ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 5 febbraio 2018

Ci vuole altro per capire.!

Bergoglio: l’ anti-Benedetto?

Non siamo più abituati, da tempo, agli antipapi. Eppure nella Chiesa sono esistiti. Ci sono stati anche momenti in cui dei papi hanno scomunicato dei santi, come sant’Atanasio, portando la Chiesa sul limite del baratro. In altri momenti abbiamo avuto tre papi contemporaneamente.
E oggi?
Abbiamo un papa e un papa emerito. Evidentemente all’opposto, su tutto. Non solo nel metodo (teologico, riservato, colto, il primo, Benedetto; politico, mediatico, per nulla versato in teologia, il secondo), o nell’arte del governo, ma anche nella sostanza.
Vediamo qualche aspetto di questa discontinuità assoluta.
Essa è evidente per esempio nella scelta delle persone.
I primi atti di Bergoglio sono stati defenestrare i cardinali più vicini a Benedetto: il cardinal R. Burke, che era stato il consigliere principale di Benedetto per l’America, è stato prima rimosso dall’incarico prestigioso che ricopriva, poi ulteriormente messo all’angolo nella questione dei cavalieri di Malta.
Tre gli amici più intimi, tra i tedeschi, di Benedetto: Meisner, Mueller, Brandmueller; uno il suo più accerrimo oppositore, Kasper.
Ebbene Bergoglio non solo ha indicato sin dal principio Kasper come il suo nume, ma ha congedato Mueller senza alcuna remora dall’incarico di prefetto della Congregazione per la dottrina delle fede, attribuitogli da Benedetto, dopo averlo ignorato per anni. Quanto agli altri due non si è degnato mai nè di rispondere ai loro Dubia, nè di ricevergli (qui la risposta di Mueller: http://www.libertaepersona.org/wordpress/2017/08/il-cardinale-gerhard-muller-il-magistero-del-papa-non-ha-lautorita-di-correggere-gesu-cristo/). Neppure una parola neppure per il cardinal Carlo Caffarra, teolgoo morale di fiducia sia di Giovanni Paolo II che di Bendetto stesso.
Benedetto, con grande signorilità, ha sempre taciuto, ma per la morte di Meisner ha parlato molto chiaro ( http://www.libertaepersona.org/wordpress/2017/07/la-barca-della-chiesa-sta-per-capovolgersi-parola-di-benedetto-xvi/).
Un altro elemento di discontinuità evidente riguarda i  principi non negoziabili.
Benedetto li ha citati e spiegati durante tutto il suo pontificato, accompagnando la predicazione con l’azione (ha sostenuto, per esempio, il Family day del 2005, ed ha parlato più volte alto e forte proprio in occasione di fatti concreti, come l’uccisione di Eluana Englaro). Bergoglio si è sempre rifiutato persino di utilizzare l’espressione “principi non negoziabili”; di più, in un’ intervista all’inizio del pontificato, ad Andrea Tornielli, ha dichiarato di non capirne il senso. E in effetti, molto coerentemente, non ha mai detto una parola: nè al momento dell’introduzione dei matrimoni gay in Irlanda e in Germania, nè in occasione delle unioni civili in Italia; non si è neppure degnato di salutare nessuno dei due Family day. Ha invece mostrato sempre grande simpatia per i più accerimi nemici, in politica, dei principi non negoziabili: Marco Pannella, Emma Bonino, Eugenio Scalfari... Per non parlare poi di Amoris laetitia, che contraddice sia Veritatis splendor che Familiaris consortio, o dello spazio dato ai sostenitori del mondo LGBT nella Chiesa (http://www.lanuovabq.it/it/articoli-l-irresistibile-ascesa-della-lobby-gay-20439.htm).
Un altro esempio di discontinuità sta nel modo di intendere l’ecumenismo. Sarebbe lungo approfondire questo passaggio, ma mentre Benedetto ha fatto entrare sacerdoti anglicani nella Chiesa cattolica (riportando all’unico ovile), Bergoglio ha elogiato a più riprese l’eretico e scomunicato Martin Lutero, l’uomo che divise e lacerò la Chiesa e l’Europa.
Dal blog di Andrea Tornielli, 2009, 2010
Il quinto esempio che si può fare, per approfondire l’opposizione radicale di Bergoglio a Benedetto è la liturgia. Per tutta la sua vita Ratzinger ha sottolineato che con la riforma liturgica del post concilio era successo qualcosa di drammatico, buttando a mare il gregoriano, gli altari ad oriente, secoli di preghiere ed inni (contro il volere ed il mandato del Concilio Vaticano II). Per tutta la vita Ratzinger ha invocato una riforma della riforma, e dieci anni fa esatti, nel 2007, con il Motu proprio Summorum Pontificum, ha ridato piena cittadinanza, nella chiesa, alla liturgia latina, invitando tutti a rispettare la sensibilità dei fedeli amanti del rito tridentino, e nello stesso tempo tutti i sacerdoti a celebrare nelle due forme, affinchè l’una arricchisse l’altra.
Ebbene qualche mese fa Bergoglio – che ha sta facendo di tutto per mettere all’angolo il cardinal Robert Sarah, prefetto della Congregazione per il culto divino verso cui Benedetto ha espresso per iscritto la sua ammirazione nella prefazione all’ultimo libro del presule – ha parlato di liturgia: non una citazione per il papa più liturgico degli ultimi 50 anni, Benedetto stesso; non un cenno alla riforma della riforma; non un cenno al Motu proprio scritto da Bendetto esattamente dieci anni fa! (http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/08/29/liturgia-la-controrelazione-del-cardinale-sarah/)
C’è bisogno di altro per dire che Bergoglio è l’anti-papa Benedetto?
Ci vuole altro per capire perchè, mentre i media laici, ex comunisti, applaudono Bergoglio, i cattolici, sempre più numerosi, non lo apprezzano affatto, e rimpiangono Benedetto, la sua fede, la sua cultura, la sua mitezza, il suo tatto?

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