«Hegel osserva da qualche parte che tutti i grandi avvenimenti e i grandi personaggi della storia universale si presentano, per così dire, due volte. Ha dimenticato di aggiungere: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa».
Questa è la celebre battuta di Karl Marx (suggeritagli da Engels) nel "Diciotto Brumaio di Luigi Bonaparte".
Ma questa stessa parabola si può applicare anche al comunismo: la prima volta realizzatosi come tragedia, la seconda - almeno in Italia (che fu la sede del più grosso Pc d' occidente) - come farsa.
Questa è la celebre battuta di Karl Marx (suggeritagli da Engels) nel "Diciotto Brumaio di Luigi Bonaparte".
Ma questa stessa parabola si può applicare anche al comunismo: la prima volta realizzatosi come tragedia, la seconda - almeno in Italia (che fu la sede del più grosso Pc d' occidente) - come farsa.
È il film che è andato in scena da noi dal 1990 ad oggi quando - cambiati d' abito in fretta e furia per il crollo dei regimi dell' Est - i comunisti italiani si sono presentati - in un baleno - come gli "affidabilissimi" gestori della globalizzazione finanziaria clintoniana (che passava attraverso l' euro e l' Unione Europea): l' estrema e più dura incarnazione del turbocapitalismo, quello che Giulio Tremonti ha ribattezzato "mercatismo".
Una stupefacente reincarnazione - questa dei comunisti italiani - che è stata descritta precisamente nel libro di Paolo Borgognone, "L' immagine sinistra della globalizzazione".
Oggi sarebbe impietoso infierire sull' ultimo episodio della farsa quello che vede gli eredi del Pci presentarsi alle elezioni del 4 marzo gli uni contro gli altri armati: quelli rimasti nel Pd renziano, quelli fuoriusciti per fare secco il Pd renziano con "Liberi e uguali" di D' Alema e Bersani (che si presentano dietro al magistrato Grasso) e diverse altre magre listarelle comuniste contro tutti gli altri ex Pci.
La parabola - Ma la stessa parabola si applica al cosiddetto "cattolicesimo politico". Quando don Luigi Sturzo fondò il Partito popolare nel 1919, Antonio Gramsci si lanciò in una previsione: «Il cattolicesimo democratico fa ciò che il socialismo non potrebbe: amalgama, ordina, vivifica e si suicida».
Andò esattamente a rovescio.
Andò esattamente a rovescio.
Dopo il fascismo il partito cattolico mise al tappeto il Partito comunista e lo tenne all' opposizione per più di quarant' anni.
Ma è vero che la Dc alla fine si suicidò (questa è la tragedia) negli anni di Tangentopoli. Ed è vero che subito dopo si replicò in una versione surreale, quella ulivista-margheritina che aveva lo scopo di legittimare proprio i post-comunisti, riciclati, accompagnandoli dentro i Palazzi del potere dopo che erano stati sconfitti dalla storia. È l' epoca di Prodi e dei vari Ulivi fino al Pd.
Ma è vero che la Dc alla fine si suicidò (questa è la tragedia) negli anni di Tangentopoli. Ed è vero che subito dopo si replicò in una versione surreale, quella ulivista-margheritina che aveva lo scopo di legittimare proprio i post-comunisti, riciclati, accompagnandoli dentro i Palazzi del potere dopo che erano stati sconfitti dalla storia. È l' epoca di Prodi e dei vari Ulivi fino al Pd.
Il "prodismo" era stato lungamente incubato dentro al mondo cattolico e dentro la Dc, da correnti ideologiche filosinistra, come racconta Gianni Baget Bozzo nel libro "L' intreccio. Cattolici e comunisti 1945-2004".
Una delle ultime - e davvero risibili - incarnazioni di quel mondo catto-democristiano filosinistra è rappresentata da un vecchio uomo di partito (Dc) e d' apparato partitocratico come Bruno Tabacci che ha fornito la scialuppa di salvataggio - nientemeno - ai Radicali di Emma Bonino per potersi presentare alle elezioni del 4 marzo.
Qua - con buona pace di Hegel e di Marx - sembra si sia andati ben oltre la farsa perché non si può nemmeno immaginare cosa avrebbero detto De Gasperi e Sturzo di questa grottesca parodia "democristiana" che va a "miracolare" gli abortisti della Bonino.
Il simbolo - Peraltro Tabacci è il simbolo di ciò che un tempo i Radicali di Pannella dicevano di aborrire e combattere: la "partitocrazia". È stato già Dc al potere nella prima repubblica, poi Ccd e Udc col centrodestra di Berlusconi, poi in varie altre listarelle, quindi assessore nella giunta Pisapia (di Rifondazione comunista), candidato alle europee per Scelta europea, infine con Campo progressista di Pisapia.
Pure la Bonino del resto non scherza. Ha come unica costante quella di essere candidata sempre e a tutto. Ma forse la trovata di Tabacci, eterogenesi dei fini dei cattoprogressisti, una spiegazione ce l' ha, infatti la lista radicale "più Europa" significa "più tasse, più immigrati, più burocrazia UE, più diktat tedeschi".
E non dimentichiamo che la Bonino è stata l' unico politico italiano, con Giorgio Napolitano, ad aver avuto l' apprezzamento pubblico di Bergoglio, il grande demolitore della tradizione cattolica. Perciò nei tempi farseschi che viviamo in Italia era doveroso avere la lista "Bonino-Bergoglio-Tabacci".
di Antonio Socci
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