi li stiamo vivendo. San Pio X aveva ammonito, nel suo discorso ai nuovi cardinali, pronunciato il 17 aprile 1907, in piena crisi modernista: I modernisti predicano una carità senza fede, tenera assai per i miscredenti, che apre a tutti purtroppo la via dell’eterna rovina. Quello era un pastore che si preoccupava del suo gregge; e vagliava i guardiani, uno per uno, sorvegliava i seminari, si preoccupava affinché il veleno dell’eresia modernista non vi penetrasse, non si spargesse nelle giovani menti, non corrompesse la santità del sacerdozio e che, per mezzo di esso, non infettasse l’intero gregge di Cristo. San Pio X è stato un papa che non si è mai scordato, neppure per un giorno, neppure per un istante, di avere sulle proprie spalle la responsabilità del gregge a lui affidato, e la responsabilità che neppure una delle pecorelle andasse smarrita, a costo di qualunque sacrificio e anche a costo, naturalmente, si essere impopolare. Perché i modernisti dicevano e dicono ciò che suona gradito al mondo, ciò che piace alla cultura moderna, ciò che incontra l’approvazione di chi vorrebbe abbandonarsi alle proprie passioni disordinate senza avere alcun rimorso di coscienza, né dover temere alcun rimprovero dai pastori del gregge. Perciò i modernisti hanno bisogno, sì, della chiesa, ma non della vera Chiesa, bensì di una chiesa fatta a modo loro, secondo i loro bisogni: una contro-chiesa, o anti-chiesa, nella quale la legge di Dio sia sostituita dalla legge, soggettiva e capricciosa, che l’uomo dà a se stesso, finché ne ha voglia, per poi cambiarla, e cambiarla ancora, incessantemente, secondo gl’impulsi naturali (naturalismo) e in base allo spirito dei tempi (storicismo); una legge per modo di dire, che si risolve, in ultima analisi, nella preventiva approvazione di ciò che vogliono e bramano tutti gli appetiti terreni, anche i più sordidi: perché si trova sempre il modo di adulterare la Parola di Dio per giustificare il peccato, sino a capovolgerne il significato e, in nome della carità, distruggere la fede.
I modernisti vogliono la carità senza la fede, piena di tenerezza verso i miscredenti: questa la diagnosi di san Pio X, formulata esattamente centodieci anni fa: ebbene, questa è la fotografia della neochiesa dei nostri giorni, questo è il programma della falsa chiesa del falso papa Bergoglio. Carità per tutti, tenerezza per tutti, beninteso per i miscredenti elogi a Pannella, Bonino, Scalfari; nemmeno una parola contro gli orrendi misfatti da essi perseguiti ed esaltati lungo tutta la loro trista carriera: divorzio, aborto, droga libera, unioni omosessuali; neanche una parola sul giudizio, sull’inferno e il paradiso, sul destino che attende ciascun uom che Dio non temee, viceversa, chi cerca l’amore di Dio, ma nella verità e nella giustizia; perdono per tutti, a piene mani, con o senza pentimento, anzi, perfino per chi fermamente decide di perseverare nel peccato (capitolo ottavo di Amoris laetitia); e poi, ancora, orrende bestemmie contro Dio e lo Spirito santo: Gesù si è fatto diavolo, si è fatto serpente; Gesù fa lo scemo; il diavolo non esiste; Lutero aveva ragione; Lutero è stato mandato dallo Spirito Santo; non si sa perché c’è la sofferenza; Dio è stato ingiusto con suo Figlio; le Persone della santissima Trinità stanno sempre a litigare fra di loro; la dottrina è una cosa cattiva se divide, e chi si attiene ad essa è una persona rigida; molti santi erano gay; bisognerebbe istituire un matrimonio cristiano per gli omosessuali; nessuno li può giudicare; è giusto invitare gli islamici alla santa Messa, ove pregheranno il loro Dio; gli ebrei sono già salvi, perché l’antica alleanza è sempre valida; predicare il Vangelo agli altri uomini è una solenne sciocchezza; la fonte del nostro agire morale è la coscienza, non il Vangelo: quel che ci dice la coscienza, va bene. E il lugubre elenco potrebbe continuare, per pagine e pagine, sempre sullo stesso tono sono parole precise del papa, sono precise affermazioni di cardinali, arcivescovi e vescovi, o di superiori d’importanti ordini religiosi. E di teologi più o meno famosi, ma tutti rigorosamente bergogliani: di teologi che stanno imponendo la loro dittatura sulla vita cristiana e stanno scalzando e ribaltando, un concetto dopo l’altro, una pagina dopo l’altra, l’interi Vangelo e l’intera costruzione della Chiesa cattolica.
