La scandalosa preghiera di un prete della “nuova chiesa” su Avvenire
“Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che avvengano scandali, ma guai all’uomo per colpa del quale avviene lo scandalo!” (Mt.18,6-7)
Ci riferiamo all’articolo presentato da Riccardo Cascioli, vedi qui, che se vi lascia indifferenti, fareste bene a preoccuparvi e a chiedervi da quale parte state. Invitandovi a leggere l’articolo integralmente, noi ci soffermiamo su questa parte che ben ragionevolmente ha sconvolto persino Cascioli:
“…appare chiaro che la protagonista dei deliri del sacerdote ha un altro uomo, ovviamente sposato anche lui, con cui vive non una storia ma l’Amore. E ieri, solennità dell’Immacolata Concezione, ci ha voluto far sapere che questo amore adulterino si identifica con Gesù. Cito: «Se Gesù è Amore (come hanno detto ora a Messa) (e lo è) ha il tuo volto. Se Gesù è un uomo (come lo è quella statua qui a destra) (e lo è) ha il tuo corpo. Se Gesù è l’ostia che ho mangiato prima (e lo è) ha il tuo sapore. Se Gesù c’è sempre ed è sempre con me (e lo è) tu sei qui. Ora. Con me. Se tutto questo, tutta questa Messa, tutta questa Chiesa, tutte queste parole, tutto questo credere, è Amore (e lo è) tu sei Amore. E io ti amo. E tu sei qui. Dentro me. Con il tuo odore, il tuo sapore, la tua carne. Dentro me»…”
Volendo noi tenere davanti agli occhi, nel cuore e nella mente, quella scena al pretorio quando, MESSI A DURA PROVA: «Chi volete che vi rilasci: Barabba o Gesù chiamato il Cristo?» (Mt.27,17), inutile nasconderci che noi, miseri peccatori, scegliemmo la menzogna, Barabba… e Gesù accettò la nostra misera scelta. Dobbiamo tuttavia precisare che con la Risurrezione del Cristo noi oggi possiamo cambiare quella risposta, perciò vogliamo sottolineare con voi gli errori dottrinali, gli sproloqui e le bestemmie di questo sacerdote, in così poche righe, divulgate da Avvenire:
1 – Se Gesù è Amore (e lo è) ha il tuo volto. NO! è esattamente il contrario! Noi – se veri discepoli di Cristo – avremo la Sua luce nel nostro volto. Gesù non aveva il volto dei Santi, ma i Santi brillavano della Luce di Cristo nei loro volti. E questo proprio perché – se Gesù è Amore – noi non siamo “amore”, ma possiamo acquisirlo dal Cristo, non avviene il contrario. Se tra marito e moglie sposati sacramentalmente, il rapporto funziona ed entrambi si santificano, non avranno riflesso il volto l’uno dell’altro, ma entrambi saranno – l’uno per l’altro – la Luce di Cristo. Diverso è quando diciamo che Gesù “è nel volto di chi soffre, dei poveri veri…”, ma Gesù NON è IL VOLTO DEGLI ADULTERI O DEI PECCATORI.
2 – Se Gesù è un uomo (come lo è quella statua qui a destra) (e lo è) ha il tuo corpo. NO! perché Gesù “NON è noi”, ma “si è fatto come uno di noi” e certamente NON nel peccato! Noi siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio, non il contrario, non siamo noi ad aver “creato Dio”, neppure la Madre. Il corpo umano che Cristo ha acquisito dalla Vergine, preservato dal Peccato Originale, è l’unica somiglianza di cui possiamo parlare. Il Verbo si è fatto carne perché diventassimo, noi, «partecipi della natura divina» (2Pt.1,4) ma a determinate condizioni che sono i Sacramenti e la coerenza con il Vangelo.
«Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale, pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce» (Fil.2,5-8). «L’evento unico e del tutto singolare dell’incarnazione del Figlio di Dio non significa che Gesù Cristo sia in parte Dio e in parte uomo, né che sia il risultato di una confusa mescolanza di divino e di umano. Egli si è fatto veramente uomo rimanendo veramente Dio. Gesù Cristo è vero Dio e vero uomo. La Chiesa nel corso dei primi secoli ha dovuto difendere e chiarire questa verità di fede contro eresie che la falsificavano.» (CCC. n.464).
Perciò attenzione a quella UMANIZZAZIONE DEL CRISTO, sono eresie già affrontate e sconfitte dalla Chiesa: «… L’umanità di Cristo non ha altro soggetto che la Persona divina del Figlio di Dio, che l’ha assunta e fatta sua al momento del suo concepimento. Per questo il Concilio di Efeso ha proclamato nel 431 che Maria in tutta verità è divenuta Madre di Dio per il concepimento umano del Figlio di Dio nel suo seno; Madre di Dio […] non certo perché la natura del Verbo o la sua divinità avesse avuto origine dalla santa Vergine, ma, poiché nacque da lei il santo corpo dotato di anima razionale a cui il Verbo è unito sostanzialmente, si dice che il Verbo è nato secondo la carne » (CCC. n.466).
«… (la Chiesa) ha dovuto di volta in volta ricordare che la natura umana di Cristo appartiene in proprio alla Persona divina del Figlio di Dio che l’ha assunta. Tutto ciò che egli è e ciò che egli fa in essa deriva da «uno della Trinità». Il Figlio di Dio, quindi, comunica alla sua umanità il suo modo personale d’esistere nella Trinità. Pertanto, nella sua anima come nel suo corpo, Cristo esprime umanamente i comportamenti divini della Trinità…» (CCC. n.470).
3 – Se Gesù è l’ostia che ho mangiato prima (e lo è) ha il tuo sapore. O Santo Cielo NO, NO! Avviene esattamente il contrario! E’ Gesù che unendosi a noi, al nostro corpo, dandoci Se stesso, ci offre TUTTO Se Stesso, compreso il “sapore“. I Santi dell’Eucaristia andavano in estasi proprio perché si sentivano “TRASFORMATI” e non che trasformassero Gesù in se stessi o dando a Gesù il “loro” sapore! Anche per questo, come spiega il Catechismo: ” chi è consapevole di aver commesso un peccato grave, deve ricevere il sacramento della Riconciliazione prima di accedere alla Comunione…” (n.1385); Ricevere l’Eucaristia nella Comunione reca come frutto principale l’unione intima con Cristo Gesù. Il Signore infatti dice: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui» (Gv 6,56)(CCC. n.1391). NON facciamo la Comunione per dare al Cristo il “nostro sapore”, al contrario, Lo riceviamo per ricevere TUTTO di Lui.
4 – Se Gesù c’è sempre ed è sempre con me (e lo è) tu sei qui. Ora. Con me. Se tutto questo, tutta questa Messa, tutta questa Chiesa, tutte queste parole, tutto questo credere, è Amore (e lo è) tu sei Amore. E io ti amo. E tu sei qui. Dentro me. Con il tuo odore, il tuo sapore, la tua carne. Dentro me…
A ragione fa osservare Cascioli: «Non ci si pone neanche più il problema di una situazione che offende Dio…» e sì, perchè queste parole sono rivolte all’uomo che si compiace di vivere in grave stato di peccato mortale, e non a Dio e, peggio ancora, si identifica l’amore di adulterio con Gesù Eucaristia. FOLLIA!! Noi non ci nutriamo del corpo degli uomini, neppure fra normali coniugi sposati sacramentalmente si può arrivare a fare paragoni del genere, questo non è “Amore vero” è l’eros, la lussuria e la libido elevati a sacramento umanizzato!
