Il Cardinale Ciappi, il teologo di papi, da Pio XII a Giovanni Paolo II (all’inizio del suo pontificato): “Il Terzo Segreto dice che la grande apostasia nella Chiesa inizia dal suo vertice. La conferma ufficiale del segreto de La Salette (1846): “La Chiesa subirà una terribile crisi. Essa sarà eclissata. Roma (il Vaticano) perderà la fede e diventare la sede dell’Anticristo “.
ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...
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lunedì 15 gennaio 2018
Marketing della santità
SOTTO ATTACCO: LA SCURE DI REVISIONISTI E CENSORI SUI BEATI E I SANTI. TROPPO “CATTOLICI”? UN LIBRO DI MATTEO ORLANDO.
“Sotto attacco: La scure di revisionisti e censori sui beati e i santi” è il nuovo libro (120 pagine, Edizione Chorabooks) del giovane teologo Matteo Orlando, classe 1978, docente IRC e pubblicista che, come leggiamo nella contro-copertina, è anche studioso di demonologia cattolica. L’opera, scritta con stile giornalistico, è preceduta da un’introduzione del noto scrittore e apologeta Rino Cammilleri, che apprezza come il libro esponga “una quantità di figure da meditare una per una, in un caleidoscopio in cui una tessera non è uguale all’altra. Perché i Santi sono la prova che il Vangelo è vero e che vero è tutto quello che Cristo vi dice”.
Stilum Curiae vuole offrire, un’ampia sintesi dell’introduzione dell’autore che focalizza il libro su tre problemi seri:
– la scure scagliata da una certa agiografia “cattolica” sui fatti miracolosi avvenuti nella vita terrena dei santi e sui miracoli ottenuti per loro intercessione dopo la loro nascita al cielo;
– l’eliminazione da molte agiografie, operata da un’altra agiografia “cattolica” (o dalla stessa di prima?), della sofferenza, dei patimenti, dei digiuni, delle penitenze, delle privazioni ecc. vissute dai beati e dai santi, che certo non arrivarono all’onore degli altari “di gioia in gioia” ma tutti partecipando col corpo alle sofferenze del Cristo;
– la rimozione da molte agiografie degli interventi preternaturali nella vita dei santi.
Scrive Matteo Orlando che “La cultura moderna e contemporanea, dalla rivoluzione Luterana in poi, ha portato l’uomo al centro del mondo, staccandolo da Dio e dal suo fine ultimo. Questo ha fatto ripiegare la persona umana su se stessa, facendole perdere il senso e il significato del suo vivere qui sulla terra.
Da questa cultura sono derivati grandi mali, tanto alla persona che alla società civile (per esempio il liberismo, il materialismo, l’edonismo, il tecnicismo, lo scientismo, le consorterie, l’anticlericalismo, l’ateismo ecc.).
Dio, che è Padre buono, ha provveduto a contrastare l’ottuso egoismo umano con particolari doni (= carismi) elargiti alla sua Chiesa, attraverso la vita e l’attività di non pochi cristiani ai quali ha fornito particolari doti e sensibilità: i beati e i santi […].
Con il loro esempio e le loro fondazioni, essi hanno contribuito, e continuano a contribuire, al risanamento della società e sono modelli per tutti, anche per i non credenti “di buona volontà” […].
Tutti i secoli, per quanto burrascosi, hanno avuto i loro santi, provenienti da tutte le categorie sociali. Anche oggi ne abbiamo. Tanto per citarne due grandi, che hanno una certa risonanza mondiale, non possiamo dimenticare san Giovanni Paolo II e santa Madre Teresa di Calcutta e, naturalmente, diversi martiri (a tal proposito ricordiamo quanto diceva Pascal: «Io credo volentieri ad una fede i cui testimoni si lasciano ammazzare»).
Per la Chiesa, i santi hanno vissuto in grado eroico tutte le virtù, specialmente quelle teologali (fede, speranza e carità) e alla perfezione i consigli evangelici.
Dio, attraverso doni e consolazioni grandi, all’inizio del loro cammino spirituale, si è fatto sentire in qualche modo nella vita dei santi per poi “staccarli” dal mondo e farli “decidere” per la sequela Dei.
