Emma, indossa bene quel velo! |
Dopo aver fatto della raccolta di firme, banchetti e gazebi la sua ragion di vita radicale e spericolata, pretendeva addirittura che facessero una leggina-scorciatoia "ad personam" espressamente per lei, senza dover subire la trafila dei banchetti, tanto per permetterle di presentare liste. La sua lista del resto ha un nome che è tutto un programma: PIU' EUROPA. Ovvero più rapina, più usura, più tasse, più espropri, più immigrati, più eutanasia, più aborti, più tutto insomma.
Tutto ciò le ha valso il titolo nobiliare di "mammana d'Italia". E' il caso di dire che una mammana non è una mamma. Quasi peggio di una matrigna. Se ne deve essere accorto perfino Renzi e altri piddini che con un partito che si richiama a questo angoscioso principio del "più Europa" come rimedio ai mali, non si va da nessuna parte, perché Emma la Gracchiante alla fin fine non ha trovato reali sponde nemmeno nel Pd (porta pochissimi voti) e ha dovuto accettare l'ospitalità nella lista del vecchio democristo Bruno Tabacci, evitando la raccolta delle 25.000 firme. E' proprio vero che nella vita non si può mai dire " io a quella fontana non ci berrò mai". Perfino Tabacci il Dc, divenuto poi Udiccino e il suo "centro di gravità mobile e impermanente", le va bene pur di candidarsi.
Passiamo alla seconda delle quota rosa. Come è noto il 2017 che ci ha appena lasciato è stato l'annus horribilis della Fedeli. Le tristi e meschine figure da pedicurista a suo carico, non si contano nemmeno più. Sapevamo che la ministra aveva qualche problema con la lingua di Dante, ma non potevamo immaginare che per agevolare il suo ornato eloquio di chi è usa sciacquare e risciacquare manzonianamente i panni nell'Arno, decidesse di eliminare la nostra lingua italiana dai progetti del MIUR, il ministero dell’Università e della Ricerca.
" L’Italiano, già mortificato in diverse occasioni dalle gaffe della titolare del Miur, è stato definitivamente accantonato per volere dello stesso Ministero dell’Istruzione". Quest’anno, infatti, le domande per partecipare all’attesissimo “Prin”, il bando per il finanziamento dei progetti universitari di interesse nazionale, dovranno esser redatte solo in Inglese e, “a scelta del proponente, può essere fornita anche un’ulteriore versione in lingua italiana”. Come a dire: “Se proprio si ha tempo da buttare”... (fonte il Giornale)
Ma ecco dunque la piccata reazione del prof Claudio Marazzinidell'Accademia della Crusca nell'intervista concessa alla Nazione della quale consiglio la lettura integrale.
«Non eravamo mai arrivati all’abolizione della nostra lingua. Eppure la Corte Costituzionale con la sentenza numero 42/2017 ha definito le regole d’equilibrio tra inglese e italiano nell’università».
Un bel tacer non fu mai scritto. Se non altro si evitano gli strafalcioni |
Beh, tenuto conto che domani è il giorno dell'Epifania, e che le Befane d'Italia che siedono in parlamento non fanno che somministrarci carbone, rospi e carbonazzi (nel senso di bisce nere), è il caso di porgere i miei "più migliori" Auguri di Buona Epifania alle due "quote rosa" di cui sopra. Non so voi, ma io davanti a queste due signore, ho come delle visioni "epifaniche": che possano essere sbalzate per aria dai riottosi cammelli dei Re Magi per poi venir opportunamente scaricate e abbandonate nel deserto. Quello vero però, non quello del Presepe.
La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana:
Viva, viva la Befana!
Pubblicato da Nessie
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