Apparizioni mariane alle Tre Fontane (Roma): «Ecco una sintesi dei principali messaggi della Beata Vergine»
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Il contenuto della prima apparizione mariana alle Tre Fontane (Roma) non era stato reso noto e si trova negli archivi del Sant’Uffizio, ma Bruno Cornacchiola, il veggente, ne aveva fatto una fotocopia, depositata negli archivi della sua associazione, della quale il Gaeta (op. cit., p. 59) riporta i principali brani sinora inediti.
I Diari consultati da Salvatore Gaeta si trovano presso l’associazione “Schiere Arditi di Cristo Re Immortale” (SACRI) fondata da Cornacchiola. Gli “Arditi di Cristo” si occupano soprattutto di catechesi e non avevano letto i Diari di Cornacchiola, i quali contengono delle rivelazioni sorprendenti e inedite sino a che Saverio Gaeta le ha raccolte nel suo libro.
La prima (12 aprile 1947) si trova scritta a mano in un quaderno di una trentina di pagine. I punti più salienti sono i seguenti:
“I pastori del gregge non fanno il loro dovere. Troppo mondo è entrato nella loro anima per dare scandalo al gregge e sviarlo dalla via. […]. Prima che la Russia si converta e lasci la via dell’ateismo, si scatenerà una tremenda e grave persecuzione. Pregate, si può fermare. […]. Allontanatavi dalle false cose del mondo: vani spettacoli, stampe d’oscenità. […]. Satana è sciolto per un periodo di tempo e accenderà tra gli uomini il fuoco della protesta. Figli siate forti, resistete all’assalto infernale. […]. La Chiesa tutta subirà una tremenda prova, per pulire il carname che si è infiltrato tra i suoi ministri. […]. Sacerdoti e fedeli saranno messi in una svolta pericolosa nel mondo dei perduti, che si scaglierà con qualunque mezzo all’assalto: false ideologie e teologie. […]. Vi saranno giorni di dolori e di lutti. Dalla parte d’oriente un popolo forte, ma lontano da Dio, sferrerà un attacco tremendo, e spezzerà le cose più sacre e sante. […]. Il mondo entrerà in un’altra guerra, più spietata delle precedenti; maggiormente sarà colpita la Rocca eterna (Roma). L’ira di satana non è più mantenuta; lo Spirito di Dio si ritira dalla terra, la Chiesa sarà lasciata vedova, sarà lasciata in balìa del mondo. […]. La colpita maggiormente sarà la Chiesa di Cristo per nettarla dalle sozzure che vi sono dentro. […]. I sacerdoti saranno calpestati e trucidati, ecco la croce rotta vicino alla talare dello spogliamento esteriore sacerdotale” (Saverio Gaeta, op. cit., pp. 80-88).
L’apparizione del 21 febbraio 1948 recita:
“Questo dico ai miei figli sacerdoti: voi state diventando del mondo, spogliandovi del sacro per dissacrare e abbandonare il sacerdozio. […]. Il mondo ha sete di verità, ma voi non gli date più l’acqua che disseta” (op. cit., pp. 89-91).
Apparizione del 15 agosto 1949:
“Perché non vi allontanate dal peccato? Il quale vi condurrà nel più atroce degli smarrimenti. […]. Ciò accadrà specie a coloro che in questi tempi colmi di peccato vi nascondono i miei richiami, nel tempo moderno colmo di falsità” (op. cit., pp. 91-93).
Apparizione del 15 agosto 1958:
“Vi sarà un fortissimo terremoto, che scuoterà tutto il globo terrestre. Non andate in giro, né mettetevi a dormire se siete in peccato mortale, ma confessatevi e pentitevi di averlo fatto, e non fatelo più. […]. Il sole si oscurerà, le stelle cadranno, ma non intendete ciò soltanto nella parte materiale del pensiero: c’è la parte interpretativa e spirituale e saranno i soli dei superbi e le stelle degli orgogliosi che cadranno. […]. Fuori della Chiesa cattolica, apostolica e romana non c’è la salvezza. […]. Amare tutti non significa tenere un atteggiamento sentimentalista. […]. Non spogliatevi dell’abito sacerdotale: l’abito richiama, è un segno celeste” (op. cit., p. 93-95).
Ve ne sono altre ancora. Particolarmente interessante è la visione avuta il 24 febbraio 1968:
“Satana regna oramai in tutti i posti più alti di comando […]. Satana entrerà nei posti guida della Chiesa. […]. Le tentazioni saranno terribili, il mondo vivrà in una confusione tale che gli eletti stessi sosteranno nel dubbio! Non c’è scampo […] tutti vivranno momenti terribili di guerra, distruzione e di caos politico, religioso e culturale. Quanti errori e quante eresie serpeggiano in ogni nazione, in ogni convento. […]. Quello che occorre è l’apostolato individuale non l’apostolato monopolizzato. […]. Bisogna che si lavori tra le anime nell’apostolato individuale: chi conosce e sa fare, senza alcuna previa autorizzazione, deve lavorare”(op. cit., p. 73).
Il 2 febbraio 1960 la Madonna dice:
“Sangue e lacrime, Gesù sangue, io vostra Madre lacrime; si è perduto il senso esatto della verità” (op. cit., p. 78).
Il 16 aprile del 1987:
“Tu devi offrirti vittima per la conversione e la santificazione dei sacerdoti e religiosi, che hanno abbandonato la via della dottrina e della morale perdendo la forza della salvezza e per colpa loro molte anime vanno all’inferno” (op. cit., p. 102).
Il 12 aprile del 1980 (trentatreesimo anniversario dell’apparizione) migliaia di fedeli accorsi alle Tre Fontane poterono assistere dalle 17.50 alle 18.20 al miracolo del sole che si mise a volteggiare come era avvenuto a Fatima il 13 ottobre 1917 (op. cit., p. 119).