Conseguentemente lo Spirito Santo ha spinto i santi ad incamminarsi per la “stretta via” del Vangelo (piena d’obbedienza, d’umiltà e di tante mortificazioni).
Ciascuno di essi si è distinto per qualche particolare virtù praticata, tuttavia ogni santo:
– è stato uomo (o donna) di continua orazione;
– si è conformato alla divina volontà sopportando con pazienza ogni croce, per “dare compimento nella propria carne a ciò che manca alle tribolazioni di Cristo a vantaggio del suo corpo, che è la Chiesa” (Lettera ai Colossesi capitolo 1, versetto 24);
– ha amato gli ultimi della società per amore di Cristo, sostenuto dall’Eucaristia e dalle penitenze.
A molti di essi, inoltre, Dio ha fatto un dono che certi “moderni” teologi e certi agiografi revisionisti e censori (per non parlare di sacerdoti e di qualche vescovo e cardinale), cercano di sminuire: e cioè i miracoli.
Da sempre la Chiesa ha chiesto dei segni a conferma della vita virtuosa di un cristiano.
Da un punto di vista teologico, i miracoli sono necessari per confermare la dottrina e la fede del cristiano che ha risposto in pieno, per via dello Spirito Santo, all’iniziativa dell’incarnazione di Dio in Gesù Cristo.
In primis i miracoli sono una delle prove che i santi hanno vissuto al massimo livello la Sacra Scrittura.
Quella vera e non la “WishBible”, la “Bibbia del desiderio”, che contrassegna certa teologia odierna, cioè la Bibbia così come l’avrebbero scritta oggi certi pseudo biblisti!
Assistiamo, infatti, ad un fenomeno paradossale e contraddittorio: si afferma di volersi basare solo sulla Scrittura – spesso non definita Sacra (e non considerando neanche l’intima connessione della stessa con la Tradizione Apostolica e con il bimillenario Magistero della Chiesa Cattolica) – ma al contempo molti pseudo cattolici l’aggirano, la rimuovono parzialmente o totalmente, la ignorano o ne ingigantiscono solo alcuni aspetti, la trattano con un po’ di fastidio e, quando non risponde al loro “spirito”, che considerano lo “spirito dei tempi”, ne diventano traduttori-traditori, falsificando il senso del testo sacro e gli insegnamenti di Nostro Signore Gesù Cristo.
I miracoli, inoltre, servono per garantire il giudizio sull’eroicità delle virtù del battezzato.
La predicazione, se è vera, è confermata dai miracoli, dai segni (in greco tà semeía), cioè cose visibili; cose che si possono vedere e toccare.
Il dono dei miracoli lo ritroviamo presente nelle biografie di moltissimi santi, uomini e donne che hanno reso testimonianza, in tempi lontani ma anche vicini, a Nostro Signore Gesù Cristo, a volte fino allo spargimento di sangue, come nel caso dei martiri.
Questo almeno fino a qualche decennio fa perché, da qualche anno, una sviluppatissima corrente teologica fa di tutto, a volte riuscendoci, per eliminare dalle biografie dei santi ciò che di miracoloso hanno compiuto in vita.
Lo stesso discorso vale per le incursioni dal demonio nella loro vita, sempre più occultate in certe agiografie.
Alcuni pseudo cattolici, purtroppo, si sono spinti oltre rispetto alla quasi “proibizione” della descrizione agiografica dei fenomeni prodigiosi.
Certuni sostengono che nelle beatificazioni, nelle canonizzazioni e nel culto dei santi c’è da intravedere <un residuo anacronistico di trionfalismo religioso, estraneo o persino contrario allo spirito moderno”, arrivando ad insinuare una strategia espansionistica della Chiesa Cattolica nella “creazione” di nuovi beati e santi, una specie di “operazione di marketing della santità con scopi di leadership del Papato nella società civile attuale>.
A noi interessa rilevare, invece, che nei santi i poteri taumaturgici e i portenti compiuti sono strettamente congiunti ad un’esistenza “ricca” di grandi sacrifici, penitenze, flagellazioni e mortificazioni.
