PEZZO GROSSO SCRIVE A SALVINI. SE FOSSI SALVINI, GLI DAREI RETTA, ECCOME.
Questo è un Pezzo Grosso serio; non una delle stilettate che il Nostro è uso distribuire cariche del veleno dell’ironia e dell’amarezza dell’amore tradito. E come dicevamo nel titolo, se fossi il destinatario della lettera, la leggerei con attenzione. E magari chiederei proprio a Pezzo Grosso qualche consiglio riservato…
“Lettera aperta a Matteo Salvini
La sua strategia dovrebbe essere capire il momento presente e comunicare”. Non è vero che si teme un Governo che possa uscire dall’Euro. Si teme soprattutto che si metta in discussione l’autorità di Bruxelles. Mi pare inutile continuare a ribadire che ci è stata sottratta sovranità, lo sappiamo e lo abbiam vissuto nel 2011, ma qualcuno in Italia lo ha voluto, non è un atto di prepotenza esterna e basta. Come per il peccato, la tentazione può esser forte, ma la complicità interna della coscienza fa commettere il peccato. Caro Salvini, i nazionalismi sono finiti e la crisi economica globale ha imposto nuove regole “condominiali”.L’Europa in cui dobbiamo coesistere non è quella dei padri fondatori, è quella del manifesto di Ventotene. Ricorda che, dopo la Brexit, Merkel, Hollande e Renzi tornarono a Ventotene a impegnarsi su questo progetto? Questi “dettagli” non sono trascurabili. Io non voglio darle suggerimenti politici per uscire dall’impasse apparente, ma di puro buon senso, perché se anche la Lega fra un paio di mesi trionfasse alle elezioni, i fondamentali non cambierebbero. Non scenda in piazza, non faccia accuse, cerchi consiglieri che oltre a competenze necessarie, conoscano ed amino il nostro Paese e con loro faccia veri progetti per valorizzarlo, proponendo soluzioni ai problemi. Comunichi con pacatezza, spieghi agli italiano quali sono questi problemi, come possono essere risolti e quale è la posta in gioco. Riascolti il discorso sul tema risparmio del Presidente Mattarella e del Governatore Visco, vi sono suggerimenti essenziali, non demagogici. Non si faccia vedere con il rosario in mano, si farebbe più nemici che amici. In Vaticano sembrano apprezzare di più “falce e martello” o la mezzaluna…. In Europa, caro Salvini, ci sono 28 stati membri, non 6, vada a far due chiacchere con Orban in Ungheria ….
PG”.
Marco Tosatti
Intervista ai Mercati
– Buongiorno signori Mercati.
– Buongiorno a lei.
– Grazie per questo incontro.
– Grazie a lei.
– Ecco, signori Mercati, siccome in queste ore si parla molto di voi, vorrei avere qualche delucidazione…
– Dica, dica…
– In primo luogo, perché quando c’è una cisi politica, come adesso in Italia, siete così spesso citati? Perché tutti sono così attenti alle vostre reazioni, al vostro responso?
– Beh, perché noi valutiamo, soppesiamo, diamo giudizi.
– Già. Ma perché lo fate?
– Oh, signore, lei è proprio un ingenuo. O forse finge di esserlo, per indurci a parlare…
– No no, io sono proprio ingenuo…
– Beh, come lei sa, noi, i Mercati, siamo sempre attenti alle cose politiche.
– Ma perché?
– Politica, Economia, Finanza, Mercati. Siamo tutti protagonisti di un grande gioco. Tutti in relazione. Tutti uniti da legami di causa-effetto.
– Di qui la famosa «reazione dei Mercati»…
– Appunto.
– Ma in base a quali logiche voi… ecco… soppesate, valutate, reagite?
– Una sola, caro signore: l’interesse.
– Ma l’interesse di chi?
– Oh, lei di nuovo vuole apparire ingenuo…
– No, no, ripeto che lo sono davvero. Dunque, l’interesse di chi?
– Ma l’interesse nostro, evidentemente, dei Mercati.
– E in che cosa consiste, se non chiedo troppo, questo vostro interesse?
