03_Ciò che conduce all’Anticristo e ciò che conduce al Trionfo del Cuore Immacolato…
Sotto l’artificio retorico del sogno, il prof. Massimo Viglione spiega con arguzia, in concreto, cosa succederà durante il Trionfo del Cuore Immacolato, quello che ci sarà in quel tempo e quello che non ci sarà più. Trovo molto edificante proporre qui i “suoi sogni” che ci aiutano a capire quale rinnovamento epocale si avrà con il regno di Maria, perché sono allo stesso tempo i “sogni di Dio”, i “sogni di Maria”, quanto loro vogliono realizzare su questa nostra povera terra che attende di essere rinnovata.
Mentre ci battiamo il petto supplicando sinceramente il Signore: “Miserere nostri, Domine, parce populo tuo” [Abbi pietà di noi, Signore, risparmia il tuo popolo], è necessaria una chiara presa di coscienza: quello che sta accadendo nel nostro mondo è terrificante, inutile illudersi, inutile e sterile parlare un altro linguaggio: non può essere soprasseduta tutta quella “mostruosa eterogeneità” di vizi, peccati e delitti che stanno facendo affogare la nostra terra in un oceano di male.
A questo punto, vorrei fare mie le sofferte riflessioni e analisi del padre Stefano Manelli, Fondatore dei Francescani dell’Immacolata che ci aiutano a comprendere con serietà la drammatica situazione presente nella quale si trova sprofondato il genere umano. Una crisi che non può essere negata senza negare, al contempo, la realtà oggettiva e constatabilissima dello stato di cose attuale. Riflette ben il padre Stefano Manelli:
« Oggi, su chi o su che cosa deve “trionfare” il Cuore Immacolato di Maria, secondo la profezia di Fatima?
Sulle prime, la risposta a questo interrogativo potrebbe sembrare molto impegnativa e difficile; ma basta riflettere poco per capire che, invece, essa si presenta piuttosto semplice e agevole. Perché?…
Perché ormai è ben sotto gli occhi di tutti lo scenario raccapricciante delle cose terribili che accadono in questo mondo, a livello pressoché planetario, a danno micidiale dei valori più alti e vitali che vengono profanati e turlupinati fino al sacrilegio e all’omicidio, fino alla disperazione e al massacro:
Gli errori che dilagano contro la verità;
il mondo che si ribella e si erge contro Dio;
la corruzione più devastante che deturpa la morale;
la morte assassina che uccide la vita più innocente.
Che cosa non son capaci di fare oggi gli uomini nel male? Gli inizi di questo terzo millennio segnati dal colossale attentato terroristico delle “due Torri” a New York da parte dell’Islam, con l’assassinio di circa tremila persone, sono un segno allarmante, per non dire terrificante!
Sul quadrante della storia del pianeta terra, oggi, anche chi non volesse vedere, non potrebbe non vedere e registrare il compimento e la consumazione dello “sfacelo di tutti i valori”, come disse san Pio da Pietrelcina, un giorno, sul finire della vita, dopo il 1960.
Sono a vista di tutti oggi:
- la Religione e la Verità ridotte a sincretismi aberranti e da stupidi;
- la morale e i costumi gestiti da un relativismo dominato dal più rivoltante pansessualismo;
- la vita umana assoggettata a forme assassine di morte violenta, legiferata (aborto, massacro di embrioni), organizzata (guerre, terrorismi, ingegneria genetica…) o pre-respinta, sia al suo inizio (contraccezione) che al suo termine (eutanasia),gestita a base velenosa di droghe, psichedelici, alcool…;
- la famiglia e il matrimonio ridotti allo sfascio dell’indissolubilità e della fedeltà, oltre che della fecondità (divorzio, separazione, adulterio, convivenza selvaggia, poligamia, libertinismo…);
- la gioventù, ridotta pressoché tutta a rischio di droga, di mode femminili da prostitute, di rock-and-roll, di sesso sfrenato senza più ritegno.