Il 1° febbraio 1986 Cornacchiola riceve un altro messaggio severo:
“Preparatevi figli miei: la mano non posso trattenerla più! L’ira della giustizia è sopra di voi ” (op. cit., p. 150).
A pagina 153 del suo libro Saverio Gaeta riporta una annotazione personale di Cornacchiola su un malinteso ecumenismo, che definisce “ecclesiasticamente scorretto”:
“Non posso farmi l’idea che tutte le religioni portano alla redenzione. Tutte le religioni, dicono oggi, danno la salvezza. Ma allora perché Gesù è venuto, se già esistevano tante religioni? Gesù dice: ‘Chi crede in Me sarà salvo’; non chi crede alla sua religione. Se anche i protestanti si salvano, perché la Vergine mi è venuta a chiamare e mi ha detto di rientrare nell’Ovile santo, quando poteva lasciarmi benissimo dov’ero, fra gli avventisti?”.
Il 9 gennaio 1986 Cornacchiola ha un’altra locuzione:
“Oggi gli uomini hanno messo tutte le religioni sullo stesso piano per cui tutte portano a Dio e tutti si salvano. […]. Allora si salvano anche coloro che non accettano Gesù?. […]. Contro la Chiesa satana non può far nulla perché è divina; ma contro le anime che vivono in essa può molto; anzi presenterà il male sotto la veste morale, religiosa, politica e sociale. […]. Chiamo tutti alla conversione, ma per giustizia devo lasciare la mano di mio Figlio: proprio perché si compia la giustizia ”(op. cit., p. 165-166).
Impressionante è la visione avuta il 7 aprile 1966:
“si vede la basilica di San Pietro che ha la faccia tutta rovinata, la guardiamo e piangiamo” (op. cit., p. 169). Il 1° agosto 1966: “Mi son trovato davanti alla chiesa detta della Scala Santa, nella piazza adiacente ove c’è l’obelisco. Vi era allestita come una sala con vescovi e cardinali. D’improvviso crolla sopra molti vescovi, cardinali e altri tutta la facciata della chiesa” (ivi).
Nel messaggio del 1° gennaio 1988 un particolare ammonimento è riservato ai sacerdoti:
“Voi state calpestando le mie pecore e le portate verso la perdizione. Perché non fate più conoscere la mia dottrina? Perché le mie pecorelle le portate dove sono erbe secche e cespugli mortali? […]. Io sono stato ucciso proprio perché la mia dottrina non era la loro (dei farisei) dottrina. Voi avete chiuso la vostra bocca e le orecchie del mio gregge. Avete chiusa la porta della mia Chiesa per non entrarvi voi e non farvi entrare il mio popolo” (op. cit., p. 171).
Nel 1982 la Madonna dà un ulteriore monito ai sacerdoti (che costerà a Cornacchiola tantissime grane):
“essi miseramente girano sicuri senza segni sacerdotali esterni: non solo vivono nel dubbio della fede, ma attirano altri a lasciare la fede […] si sono ubriacati del mondo e del falso modernismo” (op. cit., pp. 172-173).
Una delle visioni più toccanti è quella del 28 aprile 1986. Cornacchiola si trova in piazza San Pietro e la Madonna gli dice:
“anche se chi dà un ordine ti sembra che sbagli, tu sei tenuto ad obbedire, a meno che quest’ordine tocchi la fede, la morale e la carità. Allora no!” (op. cit., p. 174).
Il 12 novembre 1986 la Madonna gli mostra una scena terrificante:
“vedo molti sacerdoti con la loro talare e religiosi e religiose con il loro saio: tutti in fila e degli aguzzini che li spingono e trascinano uno alla volta su un palco di legno. Li facevano inginocchiare e chiedevano loro: ‘Getta l’abito’. Alla risposta ‘No!’ gli prendevano la testa e gliela mettevano su un ceppo e lì venivano decapitati dal boia che aveva una scure” (op. cit., p. 174-175).
Una delle visioni più attuali mi sembra quella del 18 luglio 1996:
“Specialmente tanti miei figli sacerdoti, e anche più in alto, facilmente cadono nella braccia di satana come foglie secche che cadono da un albero al soffio del vento” (op. cit., pp. 181-182).
Il 4 giugno 1964 la Madonna aveva dettato a Cornacchiola una richiesta per
“salvare l’umanità dal diluvio di fuoco” (op. cit., p. 183).
Il 1° gennaio 1988 il veggente riceve una rivelazione che dischiude le porte del futuro:
“Avete degli esempi, Sodoma e Gomorra: non si pentirono, non fecero penitenza e conoscete quello che la giustizia ha fatto di loro. […]. Se non vi convertirete ferro e fuoco scenderà sopra di voi. […]. Quello che voi chiamate pace non è altro che inganno perché manca la conversione e tutto si sta preparando per una satanica guerra” (op. cit., p. 187).
Un’altra apparizione attualissima è quella del 14 agosto 1999:
«La Vergine mi fa vedere religiosi e religiose, sacerdoti, vescovi, cardinali e mi dice: “Sono sordi e stolti! Vedono i segni che sono un richiamo, ma non riflettono sopra questa realtà. […]. Negano Dio uno e trino e si fanno orgogliosamente essi stessi dio”» (op. cit., p. 195).
Il 13 marzo del 2000 la Madonna gli dice:
“la salvezza non è riunire tutte le religioni per farne un ammasso di eresie e di errori, ma convertitevi per l’unità di amore e di fede” (op. cit., p. 204).
