ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 17 gennaio 2018

Posso disturbare la Santità vostra?

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Intervista a papa Gregorio Magno

    – Buongiorno Santità.
– Buongiorno a voi.
– Posso disturbare la Santità vostra?
– Prego.
– Lei è papa Gregorio, non è vero? Gregorio I, detto Gregorio Magno, ovvero il Grande?
– In persona.
– Perdonateci l’ardire, ma vorrei intervistare la Santità Vostra…

– Intervistare?
– Sì, fare alcune domande…
– Prego, sarò lieto di rispondervi, se ne avrò la capacità.
– Grazie, Santità. Dunque, non so se avete appreso che di recente l’ordine equestre intitolato alla Santità vostra è stato attribuito a una signora olandese…
– Ordine equestre? Temiamo di non capire…
– Sarebbe, dunque, ehm, come dire… un ordine cavalleresco della Santa Sede, un’onorificenza…
– E questa onorificenza, come la chiamate, porta il nostro nome?
– Precisamente, Santità.
– E come mai?
– Beh ecco, fu un altro papa Gregorio, Gregorio XVI, nel 1831, a fondare quest’ordine, di prima classe, da conferire a cattolici, uomini e donne, che si siano distinti nel servizio alla Chiesa e per il loro buon esempio.
– Interessante. E perché mai questo nostro successore, Gregorio XVI, lo intitolò a noi?
– Beh, non sono un esperto, ma credo in vostro onore. Voi siete stato, voi siete, un papa importante, molto importante…
– Ah, ecco.
– Sì, dunque, dicevo che di recente questa onorificenza è stata attribuita a una signora olandese…
– Perché? Ha forse combattuto i barbari?
– No, no, santità…
– Combattere i  barbari, difendere Roma e salvare la fede è un grande merito. Noi abbiamo combattuto i longobardi a lungo…
– Certo.. certo…
– O forse questa signora ha evangelizzato qualche popolazione?…
– No, santità, non ha evangelizzato nessuno. Almeno non ci risulta…
– Uhm! Allora ha forse contribuito alla ricostruzione di Roma? Noi, nel nostro tempo, ci impegnammo nel ridare lustro alla città, in un’epoca di grave decadenza.
– Sì, sì, sappiamo, ma no, questa signora non ha contribuito alla ricostruzione di Roma.
– Ah, ci sono! Allora ha sicuramente dato un prezioso contributo al miglioramento della liturgia, per renderla più coerente e solenne. Fu un altro nostro impegno…
– No, Santità, non ha contribuito a migliorare la liturgia.
– Oh, che strano. E allora perché questo riconoscimento che porta il nostro nome?
– Ecco, Santità, il fatto è…
– No, non lo dica: ho capito! Ha rilanciato il canto gregoriano, il nostro amatissimo canto gregoriano!
– Nemmeno, Santità. La signora non ha fatto nulla a favore del canto gregoriano. A dir la verità non so neppure se sappia cantare…
– Oh! Ma voi ci sorprendete, signore. Parlate di un riconoscimento attribuito nel nostro nome, ma vedo che nessuna delle questioni che furono al centro del nostro lavoro e della nostra vita corrispondono agli interessi di questa signora…
– Ecco, santità, è proprio su questo che volevamo raccogliere la vostra opinione. L’ordine di San Gregorio Magno è stato attribuito alla signora perché… perché…
– Dite, dite, non teneteci sulle spine.
– Perché… Beh, in realtà non sappiamo il perché. E la nostra speranza era che voi, Santità, poteste aiutarci a capire.
