Dalla Nouvelle Théologie alla teologia da metropolitana
Ma forse è più serio il gioco del Tris…
Dopo i recenti fatti legati al misterioso “biglietto” di Benedetto XVI, vedi qui, attraverso il quale si voleva dare dello “stolto a chi ritenesse Bergoglio teologicamente inferiore a Ratzinger“, e di conseguenza alla pessima figura di mons. Viganò e alla sua triste, disperata operazione di marketing miseramente fallita, vogliamo noi qui approfondire l’elemento della causa che sono, in verità l’oramai famosa collana di 11 volumetti – piccoletti – che non sono l’opera di papa Francesco, come qualche giornale mediatico ha avanzato in un primo momento, ma una sorta di “spiegazione” al suo magistero, ai sogni di una “sua chiesa” personalizzata.
Più la questione è complessa, più gli eretici, gli apostati ci sguazzano e perciò vi imploriamo, davvero, a fare ogni sforzo per comprendere la situazione. Qui cercheremo di facilitarvi l’apprendimento, ma per capire bene dovete leggere anche qui: Come la Chiesa cadde in mano ai neomodernisti, è solo la prima parte, ma molto utile per iniziare a capire i fatti e, quando parliamo di “nouvelle théologie“, parliamo di quel concetto di “NUOVO” attraverso il quale si è voluta sdoganare l’attuale apostasia ed eresia, vedere qui nell’elenco dei Dossier.
Dobbiamo tenere a mente che nel momento in cui si fa entrare il concetto di “novità” e di nuovo, si incorre immediatamente nel grave monito paolino (2Tim.4,1-5), si innesca quel: “Verrà giorno, infatti, in cui non si sopporterà più la sana dottrina, ma, per il prurito di udire qualcosa..“. Ed è evidente questo perché non esiste una teologia moderna, così come non esiste un Credo moderno, una liturgia più moderna, una prassi più moderna, un Catechismo più moderno, e quant’altro, senza cadere proprio in quella eresia che san Pio X condannò con il termine “Modernismo, la sintesi di tutte le eresie” del nostro tempo.
Ci opponiamo a questo concetto di “nuovo” perché Dio è sempre moderno, gli Apostoli sono sempre moderni, il Vangelo, la Scrittura è sempre moderna, i Padri della Chiesa sono sempre moderni, il concilio di Nicea come Trento, sono sempre moderni… esiste la teologia e basta, perché il Vangelo è sempre attuale, perché come affermiamo: Cristo è ieri, oggi e sempre, e sono le Membra, noi, che dobbiamo cambiare per conformarci al Cristo di sempre. Il contributo che i teologi possono e devono dare non è quello della modernità, inteso con tutti gli “ismi” del nostro tempo, ma della comprensione a ciò che ancora, della dottrina, non è del tutto comprensibile. Infatti, nel momento in cui facessimo diventare “magistero” ciò che si intende oggi per “nuovo”, gioco forza la stessa “nouvelle théologie” E’ VECCHIA... e bisogna allora adoperarsi per continuare ad inventare “cose nuove”.
E veniamo così al nocciolo della questione, assai chiara nel titolo che abbiamo voluto usare e che non è tutto nostro. La “nouvelle théologie” non basta più e a dimostrarcelo è proprio l’attuale pontificato che, nel suo magistero pasticciato, sta andando ben oltre gli “innovatores della nouvelle théologie” oppure, come pensiamo, stanno arrivando all’apice dell’applicazione di quello “spirito del concilio” ben denunciato come fatto grave da tutti i pontefici fino a Benedetto XVI. Bergoglio è l’uomo di fiducia per l’applicazione della “nouvelle théologie” ed anche oltre.
A confermare quanto stiamo dicendo è proprio questa piccola collana, fatta forse anche con troppa fretta, dalla editrice vaticana (LEV) che raccoglie, ed ecco la nuova novità, non più una “nouvelle théologie” ma siamo ora alla TEOLOGIA DA METROPOLITANA!
A dirlo è proprio il direttore della LEV in questa intervista dal SIR, quando afferma:
“Sono agili nel numero di pagine, affinché si possano leggere anche in metropolitana.”