Leggendo le loro vite notiamo un grandissimo amore verso la Santissima Trinità che si manifesta nella difesa di un’istituzione voluta da Nostro Signore Gesù Cristo in persona: la Santa Chiesa Cattolica.
Rimanendo fedeli alla Chiesa e a tutti i Papi, i santi hanno risposto egregiamente alla loro personale vocazione religiosa o laicale, ricevendo da Dio anche il dono dei miracoli (già durante la loro vita terrena) e il dono della partecipazione col corpo alle sofferenze del Cristo.
Difendendo la fede cattolica diversi santi hanno dato vita a una nuova stagione missionaria di fronte alle grandi crisi della Riforma (come il fondatore dei Gesuiti, sant’Ignazio di Loyola) e della Rivoluzione Francese (come il Santo Curato D’Ars, san Giovanni Maria Vianney). Ancora, ci sono stati i santi martiri delle Chiese del silenzio nei Paesi comunisti, della guerra di Spagna (1936-1939), ecc. E poi chi non ricorda i portenti miracolosi di tanti altri santi […].
In questi nostri tempi si trovano persone, anche chierici, che non amano ciò che viene narrato nelle vite dei santi e tanto meno ne fanno diligente e amoroso studio. Non stiamo parlando delle agiografie medievali nelle quali, forse per un eccessivo senso apologetico, gli autori si lasciavano prendere la mano ed esaltavano il loro “eroe”, ma di agiografie ben documentate e frutto anche di testimonianze verificate nei processi di canonizzazione. Anche su questi testi, verificati dalla Chiesa, vi sono molti che ne mettono in dubbio il contenuto, per non dire che li deridono e ne provano fastidio, negando la storicità dei fatti.
Non ci sono motivi seri per dubitare degli eventi straordinari (documentati e ripetuti nei secoli) che sono accaduti nella vita dei santi. Considerarli leggende significa bestemmiare Dio perché egli continua, a beneficio della Chiesa e dell’umanità, ad operare nei secoli per mezzo dei suoi “servi inutili”.
Se non sono veri i fatti registrati durante la vita di moltissimi santi, dovremmo concludere che sono stati dei masochisti, dei sadici, dei depravati, degli esaltati, dei pazzi e via dicendo?
Come spiegava in una sua catechesi Padre Raniero Cantalamessa, <non si vede perché oggi il Signore debba aver cambiato radicalmente metodo e fare i santi attraverso una via diversa, lastricata di dolcezze ed esperienze esaltanti, dall’inizio alla fine. Non si vede perché e come possa farli passare di gloria in gloria, senza farli passare di croce in croce. Gesù ci ha salvati passando di croce in croce e ha fatto i santi facendoli passare di croce in croce, pur nella gioia pregustata della risurrezione>.
<Il cammino di santificazione del cristiano – ricorda il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 428 – dopo essere passato attraverso la Croce, avrà il suo compimento nella Risurrezione finale dei giusti, nella quale Dio sarà tutto in tutte le cose>.
In una Chiesa dove non c’è clima di obbedienza e di sottomissione a chi la guida, tutto è in pericolo, tutto è ambiguo; nascono le fazioni e poi le delusioni.
L’obbedienza è il marchio per riconoscere un vero cattolico. La via della santità è per tutti; ognuno di noi è chiamato a seguire l’esempio di Cristo e conformarsi alla Sua immagine, in tutto obbedienti, come Lui, alla volontà del Padre, “facendosi obbediente fino alla morte”(Lettera ai Filippesi, capitolo 2, versetto 8).
Non bisogna dimenticare che ogni cattolico nel suo cammino di santificazione è aiutato:
– dalla scoperta dell’Amore che Dio ha diffuso nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo;
– dalla grazia sacramentale, donata da Cristo e propria di ciascun Sacramento;
– dall’azione liturgica;
– dalla preghiera;
– dalla carità verso il prossimo;
– dall’abnegazione di se stesso oltre che dai molteplici consigli (povertà, castità, obbedienza ecc.) che il Signore nel Vangelo propone all’osservanza dei suoi discepoli.