È chiaro che le profezie si sono avverate e che la diagnosi del modernismo, fatta a suo tempo dal papa che coraggiosamente lo combatté, si attaglia perfettamente a definire la neochiesa odierna. Della quale tante, tante altre cose si potrebbero dire e osservare. Si potrebbe parlare delle chiese e delle basiliche millenarie trasformate in sale da pranzo per barboni e immigrati, per far vedere a cosa servono le chiese, disdegnando le sale parrocchiali e i locali profani: per togliere sacralità al sacro, per mondanizzare del tutto il cattolicesimo. O si potrebbe parlare delle marce “inter-religiose” e delle preghiere inter-religiose, nelle quali tutte le fedi sono messe sullo stesso piano e il clero della vera religione si unisce al clero delle false religioni, tutti insieme appassionatamente, mescolando verità e menzogna, confondendo le carte, annacquando il Vangelo in un minestrone sincretista e indigeribile. Si potrebbe parlare del protagonismo, del narcisismo, dell’esibizionismo di questo papa, di questi cardinali e vescovi, la cui volontà di piacere alle masse, con qualsiasi mezzo, anche con le buffonate più disdicevoli, non conosce freni, né limiti: monsignori che vanno a spasso in bicicletta, la tiara in testa, per il presbiterio della loro cattedrale; altri che si mettono a cantare dal pulpito, in piena santa Messa, canzoni profane, così, per vanità, per demagogia; altri ancora che distribuiscono la santa Comunione a transessuali e omosessuali notori e dichiarati, e sacerdoti che presentano coppie omosessuali in chiesa, sull’altare, sempre durante la santa Messa, benedicendole pubblicamente e rammaricandosi di non poterle, per ora, sposare loro stessi; e Presepi ispirati al’ideologia omosessualista, con uomini nudi sdraiati in terra, e grandi affreschi, dentro le cattedrali, che celebrano il peccato, e un Cristo blasfemo che porta in Cielo i peccatori, senza pentimento, così come sono; e preti che invitano in chiesa i seguaci di religioni pagane, sfilate di dei pagani dentro le chiese, danze e balletti pagani durante la santa Messa, e ordinazioni di nuovi sacerdoti con sfoggio di riti induisti, e vescovi che consacrano non il pane e il vino, ma il mango e la papaya; e vescovi che ordinano sacerdoti degli omosessuali militanti; e preti che fanno da testimoni alle nozze gay dei capi scout, i quali, da parte loro, rifiutano di lasciare le loro funzioni parrocchiali con i ragazzini, mentre il vescovo in questione non dice né sì né no, e il parroco viene ignorato e delegittimato; e cardinali che vendono ai musulmani i terreni della chiesa perché vi costruiscano le loro moschee; e teologi gesuiti che predicano che gay è bello, a nome di Gesù Cristo; e vescovi i quali affermano che Dio non distrusse, ma risparmiò Sodoma e Gomorra; e un papa che quasi ogni giorno offende, insulta, dileggia e sbeffeggia i cattolici che non è riuscito a convincere della bontà elle sue “riforme”, e che non risponde ai membri del suo clero, cardinali compresi, i quali gli chiedono, a nome di milioni di fedeli, spiegazioni su questioni importantissime di morale e di dottrina, le quali implicano la salvezza dell’anima; eccetera, eccetera.
Tutto questo mentre i veri cattolici, i più generosi e ardenti di zelo, come i Francescani e le Francescane dell’Immacolata, sono perseguitati spietatamente, senza alcuna spiegazione: e l’intero mondo cattolico tace, e nessuno chiede al papa di render conto di quella persecuzione, nessuno dei teologi buonisti e misericordiosi, nessuno dei parroci permissivi ed inclusivi, nessuno dei vescovi e dei cardinali che hanno sempre in bocca l’amore di Dio, il dovere di ascoltare, rispettare e accogliere, e perfino l’obbligo di farsi auto-invadere da milioni di falsi profughi e di lasciare che l’Italia e l’Europa vengano islamizzate senza colpo ferire, nessuno di tutti costoro spende una parola, non diciamo in difesa dei Francescani e delle Francescane dell’Immacolata, ma almeno per avere una parola di chiarezza, per sapere di quale orrendi delitti si sono macchiati, per pretendere che il papa dica qual è la ragione di tanto accanimento, che ha già spinto circa 250 suore su 500 a lasciare l’abito e il convento, e altre centinaia di frati, non si sa esattamente quanti, perché i dati sono stati secretati, a fare altrettanto. E nessuno dei fan del (falso) papa Bergoglio, nessuno dei suoi laudatores, dei suoi tifosi, i Bianchi, i Grillo, i Melloni, i Cardini, neppure in quanto teologi, neppure in quanto storici, ha avuto non diciamo la carità – perché, di questi tempi, la carità va rivolta sempre verso l’esterno, verso i musulmani, verso i giudei, verso i buddisti o verso gli atei, e naturalmente verso i luterani -, ma neppure la curiosità di sapere quali siano le colpe di quelle suore e di quei frati: colpe che devono essere di una gravità inaudita, visto che i punti essenziali della loro regola sono stati revocati dal commissario papale e che è stato dato ordine di non accettar più nuove richieste di postulanti. Sì: avete capito bene: in questi tempi di crisi della vocazioni, l’unico, o uno dei pochissimi, ordini religiosi che era fiorente di vocazioni, non solo è stato commissariato, ma gli è stato ordinato di non accogliere più nessun uomo o donna desiderosi di entrare a far parte dei Francescani e le Francescane dell’Immacolata, seguendo la spiritualità di Maria e di Massimiliano Kolbe.
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