No! Non ci siamo proprio. In metropolitana si possono leggere romanzi, gialli, i grandi classici, le vite dei Santi, ma non si possono leggere testi che dovrebbero impegnare il cuore e la mente per insegnare, ed imparare qualcosa. Per carità, tutto si può fare, ma parlando di TEOLOGIA non esiste una teologia spicciola senza penalizzarne il contenuto. A meno che, quella che si vuole spacciare per teologia non è tale, ma è più uno SCAMBIO DI IDEE teologiche, offerte come un passatempo (sulla metropolitana) per cercare di conoscere “il linguaggio, il pensiero e i gesti” di papa Francesco, come spiega il direttore della LEV.
In verità la collana raccoglie I SOGNI DI BERGOGLIO (basta leggere i titoli), come lui sogna una chiesa diversa e, questi Autori, tentano di spiegarlo, e ce ne sono voluti ben 11: un segnale di difficoltà o un segnale per dire – a chi non è d’accordo – che loro sono in tanti? Perciò sia chiaro, non c’è nulla di veramente teologico. Forse è più serio il gioco del Tris
La “nouvelle théologie” non è più sufficiente a garantire, ai fedeli, la comprensione di un pontefice, ora siamo alla SPOLIAZIONE definitiva della teologia, per la qual nuova lettura ed interpretazione, sono serviti ben 11 teologi (tutti modernisti) ognuno dei quali, ovviamente, esprime nella collana la sua idea e la sua opinione sul “pensiero di papa Francesco”. Non lo diciamo noi che non abbiamo letto i volumetti e neppure intendiamo leggerli (ci basta conoscere il curriculum modernista degli Autori, come vedremo a breve), in questo caso ci fidiamo dello stile con il quale Benedetto XVI ha dato forfè alla loro lettura!
La Teologia è la conoscenza di Dio, è “scienza di Dio”, leggerla, riflettere, meditare, e non si improvvisa dal giorno alla notte. Il concetto di “semplicità” qui, ha lo stesso spessore che è stato usato per distruggere LA LITURGIA. Semplifichiamola – dissero – così da venire incontro ai fedeli, AL POPOLO… con la superba pretesa di poter in qualche modo pensare di poter svelare il Mistero ivi contenuto, e farlo capire al PUEBLO! I gravi risvolti di queste semplificazioni, li conosciamo.
San Tommaso d’Aquino meditava e ruminava ogni giorno, tanto da infilare la testa nel Tabernacolo, per ricevere aiuto alla comprensione della Teologia… e quando gli fu concesso DI SAPERE, si arrestò dallo scrivere, riconoscendo che tutto il suo capolavoro della Summa Theogia, era nulla al confronto di ciò che il Signore gli aveva rivelato. Da quel momento non scrisse più nulla.
Oggi si pretende di facilitare l’accesso alla teologia non aiutando i fedeli, le persone ad impegnarsi con la mente e il cuore, ma impoverendo la teologia, spogliandola del tomismo, trasformandola in “letture metropolitane”… così come hanno impoverito la Liturgia e i Sacramenti.
Chi sono questi teologi scelti per l’iniziativa? Noi ve li indichiamo senza alcun commento aggiuntivo, lasciando a voi di giudicare i fatti e di pensare quanto sia stato illuminato, Benedetto XVI, nel non aver voluto leggere questa collana, e ribadendo che non l’avrebbe letta in futuro… a buon intenditor….
Una cosa è però curiosa: sembra il contraltare dello schema dei Dodici Apostoli, quelli veri, scelti da Gesù, lo stesso numero non è certo un caso, il 12° qui dovrebbe essere Bergoglio, l’ispiratore della collana.
. Jurgen Werbick: appassionato di teologia “contemporanea” (??), teologo cattolico tedesco modernista, allergico al tomismo;
. Don Lucio Casula: Docente di Teologia dogmatica presso la Facoltà Teologica della Sardegna, già autore di un libretto sulla “cristologia di papa Francesco”, con un nuovo concetto sul Cristo “oggi” (??);
. Peter Hünermann: ordinato sacerdote nel 1955 è un teologo cattolico tedesco modernista (infatti veste in giacca e cravatta), collaboratore della rivista Concilium, quella dalla quale Ratzinger si ritirò, dopo aver aperto gli occhi. Lui tratta il libretto dal titolo: “Uomini secondo Cristo, oggi“…. quindi il pensiero di Cristo “ieri” è superato? secondo Peter sì! Giudicate voi!
