ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 23 febbraio 2018

L’eresia eretta a sistema

Mancuso & co: quanti "bravi" cattolici celebrano l'eresia

In Provincia di Biella va in scena il Festival dell'eresia. Ci sono anche molti cattolici à la page e della rottura: dall'ex prete Franco Barbero a Vito Mancuso, cui non fa problema andare a parlare nelle parrocchie. E don Ciotti fa il testimonial: "Siate eretici". Obiettivo? Combattere la dottrina con l'eresia. Che una volta veniva vista come la peste, per evitare la dannazione eterna. Oggi invece è eretta a sistema, celebrata e finanziata coi soldi pubblici.



A forza di “farlo strano” hanno finito con l’ammettere loro stessi di essere eretici. A Biella va in scena il Festival dell’eresia. Logico. In un mondo in cui ormai l’eresia è eretta a sistema, complice la scientifica ignoranza e manomissione di molti cattolici delle verità principali della fede, di un festival che celebrasse la ribellione più pericolosa per un battezzato, assieme all’apostasia, ce n’era proprio bisogno.


E, sia chiaro, non è detto con ironia, dato che effettivamente un luogo in cui dare rifugio e legittimità ai tanti eretici mascherati da liberi pensatori nella Chiesa ci vorrebbe proprio. Eccolo: il posto è quello degli eretici. Insomma, se lo dicono da soli.

E proprio la location scelta non è casuale. Siamo a Trivero. “Trivero è il luogo dove 710 anni fa, fra Dolcino, uno degli eretici più conosciuti, ricordato anche da Dante Alighieri nell’Inferno, fu sconfitto, dopo un lungo assedio e una cruenta battaglia, dalle truppe guidate dal Vescovo di Vercelli e successivamente condannato al rogo per eresia dalla Santa Inquisizione”. Insomma: non basta la condanna di Dante, qua bisogna riabilitarlo.

L’unico problema è che l’iniziativa, che si svolgerà in provincia di Biella dal 15 al 17 marzo, avrà come protagonisti, per temi e per ospiti, anche diversi cattolici, persino teologi, che non mancano di essere presenti nei salotti, nelle tv e persino nelle parrocchie, in veste proprio di cattolici col bollino blu.

Ad esempio c’è Vito Mancuso, che, partendo dalla tribuna di Repubblica è diventato uno dei maitre a penser più ascoltati da un certo mondo cattolico che strizza l’occhio al mondo. I suoi libri, le sue conferenze e le sue prese di posizione sono modelli in molte parrocchie. Singolare dunque che sia egli stesso a fregiarsi di partecipare ad un convegno che celebra il sistema dell’eresia, lui che, professandosi cattolico e comunque anche solo in virtù del suo battesimo, l’eresia dovrebbe combatterla.

Invece Mancuso ci sarà e parlerà del pensiero libero, parolone che vuol dir tutto e niente, ma intanto l’importante è dirlo. Mancuso viene presentato come teologo, ma già sappiamo che il titolo vale poco. Come per i cuochi: ci sono quelli a tre stelle Michelin e quelli da cucine da incubo. Infatti è stato invitato principalmente per questo: “Il suo pensiero è oggetto di discussioni e polemiche per le posizioni non sempre allineate con le gerarchie ecclesiastiche”.

Ecco risolto l’arcano: al Festival dell’eresia per partecipare bisogna essere contro la dottrina.

Ma il senso della kermesse è proprio quello del sulfureo rovesciamento delle verità: una volta il cristiano rifuggiva dall’idea stessa dell’eresia perché l’eresia, dice il Catechismo è il rifiuto ostinato di una verità di fede. Perché sapeva che avrebbe portato dritto dritto alla dannazione eterna. Oggi invece è celebrata con tanto di contributo dell’assessorato e benedetta da alcuni sacerdoti.

Infatti ci sarà anche Franco Barbero, ormai più presente nei salotti tv come opinion leader del cattolicesimo de la rupture e della ribellione che come sacerdote dato che dal 2003 quel “cattivone” del cardinal Ratzinger lo ridusse allo stato laicale. Però, invece di restare in penitenza, adesso è libero di girare questo e quel convegno nel presentare un cattolicesimo migliore: il suo. Parlerà di “eresie ieri e oggi” e già immaginiamo il taglio entusiastico.