Che cosa più? Siamo al vero “pan-demonio!”.
Orbene, su questa realtà sociale, spaventosa in cui si trova a vivere la Chiesa, è chiamato dunque a “trionfare” il Cuore Immacolato di Maria ».
UN SOGNO… O UNA REALTÀ?
Su tutto questo marasma di miserie e immondezze, dunque, su questo sfacelo di valori di tutti i tipi, si ergerà il vessillo di Cristo Re che con un atto della sua infinita potenza farà cessare di colpo questo stato miserando di cose (cf il Segreto di La Salette) e ripristinerà il vero culto di Dio, l’adorazione e il servizio sincero al Vero e Unitrino Dio per mezzo della potente opera mediatrice della sua Santissima Madre che, trionfatrice di tutte le forze del male, stenderà finalmente sulla terra il nuovo regno di pace, di amore e fraternità tra i popoli fondato sulla vera Religione che le genti professeranno volentieri e a cui obbediranno di cuore.
Sotto l’artificio retorico del sogno, il prof. Massimo Viglione spiega con arguzia, in concreto, cosa succederà durante il Trionfo del Cuore Immacolato, quello che ci sarà in quel tempo e quello che non ci sarà più.
Trovo molto edificante proporre qui i “suoi sogni” che ci aiutano a capire quale rinnovamento epocale si avrà con il regno di Maria, perché sono allo stesso tempo i “sogni di Dio”, i “sogni di Maria”, quanto loro vogliono realizzare su questa nostra povera terra che attende di essere rinnovata:
« Ho sognato un mondo dove l’Europa era tornata ad essere la tribuna dalla quale brillava su tutti i popoli la luce della Cristianità e della civiltà umana.
Ho sognato per questo che non esisteva più l’Unione Europea, Moloch per tutti gli europei e a sua volta serva di forze mondialiste e dissolutrici […].
Ho sognato una società libera da razionalisti, illuministi, positivisti, freudisti, comunisti, socialisti, nazisti, liberali, democristiani, massoni, femministe, radicali, sessantottini, centri sociali e tutto l’innumerevole esercito di cialtroni e delinquenti che ha distrutto il Paese più bello e sano del mondo e il popolo più civile della storia e con esso l’intera Europa.
Ho sognato che in Italia, come nell’Europa imperiale, la vita era sacra dal concepimento alla morte naturale, e che pertanto l’aborto, come l’eutanasia erano considerati e puniti come omicidi […].
Ho sognato una società senza manipolazione genetica di alcun genere […].
Ho sognato una società totalmente liberata dalla droga, dalla pornografia, dalla mostruosa immoralità in cui stiamo giorno dopo giorno precipitando, dalla follia della teoria del gender, dall’omosessualismo inteso come ideologia di guerra alla famiglia e al diritto naturale, dal pedofilismo e dalle altre aberrazioni che si stanno affermando oggi.
Ho sognato che l’ordine morale era tornato nella nostra società: il matrimonio era tra uomo e donna sposati sacramentalmente.
Ho sognato i bambini cresciuti nella purezza dei costumi, nella spensieratezza di una vita semplice e naturale, nella responsabilità della serietà della vita, nel sacrificio del lavoro onesto come nella gioia della sua bellezza.
Ho sognato che le ragazze erano educate nei valori della purezza, della famiglia monogamica, alla sacralità del ruolo femminile sull’imitazione della Madre di Dio.
Ho sognato uomini responsabili capaci di essere fedeli e amorevoli mariti, ma anche capaci di avere l’autorità morale per tornare ad essere tanti pater familias.
Ho sognato il mondo di un tempo, il mondo dell’armonia della civiltà cristiana europea, l’armonia fra le generazioni, nella famiglia, nella società, che non è utopia, perché è esistito, e se è esistito, può esistere di nuovo.
Ho sognato una scuola al servizio dell’ordine morale e naturale come Dio lo ha voluto.
