Domani pomeriggio, a Roma al Church Village, in via di Torre Rossa si svolgerà il convegno “Chiesa cattolica, dove vai” di cui abbiamo parlato varie volte, da quando si è cominciata a ventilare l’ipotesi della sua realizzazione. L’ingresso è libero, e non è necessaria nessuna prenotazione.
Al convegno che vedrà la partecipazione del cardinale Brandmüller, del cardinale Burke, di mons, Athanasius Schneider e di altri oratori, si tratteranno diversi temi; tutti centrati sulla confusione e il disorientamento che molti nella Chiesa stanno vivendo. Il sottotitolo del convegno è una frase del cardinale Carlo Caffarra, in uno dei suoi ultimi interventi: “Solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione”. Proprio ieri il cardinale Burke, gia prefetto della Segnatura Apostolica, in un’intervista a La Nuova Bussola Quotidiana ha evidenziato come correggere l’autorità ecclesiastica, Pontefice compreso, sia una delle forme più alte di obbedienza e di fedeltà.
In calce all’articolo chi è interessato troverà il programma del Convegno. Ma dal momento che questo incontro si svolgerà nel ricordo del cardinale Caffarra, e che certamente il porporato scomparso di recente lo avrebbe voluto e desiderato, ci sembra interessante pubblicare la lettera che un suo familiare ha indirizzato a Famiglia Cristiana, senza crediamo che il messaggio sia uscito sulle pagine del settimanale dei Paolini.
Questo è il breve preambolo:
“Credo di aver espresso in modo pacato ma fermo opinioni ampiamente condivisibili. Resto sempre più convinto che il mancato ricordo del Cardinale da parte della rivista sia stato un grosso sbaglio. Come parente (mio padre era cugino del cardinale) ed ex alunno del caro Cardinale mi è parso doveroso esternare pubblicamente il mio disappunto.
Antonio Caffarra”.
E questo è il testo:
Gentile Direttore,
Da tantissimi anni sono abbonato a Famiglia Cristiana.
Mi permetto disturbarla come parente del compianto Cardinal Caffarra, arcivescovo metropolita emerito di Bologna, che da oltre sei mesi ci ha improvvisamente lasciati.
Dal 2004 al 2015 ha guidato la chiesa di Bologna, dal 1995 al 2004 quella di Ferrara-Comacchio.
Quando il Papa lo nominò arcivescovo di Ferrara fu costretto a lasciare a malincuore la presidenza del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II che aveva fondato e di cui era in quel momento presidente.
Questo vescovo “che ha servito con gioia il vangelo e ha amato intensamente la Chiesa” -sono parole di Papa Francesco- ha dedicato gran parte del suo magistero alla famiglia e al matrimonio.
San Giovanni Paolo II e Papa Benedetto XVI lo stimavano immensamente e lo onoravano della loro fiducia ed amicizia.
A motivo dei suoi numerosi impegni pastorali i miei incontri con il cardinale non sono stati frequenti ma li ricordo con grande piacere. Semplice nei modi parlava con pudore anche dei suoi rapporti con i pontefici polacco e tedesco e solo dopo essere stato più volte da me sollecitato.
Non perdeva occasione di ricordare il piccolo paese in cui era nato, Samboseto di Busseto: poco più di cento anime a pochi chilometri dalla casa natale di Giuseppe Verdi. Giovannino Guareschi l’inventore di “Don Camillo” ha vissuto anche lui in quelle terre e vi ha ambientato parte delle sue storie. Spesso nelle sue omelie il Cardinale che aveva sempre sul proprio comodino un libro di Guareschi, amava citare la teologia spicciola ma efficace del Don Camillo Guareschiano e -guarda caso- la stessa cosa ha di recente fatto Papa Francesco!!
La sua morte inaspettata mi ha impedito di confrontarmi con lui su quanto dichiarato dal cardinal Maradiaga in una intervista comparsa sul n° 30/2017 del giornale da lei diretto.
Parlando dell’ Amoris laetitia il cardinale latinoamericano affermava “chi avanza dubbi non ha letto il testo o lo ha letto male. Quella dei dubia è una polemica inutile.”
Sono convinto che Maradiaga non conoscesse bene Caffarra che come teologo moralista ha sempre espresso le proprie opinioni dopo un puntuale, severo e documentato studio.
Mi pare sufficiente al riguardo far conoscere ciò che alle esequie “a nome di tutto il collegio cardinalizio” ha detto il cardinal Bagnasco arcivescovo di Genova e già presidente della Conferenza episcopale italiana: “ogni volta che nei consigli episcopali permanenti o nelle assemblee generali della Cei il cardinal Caffarra prendeva la parola si faceva un grande silenzio: un silenzio non di assenza o distrazione ma di una grande, intensa presenza di ascolto, di interesse, di rispetto. Perchè l’arcivescovo Carlo aveva la facilità di penetrare nelle questioni per andare a coglierne l’essenza, per lasciar cadere tutto quello che poteva essere di inciampo, secondario, di contorno per andare a coglierne veramente il cuore. E questa capacità l’abbiamo sentita tutti, ne abbiamo beneficiato nell’ascoltarlo.”