C’è un filo rosso e guarda caso, tra i tanti ospiti non propriamente cattolici, i cattolici fanno sempre la parte del leone. Pur non essendo presente, a don Luigi Ciotti è stato affidato l’onusto incarico di essere il padrino della kermesse e di aver lanciato in un certo senso il claim: “Siate eretici perché eretico è colui che sceglie”. Infatti, l’idea dell’eresia come scelta e scelta della verità (quale?) è declinata dagli organizzatori in vari modi e mentre questi si dicono onorati che il prete antimafia abbia autorizzato ad utilizzare il suo manifesto dell’eresia, il programma non poteva non indicare un modello di santità.

Qui si è pensato a don Lorenzo Milani. Il Papa recentemente lo ha “riabilitato” pregando sulla sua tomba, a Trivero verrà indicato come modello di santità eretica. L’incontro infatti, chiamato “l’eretico di Barbiana” vedrà la presenza anche di un sacerdote, don Dario Marchiori.

Curioso che cattolici battezzati si vantino di propagare le “virtù” dell’eresia, ossimoro che da solo dovrebbe spaventare. Ma non di questi tempi. Ma sarebbe innocuo se questi restassero limitati nei cantucci concessi da iniziative come queste, ancorché pagate con soldi pubblici. E invece no. Perché questi pensatori sono gli stessi che con il ditino puntato e il predicozzo facile, sono i primi a darsi arie da cattolici veri quando pretendono di indottrinare il popolo.

Scelgono la verità come recita lo slogan? Non propriamente. Diciamo che la espugnano, se ne impossessano e la conquistano. Eresia deriva sì dal greco αιρέω, che però ha in “scegliere” un significato soltanto secondario e conseguente al primo.

Il primo significato è infatti prendere, afferrare, ridurre in proprio potere, espugnare, impadronirsi, sedurre e infine preferire. Infatti il sostantivo derivato αίρεσις significa presa, conquista e soltanto successivamente scelta e setta. L’eretico dunque non è come vogliono far credere don Ciotti & co colui che ha scelto la verità, ma colui che si è impossessato della verità quasi espugnandola e riducendola sotto il suo controllo: ha scelto in sostanza di mettere sotto i propri piedi la verità.

Invece la verità non la si conquista, ma la si incontra in un Dio fattosi uomo. E quell’Uomo non partecipava ai festival per spacciare una falsa verità, attribuendo alla parola eresia una valenza positiva e innocente che non può mai avere. 

Andrea Zambrano

http://www.lanuovabq.it/it/mancuso-co-quanti-bravi-cattolici-celebrano-leresia

Emma Bonino: da abortista a paladina degli immigrati per “ripopolare l’italia”