La notte del 31 dicembre 1984:
“Mi sento trasportare nel centro di Roma e precisamente a piazza Venezia. Lì c’è una folla radunata che gridava: ‘Vendetta!’. Scorreva molto sangue in tutto il mondo, tutto il mondo imbrattato di sangue. Improvvisamente tutta quella gente si mette a gridare: ‘Tutti a San Pietro!’ e continuavano a gridare: ‘Vendetta!’. Sul piazzale all’interno del colonnato c’erano il papa, i cardinali, i vescovi e i sacerdoti. Tutti piangevano. Meraviglia: erano scalzi e la Madonna che grida. ‘Fate penitenza!’ ”(op. cit., p. 207).
Il 21 luglio 1998:
“Ho sognato che musulmani circondavano le chiese e chiudevano le porte e dai tetti gettavano benzina e davano fuoco, con dentro i fedeli in preghiera e tutto andava a fuoco” (op. cit., p. 210).
All’alba del 10 febbraio 2000 un altro sogno angoscioso:
“Mi trovo a San Pietro […] una folla di barbari correva dentro la basilica uccidendo chiunque incontrava. […]. Tutti i sacerdoti presenti erano con l’abito talare, ai lati del sagrato i vescovi erano a sinistra i cardinali a destra e pregavano in ginocchio col viso a terra” (op. cit., p. 210).
11 marzo 1970
“che brutta notte ho passato. Un sogno mi ha tenuto in apprensione tutta la notte. Il Papa circondato da cardinali e vescovi che gridavano verso di lui dicendogli parole rivoluzionarie. […]. Il Papa viene preso e scaraventato dentro un pozzo” (op. cit., p. 217).
Quella del 21 settembre 1988 è la più interessante:
“Quello che ho sognato non si avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio. Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta ad un ammasso di rovine” (op. cit., p. 218).
Il 4 gennaio 1992:
“I cristiani si combattono perché non hanno più un capo che li guidi”(op. cit., p. 219).
Il 26 gennaio 1996:
“Questa notte ho visto la basilica di San Pietro andare a fuoco” (op. cit., p. 220).
Il 31 dicembre 1990 Maria gli confida:
“Falsi profeti, che cercano con tutti i mezzi di avvelenare le anime cambiando la dottrina di Gesù in dottrine sataniche; e toglieranno il Sacrificio della croce che si ripete sugli altari del mondo” (op. cit., p. 221).
Il 12 marzo 1983 la Madonna della Rivelazione dice a Cornacchiola:
“Il pericolo è alle porte, una guerra atomica, se non si fa come ho detto, è inevitabile. […]. Parlo a tutti, l’atomica è pronta, gli uomini senza coscienza minacciano di usarla e il pericolo è sempre più vicino di quanto non pensiate” (op. cit., p. 223).
Il 13 luglio 1998:
“Questa notte ho sofferto molto in sogno. C’era la guerra e gli stranieri invadevano l’Italia” (op. cit., p. 226).
Conclusione
Saverio Gaeta conclude:
“So bene che queste pagine potranno innescare contestazioni e polemiche, accuse di sensazionalismo e insinuazioni di ‘preconciliarismo’. Ma se le ispirazioni a Cornacchiola provenivano realmente dal Cielo, come personalmente ritengo, è certamente opportuno che vengano rese note al grande pubblico, sottraendole all’oscurità di qualche polveroso archivio della Santa Sede” (op. cit., p. 229).
Istruzione Cattolica
https://gloria.tv/article/Fep3iuqsjthF3qKV3DD2d6dMn
Meditazione del Padre Stefano Manelli, Fondatore dei Francescani dell'Immacolata sulla realtà del Paradiso
«Quel che occhio mai vide, né orecchio mai udì, né mai cuore d’uomo ha potuto gustare, questo Dio ha preparato a coloro che lo amano» (1 Cor 2,9).
Il Paradiso è una realtà inimmaginabile, è la pienezza di tutti i beni desiderabili, è l’estasi eterna nella visione beatifica di Dio. Perciò «il Cielo è il fine ultimo dell’uomo - insegna il Catechismo - e la realizzazione delle sue aspirazioni più profonde, lo stato di felicità suprema e definitiva» (n. 1024).
Santa Caterina da Siena racconta di essere stata una volta rapita nella gloria dei cieli. Quando, terminata l’estasi, tentò di parlare, non riuscì a fare altro che a piangere. A chi si meravigliava, la Santa disse: «Non vi meravigliate di questo; piuttosto, meravigliatevi che sto ancora sulla terra, dopo aver goduto ineffabili delizie... ».
Ugualmente, san Roberto Bellarmino, pensando alla felicità suprema del Paradiso, mentre un giorno guardava un quadro che raffigurava i Beati gesuiti, esclamò: «Voglio andar presto con loro! Via, via da questa vita; bisogna volar lassù con questi... ».
«Venite, benedetti... »
«Credetemi - diceva san Filippo Neri, - il Paradiso non è fatto per i poltroni».
In Paradiso ci vanno gli eroi dell’amore a Dio e ai fratelli. «Il Regno dei Cieli esige violenza e solo i violenti lo conquistano» (Mt 11,12).
Soltanto il cristiano che è un eroe di bontà, di fede, di umiltà, di purezza, di obbedienza, di pazienza, di mortificazione può sperare di sentirsi dire al termine dell’esilio terreno: «Vieni, servo buono e fedele, entra nel gaudio del tuo Signore» (Mt 25,21).
Negli «Atti dei Martiri» è descritto il martirio di san Timoteo. Il Santo martire, piagato e torturato nella calce viva, udì gli Angeli che lo confortavano: «Alza il capo, e pensa al Cielo che ti attende!»