All’improvviso il cardinale che “aveva la facilità di penetrare nelle questioni per andare a coglierne l’essenza” è diventato superficiale e dà giudizi su documenti non letti?
Esprimere dei dubbi al Papa dopo una profonda e attenta riflessione sull’Amoris laetitia non credo rappresenti un venir meno all’obbligo di stretta collaborazione con il Pontefice che compete ad ogni cardinale.
Era preciso e rigido nella dottrina ma soleva ripetere, citando Paolo VI, che nel confessionale ogni sacerdote “era Papa”: il confessore ha il compito di accogliere a braccia aperte il peccatore e di essere con lui misericordioso dopo avergli ricordato però l’insegnamento della chiesa e la parola del Vangelo.
Leggere il bel servizio che avete fatto sul cardinal Tettamanzi cui avete anche dedicato la copertina in occasione della sua scomparsa e non ricordare il cardinal Caffarra neppure nel vosto resoconto sulla visita del Papa a Bologna avvenuta neanche un mese dopo la sua morte mi ha fatto male.
Mi ha fatto male proprio perche voglio bene alla vostra rivista ma voglio altrettanto bene al Cardinale. Facendo il pediatra quando mi vedeva soleva ripetermi “noi lavoriamo entrambi per la famiglia. Tu ti occupi dei bambini senza trascurare però i genitori io dei genitori perchè creino in famiglia il clima più consono ad una crescita armoniosa e cristiana!”
Dalla rivista della famiglia cristiana italiana non mi sarei aspettato questo gran silenzio.
Un ricordo non dico del suo grande lavoro su matrimonio e famiglia ma almeno della sua morte era a mio parere doveroso. Anche perchè, prima ancora di conoscere Papa Francesco il cardinal Caffarra era già in perfetta sintonia con lui, anzi lo ha forse anticipato dal punto di vista pastorale: il suo motto episcopale infatti, scelto nel 1995 quando venne fatto vescovo di Ferrara è “SOLA MISERICORDIA TUA”.
Il Cardinal Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, ha recentemente dichiarato ad Avvenire: “Ho avuto due maestri, Tettamanzi e Caffarra”. Affermazione che assume ancor più significato se pensiamo che è più anziano di Tettamanzi e Caffarra di ben dieci anni !! “Noi Famiglia e Vita. Suplemento mensile di Avvenire, ottobre 2017”.
Molti giornali nell’informare della sua morte hanno posto purtroppo l’attenzione solo ai dubia; fortunatamente però, per venire incontro ai tanti che ne piangono la repentina scomparsa, c’è anche chi ha già iniziato a perpetuarne una fedele memoria.
Lorenzo Bertocchi e Giorgio Carbone O.P. hanno iniziato a sintetizzare l’opera a Bologna di Caffarra raccogliendo discorsi e omelie del periodo bolognese del Cardinale. E’ nato così un fortunato libretto “Prediche corte Tagliatelle lunghe, spunti per l’anima” che sta riscuotendo molto successo.
“Come pastore ha fatto attenzione a non seguire le pecore nei loro sbandamenti, ma si è preoccupato di guidarle. Come un padre”: così gli autori della bella pubblicazione stigmatizzano l’azione pastorale del Cardinale.
I tempi saranno lunghi ma sono convinto che la personalità timidissima e umile ma nel contempo forte sia sul piano teologico che pastorale di questo vescovo che -in spirito di servizio- si è permesso di contestare il Papa in una forma rara ma non unica nella millenaria storia della chiesa, verrà ampiamente rivalutata.
Lui purtoppo se ne è andato -ne sono profondamente convinto- con il cuore sanguinante per la mancata risposta del Pontefice ai suoi dubia!
Con stima Antonio Caffarra
Questo è il programma del Convegno:
Chiesa cattolica, dove vai?
“Solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione” (Card. Carlo Caffarra)
Roma 7 aprile 2018
Preghiera in cappella: ore14.30
Apertura lavori ore 15
Introduce e modera Francesca Romana Poleggi
Cardinal Walter cardinal Brandmüller: “On consulting the Faithful in Matters of Doctrine” di Newman (30 minuti)
Cardinal Raymond Leo Burke: I limiti dell’autorità papale nella dottrina della Chiesa (30 minuti)
Mons. Athanasius Schneider: “La Sede Apostolica di Roma come cathedra veritatis” (20 minuti)
Prof Valerio Gigliotti: “I limiti alla plenitudo potestatis del Papa nella storia del diritto e della Chiesa” (15 minuti)
Pausa
Saluto del cardinal Zen (10 min): La Chiesa oggi in Cina
Marcello Pera: un breve intervento
Renzo Puccetti: Da Caffarra a Paglia: la rivoluzione nella bioetica (15 minuti)
Breve videointervista a Carlo Caffarra su Humane vitae
(con videointervista sull’enciclica al cardinale, dal min.20.10 al 24.10)
Lettura Declaratio (10 min)
MARCO TOSATTI
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