"Uso di armi chimiche nel Ghouta". Dopo mesi di allarmi di Russia e Siria, la provocazione dei "ribelli" è avvenuta
Da mesi Russia e Siria avevano lanciato allarmi sulle possibile provocazioni da parte dei "ribelli", i quali avrebbero usato armi chimiche nel Ghouta e in altre zone del paese arabo per incolpare Damasco e provocare una reazione da parte dell'Occidente, USA in testa.
Il copione si è ripetuto sempre uguale a se stesso, come avviene da 7 anni a questa parte, inizio della guerra alla Siria. I sedicenti "ribelli" diffondono la notizia di un attacco con armi chimiche da parte dell'esercito siriano per scatenare una reazione indignata dell'Occidente, USA in testa, e delle monarchie del Golfo. Tutta l'operazione è corredata, come sempre, da video e foto di dubbia provenienza, senza verificare l'attendibilità, per creare indignazione nell'opinione pubblica.
Eppure, in questi anni, questi attacchi sono stati smentiti più volte da accademici del Massachusetts Institute of Technology, storici, ex candidati alla Presidenza USA, ex analisti della CIA, noti reporter di guerra. Inoltre, è doveroso ricordare che come ha riferito il 4 gennaio 2016 dall'OPAQ, l'organizzazione per la proibizione e l'uso di armi chimiche, il governo siriano ha distrutto il suo arsenale di suddette armi.
Nel Ghouta orientale, zona rurale nei pressi di Damasco, l'esercito siriano dopo poco più di un mese, ha quasi spazzato via ogni presenza dei gruppi armati appoggiati dall'Occidente e dalle monarchie del Golfo, provvedendo anche all'evacuazioni dei civili, e dei miliziani verso il nord della Siria. Solo nella città di Douma i "ribelli" hanno rifiutato qualsiasi accordo di resa o di riconciliazione con il governo siriano. Nell'immediato, ieri, i "ribelli" hanno colpito con decine di razzi e colpi di mortaio Damasco, provocando la morte di 6 civili e il ferimento di altre 37 persone. Il finale è stato corredato con l'annuncio di un attacco con armi chimiche da parte delle truppe siriane.
Gli allarmi su una provocazione dei gruppi armati era stato lanciato dal Presidente russo, Vladimir Putin appena giovedì scorso: "Abbiamo le prove incontrovertibili che i terroristi in Siria organizzano provocazioni con l'uso di sostanze tossiche".
Il rappresentante permanente della Siria all'ONU, Bashar al Jaafari, ha denunciato in due occasioni, il 1 e 11 marzo scorso, che i "ribelli" preparavano attacchi chimici per incolpare Damasco. Il diplomatico siriano, in un'intervista, dichiarò di aver inviato 140 lettere all'ONU per denunciare il possesso di sostanze chimiche da parte dei gruppi armati.
Nelle varie operazioni militari nel Ghouta, l'esercito siriano ha sequestrato vari laboratori usati dai "ribelli" per produrre armi chimiche. Precisamente il 10, 12, 14, 20 marzo scorso.
La Russia, allo stesso tempo, aveva denunciato lo stesso scenario il 2, 13, 17, marzo scorso.
La macchina propagandistica e purtroppo militare degli Stati Uniti si è immediatamente messa in moto. Vi risparmiamo di riportarvi i virgolettati della retorica 'dirittoumanitaria' degli USA.
Ai nostri lettori, come sempre, ribadiamo il nostro intento, ovvero quello non di avere la presunzione di detenere la verità assoluta, vogliamo dare però, nel nostro piccolo, un altro strumento di interpretazione dei fatti.
L'opinione pubblica ha memoria ed è ben consapevole di quanti danni ha provocato e quante menzogne ha prodotto il mainstream con le sue 'verità assolute'.
La Redazione dell'AntiDiplomatico
Nelle varie operazioni militari nel Ghouta, l'esercito siriano ha sequestrato vari laboratori usati dai "ribelli" per produrre armi chimiche. Precisamente il 10, 12, 14, 20 marzo scorso.
La Russia, allo stesso tempo, aveva denunciato lo stesso scenario il 2, 13, 17, marzo scorso.
La macchina propagandistica e purtroppo militare degli Stati Uniti si è immediatamente messa in moto. Vi risparmiamo di riportarvi i virgolettati della retorica 'dirittoumanitaria' degli USA.