Purtroppo, a noi è cosi facile lasciarci attrarre e dominare dai beni terreni, lasciarci sedurre dalle creature e dai piaceri carnali. Perciò dobbiamo ricordare con maggiore insistenza il richiamo di san Paolo: «Cercate le cose di lassù, gustate le cose di lassù, non quelle della terra» (Col 3,1). Se facciamo come ci dice san Paolo, sperimenteremo anche noi la verità di questa frase di sant’Ignazio: «Oh, quanto mi pare piccola e vile la terra, quando contemplo il cielo!». E ci preoccuperemo di spingere anche altri fratelli a distogliere un po’ lo sguardo dalle creature per rivolgerlo al Creatore. Sarebbe follia imperdonabile perdere i beni celesti ed eterni per i vili piaceri terreni e momentanei. Questo mondo per noi è solo una terra d’esilio, da cui dobbiamo raggiungere la nostra vera patria.
Basta riflettere un poco su questa verità per comprendere meglio anche un’altra triste realtà di questa terra: l’aborto. Con questo «abominevole delitto» come l’ha definito il Concilio Vaticano II, non solo viene soppressa la vita di un bimbo, ma gli viene negata anche l’entrata in Paradiso: quel bimbo andrà al Limbo eterno, come ha sempre insegnato la Chiesa, perché privo del Battesimo, senza il quale non ci può essere Paradiso: «Chi sarà battezzato sarà salvo» (Mc 16,16), «chi non rinasce dall’acqua e dallo Spirito Santo, non può entrare nel Regno di Dio» (Gv 3,5).
Al ciel, al ciel... con Lei
La canzoncina popolare «Andrò a vederla un dì» spinge con forza a desiderare il Paradiso per vedere la Madonna e stare sempre con Lei.
Santa Bernadetta confidò che la Madonna è talmente bella da desiderare mille volte la morte per poterla rivedere.
Una volta san Massimiliano M. Kolbe ricevette gli auguri di una rapida morte per raggiungere presto l’Immacolata in Cielo. E il Santo rispose, ringraziando sentitamente.
San Leonardo da Porto Maurizio, apostolo ardente, arrivava a predicare dal pulpito e a chiedere preghiere ai fedeli per poter morire presto e andare a stare con l’Immacolata. Una volta su dal pulpito disse ai fedeli: «Io bramo morire per vivere con Maria. E voi recitate un’Ave Maria per me. Ottenetemi la grazia di morire adesso su questo pulpito... Voglio andare a vedere Maria».
Quando si ama veramente la Madonna, il pensiero e l’aspirazione al Paradiso non danno tregua, perché è lì che la Madonna ci attende, e ci attende, diceva il santo Curato d’Ars, proprio come una Mamma che aspetta l’arrivo dei figlioli per averli tutti attorno a sé nel gaudio eterno.
Paradiso e penitenza
Ma in Paradiso non si arriva se non «per la porta stretta e per la via aspra» (Mt 7,14), ossia attraverso la penitenza.
Quando si chiedeva a san Massimiliano di moderare un po’ il suo eroico e spossante apostolato per l’Immacolata, egli rispondeva: «Non è necessario risparmiarsi, mi riposerò in Paradiso!... ».
Ugualmente, quando si esortava san Giuseppe Calasanzio a risparmiarsi qualcuna delle molte penitenze, il Santo rispondeva: «O Paradiso! Paradiso! Quale fortezza e alacrità tu comunichi a chi vuol entrare in te!».
Si voleva che prendesse qualche sollievo. Ma egli rispondeva: «Si può andare in Paradiso, anche senza passeggio. Il nostro riposo sarà in Paradiso... ».
Si scoprì che portava indosso il cilizio e gli si chiese se faceva male. Rispose: «Sicuro che fa un po’ male; ma per andare in Paradiso bisogna fare penitenza... ».
Ci vuole la Madonna
Una cosa però ci deve consolare. Se è vero che in Paradiso non si va senza penitenza, è anche vero che per andarci attraverso una via più sicura e più facile bisogna andarci con Maria.
Un piccolo episodio. Una volta un Vescovo si recò dal beato Pio da Pietrelcina e gli portò un amico che non era uno stinco di santo. Lo presentò a padre Pio dicendogli: «Padre, questo amico vorrebbe assicurarsi un biglietto d’ingresso in Paradiso, la cosa non è facile, che cosa gli consiglierebbe, padre? Abbassando e scuotendo un po’ la testa, con accento dolcissimo padre Pio rispose: «Eh, ci vuole la Madonna, ci vuole la Madonna».
Anche a san Bernardo avvenne una volta che andò a confessarsi da lui un grande peccatore, già sull’orlo della disperazione perché sconvolto da terribili peccati. San Bernardo gli parlò della divina misericordia e gli aprì il Vangelo al passo dell’Annunciazione, là dove l’Angelo dice: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1,30). E san Bernardo commentò dicendo che Maria, «piena di grazia», ha trovato grazia per noi peccatori. Quel povero peccatore si rianimò. Dopo la confessione andò subito all’altare della Madonna, e ritrovò la perfetta pace.
Se noi ameremo molto la Madonna, Ella ci donerà di giorno in giorno le grazie necessarie per vivere in maniera degna del cristiano, disponendoci via via a prepararci al Paradiso nel distacco progressivo da questa terra, fino a farci esclamare con san Giuseppe Cottolengo: «Brutta terra, bel Paradiso!».
È necessario, però, che noi amiamo la Madonna impegnandoci a far bene i nostri doveri quotidiani. Santa Bernadetta aveva avuto dall’Immacolata l’assicu-
razione del Paradiso. Eppure, si comportava in tutto con la massima perfezione, perché non presumeva di andare in cielo senza comportarsi bene. Una volta, infatti, ci fu chi le ricordò che ella era al sicuro, perché la Madonna le aveva già garantito il Paradiso. «Sì, - rispose la Santa - ma a condizione che io faccia quanto è necessario per meritarlo».