– Nel fare in modo che ci sia sempre qualcuno che vende e qualcuno che compra.
– Capisco. Nient’altro?
– E che ci sia un certo equilibrio.
– Cioè?
– Per esempio, se ci sono troppi soldi e pochi beni non va bene. Se ci sono pochi soldi e troppi beni non va bene.
– Ma è una vita un po’ arida la vostra…
– Nient’affatto. Il nostro ruolo è decisivo. Mi creda: se lei oggi a pranzo ha potuto scegliere tra una bistecca e una coscia di pollo, è merito nostro, dei Mercati. E poi è bello ogni mattina vedere che tutti attendono la nostra reazione.
– A proposito: com’è il vostro rapporto con la Politica?
– È un rapporto intenso, ma lei, la Politica, è sempre così volubile, instabile, caotica, disorganizzata.
– Inaffidabile?…
– Già. Ecco perché noi interveniamo così spesso. Cerchiamo di mettere ordine dove non ci sarebbe altro che caos. E di ricordare il principio di responsabilità. Perché nessun pasto è gratis. Non so se ci spieghIamo…
– Però, signori Mercati, ammetterete che così l’autonomia della Politica va a farsi friggere.
– Autonomia della Politica? Lei vuole scherzare…
– No, no, non scherzo. La Politica ha una sua dignità. Non può dipendere dai Mercati…
– Ah! Bella frase! Ma senza significato. Dia retta: se lasciassimo fare alla Politica, saremmo già tutti rovinati.
– Ma perché?
– Per i motivi che le dicevo prima: della Politica non ci si può fidare, non guarda avanti, non pensa alle conseguenze. È sfrontata. Ecco il perché del nostro intervento. Noi, i Mercati, mettiamo le cose a posto.
– Un lavoraccio…
– Qualcuno deve pur farlo.
– Ma non vi sembra di essere un tantino senza cuore?
– Come? Si spieghi meglio…
– Voglio dire: la Politica sarà pure volubile, una farfallona, non discuto. Ma voi, con tutto questo equilibrio, questo controllo, diventate davvero pesanti: la vita non è solo calcolo…
– Caro signore, la vita non sarà solo calcolo, come dice lei, ma immagini che cosa succederebbe se noi non ci fossimo…
– Beh, forse saremmo tutti più… ehm… come dire… più felici?
– Lei vaneggia! Sareste tutti quanti falliti!
– Comunque, come rispondete a chi vi accusa di essere soltanto degli speculatori?
– Rispondiamo che noi lo siamo e ne andiamo fieri. Speculare vuol dire riflettere, e noi applichiamo la riflessione alle operazioni commerciali e finanziarie.
– Già, ma per il bene di chi?
– Oh bella, l’abbiamo già detto: per il bene nostro, dei Mercati! E cioè di tutti.
– Mah, su questo ho i miei dubbi… Grossi dubbi…
– Guardi un po’ che cosa è successo dove noi siamo stati eliminati: solo povertà, miseria, sofferenza.
– D’accordo, ma a volte non vi sembra di esagerare con la faccenda degli interessi?
– Per niente. L’interesse è ciò che muove il mondo. Non ricorda Adam Smith?
– Cioè?
– «Non è certo dalla benevolenza del macellaio, del birraio o del fornaio che ci aspettiamo il nostro pranzo, ma dal fatto che essi hanno cura del proprio interesse».
– E non vi sentite mai utilizzati dai potenti per i loro fini?
– Scusi, non riusciamo a capire…
– Voglio dire: siete sicuri che nessuno vi manipoli per il proprio interesse particolare?
– Ma tutti ci utilizzano per il loro interesse! È così che funziona.
– E quando gettate qualcuno sul lastrico? Nessun senso di colpa?
– Noi non gettiamo nessuno sul lastrico. Ognuno è artefice del proprio male.
– Sarà… In ogni caso, come la mettiamo con lo Spread?
– In che senso?
– Non vi sembra ingiusto fare leva sullo spread ogni volta che da noi la Politica è in difficoltà?
– Giusto, ingiusto… Non sono le nostre categorie. Lo spread è un indicatore. Noi non facciamo che segnalare. Vi aiutiamo a rimettere le cose a posto. Sempre che ne siate capaci.