Eccola la paladina degli oppressi, dei diseredati, dei poveri: Emma Bonino, con il suo caratteristico “Turbante di Soros“, ovvero il misterioso copricapo che la contraddistingue da diverso tempo.
La Bonino, ovviamente intende difendere solamente gli immigrati, mentre degli italiani se ne è occupata decisamente in passato, sterminandoli con lotte a favore dell’eutanasia e dell’aborto, tra le altre.
Ma ripercorriamo la grande amicizia con un altro simpatico personaggetto, il buon Soros, ebreo che si è salvato dallo sterminio nazista collaborando con questi ultimi, ovvero fornendogli i nomi e  i nascondigli delle proprietà dei suoi correligionari.
Con un curriculum del genere appare chiaro che i due personaggi sono destinati ad una profonda amicizia.
L’account twitter della nostra cara amica ci può dire molto in proposito, anche se frugarci dentro è una fatica pazzesca. La galassia del “Politicamente corretto” (i maledetti Picoret del cazzo, come li chiamano i miei amici di OraZero). Per maggiori ragguagli sul delizioso sodalizio tra la Bonino e Soros vi lascio all’articolo de il Primato Nazionale, che ha svolto una efficace ricerca sull’argomento (1). Ma ricapitoliamo le vari fasi della lotta politica della Bonino:
1) battaglia per il divorzio: Fatto
2) battaglia per l’aborto: Fatto
3) battaglia per la liberalizzazione delle droghe, presumibilmente leggere: ancora no, ma la finestra di Overton (2) ci insegna che presto ci riuscirà
4) femminismo – se con quello intendiamo permettere che quattro malate di mente abbiano voce -mentre il potere rimane saldamente in mano ai maschi: Fatto
(5) accettazione della teoria gender: in corso la fase finale
In particolare, per inquadrare bene il soggetto riportiamo un estratto di una sua intervista, rilasciata nel 1976 a Neera Fallaci (sorella della più famosa Oriana) (3):
«Volendo fare le cose ad arte, si usa l’aspiratore elettrico a cui mediante un tubo si attacca la cannula di Karman in plastica trasparente. Senonché l’aspiratore elettrico costa un mucchio di quattrini – mi pare 400 mila lire – a parte che pesa trasportarlo per fare aborti nelle case. Per risparmiare usiamo un’attrezzatura per l’aspirazione più rudimentale, ma che funziona benissimo lo stesso. Prima di tutto occorre un vaso, ermeticamente chiuso, dove si crea il vuoto e dove finisce il contenuto dell’utero che viene aspirato con la cannula. Io uso un barattolo da un chilo che aveva contenuto marmellata. Il barattolo viene chiuso con un tappo di gomma che ha tre fori: da un buco parte il tubo di gomma in cui si inserisce il gommino della pompa da bicicletta (con la valvola interna rovesciata per aspirare aria anziché immetterla); dal secondo buco parte il tubo di gomma in cui si inserisce la cannula Karman; nel terzo si mette il manometro, per controllare la pressione che si crea nel vaso con la pompa. (…) Alle donne non importa nulla che io usi un vaso acquistato in un negozio di sanitari: anzi, è un buon motivo per farsi quattro risate».
Insomma, nel 1976 ammise di aver contribuito a fare abortire oltre diecimila donne, usando una pompa da bicicletta. Meritava tanti anni di galera solo per esercizio abusivo della commissione medica, oltre che per quello che ai tempi era tecnicamente un omicidio.
E tecnicamente lo è ancora per la chiesa cattolica. Ma papa Bergoglio (scritto volutamente con la minuscola) la pensa diversamente.
Anzi, nel 2016 il papa dichiara pubblicamente che la Bonino e Napolitano sono “tra i grandi dell’Italia di oggi” (4). Teoricamente il papa dovrebbe essere cristiano, e propugnare i valori della famiglia, della vita e della purezza, e osteggiare una creatura che si è dedicata con ogni suo respiro alla distruzione dei valori cattolici. Dovrebbe segnarsi, sputare per terra, e chiamare un esorcista al solo vedere la Bonino, invece…
Ma la Bonino è “buona” dato che preferisce agli italiani –  che vuole prima abortiti da piccoli e poi  eutanasizzati da vecchi – i negri
di merda. Beh, almeno sappiamo bene chi è il nemico, adesso. La Bonino, miracolosamente guarita da un tumore ai polmoni (
l’erba cattiva non muore mai) ha ancora molte frecce al suo arco, e tante belle battaglie che svolge con il suo micropartito alleatosi con il PD. Vuole la sanatoria per i migranti, che non si possono riportare a casa “perchè non hanno documenti“.  Se non hanno documenti sono clandestini, cazzo! (5) E vanno allontanati dal paese con qualsiasi mezzo.
E inoltre occorre “ridurre il debito”. Ho capito! Gli italiani son lenti a crepare e troppo pochi accedono all’eutanasia di stato, sti poltroni… Bisogna farli morire di fame e di malattia, così possono arrivare più
negri migranti.

by Nuke di www.liberticida.altervista.org e www.orazero.org

P.S. scusate i toni, ma la Bonino mi fa veramente incazzare. Ovviamente non son neanche cattolico, volevo solo stigmatizzare una leggera dissonanza tra la Bonino e il comportamento del papa nei suoi confronti.
(1) https://www.ilprimatonazionale.it/politica/emma-bonino-e-george-soros-una-lunga-luna-di-miele-sulla-pelle-dei-popoli-78213/#_ftn1
(2) https://www.avvenire.it/attualita/pagine/prolusione-bagnasco-citazione-finestra-di-overton
(3) https://books.google.it/books?id=VhFADwAAQBAJ&pg=PT433&lpg=PT433&dq=10.141+aborti+clandestini&source=bl&ots=-9-c9Ue5RY&sig=aKNmdGzeYrradJmWc2h181R9Mtg&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwixhqC_sN3YAhXExqQKHRVkB4oQ6AEINTAC#v=onepage&q=10.141%20aborti%20clandestini&f=false
(4)https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/02/08/papa-francesco-napolitano-e-bonino-tra-i-grandi-dellitalia-di-oggi-con-loro-sindaco-di-lampedusa-giusy-nicolini/2442697/
(5) http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13310999/emma-bonino-bisogna-fare-sanatoria-per-immigrati-irregolari-che-lavorano.html

