Avrei voluto commentare e condividere con i lettori di Stilum Curiae le parole del Pontefice ai gesuiti dell’America Latina che padre Antonio Spadaro ha pubblicato in esclusiva sul Corriere della Sera. Come sempre, maiora premunt, e come sa chi legge Stilum Curiae cerco, nei limiti del possibile, di postare un solo articolo al giorno. Così mi trovo adesso a farvi partecipi di qualche pensiero, relativo alla parte del colloquio che riguarda direttamente l’informazione.
Diceva il Pontefice:
<Per salute mentale io non leggo i siti internet di questa cosiddetta “resistenza”. So chi sono, conosco i gruppi, ma non li leggo, semplicemente per mia salute mentale. Se c’è qualcosa di molto serio, me ne informano perché lo sappia. È un dispiacere, ma bisogna andare avanti. Quando percepisco resistenze, cerco di dialogare, quando il dialogo è possibile; ma alcune resistenze vengono da persone che credono di possedere la vera dottrina e ti accusano di essere eretico. Quando in queste persone, per quel che dicono o scrivono, non trovo bontà spirituale, io semplicemente prego per loro. Provo dispiacere, ma non mi soffermo su questo sentimento per igiene mentale>.
Sul dialogo credo sia meglio, caritatevolmente, non soffermarsi. La storia dei Dubia, delle lettere personali, di cardinali e vescovi, e la vicenda di persone come mons. Ricardo Livieres Plano, cacciato da Ciudad del Este senza aver potuto incontrare il papa, nonostante le ripetute richieste, non avvalorano le parole del Pontefice. Ci sembra di non sbagliare se le consideriamo una formula quasi dovuta, un noblesse oblige, e poco più.
È interessante invece il riferimento ai siti internet e ai blog. È un riconoscimento del fatto che i media mainstream hanno un ruolo debolmente critico nei confronti dell’istituzione, a differenza di quanto accadeva con Benedetto XVI. Un elemento, quello della simpatia mediatica di cui gode il Pontefice molto interessante e che meriterebbe di essere analizzato in dettaglio, esaminando anche le singole testate e i singoli giornalisti. È evidente però che il ruolo di contro-informazione viene svolto in maniera quasi totale dai blog e dai siti internet. E in un periodo così evidentemente drammatico per la vita della Chiesa, è un compito vitale e importante, con buona pace della salute (igiene) mentale delle persone coinvolte.
Ora, è vero che sono legione quelli che considerano il papa eretico? Leggendo parecchi di questi commentatori, direi proprio di no. Se ci sono, sono una minoranza. Ma è vero che molti sono critici dei gesti di governo del Pontefice, del suo stile di ministero, della discrepanza fra alcune – non frequenti, ma chiare – affermazioni di principio su temi sensibili e la scelta di persone che nei fatti e nelle azioni smentiscono o rendono vacue le enunciazioni di principio. “Como habla lindo Bergoglio!” dicevano a Buenos Aires, salvo poi vedere tradite le parole dalle scelte fattuali.
Sappiamo, per sua stessa ammissione, che il Pontefice legge soprattutto il giornale punta di lancia della sinistra libertario-individualista-mondialista italiana. Certo, lì non ne troverà di critiche. Ma il sospetto – avendo studiato un poco la storia umana e da arcivescovo del Pontefice – è che non siano le accuse eventuali e rare di eresia, che non vuole ascoltare. Sono proprio le critiche tout court che gli danno fastidio, come accade a certi tipi di personalità, ed è per questo che, onestamente, parla di salute mentale. Certo è più facile – e in questo i corifanti di cui è circondato lo aiutano – squalificare in partenza le voci non omologate sotto un’etichetta che sia di stigma. Umilmente, possiamo darle un consiglio, Santità? Li legga, li legga, questi blog! Senza paura! Vedrà che a costo di qualche ulteriore disequilibrio ne troverà giovamento.
Gli abusi, Barros e le improvvise grida di battaglia.
Dopo il caso Barros, di cui ci siamo occupati qualche giorno fa, il tema abusi ha vissuto accelerazioni mediatiche continue. Il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede si è premurato di informare che il Pontefice riceve frequentemente vittime di abusi da parte di ecclesiastici. La commissione vaticana sugli abusi è stata riattivata, con la conferma di alcuni membri e l’immissione di nove nuovi membri, e la presidenza è stata di nuovo affidata al cardinale di Boston Sean O’Malley, che aveva espresso le sue critiche alle parole del Pontefice sulle vittime di Karadima.