– Avverto qui una critica all’Italia. Tifate per la Germania?
– Ma che tifo e tifo! Non è una partita di calcio! Parliamo di conti.
– E della moneta che ci dite? Meglio l’euro o la lira?
– La moneta è solo uno strumento. A noi interessa che qualcuno venda e qualcuno compri. Stop.
– Ma secondo voi l’Italia deve restare nell’euro?
– Ripetiamo: non ci riguarda.
– Ma un consiglio?
– Immaginiamo che la lira si ritroverebbe automaticamente svalutata rispetto all’euro. Diciamo di un trenta per cento. Ma è la Politica che decide queste cose. Noi ci limitiamo a prenderne atto e a comportarci di conseguenza.
– E che cosa ci dite della povertà crescente, delle famiglie che soffrono, dei tanti giovani senza lavoro? Voi, i Mercati, non vi interrogate mai su questi problemi?
– Ma non è il nostro compito. A noi interessa che ci sia qualcuno disposto a vendere e qualcuno disposto a comprare. E riteniamo che questa possibilità, alla fin fine, garantisca il benessere più di altri sistemi.
– La famosa «mano invisibile», per cui la ricerca egoistica del proprio interesse giova al benessere generale.
– Esatto.
– E quando un paese soffre, come l’Italia adesso, non vi sentite responsabili?
– Vedo che lei non vuol capire. Ci sentiremmo in difetto se non facessimo il nostro dovere, cioè rendere possibile la contrattazione tra chi compra e chi vende. Il resto è filosofia.
– Avete letto l’ultimo discorso del papa?
– Quale?
– Alla fondazione Centesimus annus. Dove, fra l’altro, dice: «Le attuali difficoltà e crisi nel sistema economico hanno una innegabile dimensione etica: sono legate a una mentalità di egoismo e di esclusione che ha generato nei fatti una cultura dello scarto, cieca rispetto alla dignità umana dei più vulnerabili».
– Ebbene?
– Come reagite?
– Il papa parla da papa, giustamente. Noi più che di morale parliamo di equilibrio. I conti a posto. Entrate e uscite. Cose così.
– Ma che aridità di cuore…
– Come ha detto?
– Niente. Riflettevo fra me e me. L’etica proprio non vi riguarda?
– L’etica riguarda voi. Per noi ci sono solo leggi. Le leggi dei Mercati. Ovvero le nostre. Le quali non si violano impunemente.
– Dunque il denaro non è lo sterco del diavolo?
– Andiamo… Il denaro è uno strumento. Meglio: un’unità di misura. Sta a voi scegliere che farne.
– A proposito di denaro. Scusate se approfitto: non potreste darmi qualche consiglio? Per i miei risparmi…
– Caro amico, ci sono ottimi financial advisors. Si rivolga a loro.
– Scusi?
– Consulenti finanziari.
– Suvvia, un consiglio piccolo piccolo…
– Dipende dal capital asset…
– Scusi?
– E poi badi all’asset allocation…
– Scusi?
– E occhio ai driver di crescita…
– Scusi?
– Per un corretto investment plan…
– Mi gira la testa…
– Tranquillo, lasci fare a noi.
– Va bene, grazie.
– Grazie a lei.
– E ora che fate?
– Andiamo a trovare un’amica…
– Chi è? Se non sono indiscreto…
– La Borsa. Con lei sì che ci si intende!
– Parlerete di Politica?
– Certo che sì. E sai le risate!
Aldo Maria Valli
http://www.aldomariavalli.it/2018/05/29/intervista-ai-mercati/
LA BCE ABBASSATO LO SPREAD (perché metteva nei guai Mattarella)
Giusto per completezza di informazione: i mercati liberi e selvaggi che immaginano i media per terrorizzarci, non c’entrano niente.