Ai nostri lettori, come sempre, ribadiamo il nostro intento, ovvero quello non di avere la presunzione di detenere la verità assoluta, vogliamo dare però, nel nostro piccolo, un altro strumento di interpretazione dei fatti.
L'opinione pubblica ha memoria ed è ben consapevole di quanti danni ha provocato e quante menzogne ha prodotto il mainstream con le sue 'verità assolute'.
La Redazione dell'AntiDiplomatico
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Papa Francesco: "Basta stermini e armi chimiche in Siria, negoziare " Il Pontefice, al termine della messa in piazza San Pietro, ha condannato severamente le nuove stragi in Siria
"Giungono dalla Siria notizia terribili con decine di vittime, di cui molte donne e bambini", notizie di tragici effetti "dell'uso di armi chimiche": "preghiamo per tutti i defunti per le famiglie che soffrono". Così il Papa. "Non c'è una guerra buona e una guerra cattiva e niente può giustificare l'uso di tali strumenti di sterminio contro persone e popolazioni inermi. Preghiamo perché i responsabili politici e militari scelgano un'altra via: quella del negoziato, la sola che può portare una pace che non sia quella della morte e della distruzione". Non aver paura provare della vergogna, primo passo verso il perdono "Di fronte a Dio, siamo tentati di fare come i discepoli nel Vangelo: barricarci a porte chiuse. Essi lo facevano per timore e noi pure abbiamo timore, vergogna di aprirci e dire i peccati. Che il Signore ci dia la grazia di comprendere la vergogna, di vederla non come una porta chiusa, ma come il primo passo dell'incontro". Così il Papa nella messa in Piazza San Pietro nella Domenica ella Divina Misericordia. "Quando proviamo vergogna, dobbiamo essere grati - ha proseguito Francesco -: vuol dire che non accettiamo il male, e questo è buono. La vergogna è un invito segreto dell'anima che ha bisogno del Signore per vincere il male". "Il dramma - ha aggiunto - quando non ci si vergogna più di niente. Non abbiamo paura di provare vergogna! E passiamo dalla vergogna al perdono! Non abbiate paura di vergognarvi".
Russia: Le armi chimiche 'tema prediletto' dell'Occidente per sabotare l'esercito siriano
Il Ministero della Difesa russo è disposto a inviare esperti per dimostrare la falsità delle affermazioni sull'uso di armi chimiche in Siria.
Il ministero della Difesa russo ha rifiutato categoricamente le informazioni sull'uso di armi chimiche da parte delle truppe siriane nella città di Douma (Ghouta orientale). Lo ha affermato questa mattina il generale Yuri Yevtushenko, capo del Centro russo per la riconciliazione delli parti belligeranti in Siria.
Yevtushenko ha ricordato che il presunto uso di una bomba al cloro da parte delle forze armate siriane a Douma è stato riferito da "una serie di cosiddette organizzazioni non governative indipendenti", tra cui quella dei White Helmets, "ampiamente nota per le sue notizie false ".
"Tema preferito dell'occidente"
"Rifiutiamo categoricamente queste informazioni e dichiariamo che, dopo la liberazione della città di Douma dalle milizie, saremo pronti a inviare immediatamente specialisti russi nella protezione radiologica, chimica e biologica per raccogliere dati che confermino la natura artificiosa di queste affermazioni" ha aggiunto il generale.
l'alto ufficiale russo ha spiegato che il ritiro da Douma da parte dei meambri del gruppo estremista Jaysh Al Islam è iniziato oggi e che alcuni paesi occidentali usano informazioni sulle armi chimiche - "tema prediletto dell'occidente" - per minare questa operazione.
D'altra parte, Yevtushenko ha assicurato che il corridoio umanitario al-Wafidin, necessario per un'uscita sicura da Duma, è ancora in funzione.
D'altra parte, Yevtushenko ha assicurato che il corridoio umanitario al-Wafidin, necessario per un'uscita sicura da Duma, è ancora in funzione.
Fonte: RT
Attacchi in Siria |
Dopo l’ennesima provocazione prefabbricata targata CIA per provocare l’intervento militare USA in Siria, il Dipartimento Di Stato degli Stati Uniti minaccia la “risposta Immediata” per l’attacco Chimico In Siria
Tutto come da copione: non più tardi di qualche giorno il comando russo aveva avvertito che alcuni gruppi di ribelli jihadisti stavano predisponendo un attacco con armi chimiche da effettuare in zone abitate al fine di ottenere un pretesto per un intervento militare della coalizione diretta dagli USA.