Sforziamoci perciò di vivere con gli occhi sempre fissi al Paradiso, con le mani in azione per fare sempre tutti i nostri doveri, con il cuore pieno di amore e di fiducia nella nostra dolce Mamma che ci vuole tutti in Paradiso.
Il contenuto della prima apparizione mariana alle Tre Fontane (Roma) non era stato reso noto e si trova negli archivi del Sant’Uffizio, ma Bruno Cornacchiola, il veggente, ne aveva fatto una fotocopia, depositata negli archivi della sua associazione, della quale il Gaeta (op. cit., p. 59) riporta i principali brani sinora inediti.
I Diari consultati da Salvatore Gaeta si trovano presso l’associazione “Schiere Arditi di Cristo Re Immortale” (SACRI) fondata da Cornacchiola. Gli “Arditi di Cristo” si occupano soprattutto di catechesi e non avevano letto i Diari di Cornacchiola, i quali contengono delle rivelazioni sorprendenti e inedite sino a che Saverio Gaeta le ha raccolte nel suo libro.
La prima (12 aprile 1947) si trova scritta a mano in un quaderno di una trentina di pagine. I punti più salienti sono i seguenti:
“I pastori del gregge non fanno il loro dovere. Troppo mondo è entrato nella loro anima per dare scandalo al gregge e sviarlo dalla via. […]. Prima che la Russia si converta e lasci la via dell’ateismo, si scatenerà una tremenda e grave persecuzione. Pregate, si può fermare. […]. Allontanatavi dalle false cose del mondo: vani spettacoli, stampe d’oscenità. […]. Satana è sciolto per un periodo di tempo e accenderà tra gli uomini il fuoco della protesta. Figli siate forti, resistete all’assalto infernale. […]. La Chiesa tutta subirà una tremenda prova, per pulire il carname che si è infiltrato tra i suoi ministri. […]. Sacerdoti e fedeli saranno messi in una svolta pericolosa nel mondo dei perduti, che si scaglierà con qualunque mezzo all’assalto: false ideologie e teologie. […]. Vi saranno giorni di dolori e di lutti. Dalla parte d’oriente un popolo forte, ma lontano da Dio, sferrerà un attacco tremendo, e spezzerà le cose più sacre e sante. […]. Il mondo entrerà in un’altra guerra, più spietata delle precedenti; maggiormente sarà colpita la Rocca eterna (Roma). L’ira di satana non è più mantenuta; lo Spirito di Dio si ritira dalla terra, la Chiesa sarà lasciata vedova, sarà lasciata in balìa del mondo. […]. La colpita maggiormente sarà la Chiesa di Cristo per nettarla dalle sozzure che vi sono dentro. […]. I sacerdoti saranno calpestati e trucidati, ecco la croce rotta vicino alla talare dello spogliamento esteriore sacerdotale” (Saverio Gaeta, op. cit., pp. 80-88).
L’apparizione del 21 febbraio 1948 recita:
“Questo dico ai miei figli sacerdoti: voi state diventando del mondo, spogliandovi del sacro per dissacrare e abbandonare il sacerdozio. […]. Il mondo ha sete di verità, ma voi non gli date più l’acqua che disseta” (op. cit., pp. 89-91).
Apparizione del 15 agosto 1949:
“Perché non vi allontanate dal peccato? Il quale vi condurrà nel più atroce degli smarrimenti. […]. Ciò accadrà specie a coloro che in questi tempi colmi di peccato vi nascondono i miei richiami, nel tempo moderno colmo di falsità” (op. cit., pp. 91-93).
Apparizione del 15 agosto 1958:
“Vi sarà un fortissimo terremoto, che scuoterà tutto il globo terrestre. Non andate in giro, né mettetevi a dormire se siete in peccato mortale, ma confessatevi e pentitevi di averlo fatto, e non fatelo più. […]. Il sole si oscurerà, le stelle cadranno, ma non intendete ciò soltanto nella parte materiale del pensiero: c’è la parte interpretativa e spirituale e saranno i soli dei superbi e le stelle degli orgogliosi che cadranno. […]. Fuori della Chiesa cattolica, apostolica e romana non c’è la salvezza. […]. Amare tutti non significa tenere un atteggiamento sentimentalista. […]. Non spogliatevi dell’abito sacerdotale: l’abito richiama, è un segno celeste” (op. cit., p. 93-95).
Ve ne sono altre ancora. Particolarmente interessante è la visione avuta il 24 febbraio 1968:
“Satana regna oramai in tutti i posti più alti di comando […]. Satana entrerà nei posti guida della Chiesa. […]. Le tentazioni saranno terribili, il mondo vivrà in una confusione tale che gli eletti stessi sosteranno nel dubbio! Non c’è scampo […] tutti vivranno momenti terribili di guerra, distruzione e di caos politico, religioso e culturale. Quanti errori e quante eresie serpeggiano in ogni nazione, in ogni convento. […]. Quello che occorre è l’apostolato individuale non l’apostolato monopolizzato. […]. Bisogna che si lavori tra le anime nell’apostolato individuale: chi conosce e sa fare, senza alcuna previa autorizzazione, deve lavorare”(op. cit., p. 73).
Il 2 febbraio 1960 la Madonna dice:
“Sangue e lacrime, Gesù sangue, io vostra Madre lacrime; si è perduto il senso esatto della verità” (op. cit., p. 78).
Il 16 aprile del 1987:
“Tu devi offrirti vittima per la conversione e la santificazione dei sacerdoti e religiosi, che hanno abbandonato la via della dottrina e della morale perdendo la forza della salvezza e per colpa loro molte anime vanno all’inferno” (op. cit., p. 102).
Il 12 aprile del 1980 (trentatreesimo anniversario dell’apparizione) migliaia di fedeli accorsi alle Tre Fontane poterono assistere dalle 17.50 alle 18.20 al miracolo del sole che si mise a volteggiare come era avvenuto a Fatima il 13 ottobre 1917 (op. cit., p. 119).