E’ stata la BCE, naturalmente. Lo testimoniano due tweet di due operatori finanziari attivi. Due testimoni oculari, diciamo:
Andrea Mazzalai (@icebergfinanza) ha twittato alle 11:24 PM on mar, mag 29, 2018:
Oggi la BCE si è tirata indietro posso testimoniare che molti book dei titoli di Stato erano vuoti, assenza totale e deliberata. Le minacce di Constancio sono state messe in pratica. Ecco l’importanza di avere una banca centrale sovrana come USA e UK
(https://twitter.com/icebergfinanza/status/1001575136145928193?s=03)
Oggi la BCE si è tirata indietro posso testimoniare che molti book dei titoli di Stato erano vuoti, assenza totale e deliberata. Le minacce di Constancio sono state messe in pratica. Ecco l’importanza di avere una banca centrale sovrana come USA e UK
(https://twitter.com/icebergfinanza/status/1001575136145928193?s=03)
Marco Mazzucchelli (@MMazzucchell) ha twittato alle 9:09 PM on mar, mag 29, 2018:
Sarebbero bastate poche centinaia di milioni di Euro di acquisti per stabilizzare i mercati oggi. Le mani venditrici erano deboli. Non so perché BCE non l’abbia fatto. Ai miei tempi lo avremmo fatto noi traders delle grandi banche.
(https://twitter.com/MMazzucchell/status/1001540980238151680?s=03)
Sarebbero bastate poche centinaia di milioni di Euro di acquisti per stabilizzare i mercati oggi. Le mani venditrici erano deboli. Non so perché BCE non l’abbia fatto. Ai miei tempi lo avremmo fatto noi traders delle grandi banche.
(https://twitter.com/MMazzucchell/status/1001540980238151680?s=03)
Tralascio altri, sarebbe ripetitivo. Al di là del gergo tecnico, il senso spero sia chiaro: è stata la BCE a mettere sottosopra “i mercati”, essenzialmente per omissione, per darci una punizione e un avvertimento. E’ stata la BCE ad avverare la profezia di Victor Constancio, il vice-governatore della BCE, che un giorno fa aveva minacciato: “Il clima dei mercati può mutare di colpo”, eccetera.
Dopodiché, si sono accorti che la salita a razzo dello spread e le svendite di titoli italiani, ormai, veniva attribuita dal pubblico non più a Di Maio, Salvini e al professor Savona, ma all’atto irresponsabile di Mattarella; che era lui quello a cui “i mercati” dichiaravano la loro “sfiducia” . Quindi i “mercati” si sono calmati, la Borsa è risalita, è tornato il sereno.
E’ anche possibile che tra le “mani deboli” (ossia svenditori di nostri titoli con poco denaro da sbattere via) ci sia stata la Deutsche Bank. Lo sappiamo perché l’ha già fatto: nel 2011, svendette 7 miliardi di titoli italiani (su 8 che ne deteneva) e contemporaneamente acquistò circa 1,4 miliardi di Credit Default Swap (Cds) di copertura sull’esposizione al rischio Italia, azione con cui faceva vedere che il rischio Italia era grosso, grossissimo. Così fu fatto cadere Berlusconi, e soprattutto il suo capace ministro Tremonti. Sulla svendita massiccia, la rpocura di Trai aprì un’indagine per manipolazione del mercato. A cui la Deutsche Bank rispose, sprezzante, di “aver chiarito tutto con la Consob”. La finanza, si sa, è sopra le leggi. Oggi che Deutsche Bank, la prima banca europea tedesca, in sei mesi ha perso più del40% in Borsa, ha le mani alquanto più “deboli”.
Adesso i nostri 25 lettori sanno che non sono stati “i mercati” a destabilizzarci. Il punto è che milioni di italiani non lo sanno, perché tutti i media sono impegnati nella più grande campagna per terrorizzarli e indurli a cambiare il voto, a cui personalmente abbia mai assistito. Con la più forsennata e delirante profluvie di fake news.
Come quella di quel tale Floris dalle bella dentatura: “Se usciamo dall’€ la rata del mutuo variabile sale subito del 70%”. O Lucreazia Reichli: ritorno alla lira = 30/40% di svalutazione. Ricchezza ridotta del 30/40%. Inflazione, risparmi azzerati…
La professoressa Reichlin avrebbe dovuto spiegare che anche con l’euro i risparmi degli italiani si sono svalutati di oltre il 30 per cento dal 2008.