– Noi? Ma noi, signore caro, non sapevamo neppure dell’esistenza di questo riconoscimento…
– Sì, ma pensavo che, poiché l’ordine porta il vostro augusto nome, la Santità vostra, magari, sarebbe stata informata…
– No, ci spiace, nessuno ci ha detto niente. Ma, credetemi, succede spesso. In ogni caso, che cosa avrebbe fatto di notevole questa signora?
– Beh, ecco… avrebbe, anzi ha… ehm.. ha lavorato molto a favore dell’aborto e della causa LGBT.
– Gentile signore, a questo punto le confessiamo di non capire un bel nulla di quel che dite.
– La Santità vostra ci perdoni… non è facile spiegare…
– Lo vedo, lo vedo. Voi pronunciate parole senza senso.
– Non sono senza senso, Santità. Sono solo un po’ difficili per chi, come voi, è vissuto tanto tempo fa.
– Comunque provateci. Ve ne saremmo grati.
– Come si fa? Guardate, Santità, provo a dire così: la signora ritiene che le mamme, quando sono in attesa di un figlio, possono decidere se tenerlo o no. E poi ritiene che i diritti vadano il più possibile estesi e garantiti a tutte quelle persone che fanno parte del mondo LGBT: lesbiche, gay, bisessuali, transgender.
– Signore, ci vediamo costretti a ribadire che è per noi assai difficile intendere il significato delle vostre parole. Una cosa, tuttavia, crediamo di averla capita, e cioè che questa gentile signora non ha fatto proprio nulla che riguardi la difesa della Chiesa e della fede. Per cui, se non vi dispiace, preferiremmo terminare qui questo colloquio che per noi, forse anche a causa dei molti secoli che ci separano, si è fatto piuttosto gravoso ed è fonte, non lo nascondiamo, di una certa inquietudine.
– Lo capisco molto bene, Santità, e spero che la Santità vostra voglia perdonarci. Avevamo pensato…
– Non importa. Andate pure in pace, per la vostra strada, e ricevete la nostra benedizione.
– Grazie, Santità, molte grazie.
– Ma prima diteci: lì, nella vostra epoca, chi regge le sorti della nostra santa e amata madre Chiesa?
– Abbiamo un papa che viene dall’Argentina.
– Argentina? E che contrada sarebbe? Sta forse dalle parti degli Angli?
– No, no, santità. È una parte del mondo scoperta molto, moltissimo tempo dopo la vostra esistenza su questa terra. Tanta acqua è passata sotto i ponti del Tevere…
– Ah! Non parlatemi del Tevere. Quando noi fummo papa, il fiume esondò in modo devastante e causò una pestilenza terribile. Esonda anche ora, nel vostro tempo?
– No, Santità, grazie a Dio è da un bel po’ che non esonda.
– E avete pestilenze?
– Ehm… no, Santità, non abbiamo pestilenze, almeno non nel senso classico del termine…
– Adesso di nuovo temiamo di non capire.
– Non importa, Santità. Vi lascio al vostro riposo.
– Un’ultima curiosità: i barbari sono stati poi convertiti?
– Difficile dirlo, Santità. In generale sì, ma forse nuove barbarie incombono.
– Gentile signore, il vostro parlare per enigmi risulta ostico per la nostra mente…
– Scusatemi ancora. La Santità vostra è stata fin troppo paziente. Grazie e buon riposo.
– Ora credo che ci dedicheremo un po’ al canto. Gregoriano, ovviamente.
– Benissimo. Grazie ancora e arrivederci, Santità!
–  Arrivederci!
Aldo Maria Valli
http://www.aldomariavalli.it/2018/01/16/intervista-a-papa-gregorio-magno/