Ho sognato un’università per ÉLITES culturali, fonte non di disoccupazione e cialtroneria ma di professionisti seri in ogni ambito del sapere e fonte di cultura al servizio della verità e della giustizia e di scienza sottomessa alle leggi della natura come Dio le ha costituite.
Ho sognato un mondo ordinato: con re cattolici, con un’aristocrazia fondata sul servizio e sul senso del dovere e sacrificio, su una borghesia lavorativa onesta e solidale, su un popolo lavoratore e dignitoso, sulla riscoperta del lavoro della terra e delle tradizioni popolari come ricchezza primaria della nostra civiltà.
Ho sognato il mondo della fede cattolica, della civiltà cristiana, della millenaria eredità civile, culturale e artistica del nostro popolo.
Ho sognato infine la Chiesa senza eretici, traditori, pedofili, ladri, carrieristi, omosessuali, corrotti, ballerini, canterini, preti di frontiera e cialtroni di varia natura.
Ho sognato la Chiesa devota a Cristo e al Vangelo, preoccupata della fedeltà alla Verità e al magistero universale, povera nei suoi uomini ma ricca come istituzione, perché non esiste nulla di più inutile, anzi, deleterio, di una Chiesa povera con i suoi uomini ricchi.
Ho sognato una Chiesa capace di convertire gli atei, i suoi stessi nemici, i peccatori, e i miliardi di uomini che vivono nell’errore di professare le altre religioni, memore del mandato del suo Fondatore.
Ho sognato una Chiesa che sappia conservare lo splendore del proprio culto, la tradizione liturgica millenaria e la dignità del proprio ruolo nel mondo, essendo però anche capace di parlare a questo mondo e di effettivamente andare fra i poveri come fra i ricchi, fra gli ammalati come fra i sani, fra i peccatori come fra i giusti, che sappia arrivare a chiunque sia nel bisogno spirituale, morale, fisico, portando solo Gesù Cristo e non i richiami di questo mondo.
Ho sognato una Chiesa nuovamente artefice di santità, purezza di costumi e fede, giustizia, civiltà, bellezza e arte.
Ho sognato un clero fedele e forte nella Verità e nella carità di Cristo.
Ho sognato un Papa che non ha paura del mondo, che non si preoccupa di piacere al mondo, ma teme solo il giudizio Dio e ama solo la Verità incarnata, memore del suo ruolo e pienamente cosciente della sua responsabilità […].
Ho sognato la Rivoluzione francese e tutto ciò che l’ha prodotta e tutto ciò che ne è conseguito e ne consegue sprofondare agli inferi nella maledizione generale di Dio e degli uomini […].
Ho sognato il mondo dei doveri, il mondo del Decalogo dettato da Dio per la salvezza degli eletti e ho rinnegato il mondo dei diritti, il mondo delle dichiarazioni universali ispirate dal demonio per la dannazione degli stolti.
QUESTO CONDUCE ALL’ANTICRISTO. QUELLO AL TRIONFO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA » (2).
Note:
1) Padre S. M. Manelli, FI, Fatima tra passato, presente e futuro, in Maria Corredentrice. Storia e Teologia, Casa Mariana Editrice, Frigento 2007 (Bibliotheca Corredemptionis Beatæ Virginis Mariæ. Studi e ricerche, 10), vol. X, pp. 229-231
2) M. Viglione, Ho sognato. Ma ero sveglio, in http://www.civiltacristiana.com.
LA BANDA DEGLI ONESTI
“Guai a voi, scribi e farisei" come nel film di Toto e Peppino? L’Italia è in mano a caste di incompetenti di infimo livello culturale, oltreché morale: la loro abilità sta nell’intrigo e nel respingimento di ogni "energia nuova" di Roberto Pecchioli
In un esilarante film degli anni 50 del secolo passato Totò e Peppino formarono un’improbabile banda di falsari di banconote. Dopo alcuni maldestri tentativi rinunciarono all’impresa e tornarono onesti. In realtà, non di onestà si trattava, ma del timore delle conseguenze e della mancanza di pelo sullo stomaco richiesta dalla pericolosa attività.