Di Nuke The Whales , il 134 Comment
“La proposta di ‘decostruire’ il concetto di Eucaristia di Lafont riproposto da Andrea Grillo” di Finan Di Lindisfarne
[Stasera parliamo di masturbazione mentale.
Mi duole molto se l’esimio teologo dovesse offendersi a queste mie parole che hanno un certo accento volgare.
Ma non riesco a collocare in alcun settore dello scibile, se non in quello che ho citato, i vani e fuorvianti ragionamenti espressi da Gh. Lafont e ripresi dal dotto Andrea.
Autorizzo qualsiasi blog e sito amico a riprendere il mio articolo e a togliere questo paragone, se urta le coscienze.]
L’incipit di Grillo che ci prepara ai ‘grandi concetti’ espressi da Lafont (de ‘sti ragiunament’, n.d.r.), dichiara:
Il secondo intervento di Gh. Lafont, all’interno del confronto di questo blog, identifica lo spazio per una nuova teologia eucaristica in una “decostruzione” della teologia classicaper liberarla da una 
lettura troppo segnata da una interpretazione del sacramento dell’altare come “rimedio al peccato”. 
Una “eucaristia in Paradiso” diventa la provocazione ad unarisistemazione del sapere classico sulla comunione, sul sacramento e sul sacrificio. Che non va affatto perduto, ma può essere conservato solo al costo di un profondo e illuminante ripensamento.
La prima parte del testo rievoca la Genesi per approdare a una riflessione pesantemente ambigua.
Se l’autore avesse da ridire sulla mia interpretazione, consiglio il buon vecchio consiglio nei temi dei maestri delle elementari: sii più chiaro.
Ma forse come sempre l’ingrediente è la nebbia.
Leggiamo per capire.
Se riprendiamo l’insieme di questa descrizione della creazione, la vediamo segnata da una immensa generosità. 
Diremo che è “paradisiaca”: è vero, e questo paradiso viene da Dio. Ma resta il fatto che in questo dono armonioso rimane un duplice “punto cieco”, un “buco nero” che si manifesta a livello del nutrimento. 
Dio dona il cibo largamente, ma non in maniera illimitata: il cibo permesso è circondato dal cibo vietato, in modo che quando l’uomo e la donna mangiano ciò che è germogliato nel loro giordino, nello stesso tempo 
mettono in opera la loro signoria sulla terra e riconoscono e accettano la parola di Dio. Questa azione naturale del nutrirsi è quindi anche “azione simbolica”, essa esprime un ascolto e una obbedienza. Questo 
“punto cieco” tocca poi anche Dio stesso: il suo comandamento, che ha definito per l’uomo uno spazio di libertà, lascia Dio disarmato davanti all’uso di questa libertà; se l’uomo la trasgredisse, Dio nulla potrebbe e patirebbe il rifiuto della parola! Certo, Dio è onnipotente, ma è una onnipotenza che parla, e che dunque dipende da una risposta.
In questo senso, ogni cibo assunto dall’uomo e dalla donna nel paradiso può essere detto “eucaristia” (quindi anche il frutto proibito???n.d.r.), ossia riconoscimento e azione di grazie a Dio che dona e che vieta, lode dell’identità divina e “sacrificio”, ossia accettazione e offerta di un limite posto dalla Parola di Dio.
Senza dubbio la tentazione era necessaria per permettere all’uomo e alla donna di fare del loro pasto un “sacrificio spirituale”. La tentazione in effetti divide e oppone ciò che era unito. Satana si rivolge a un solo membro della coppia, propone una spiegazione che divide l’uomo da Dio: Dio sarebbe geloso, e quindi, disprezzando la sua parola, l’uomo potrebbe arrivare alla sua vera statura, quella di un dio. 
Dunque, parola contro parola, e qui l’uomo comprende che cos’è la sua libertà: dire con una azione l’identità che riconosce a Dio e a se stesso. Siamo sulla soglia della tragedia, che S. Agostino 
esprime in termini di amore: amore di Dio o amore di sé?
Per questo io penso che nell’Eden vi sia stata la proposta di una Eucaristia, “sacramento e sacrificio”, secondo i termini più classici: il cibo assunto, mentre nutre effettivamente, esprime anche un 
riconoscimento nel senso profondo di questo termine (sacramento) verso Dio e verso la sua parola; esso implica nello stesso tempo una offerta che comporta la rinuncia all’autonomia assoluta, per stabilire la comunione (sacrificio).
