(Emmanuele Barbieri) «Manipolati, ridotti in schiavitù, costretti a mangiare sempre meno e a dare i loro averi ai capi dell’organizzazione: è questo che è toccato alle vittime della psico setta macrobiotica guidata da Mario Pianesi (il «maestro», famoso in tutto il mondo, che prometteva la cura a tutte le malattie attraverso un rigido regime alimentare)». Così Chiara Giannini, su Il Giornale del 15 marzo, presenta l’organizzazione guidata dal “guru” Mario Pianesi che, approfittando della debolezza psicologica di diversi soggetti, attraverso il rigido controllo dell’alimentazione e la negazione del mondo esterno, soprattutto medico, manipolava gli adepti, arrivando gradualmente a gestirne l’intera vita e a pretendere da loro donazioni di denaro. Le accuse della Procura di Ancona e di Forlì nei confronti di Mario Pianesi e dei suoi complici sono di associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù, maltrattamenti, lesioni aggravate ed evasione fiscale, ma vengono contestati loro anche reati di natura finanziaria per aver evaso il pagamento di imposte per centinaia di migliaia di euro. Oltre a Mario Pianesi, 73 anni, personaggio noto per i suoi rapporti di amicizia con Fidel Castro e Tara Gandhi (la nipote del Mahatma), sono sotto inchiesta la moglie Loredana Volpi e due responsabili della segreteria centrale dell’associazione Upm (Un punto macrobiotico), Giovanni Barniesi e Karl Xavier Wolfsgruber. Nessuno ha messo in rilievo che Loredana Volpi è la nipote di padre Fidenzio Volpi, il discusso cappuccino nominato, nel giugno 2013, commissario dell’Istituto dei Francescani dell’Immacolata, e morto in seguito ad un ictus il 7 giugno del 2015.
In due anni padre Volpi distrusse sistematicamente l’Istituto fondato da padre Manelli, suscitando proteste su innumerevoli testate e blog cattolici, in Italia e all’estero. Dopo la sua morte la nipote Loredana Volpi, con il consorte Mario Pianesi e il loro “consulente” Mario Castellano, hanno affermato che padre Volpi sarebbe stato vittima di questa pressione mediatica e addirittura assassinato. Queste accuse sono contenute in un pamphlet diffamatorio, oggi irreperibile, di Loredana Volpi e Mario Castellano, dal titolo Verità e giustizia per padre Fidenzio Volpi. Una oscura vicenda nel Pontificato di Papa Francesco
Il 18 luglio 2015, quando, dopo la morte di padre Volpi, la Santa Sede nominò al suo posto tre nuovi commissari, Vatican Insider pubblicizzò ampiamente la lettera che Loredana Volpi, il marito Mario Pianesi e Mario Castellano, inviarono ai tre nuovi commissari. I tre firmatari scrivevano che l’ostilità nei confronti di padre Volpi «risultava tanto più accanita quanto più fermo e deciso si dimostrava padre Volpi nel difendere, al punto di impersonarle, le grandi verità della nostra fede, riflesse nel magistero della Chiesa, espresso dai Sommi Pontefici e dai Concili». Verità a cui, gli autori della missiva insinuavano che i “tradizionalisti” si opponessero senza esclusione di mezzi. Più esplicitamente, nel loro opuscolo, Loredana Volpi e Mario Castellano hanno accusato i “nemici” di padre Volpi di averlo avvelenato (con un caffè latte all’arsenico), anche se coloro che erano materialmente vicini al Commissario e lo assistevano, non erano certo i Francescani dell’Immacolata “tradizionalisti”, ma i “novatori” che invece lo sostenevano.
Il 2 novembre 2017 il Giudice per le indagini Preliminari, dottor Fabrizio Gentili, ha respinto l’impugnazione da parte della signora Loredana Volpi, nipote del Religioso, dell’istanza di archiviazione proposta dal sostituto procuratore, dottor Attilio Pisani, riguardante l’ipotesi dell’omicidio di padre Volpi, con conseguenti responsabilità penali di ignoti. Sotto inchiesta della magistratura, invece, per tutt’altre ragioni, è finita proprio Loredana Volpi con il marito Mario Pianesi. (Emmanuele Barbieri)
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