Negli scorsi mesi, le folle accorse alle manifestazioni del movimento di Beppe Grillo scandivano a gran voce onestà, onestà. Quelle invocazioni ritmate, per quanto assai fondate, ci sono sembrate il segnale di una insopportabile ipocrisia unita all’auto assoluzione, sentimenti assai diffusi tra i connazionali. A gridare erano i nuovi farisei, sepolcri imbiancati, destinatari della violenta invettiva di Gesù: “Guai a voi, scribi e farisei (…). Così anche voi apparite giusti all’esterno davanti agli uomini, ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità.” (Matteo 23; 27-28) La nostra nazione ha un livello di corruzione, pubblica e privata, ma anche etica, assai elevato. Ovvio quindi il richiamo all’onestà.
Tuttavia, l’esperienza ci rende scettici. Innanzitutto, l’onestà non è un criterio politico, bensì una condizione preliminare. Un onesto incapace, ignorante, arrogante difficilmente è un buon politico, come dimostrò, or sono 25 anni, il crollo della Prima Repubblica con l’espediente (perché espediente fu) di Mani Pulite. La vecchia classe politica venne eliminata per via penale- marachelle ne aveva commesse tante – ma chi ne prese il posto non brillò per onestà e tanto meno per competenza.
Una volta leggemmo un aneddoto, di cui non conosciamo l’autenticità, relativo alla collera del re del Portogallo José I nei confronti del suo primo ministro, accusato dai gesuiti e dell’alta nobiltà di arricchirsi con le spese di ricostruzione del devastante terremoto di Lisbona del 1755. Sebastiao José de Carvalho conte di Oeiras, secondo la leggenda, avrebbe aperto una finestra della sala di riunione, mostrando la città al sovrano. Gli chiese se gli piacesse; il sovrano era entusiasta della scintillante bellezza della capitale. Il suo ministro ammise di aver tenuto per sé il 2 per cento sui lavori ma il re, anziché cacciarlo o processarlo, gli concesse il titolo di marchese di Pombal con il quale è ancora conosciuto. Fu il migliore politico portoghese, restò al potere per oltre 25 anni, sotto di lui non solo Lisbona divenne il gioiello architettonico che è tuttora, ma abolì la schiavitù nelle colonie africane, promosse un’audace riforma fiscale a favore del popolo e rifondò la massima istituzione culturale dell’impero, l’università di Coimbra.
Non vuole certo essere un elogio della corruzione, ma la constatazione dell’ipocrisia con cui ciascuno di noi parla di onestà. Se è verissimo che i corruttori sono molto numerosi, è altrettanto evidente che sanno di trovare ampio ascolto da parte dei potenziali corrotti, politici, funzionari pubblici, privati cittadini. La verità è che quando le élites sono corrotte - in Italia lo sono in larga parte- lo è altrettanto il resto della popolazione. Kant prese atto che l’umanità è fatta di legno storto, ma i tentativi fatti più volte nella storia per raddrizzarlo hanno in genere aggravato il male. Pensiamo alla rivoluzione francese, all’incorruttibile Robespierre, la cui ghigliottina tagliò la testa di nobili e borghesi sino a eliminare lui stesso. L’ eroe popolano di Mani Pulite, Antonio Di Pietro, fondò un partito, l’Italia dei Valori, che nel nome evocava la spada fiammeggiante della moralità, crollato poi tra imbarazzanti scandaletti di provincia, compresa una esponente finita a processo per aver acquistato biancheria intima con fondi pubblici.
Il nostro popolo, poi, è maestro di intransigenza per le disonestà altrui quanto di manica larga nell’assolvere le proprie. Si è onesti solo fuori dalla porta di casa: farisei appunto. Gesù Cristo difese la peccatrice Maddalena dall’ira della folla sfidandola con la frase famosa “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Noi non siamo nella condizione di farlo. Gli italiani sono bravissimi nell’arte delle attenuanti e delle esimenti. Le colpe sono sempre altrui e nel caso dell’onestà, l’ipocrisia è di massa. Evasori fiscali sono sempre gli altri, ma nessuno può affermare di non aver mai svolto o richiesto una prestazione in nero: è conveniente e senza rischi.