Il 1° febbraio 1986 Cornacchiola riceve un altro messaggio severo:
“Preparatevi figli miei: la mano non posso trattenerla più! L’ira della giustizia è sopra di voi ” (op. cit., p. 150).
A pagina 153 del suo libro Saverio Gaeta riporta una annotazione personale di Cornacchiola su un malinteso ecumenismo, che definisce “ecclesiasticamente scorretto”:
“Non posso farmi l’idea che tutte le religioni portano alla redenzione. Tutte le religioni, dicono oggi, danno la salvezza. Ma allora perché Gesù è venuto, se già esistevano tante religioni? Gesù dice: ‘Chi crede in Me sarà salvo’; non chi crede alla sua religione. Se anche i protestanti si salvano, perché la Vergine mi è venuta a chiamare e mi ha detto di rientrare nell’Ovile santo, quando poteva lasciarmi benissimo dov’ero, fra gli avventisti?”.
Il 9 gennaio 1986 Cornacchiola ha un’altra locuzione:
“Oggi gli uomini hanno messo tutte le religioni sullo stesso piano per cui tutte portano a Dio e tutti si salvano. […]. Allora si salvano anche coloro che non accettano Gesù?. […]. Contro la Chiesa satana non può far nulla perché è divina; ma contro le anime che vivono in essa può molto; anzi presenterà il male sotto la veste morale, religiosa, politica e sociale. […]. Chiamo tutti alla conversione, ma per giustizia devo lasciare la mano di mio Figlio: proprio perché si compia la giustizia ”(op. cit., p. 165-166).
Impressionante è la visione avuta il 7 aprile 1966:
“si vede la basilica di San Pietro che ha la faccia tutta rovinata, la guardiamo e piangiamo” (op. cit., p. 169). Il 1° agosto 1966: “Mi son trovato davanti alla chiesa detta della Scala Santa, nella piazza adiacente ove c’è l’obelisco. Vi era allestita come una sala con vescovi e cardinali. D’improvviso crolla sopra molti vescovi, cardinali e altri tutta la facciata della chiesa” (ivi).
Nel messaggio del 1° gennaio 1988 un particolare ammonimento è riservato ai sacerdoti:
“Voi state calpestando le mie pecore e le portate verso la perdizione. Perché non fate più conoscere la mia dottrina? Perché le mie pecorelle le portate dove sono erbe secche e cespugli mortali? […]. Io sono stato ucciso proprio perché la mia dottrina non era la loro (dei farisei) dottrina. Voi avete chiuso la vostra bocca e le orecchie del mio gregge. Avete chiusa la porta della mia Chiesa per non entrarvi voi e non farvi entrare il mio popolo” (op. cit., p. 171).
Nel 1982 la Madonna dà un ulteriore monito ai sacerdoti (che costerà a Cornacchiola tantissime grane):
“essi miseramente girano sicuri senza segni sacerdotali esterni: non solo vivono nel dubbio della fede, ma attirano altri a lasciare la fede […] si sono ubriacati del mondo e del falso modernismo” (op. cit., pp. 172-173).
Una delle visioni più toccanti è quella del 28 aprile 1986. Cornacchiola si trova in piazza San Pietro e la Madonna gli dice:
“anche se chi dà un ordine ti sembra che sbagli, tu sei tenuto ad obbedire, a meno che quest’ordine tocchi la fede, la morale e la carità. Allora no!” (op. cit., p. 174).
Il 12 novembre 1986 la Madonna gli mostra una scena terrificante:
“vedo molti sacerdoti con la loro talare e religiosi e religiose con il loro saio: tutti in fila e degli aguzzini che li spingono e trascinano uno alla volta su un palco di legno. Li facevano inginocchiare e chiedevano loro: ‘Getta l’abito’. Alla risposta ‘No!’ gli prendevano la testa e gliela mettevano su un ceppo e lì venivano decapitati dal boia che aveva una scure” (op. cit., p. 174-175).
Una delle visioni più attuali mi sembra quella del 18 luglio 1996:
“Specialmente tanti miei figli sacerdoti, e anche più in alto, facilmente cadono nella braccia di satana come foglie secche che cadono da un albero al soffio del vento” (op. cit., pp. 181-182).
Il 4 giugno 1964 la Madonna aveva dettato a Cornacchiola una richiesta per
“salvare l’umanità dal diluvio di fuoco” (op. cit., p. 183).
Il 1° gennaio 1988 il veggente riceve una rivelazione che dischiude le porte del futuro:
“Avete degli esempi, Sodoma e Gomorra: non si pentirono, non fecero penitenza e conoscete quello che la giustizia ha fatto di loro. […]. Se non vi convertirete ferro e fuoco scenderà sopra di voi. […]. Quello che voi chiamate pace non è altro che inganno perché manca la conversione e tutto si sta preparando per una satanica guerra” (op. cit., p. 187).
Un’altra apparizione attualissima è quella del 14 agosto 1999:
«La Vergine mi fa vedere religiosi e religiose, sacerdoti, vescovi, cardinali e mi dice: “Sono sordi e stolti! Vedono i segni che sono un richiamo, ma non riflettono sopra questa realtà. […]. Negano Dio uno e trino e si fanno orgogliosamente essi stessi dio”» (op. cit., p. 195).
Il 13 marzo del 2000 la Madonna gli dice:
“la salvezza non è riunire tutte le religioni per farne un ammasso di eresie e di errori, ma convertitevi per l’unità di amore e di fede” (op. cit., p. 204).