Cascioli spiega bene il senso di dolore che trasmette nelle sue parole e che facciamo nostro: “È questo il vero Amore, e «chi non capisce, taccia», conclude il prete-donna il suo sproloquio di ieri. Francamente riesce difficile spiegarsi come sia possibile che non ci siano vescovi che abbiano il coraggio di dire basta e chiedere conto ai vertici della CEI di tale scempio non dico della dottrina (che ormai pare diventata una bestemmia), ma almeno del buon senso…”
Avvenire, quello che dovrebbe essere il giornale dei vescovi italiani, non è solo deludente, è proprio apostata e già affrontammo qui un’altro episodio. Scandalizzati e davvero affranti – ma non sconfitti – chiudiamo con le parole di Cascioli che facciamo nostre: “Ad essere un ostacolo alla Misericordia di Dio non sono quanti ricordano gli insegnamenti della Chiesa e la forza dei sacramenti, ma quei preti che lasciano le persone nella miseria della loro vita con quella falsa Misericordia che nega la verità.”
«Chi si vergognerà di me e delle mie parole davanti a questa generazione adultera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi» (Mc.8,34-38)
Si veda anche qui: Sesto Comandamento: ciò che era peccato ieri è peccato anche oggi, il grave tentativo di far passare l’adulterio, e qualsiasi unione, come una fonte di grazia e benedizione.
RICORDA CHE:
«Un Gesù che sia d’accordo con tutto e con tutti, un Gesù senza la sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero Gesù come lo mostra la Scrittura, ma una sua miserabile caricatura. Una concezione del “vangelo” dove non esista più la serietà dell’ira di Dio, non ha niente a che fare con il vangelo biblico. …. Un Gesù che approva tutto è un Gesù senza la croce, perché allora non c’è bisogno del dolore della croce per guarire l’uomo. Ed effettivamente la croce viene sempre più estromessa dalla teologia e falsamente interpretata come una brutta avventura o come un affare puramente politico. … Perdono è appunto restaurazione della verità, rinnovamento dell’essere e superamento della menzogna nascosta in ogni peccato. Il peccato è sempre, per sua essenza, un abbandono della verità del proprio essere e quindi della verità voluta dal Creatore, da Dio» (Joseph card. Ratzinger, Guardare a Cristo, pag. 76, Jaca Book 1986).
“Dai sacerdoti i fedeli attendono soltanto una cosa: che siano degli specialisti nel promuovere l’incontro dell’uomo con Dio. Al sacerdote non si chiede di essere esperto in economia, in edilizia o in politica. Da lui ci si attende che sia esperto nella vita spirituale. A tal fine, quando un giovane sacerdote fa i suoi primi passi, occorre che possa far riferimento ad un maestro sperimentato, che lo aiuti a non smarrirsi tra le tante proposte della cultura del momento. Di fronte alle tentazioni del relativismo o del permissivismo, non è affatto necessario che il sacerdote conosca tutte le attuali, mutevoli correnti di pensiero; ciò che i fedeli si attendono da lui è che sia testimone dell’eterna sapienza, contenuta nella parola rivelata. La sollecitudine per la qualità della preghiera personale e per una buona formazione teologica porta frutti nella vita. Il vivere sotto l’influenza del totalitarismo può aver generato un’inconsapevole tendenza a nascondersi sotto una maschera esteriore, con la conseguenza del cedimento ad una qualche forma di ipocrisia. È chiaro che ciò non giova all’autenticità delle relazioni fraterne e può condurre ad un’esagerata concentrazione su se stessi. In realtà, si cresce nella maturità affettiva quando il cuore aderisce a Dio. Cristo ha bisogno di sacerdoti che siano maturi, virili, capaci di coltivare un’autentica paternità spirituale. Perché ciò accada, serve l’onestà con se stessi, l’apertura verso il direttore spirituale e la fiducia nella divina misericordia.” (Benedetto XVI ai Sacerdoti – 25 maggio 2006)
Laudetur Jesus Christus
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