. Don Roberto Repole: è presbitero della diocesi di Torino, docente di teologia sistematica. Un autentico teologo modernista che vorrebbe “ripensare” il ruolo del vescovo e del presbiterio… con l’auspicio di una più marcata sinodalità… Non a caso, in questa collana, si dedicherà al desiderio di papa Francesco di volere una chiesa più evangelica che, tradotto in soldoni, è la comunità tipicamente pentecostale, come è sempre piaciuta a Bergoglio in Argentina;
. mons. Carlos Maria Galli: Membro della Commissione Teologica Internazionale, è altresì decano della Facoltà di teologia di Buenos Aires, della Pontificia università cattolica argentina, e presidente della Società argentina di teologia. Amico di Bergoglio da vecchia data è l’autore (e il suggeritore) della nuova pastorale urbana alla luce di Aparecida per il progetto missionario di papa Francesco, per il genere latinoamericano “Avanti popolo, alla riscossa”, o se vi è più chiaro Hasta la victoria siempre (“Sempre fino alla vittoria”);
. Padre Santiago Madrigal Terrazas: gesuita che va in giro in giacca e cravatta come il suo maestro Karl Rahner… è favorevole al diaconato femminile e papa Francesco lo ha chiamato a far parte della Commissione riguardo all’argomento. E’ tra i fautori di un ammodernamento anche degli “Esercizi spirituali” di sant’Ignazio;
. Don Aristide Fumagalli: docente di teologia morale al Seminario di Venegono, un vero guru della promozione di Amoris laetitiae e fustigatore verso i quattro cardinali che osarono formulare i “Dubia”… per lui la questione Gender non è da condannare ma una sfida antropologica, tutta da giocare, insomma non c’è nulla da condannare, ma trovare NUOVI APPROCCI al problema e trovare nuove condivisioni per la NUOVA ANTROPOLOGIA;
. Padre Juan Carlos Scannone: gesuita argentino, appassionato della teologia della liberazione prima, e di quella del popolo poi. E’ stato professore di Bergoglio… nel 1957, quando insegnava greco e letteratura al seminario di Villa Devoto. Nel 2016 ha pubblicato un libretto a favore di papa Francesco dal titolo eloquente: “Teologia del pueblo y la cultura”, con sottotitolo: “Raices teologicas del papa Francisco“… In una intervista del 2016 ha affermato candidamente, a seguito di un’altra pubblicazione: “Nel libro mostro come il Vaticano II cambia di paradigma teologico e la Gaudium et Spes di metodo, che poi applicherà l’episcopato latinoamericano nel corso degli anni, dalla seconda conferenza episcopale di Medellin nel 1968 ad Aparecida…”; sulla questione del “paradigma” leggete anche qui per comprendere la gravità di queste affermazioni;
. Marinella Perroni: teologa presso il Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma, dove è professoressa stabile di Nuovo Testamento nella Facoltà di Filosofia e nella Facoltà di Teologia. Ha fondato il Coordinamento Teologhe Italiane, ne è stata presidente dal 2004 al 2013. Definisce che la “lettura femminista della Bibbia, in chiave femminista” è per lei l’equivalente della rivoluzione copernicana, necessaria e fondamentale, ecco il suo pensiero femminista: “oggi più che mai, continuare a raccontare la lunga marcia con la quale le donne cristiane hanno cominciato, in questi primi cento anni, a riappropriarsi della Bibbia….”
. Don Piero Coda: è un presbitero e teologo italiano della diocesi di Frascati. È professore di teologia dogmatica alla Pontificia Università Lateranense e autore di numerose pubblicazioni teologiche. Presidente dell’Associazione Teologica Italiana e segretario della Pontificia Accademia di Teologia. È preside dell’Istituto Universitario Sophia fondato da Chiara Lubich. Il suo punto forte è l’ecumania, il sincretismo religioso.
. Padre Marko Ivan Rupnik: gesuita del quale c’è poco da aggiungere dal momento che tutti riconosciamo i suoi lavori artistici… un tuttologo alla Pico de Paperis!
E come diceva il grande Alessandro Manzoni: “Ai posteri l’ardua sentenza”, intanto noi cerchiamo di fare la nostra buona parte.
Laudetur Jesus Christus
Vi invitiamo ad approfondire gli argomenti attraverso alcune interviste: quella di mons. Antonio Livi qui; quella del professor Stefano Fontana qui; e quella al dott. Marco Tosatti qui.
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