Dunque l’autore ci sta dicendo che Adamo ed Eva, mangiando il frutto proibito, hanno vissuto una sorta di Eucaristia, considerato il fatto che la tentazione di Satana era necessaria perchè facessero del
loro pasto un “sacrificio spirituale”?
Ci credete che ho dovuto rileggere tre volte per essere sicuro che l’autore volesse dire quello che ha, appunto, dichiarato?
Il che la dice lunga sulla chiarezza e lo spirito che sta nascosto sotto queste parole serpentine.
E ancora, nel seguente passaggio ‘illuminante’ l’autore sembra quasi ringraziare Satana. Grazie al Diaballo sentite cosa si è scoperto:
Si comprende allora che la tentazione di Satana non riguarda immediatamente l’atto da compiere (mangerà? non mangerà?), ma le due identità: quella di Dio (è giusto o ingannatore?) e quella dell’uomo 
(è o non è come un dio?). Lì dentro non vi è alcun peccato, ma il caso serio di uno scambio di parole. La decisione di fronte alla tentazione implica allora ciò che prima ho chiamato sacramento e 
sacrificio: mangiare o non mangiare significa e realizza la relazione tra le due identità, divina e umana; la verità delle due identità non si scopre se non mediante l’accettazione di un limite, quindi di una negazione. E il risultato di questo sacramento è la risposta alla domanda: chi è Dio? Chi è l’uomo? E l’instaurazione della vera relazione tra uomo e Dio. (Un pò complicato, che ne dite? n.d.r.)
E dopo questi voli pindarici, tra nessi che io non riesco a comprendere, ecco che l’autore ci presenta la sua ricetta:
Se tutto ciò che precede è giusto, si vede che vi è posto per una “nuova teologia eucaristica”, governata non dalla economia della riparazione del peccato, ma dalla considerazione del simbolismo costitutivo del Mistero di Dio in rapporto all’uomo(all’interno del quale certo si dovrà inserire il mistero della Redenzione). Si potrebbe immaginare che la impostazione da seguire debba essere allo stesso tempo una sorta di “decostruzione” della teologia classica e una “costruzione” della 
teologia nuova. Per decostruzione non intendo distruzione, maanalisi degli elementi, spiegazione della loro articolazione, identificazione dei benefici e denuncia delle insufficienze. (Avete capito qualcosa, lettori? n.d.r.) Ne potrebbe nascere, poco a poco, una ricostruzione sulla nuova base del simbolismo originario, ma che conservi, 
collocandoli diversamente, gli elementi della teologia classica.
Bene, quindi, vediamo se ho imparato bene la lezione di teologia.
Per una nuova teologia eucaristica occorre una visione governata NON DALL’ECONOMIA DELLA RIPARAZIONE DEL PECCATO
MA DAL SIMBOLISMO.
Ergo occorre una ‘decostruzione’ della teologia classica per costruire una teologia nuova.
Non distruzione ma analisi degli elementi. Teologia classica no, ma non del tutto, con simbolismo.
Beh, Grillo, se mi permetti preferisco guardarmi un film di Lino Banfi e continuare a considerare l’Eucaristia da sano ignorante così come la Chiesa mi ha sempre insegnato.
Non ti offenderai se considero i ragionamenti di Lafont appartenenti al campo della masturbazione mentale, vero?
O mi accuserai di essere un tradizionalista e ottuso?
Non è che per caso a Lafont sia capitato che “Dio confonde la mente di chi si fa sapiente”?
No, dico, giusto per buttartela lì.
Caro Andrea, preferisco la teologia del contadino.
Ho imparato nella mia vita molto dalle testimonianze di gente semplice, con la terza elementare, che però sapevano dialogare di teologia meglio di un teologo e sapevano spiegare la Transustanziazione pur non conoscendo nemmeno il termine.
Chissà, poi, a cosa servono tutti questi bei ragionamenti.
Perchè, onestamente, non ho capito a cosa devono portare.
Ah, no, aspetta.
All’intercomunione, alla Messa celebrata con i protestanti, ai preti sposati, alle benedizioni per i gay, alla comunione per gli adulteri e alla ‘decostruzione’ delle verità di Fede.
Che scemo, scusa, non ci ero arrivato.
Ora mi è chiaro, grazie.
Finan Di Lindisfarne

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