La Chiesa è un organismo soprannaturalmente perfetto, creato da Gesù e dotato, fin dall’origine, di tutti i poteri e i mezzi – cioè i sacramenti, la Tradizione (Sacra Scrittura + Tradizione Apostolica + Magistero), la gerarchia – per camminare da sola fino alla Parusia.
Forse uno dei motivi dell’attacco alla santità è che i santi sono l’espressione della cattolicità della fede cristiana ed espressione della Chiesa che quella fede vive, custodisce e diffonde nell’obbedienza.
Nessuna “riforma” può abolire qualcosa della Tradizione e considerare frutto di una Chiesa oscurantista tutto ciò che è stato nei secoli o negli anni passati. Quindi <è cosa utilissima pregare i Santi, e lo deve fare ogni cristiano. Dobbiamo pregare particolarmente i nostri Angeli Custodi, San Giuseppe, Patrono della Chiesa, i santi Apostoli, i Santi di cui portiamo il nome e i Santi Protettori della diocesi e della parrocchia>, ci ricorda il numero 339 del Catechismo Maggiore di san Pio X. I santi, che preghiamo perché, «come avvocati presso Dio, intercedano per noi» (Ib., n. 340) a volte ci ottengono da Dio certe grazie che chiediamo e questo, a differenze di quello che dicono molti non cattolici, non è proibito dal primo comandamento […].
Fino a pochi anni fa era una pratica comune imporre il nome di un Santo a colui che veniva battezzato. Disgraziatamente è una pratica che si sta via via perdendo a vantaggio di improbabili nomi geografici, della più assurda fantasia e, peggio ancora, di nomi cari ad altre religioni, spesso con pensieri religiosi totalmente opposti alla Chiesa Cattolica. San Pio X, nel n. 571 del suo Catechismo Maggiore spiegava che la scelta del nome di un santo era fatta per porre il bambino «sotto la speciale protezione di un celeste patrono» e per animare successivamente il battezzato «ad imitarne gli esempi», celebrarne santamente la festa e invocarlo nei bisogni”.
Scrive ancora l’autore: “Nel testo proviamo a ricordare, seppur attraverso brevissime agiografie, alcune meravigliose vite di beati e santi, che abbiamo avuto modo di studiare negli anni (Francesco Saverio Bianchi; Platone di Bitinia; Anna Katharina Emmerick; Luigi Orione; Pio V; Giovanna d’Arco; Anna Maria Taigi; Maria Goretti; Giovanni Maria Vianney; Faustina Maria Kowalska; Leone Magno; Pio da Pietrelcina; Domenico di Guzman; Daniele Comboni; Gemma Galgani; Benedetto; Anselmo Polanco; Giovanni Battista Nam Chong-Sam; Cesare de Bus; Alessandra dell’Egitto; Nikolaus Gross; Patrizio; Gertrude Comensoli; Giovanni Buralli; Sotéro; Laura del Carmen Vicuña; Villana de’ Botti; Maria Guyart; Cristina von Stommeln; Enrichetta Alfieri; Angelo d’Acri; Pavel Djidjov; Antonio Abate; Giuseppe Nascimbeni; Maria Domenica Mantovani; Colombano)”.
Il libro è arricchito anche da due appendici: Nella prima c’è una breve biografia di san Gregorio Magno e un piccolo studio sulla sua celebre Regola Pastorale e sui pastori indegni. Nella seconda si presenta una breve biografia di santa Caterina da Siena e un piccolo studio sulla sua esigente maternità spirituale.
Edito, nella sua edizione cartacea, il 12 dicembre scorso, nel giorno della memoria liturgica della Madonna di Guadalupe, alla quale il libro dedica il primo capitolo, il testo è in vendita su Amazon, ma anche su più di 100 altre piattaforme digitali come IBS, Rizzoli, Feltrinelli, Mondadori, Libreria Universitaria, Barnes & Nobles ecc.
Marco Tosatti
http://www.marcotosatti.com/2018/01/15/sotto-attacco-la-scure-di-revisionisti-e-censori-sui-beati-e-i-santi-troppo-cattolici-un-libro-di-matteo-orlando/
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