La notte del 31 dicembre 1984:
“Mi sento trasportare nel centro di Roma e precisamente a piazza Venezia. Lì c’è una folla radunata che gridava: ‘Vendetta!’. Scorreva molto sangue in tutto il mondo, tutto il mondo imbrattato di sangue. Improvvisamente tutta quella gente si mette a gridare: ‘Tutti a San Pietro!’ e continuavano a gridare: ‘Vendetta!’. Sul piazzale all’interno del colonnato c’erano il papa, i cardinali, i vescovi e i sacerdoti. Tutti piangevano. Meraviglia: erano scalzi e la Madonna che grida. ‘Fate penitenza!’ ”(op. cit., p. 207).
Il 21 luglio 1998:
“Ho sognato che musulmani circondavano le chiese e chiudevano le porte e dai tetti gettavano benzina e davano fuoco, con dentro i fedeli in preghiera e tutto andava a fuoco” (op. cit., p. 210).
All’alba del 10 febbraio 2000 un altro sogno angoscioso:
“Mi trovo a San Pietro […] una folla di barbari correva dentro la basilica uccidendo chiunque incontrava. […]. Tutti i sacerdoti presenti erano con l’abito talare, ai lati del sagrato i vescovi erano a sinistra i cardinali a destra e pregavano in ginocchio col viso a terra” (op. cit., p. 210).
11 marzo 1970
“che brutta notte ho passato. Un sogno mi ha tenuto in apprensione tutta la notte. Il Papa circondato da cardinali e vescovi che gridavano verso di lui dicendogli parole rivoluzionarie. […]. Il Papa viene preso e scaraventato dentro un pozzo” (op. cit., p. 217).
Quella del 21 settembre 1988 è la più interessante:
“Quello che ho sognato non si avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio. Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta ad un ammasso di rovine” (op. cit., p. 218).
Il 4 gennaio 1992:
“I cristiani si combattono perché non hanno più un capo che li guidi”(op. cit., p. 219).
Il 26 gennaio 1996:
“Questa notte ho visto la basilica di San Pietro andare a fuoco” (op. cit., p. 220).
Il 31 dicembre 1990 Maria gli confida:
“Falsi profeti, che cercano con tutti i mezzi di avvelenare le anime cambiando la dottrina di Gesù in dottrine sataniche; e toglieranno il Sacrificio della croce che si ripete sugli altari del mondo” (op. cit., p. 221).
Il 12 marzo 1983 la Madonna della Rivelazione dice a Cornacchiola:
“Il pericolo è alle porte, una guerra atomica, se non si fa come ho detto, è inevitabile. […]. Parlo a tutti, l’atomica è pronta, gli uomini senza coscienza minacciano di usarla e il pericolo è sempre più vicino di quanto non pensiate” (op. cit., p. 223).
Il 13 luglio 1998:
“Questa notte ho sofferto molto in sogno. C’era la guerra e gli stranieri invadevano l’Italia” (op. cit., p. 226).
Conclusione
Saverio Gaeta conclude:
“So bene che queste pagine potranno innescare contestazioni e polemiche, accuse di sensazionalismo e insinuazioni di ‘preconciliarismo’. Ma se le ispirazioni a Cornacchiola provenivano realmente dal Cielo, come personalmente ritengo, è certamente opportuno che vengano rese note al grande pubblico, sottraendole all’oscurità di qualche polveroso archivio della Santa Sede” (op. cit., p. 229).
Istruzione Cattolica
https://gloria.tv/article/Fep3iuqsjthF3qKV3DD2d6dMn
«Credetemi - diceva san Filippo Neri, - il Paradiso non è fatto per i poltroni».
Meditazione del Padre Stefano Manelli, Fondatore dei Francescani dell'Immacolata sulla realtà del Paradiso
«Quel che occhio mai vide, né orecchio mai udì, né mai cuore d’uomo ha potuto gustare, questo Dio ha preparato a coloro che lo amano» (1 Cor 2,9).
Il Paradiso è una realtà inimmaginabile, è la pienezza di tutti i beni desiderabili, è l’estasi eterna nella visione beatifica di Dio. Perciò «il Cielo è il fine ultimo dell’uomo - insegna il Catechismo - e la realizzazione delle sue aspirazioni più profonde, lo stato di felicità suprema e definitiva» (n. 1024).
Santa Caterina da Siena racconta di essere stata una volta rapita nella gloria dei cieli. Quando, terminata l’estasi, tentò di parlare, non riuscì a fare altro che a piangere. A chi si meravigliava, la Santa disse: «Non vi meravigliate di questo; piuttosto, meravigliatevi che sto ancora sulla terra, dopo aver goduto ineffabili delizie... ».
Ugualmente, san Roberto Bellarmino, pensando alla felicità suprema del Paradiso, mentre un giorno guardava un quadro che raffigurava i Beati gesuiti, esclamò: «Voglio andar presto con loro! Via, via da questa vita; bisogna volar lassù con questi... ».
«Venite, benedetti... »
«Credetemi - diceva san Filippo Neri, - il Paradiso non è fatto per i poltroni».
In Paradiso ci vanno gli eroi dell’amore a Dio e ai fratelli. «Il Regno dei Cieli esige violenza e solo i violenti lo conquistano» (Mt 11,12).
Soltanto il cristiano che è un eroe di bontà, di fede, di umiltà, di purezza, di obbedienza, di pazienza, di mortificazione può sperare di sentirsi dire al termine dell’esilio terreno: «Vieni, servo buono e fedele, entra nel gaudio del tuo Signore» (Mt 25,21).
Negli «Atti dei Martiri» è descritto il martirio di san Timoteo. Il Santo martire, piagato e torturato nella calce viva, udì gli Angeli che lo confortavano: «Alza il capo, e pensa al Cielo che ti attende!»