Tutto come da copione: non più tardi di qualche giorno il comando russo aveva avvertito che alcuni gruppi di ribelli jihadisti stavano predisponendo un attacco con armi chimiche da effettuare in zone abitate al fine di ottenere un pretesto per un intervento militare della coalizione diretta dagli USA.
Lo aveva dichiarato anche lo stesso presidente Putin, di avere prove inconfutabili di un prossimo utilizzo di armi chimiche da parte dei ribelli jihadisti e questo puntualmente si è verificato ieri. Dichiarazioni mai riportate dai giornali occidentali.
Almeno 70 persone sono state uccise e centinaia ferite (500-700) in un presunto attacco chimico al distaccamento di Douma nel sobborgo di Damasco del Ghouta orientale, i media atlantisti citano “soccorritori e medici” che avrebbero indicato l’avvenuto attacco.
Ovviamente, del presunto attacco è stato subito accusato il governo siriano, anche ricorrendo ai soliti “emmetti bianchi” collegati ai gruppi Jihadisti che si trovano sempre sul “luogo del misfatto” al momento giusto per imbastire la propaganda contro l’esercito di Assad.
Ovviamente, del presunto attacco è stato subito accusato il governo siriano, anche ricorrendo ai soliti “emmetti bianchi” collegati ai gruppi Jihadisti che si trovano sempre sul “luogo del misfatto” al momento giusto per imbastire la propaganda contro l’esercito di Assad.
Tutto questo era scontato: si sapeva che ci sarebbe stata presto un altra provocazione con il gas e che sarebbe partita la campagna per accusare il Governo di Damasco e per giustificare una aggressione militare uSA contro la Siria. Questo puntualmente sta avvenendo e le forze russe e siriane sono un’altra volta in allarme rosso.
In particolare i servizi di intelligence russi sapevano che, nei pressi della base USA di Al-Tanf nel sud della Siria, sono stati addestrati dagli istruttori militari americani diversi gruppi ribelli dell’opposizione armata anti-Assad per perpetrare una provocazione con le armi chimiche.
I terroristi in Siria ad al-Tanf sono stati armati con 20 tonnellate di gas cloro e detonatori camuffati in pacchetti di sigarette. L’obiettivo era quello di scatenare un attacco chimico in un’area densamente abitata da civili ma sotto controllo dei terroristi.
I terroristi in Siria ad al-Tanf sono stati armati con 20 tonnellate di gas cloro e detonatori camuffati in pacchetti di sigarette. L’obiettivo era quello di scatenare un attacco chimico in un’area densamente abitata da civili ma sotto controllo dei terroristi.
Si è avuta una immediata reazione da Washington dove, Il portavoce del Dipartimento di Stato, Heather Nauert, ha detto che ci deve essere “una risposta immediata” alla Siria per gli attacchi con armi chimiche che si sono verificati nella città di Duma, nella Ghouta Orientale, occupata dal gruppo terrorista Jaish al-Islam .
“I rapporti di numerosi contatti e personale medico sul campo indicano un numero potenzialmente elevato di vittime, comprese le famiglie che si nascondono nei rifugi. Questi rapporti, se confermati, sono orripilanti e richiedono una risposta immediata da parte della comunità internazionale “, ha detto Nauert in un comunicato.
Il capo della sicurezza della Casa Bianca e del controterrorismo Thomas Bossert ha dichiarato in un’intervista a “This Week” dell’ABC che non avrebbe “escluso nessuna azione dal tavolo” con la Siria.
“I rapporti di numerosi contatti e personale medico sul campo indicano un numero potenzialmente elevato di vittime, comprese le famiglie che si nascondono nei rifugi. Questi rapporti, se confermati, sono orripilanti e richiedono una risposta immediata da parte della comunità internazionale “, ha detto Nauert in un comunicato.
Il capo della sicurezza della Casa Bianca e del controterrorismo Thomas Bossert ha dichiarato in un’intervista a “This Week” dell’ABC che non avrebbe “escluso nessuna azione dal tavolo” con la Siria.
Lo stesso Donald Trump ha lanciato una serie di tweet minacciando la Siria, l’Iran e la Russia dicendo che devono “pagare un grande prezzo”.