E dei giorni scorsi c’è la riapertura del caso di Ponticelli. Come leggiamo su Il Mattino: “In Vaticano si riapre il caso del prete di Ponticelli accusato di pedofilia. Papa Francesco ha richiesto «ulteriori e immediati» accertamenti. Vuole vederci chiaro. Vuole capire se le indagini svolte durante questi anni dalla diocesi di Napoli e, in seguito, dalle autorità competenti vaticane, relative alle accuse di abusi ai danni di alcuni bambini, e terminate nel 2016 con un’archiviazione, siano state fatte o meno accuratamente. Vuol capire se la procedura investigativa sia stata adeguatamente rispettata in tutte le fasi previste. Vuole che sia illuminato ogni singolo aspetto ancora oscuro della complessa vicenda. Dopo il racconto inquietante di una presunta ulteriore vittima di abusi, recentemente affiorato dal silenzio dopo anni, Bergoglio ha sollecitato le strutture d’Oltretevere ad attivarsi in base alle nuove «evidenze», e ad approfondire il dossier, per verificare se il caso non sia stato chiuso un po’ troppo frettolosamente dalla diocesi napoletana. Il Papa vuole capire che cosa esattamente, a suo tempo, abbia indotto chi investigava ad interrompere le inchieste e disporre l’archiviazione”.
La sensazione è che si voglia cancellare la pessima impressione lasciata dal viaggio in Cile, una visita segnata profondamente dal caso Karadima/Barros con una raffica di notizie battagliere, tese a dimostrare quanto il Pontefice è ardente in questa battaglia…Anche se la nomina del cardinale Mahony, ex di Los Angeles, a suo rappresentante a Stranton, nella messa che celebra i 150 anni dell’arcidiocesi è sembrata una nota discordante. Mahony è stato “liberato” da ogni incarico a Los Angeles nel 2013, in seguito alle accuse di aver fatto poco o niente per impedire abusi dei suoi preti dal 1985 in poi. Purtroppo come Danneels, e come Murphy o’Connor, anch’essi toccati dal problema di, diciamo così, una scarsa sensibilità agli abusi, fa parte del cerchio di consglieri papali. Contraddizioni.
Ancora sulle critiche. Giannizzeri in azione.
E per tornare alle critiche, bisogna dire che il cerchio di consiglieri mediatici e spin doctors sui mass media del Pontefice, laici e ecclesiastici, non riposano mai. Casualmente girando su twitter abbiamo trovato un paio di cosette che vi offriamo. La prima è di Austen Ivereigh, già uomo stampa del card. Murphy O’Connor, grande amico e consigliori del Pontefice.
Riporta un tweet del Tablet, in cui si dice: “Papa Francesco ha criticato quelli che fanno accuse di eresia e credono di possedere la ‘vera dottrina’ della Chiesa, dichiarando che non è possibile dialogare con loro”. Come abbiamo visto, il Pontefice si riferiva ai blog e ai siti internet. Ivereigh però ne sa di più, della “pensée profonde” del Pontefice, e commenta: “Il papa risponde ai Dubia: ‘Quando non posso vedere bontà spirituale in quello che quelle persone dicono o scrivono, semplicemente prego per loro”.
Sempre giracchiando su Twitter, troviamo un’altra perla, in cui addirittura si chiede la testa di un ottimo collega, Raymond Arroyo, della catena televisiva EWTN. In un tweet il collega Eward Pentin, del National Catholic Register, scriveva: “Robert Royal e Gerald Murray dissezionano il discorso di Antonio Spadaro a Georgetown, l’approccio del Vaticano alla Cina e i seminari del cardinale Cupich su Amoris Laetitia con Raymond Arroyo”. Commentava Tony Annett: “Non fate errori, questi attacchi ad Antonio Spadaro e il cardinale Cupich rappresentano una ‘guerra totale’ a papa Francesco. È tempo di interdire EWTN finché non si sbarazzi di Raymond Arroyo”. Dialogo e misericordia a go go, come al solito da quelle parti…usque tandem, Domine?
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