Leggiamo cosa dice san Gregorio Magno sui sacerdoti che fanno silenzio e non condannano gli errori

Un amico del C3S ci ha inviato queste parole di san Gregorio Magno, tratte dalla “Regola Pastorale” (2,4).
Si tratta di parole di straordinaria attualità in questi tempi in cui molti cattolici, soprattutto sacerdoti e vescovi che hanno l’obbligo di proteggere il gregge dai lupi, tendono a fare silenzio, a non ammonire gli errori, facendo sì che molte anime rischino la dannazione eterna.
Leggiamo e meditiamo:
La guida delle anime sia discreta nel suo silenzio e utile con la sua parola affinché non dica ciò che bisogna tacere e non taccia ciò che occorre dire. Giacché come un parlare incauto trascina nell’errore, così un silenzio senza discrezione lascia nell’errore coloro che avrebbero potuto essere ammaestrati. 
Infatti, spesso, guide d’anime improvvide e paurose di perdere il favore degli uomini hanno gran timore di dire liberamente la verità; e, secondo la parola della Verità, non servono più alla custodia del gregge con lo zelo dei pastori ma fanno la parte dei mercenari (cf. Gv. 10, 13), poiché, quando si nascondono dietro il silenzio, è come se fuggissero all’arrivo del lupo. 
Per questo infatti, per mezzo del profeta, il Signore li rimprovera dicendo:  Cani muti che non sanno abbaiare  (Is. 56, 10). Per questo ancora, si lamenta dicendo:  Non siete saliti contro ,  non avete opposto un muro in difesa della casa d’Israele ,  per stare saldi in combattimento nel giorno del Signore  (Ez. 13, 5). Salire contro è contrastare i poteri di questo mondo con libera parola in difesa del gregge; e stare saldi in combattimento nel giorno del Signore è resistere per amore della giustizia agli attacchi dei malvagi. 
Infatti, che cos’è di diverso, per un Pastore, l’avere temuto di dire la verità dall’avere offerto le spalle col proprio silenzio? Ma chi si espone in difesa del gregge, oppone ai nemici un muro in difesa della casa di Israele. Perciò di nuovo viene detto al popolo che pecca:  I tuoi profeti videro per te cose false e stolte e non ti manifestavano la tua iniquità per spingerti alla penitenza  (Lam. 2, 14). È noto che nella lingua sacra spesso vengono chiamati profeti i maestri che, mentre mostrano che le cose presenti passano, insieme rivelano quelle che stanno per venire. Ora, la parola divina rimprovera costoro di vedere cose false, perché mentre temono di scagliarsi contro le colpe, invano blandiscono i peccatori con promesse di sicurezza: essi non svelano le iniquità dei peccatori perché si astengono col silenzio dalle parole di rimprovero. In effetti le parole di correzione sono la chiave che apre, poiché col rimprovero lavano la colpa che, non di rado, la persona stessa che l’ha compiuta ignora. 
Perciò Paolo dice: (Il vescovo) sia in grado di esortare nella sana dottrina e di confutare i contraddittori (Tit. 1, 9). Perciò viene detto per mezzo di Malachia: Le labbra del sacerdote custodiscano la scienza e cerchino la legge dalla sua boccaperché è angelo del Signore degli eserciti (Mal. 2, 7). 
Perciò per mezzo di Isaia il Signore ammonisce dicendo: Gridanon cessareleva la tua voce come una tromba (Is. 58, 1). E invero chiunque si accosta al sacerdozio assume l’ufficio del banditore perché, prima dell’avvento del Giudice che lo segue con terribile aspetto, egli lo preceda col suo grido. Se dunque il sacerdote non sa predicare, quale sarà il grido di un banditore muto? 

  • IL CASO PLOUMEN

Se in Vaticano si scopre una lobby abortista

Il ministro olandese Ploumen
La vicenda della onorificenza dell’Ordine Pontificio di san Gregorio Magno concessa alla leader abortista olandese Lilian Ploumen (clicca qui) ha raggiunto livelli di assurdità tali che a questo punto è difficile evitare di parlare di una vera e propria lobby abortista all’interno della Santa Sede. Anche perché, come già detto nei giorni scorsi, questo è soltanto l’ultimo di una serie di “incidenti” sempre più imbarazzanti su cui sarebbe più che opportuno un chiarimento definitivo.

Torniamo al caso Ploumen, reso noto nei giorni scorsi da Michael Hichborn del Lepanto Institute. Come abbiamo già raccontato, la Ploumen, che è ministro dello Sviluppo dell’Olanda, è una super-attivista sia per l’aborto sia per i diritti Lgbt e, in materia, ha un palmares da fare invidia a Emma Bonino. Non si capisce perciò come sia stato possibile concederle un’onorificenza che viene assegnata a chi si è distinto per il suo servizio alla Chiesa.