Lascio a voi la lettura dell’articolo del Sole: puro Edgard Allan Poe, “I racconti del Terrore”.
Il Corriere è ancora peggio perché al terrorismo unisce l0infantilismo (sapendo che i lettori da terrorizzare sono come bambini, quanto a conoscenze monetarie), ma ve lo risparmio.
Il problema è che Salvini andrà ad elezioni dopo quattro mesi di questo martellamento terroristico, di fake news non smentite, perché senza contraddittorio. Non si può fare molto se prima, non si possiede almeno qualche medium maggiore.
https://www.maurizioblondet.it/la-bce-lo-abbassato-lo-spread-perche-metteva-nei-guai-mattarella/
IMPEDIAMO L’ULTIMO SACCHEGGIO DELL’ITALIA
di Gian Micalessin
Spogliare la Grecia è stato uno scherzo.
Aeroporti, qualche isola, industrie zero, terre poche, risparmi privati ridicoli, demanio interessante.
Comunque la Grecia aveva un Pil inferiore alla sola provincia di Treviso.
E’ bastato un sol boccone.
Per l’Italia è diverso.
Un capitale assolutamente enorme.
Secondo al mondo in quanto a risparmio privato, primo come abitazioni di proprietà, terre di valore assoluto e coste meravigliose.
Quinta potenza industriale al mondo prima dell’euro, ottava oggi.
Il Made in Italy è ancora oggi il marchio numero uno al mondo, davanti a Coca Cola.
Biodiversità superiore alla somma di tutti gli altri paesi europei.
Come capitale artistico momumentale, non ne parliamo neanche: è superiore a quello di tutto il resto del mondo.
Francia e Germania, più qualche fondo americano, cinese o arabo hanno fatto la spesa da noi a “paghi uno e prendi quattro”.
Tutto il lusso e la grande distribuzione sono passati ai francesi insieme ai pozzi libici passati da Eni e Total.
Poi anche Eni è diventata a maggioranza americana.
Anche il sistema bancario è passato ai francesi insieme all’alimentare.
I tedeschi si sono presi la meccanica, e il cemento.
Gli indiani tutto l’acciaio.
I Cinesi si son presi quote di Terna, e tutto Pirelli agricoltura.
Se ne sono andate Tim, Telecom, Giugiaro, Pinin Farina, Pernigotti, Buitoni, Algida, Gucci, Valentino, Loro Piana, Agnesi, Ducati, Magneti Marelli,Italcementi, Parmalat, Galbani, Locatelli, Invernizzi, Ferretti Yacht, Krizia, Bulgari, Pomellato, Brioni, Valentino, Ferrè, la Rinascente, Poltrona Frau, Edison,
Saras, Wind, Ansaldo, Fiat ferroviaria, Tibb, Alitalia, Merloni, Cartiere di Fabriano…..
Ma…non hanno finito.
Ci sono rimaste ancora le case e le cose degli italiani.
E i loro risparmi. Circa 3000 miliardi di euro.
Ora vogliono quelli.
Ecco chi ha chiamato Mattarella e gli ha “intimato ” di procedere a sbarrare la strada a chi poteva mettere a rischio la prosecuzione della spoliazione.
I fondi di investimento, i mercati, che, come ricordavo raccolgono i soldi delle mafie, tutte, grandi e piccole, dei traffici di droga, di umani, di truffe internazionali, si salvataggi bancari, del “nero” delle grandi multinazionali, siano esse del commercio, dei telefonini, della cocaina o delle armi, questi fondi di investimenti dicevo, non hanno finito.
Ora tocca alle poche industrie rimaste, ai fondi pensioni, ai conti privati, agli immobili.
Ora tocca a noi.
Ecco perché non serve a nulla mediare, arretrare un po’.
Non si placheranno, l’abbiam già visto.
Bisogna fermarli ora.
Il 24 maggio non vi è venuto in mente nulla ?
Ogni generazione ha il suo Piave.
Questo è il nostro.
La Germania non ha mai pagato i debiti – di Michele Rallo
Cottarelli: in Grecia lo ricordano bene
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