Le dichiarazioni squilibrate che arrivano dagli Stati Uniti vengono pubblicizzate ed amplificate da tutti i media, nonostante non ci siano prove che il governo siriano sia responsabile, e nemmeno una se pur minima indagine condotta da autorità indipendenti.
Le dichiarazioni squilibrate che arrivano dagli Stati Uniti vengono pubblicizzate ed amplificate da tutti i media, nonostante non ci siano prove che il governo siriano sia responsabile, e nemmeno una se pur minima indagine condotta da autorità indipendenti.
Tuttavia, per molte ragioni fornite, è altamente escluso che il governo siriano sia stato il responsabile.
Le prime notizie sul presunto attacco chimico nell’area sono apparse il 7 aprile quando l’esercito siriano ha rinnovato la sua operazione militare contro i militanti di Jaish al-Islam che controllano Douma. È interessante notare che, secondo le prime riprese dei media di Jaish al-Islam, solo 15 persone erano state colpite dall’attacco. Tuttavia, l’8 aprile, la storia aveva raggiunto i media del sistema atlantista e il bilancio delle vittime era cresciuto fino a “almeno 70”.
La famigerata organizzazione di propaganda di al-Qaeda “Elmetti Bianchi” (White Helments) ha sempre avuto un ruolo chiave nel diffondere la storia.
I White Helmets hanno cooperato strettamente con la branca siriana di al-Qaeda – Jaish al-Islam, e hanno continuato a cooperare con il gruppo dopo che è stato rinominato Jabhat Fatah al-Sham e poi Hayat Tahrir al-Sham.
Le prime notizie sul presunto attacco chimico nell’area sono apparse il 7 aprile quando l’esercito siriano ha rinnovato la sua operazione militare contro i militanti di Jaish al-Islam che controllano Douma. È interessante notare che, secondo le prime riprese dei media di Jaish al-Islam, solo 15 persone erano state colpite dall’attacco. Tuttavia, l’8 aprile, la storia aveva raggiunto i media del sistema atlantista e il bilancio delle vittime era cresciuto fino a “almeno 70”.
La famigerata organizzazione di propaganda di al-Qaeda “Elmetti Bianchi” (White Helments) ha sempre avuto un ruolo chiave nel diffondere la storia.
I White Helmets hanno cooperato strettamente con la branca siriana di al-Qaeda – Jaish al-Islam, e hanno continuato a cooperare con il gruppo dopo che è stato rinominato Jabhat Fatah al-Sham e poi Hayat Tahrir al-Sham.
Tuttavia, anche l’apparato dei media e i governi occidentali erano costretti ad ammettere [almeno ora] che la storia dei White Helmets non può essere verificata.
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha reagito alla notizia dicendo che se i rapporti saranno confermati, gli Stati Uniti chiedono “una risposta immediata da parte della comunità internazionale”.
Il governo siriano ha negato tutte le accuse di aver usato armi chimiche a Douma.
Il governo siriano ha negato tutte le accuse di aver usato armi chimiche a Douma.
“Le fabbricazioni chimiche, che non sono servite ai terroristi e i loro sponsor ad Aleppo e Ghouta orientale, non serviranno loro nemmeno oggi, poiché lo stato siriano è determinato a porre fine al terrorismo in ogni centimetro quadrato del territorio siriano”, ha detto il governo in un dichiarazione.
Anche il ministero della Difesa russo ha respinto le accuse di responsabilità dell’Esercito siriano, aggiungendo che gli stati occidentali e le ONG come i caschi bianchi hanno sostenuto tali affermazioni al fine di bloccare e indebolire l’operazione anti-terrorismo nell’area.
“Contestiamo fermamente queste affermazioni e annunciamo la nostra disponibilità a inviare esperti russi nella difesa dalle radiazioni, chimica e biologica a Douma dopo che questa zona venga liberata dai terroristi per raccogliere prove, che dimostrerebbero che le accuse sull’uso di armi chimiche sono state una messa in scena”, ha affermato Maj. Gen. Yuri Yevtushenko, comandante del centro russo per la riconciliazione in Siria.
Il maggiore generale ha aggiunto che queste affermazioni mirano a minare l’accordo sull’evacuazione dei miliziani di Jaish al-Islam a Douma. [L’accordo è stato raggiunto con il gruppo, quindi, respinto dal gruppo e poi nuovamente raggiunto dopo che l’esercito siriano aveva ripreso un’operazione militare a Douma. Il gas e le armi di distruzione di massa sono ormai divenute il pretesto ricorrente per gli USA per montare campagne di aggressione contro paesi che hanno il torto di non volersi piegare al dominio di Washington.