Pochissime persone non hanno brigato per raccomandazioni, privilegi o benefici non dovuti. Spesso si ha l’impressione che l’onestà invocata, pretesa da chi sta in alto sia in realtà fastidio, invidia per non essere al loro posto. E’ la favola della volpe e dell’uva, si finge anche di fronte a se stessi di disprezzare ciò che non si è riusciti a ottenere.
In giovinezza, siamo stati membri dell’amministrazione di un asilo pubblico, testimoni di un numero impressionante di dichiarazioni false (i controlli erano impossibili) per ottenere sconti o esenzioni sulla retta o sulla mensa da parte di persone di ogni ceto, condizione e convinzione politica. Decenni da funzionari dell’amministrazione finanziaria ci hanno mostrato condotte ignobili, bassezze, falsità, inganni, anche per pochi spiccioli. Salendo nella scala delle responsabilità e delle funzioni, cambia la posta in palio, non i comportamenti.
Ciò non vuol dire che si debba rinunciare a pretendere e soprattutto praticare l’onestà pubblica e privata. Occorre un’educazione morale, del tutto assente, ma che non può essere impartita, poiché i modelli vincenti innalzano il successo, il denaro, il cinismo, l’indifferenza nei confronti degli altri. Una società individualista non può chiedere né imporre integrità morale, se non come esercizio di ipocrisia o di autoinganno. Il pesce, si dice, puzza dalla testa, ma ha infettato tutto il corpo. La metastasi è a uno stadio avanzato, non cambierà con le grida scomposte dei nuovi masanielli. Siamo persuasi che il nostro popolo non sia migliore della sua classe dirigente, tanto è vero che ne imita i comportamenti e ne condivide i disvalori.
L’Italia è in mano, ad ogni livello, a caste di incompetenti di infimo livello culturale oltreché morale. La loro abilità sta nell’intrigo, nella difesa accanita di privilegi, nel respingimento di ogni energia nuova. Esse trascinano in basso il resto della popolazione. Quella è la vera radice della disonestà dilagante. In più, si diffonde il senso di impunità, costruito tenacemente con un reticolo di norme, burocrazie, trappole, consuetudini tese a dividere e nascondere la responsabilità. Lo scaricabarile, sport nazionale di massa, è un’espressione di disonestà assoluta.
Viene meno il senso di vergogna, manca il timore della riprovazione sociale. Si è decomposta la comunità, sfarinata anche la società, è assente qualunque moralità condivisa. La responsabilità principale è di una civilizzazione che ha fatto della distruzione dei principi ricevuti la propria ragione d’essere, sostituendoli con l’astratta rivendicazione di libertà. I vecchi valori borghesi e popolari non esistono più. Oggi Luigi Pirandello non potrebbe scrivere Il piacere dell’onestà, poiché il senso di riscatto, la riconquista dell’onore perduto del protagonista Angelo Baldovino, un uomo mediocre di dubbia moralità che risale facendosi carico di un figlio non suo e della di lui madre, desterebbe le risa di un pubblico scarso e disattento.
La banda di Totò e Peppino fallì, recuperando onestà e serenità, perché fuori, nell’Italia del 1956, esisteva ancora una comunità vigile, famiglie a cui rendere conto, figli che non si volevano disonorare, nomi da non infangare, coscienze educate a principi forti, castighi da temere. Sessant’anni dopo, l’onestà si urla in piazza e si pretende dagli altri. Ciascuno ripulisca prima casa propria; dopo, forse potrà scagliare il sasso. Non lo farà: il vero onesto è innanzitutto severo con se stesso, sa quanta polvere è nascosta sotto il suo tappeto.
LA BANDA DEGLI ONESTI
di Roberto Pecchioli
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