A chiederlo al portavoce della Santa Sede ha provato il vaticanista Marco Tosatti che il 15 sera ha ricevuto un breve comunicato firmato da Paloma Garcia Ovejero, vice del portavoce Greg Burke, secondo cui l’onorificenza è stata consegnata alla signora Ploumen nel giugno scorso in occasione della «visita dei Reali olandesi al Santo Padre» e «risponde alla prassi diplomatica dello scambio di onorificenze fra Delegazioni in occasione di visite ufficiali di capi di Stato o di governo in Vaticano». Tale onorificenza, conclude il comunicato, «non è quindi minimamente un placet alla politica in favore dell’aborto e del controllo delle nascite di cui si fa promotrice la signora Ploumen».
È evidente il tentativo di minimizzare l’accaduto, ma la risposta – se possibile – peggiora invece il quadro. A dar retta al comunicato si potrebbe pensare che in occasione delle visite di delegazioni di governi e stati, la Santa Sede prepari su un vassoio un po’ di medaglie corrispondenti ai diversi ordini cavallereschi che poi gli ospiti prendono un po’ a caso. Ma non è così, le onorificenze vengono date ad personam e dopo aver vagliato i “meriti” del candidato. La motivazione poi accompagna la consegna della croce simbolo dell’onorificenza. Cosa peraltro confermata dalla stessa Ploumen nel video da cui è stata tratta la notizia. Dice infatti che il suo attivismo per l’aborto «non è menzionato», ma «è interessante che è menzionato quello che è per le risorse per la società»; e comunque lei lo vede «come una conferma di ciò che sta facendo per le ragazze per l’aborto», confessando che in questi anni ha fatto una lunga azione di lobby in Vaticano per cooperare in alcune aree nei paesi in via di sviluppo.
Dunque nessun premio casuale, in Vaticano si doveva sapere bene chi è e cosa fa la Ploumen, tanto più che alcuni anni fa si era decisa una stretta sulle onorificenze dopo un altro scandalo che aveva interessato ancora una volta l’Ordine di San Gregorio Magno. Nell’autunno 2012 in Inghilterra venne infatti alla luce che il presentatore della BBC Jimmy Savile, morto l’anno prima, era stato un molestatore seriale di donne e minorenni, e anche lui era stato insignito dell’Ordine di San Gregorio Magno. In quel caso però l’onorificenza era stata consegnata prima che venisse alla luce la verità su quel personaggio e i meriti erano legati alla generosa beneficienza elargita negli anni. «Basta onorificenze facili», fu la parola d’ordine in Segreteria di Stato e da allora i controlli sulle onorificenze sono più stretti.
Ben più grave il caso della Ploumen: qui si sa benissimo quali sono le battaglie “civili” che il ministro olandese porta avanti, non si sa invece quali meriti gli riconosca la Santa Sede; oltretutto non è stato neanche interpellato il cardinale olandese Ejik, che ha tenuto a sottolinearlo con un comunicato pubblicato il 15 gennaio. Il comunicato vaticano – che mente e non spiega – è dunque scandaloso quanto l’assegnazione dell’onorificenza.
Comincia a essere ormai chiaro che nelle alte sfere vaticane c’è chi sta approfittando di questo pontificato per portare avanti agende che nulla hanno a che vedere con il magistero della Chiesa cattolica. Sulla questione aborto, bisogna riconoscere che papa Francesco nelle parole è sempre stato molto chiaro, anche se non interviene a influenzare il dibattito politico sul tema, come fa invece su altri argomenti: «L’aborto è un crimine, è un male assoluto», aveva detto ad esempio nella conferenza stampa di ritorno dal viaggio in Messico, il 18 febbraio 2016. Si è però contornato di personaggi che evidentemente cercano di portare la Chiesa su un’altra strada, dove la promozione dell’agenda Lgbt, con tanto di unioni gay, l’apertura alla contraccezione e l’occhio strizzato all’aborto marciano di pari passo.
È dunque ora, anzi è urgente, che ci sia un intervento chiaro del Papa che ponga fine a questa deriva, perché in questo caso - lo si voglia o meno - il silenzio diventa complicità.
Riccardo Cascioli

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