Fonti: Al Masdar South Front
Traduzione e sintesi: Luciano Lago
A poche ore dalle accuse all’esercito siriano sul presunto attacco chimico a Douma, Israele alza la voce e chiede all’alleato americano di attaccare la Siria.
Il ministro degli Affari strategici e della sicurezza pubblica Gilad Erdan, numero due del Likud, parlando alla radio dell’esercito ha detto che auspica che gli Stati Uniti riprendano immediatamente l’azione militare contro il governo di Bashar al Assad. “L’attacco scioccante – dice Erdan riferendosi agli eventi di Douma – mostra l’incredibile ipocrisia della comunità internazionale che si concentra su Israele di fronte all’organizzazione terrorista Hamas che sta inviando civili al nostro muro, quando ogni giorno vengono uccise decine di persone in Siria”. L’attacco, conclude Erdan, “mostra la necessità di rafforzare la presenza degli americani e di altre forze internazionali, perché senza di loro il genocidio che stiamo vedendo si intensificherà”.
Sono parole pesantissime, accuse gravi, e che arrivano a una settimana esatta da quell’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump sulla volontà di ritirare le forze americane dalla Siria. Un annuncio che aveva colpito in negativo il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, che aveva telefonato direttamente alla Casa Bianca per discutere con il suo omologo Usa della decisione. E ci sono testimoni che affermano che la telefonata abbia avuto momenti estremamente tesi, con il premier israeliano che ha più volte alzato la voce.
A schierarsi a favore della ripresa degli attacchi Usa in Siria, anche il ministro delle Costruzioni Yoav Galant, ex generale dell’esercito, figura molto vicina a Netanyahu. “Assad è l’angelo della morte, e il mondo starebbe meglio senza di lui”, ha detto Galant. Altre parole che pesano come macigni, soprattutto nei difficili rapporti fra Israele e la Russia, sostenitrice del governo siriano.
Il leader del centrosinistra, Avi Gabbay ha detto di essere rimasto scioccato e addolorato dalle foto di Douma. Il leader dell’opposizione Isaac Herzog (Unione sionista) che scrisse un articolo per The Jerusalem Post proprio per ricordare che Israele doveva intervenire in Siria, ha scritto su Twitter: “Ho lavorato chiesto ripetutamente un’azione internazionale. Abbiamo bisogno della leadership degli Stati Uniti che combini un’azione militare decisiva così come della diplomazia con la Russia “.
Nachman Shai, deputato dell’Unione sionista, ha chiesto una riunione d’emergenza della commissione Affari Esteri e Difesa della Knesset per discutere della prontezza del Home Front Command israeliano in caso di attacco chimico siriano contro Israele. Ma ha detto una cosa ancora più inquietante, andando a ricordare le maschere antigas distribuite agli israeliani quando ci sono state minacce chimiche dall’Iraq. Un curioso e terribile parallelo che non fa propendere per una soluzione diplomatica in Siria nel medio termine.Questa levata di scudi israeliana contro la Siria, ma soprattutto l’invito agli Stati Uniti e alle potenze occidentali di intervenire militarmente, deve far riflettere. Israele ha un ruolo fondamentale nella regione. E si conosce perfettamente il peso specifico che ha il suo governo e che hanno i suoi funzionari all’interno dell’attuale amministrazione americana.
La Casa Bianca ha già annunciato misure contro il governo siriano. Trump in un tweet ha parlato di Assad come di un “animale” e ha puntato il dito direttamente contro l’Iran e la Russia come corresponsabili dell’attacco. Un attacco chimico che, come già detto, non avrebbe avuto alcun senso da parte delle forze siriane, ormai prossime alla conquista di Douma e della sacca ribelle. Ma siamo in un momento in cui ogni attacco può scatenare un effetto domino pericoloso e potenzialmente incendiario. La Siria è uno dei tanti campi in cui sta avvenendo uno scontro mondiale. E uno dei terreni in cui Israele e Iran si giocano la loro partita. La speranza è che il popolo siriano non venga inghiottito in una terza fase di una guerra orrenda. E che questa volta le potenze coinvolte non aumentino di numero.
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