Purtroppo, a noi è cosi facile lasciarci attrarre e dominare dai beni terreni, lasciarci sedurre dalle creature e dai piaceri carnali. Perciò dobbiamo ricordare con maggiore insistenza il richiamo di san Paolo: «Cercate le cose di lassù, gustate le cose di lassù, non quelle della terra» (Col 3,1). Se facciamo come ci dice san Paolo, sperimenteremo anche noi la verità di questa frase di sant’Ignazio: «Oh, quanto mi pare piccola e vile la terra, quando contemplo il cielo!». E ci preoccuperemo di spingere anche altri fratelli a distogliere un po’ lo sguardo dalle creature per rivolgerlo al Creatore. Sarebbe follia imperdonabile perdere i beni celesti ed eterni per i vili piaceri terreni e momentanei. Questo mondo per noi è solo una terra d’esilio, da cui dobbiamo raggiungere la nostra vera patria.
Basta riflettere un poco su questa verità per comprendere meglio anche un’altra triste realtà di questa terra: l’aborto. Con questo «abominevole delitto» come l’ha definito il Concilio Vaticano II, non solo viene soppressa la vita di un bimbo, ma gli viene negata anche l’entrata in Paradiso: quel bimbo andrà al Limbo eterno, come ha sempre insegnato la Chiesa, perché privo del Battesimo, senza il quale non ci può essere Paradiso: «Chi sarà battezzato sarà salvo» (Mc 16,16), «chi non rinasce dall’acqua e dallo Spirito Santo, non può entrare nel Regno di Dio» (Gv 3,5).
Al ciel, al ciel... con Lei
La canzoncina popolare «Andrò a vederla un dì» spinge con forza a desiderare il Paradiso per vedere la Madonna e stare sempre con Lei.
Santa Bernadetta confidò che la Madonna è talmente bella da desiderare mille volte la morte per poterla rivedere.
Una volta san Massimiliano M. Kolbe ricevette gli auguri di una rapida morte per raggiungere presto l’Immacolata in Cielo. E il Santo rispose, ringraziando sentitamente.
San Leonardo da Porto Maurizio, apostolo ardente, arrivava a predicare dal pulpito e a chiedere preghiere ai fedeli per poter morire presto e andare a stare con l’Immacolata. Una volta su dal pulpito disse ai fedeli: «Io bramo morire per vivere con Maria. E voi recitate un’Ave Maria per me. Ottenetemi la grazia di morire adesso su questo pulpito... Voglio andare a vedere Maria».
Quando si ama veramente la Madonna, il pensiero e l’aspirazione al Paradiso non danno tregua, perché è lì che la Madonna ci attende, e ci attende, diceva il santo Curato d’Ars, proprio come una Mamma che aspetta l’arrivo dei figlioli per averli tutti attorno a sé nel gaudio eterno.
Paradiso e penitenza
Ma in Paradiso non si arriva se non «per la porta stretta e per la via aspra» (Mt 7,14), ossia attraverso la penitenza.
Quando si chiedeva a san Massimiliano di moderare un po’ il suo eroico e spossante apostolato per l’Immacolata, egli rispondeva: «Non è necessario risparmiarsi, mi riposerò in Paradiso!... ».
Ugualmente, quando si esortava san Giuseppe Calasanzio a risparmiarsi qualcuna delle molte penitenze, il Santo rispondeva: «O Paradiso! Paradiso! Quale fortezza e alacrità tu comunichi a chi vuol entrare in te!».
Si voleva che prendesse qualche sollievo. Ma egli rispondeva: «Si può andare in Paradiso, anche senza passeggio. Il nostro riposo sarà in Paradiso... ».
Si scoprì che portava indosso il cilizio e gli si chiese se faceva male. Rispose: «Sicuro che fa un po’ male; ma per andare in Paradiso bisogna fare penitenza... ».
Ci vuole la Madonna
Una cosa però ci deve consolare. Se è vero che in Paradiso non si va senza penitenza, è anche vero che per andarci attraverso una via più sicura e più facile bisogna andarci con Maria.
Un piccolo episodio. Una volta un Vescovo si recò dal beato Pio da Pietrelcina e gli portò un amico che non era uno stinco di santo. Lo presentò a padre Pio dicendogli: «Padre, questo amico vorrebbe assicurarsi un biglietto d’ingresso in Paradiso, la cosa non è facile, che cosa gli consiglierebbe, padre? Abbassando e scuotendo un po’ la testa, con accento dolcissimo padre Pio rispose: «Eh, ci vuole la Madonna, ci vuole la Madonna».
Anche a san Bernardo avvenne una volta che andò a confessarsi da lui un grande peccatore, già sull’orlo della disperazione perché sconvolto da terribili peccati. San Bernardo gli parlò della divina misericordia e gli aprì il Vangelo al passo dell’Annunciazione, là dove l’Angelo dice: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio» (Lc 1,30). E san Bernardo commentò dicendo che Maria, «piena di grazia», ha trovato grazia per noi peccatori. Quel povero peccatore si rianimò. Dopo la confessione andò subito all’altare della Madonna, e ritrovò la perfetta pace.
Se noi ameremo molto la Madonna, Ella ci donerà di giorno in giorno le grazie necessarie per vivere in maniera degna del cristiano, disponendoci via via a prepararci al Paradiso nel distacco progressivo da questa terra, fino a farci esclamare con san Giuseppe Cottolengo: «Brutta terra, bel Paradiso!».
È necessario, però, che noi amiamo la Madonna impegnandoci a far bene i nostri doveri quotidiani. Santa Bernadetta aveva avuto dall’Immacolata l’assicu-
razione del Paradiso. Eppure, si comportava in tutto con la massima perfezione, perché non presumeva di andare in cielo senza comportarsi bene. Una volta, infatti, ci fu chi le ricordò che ella era al sicuro, perché la Madonna le aveva già garantito il Paradiso. «Sì, - rispose la Santa - ma a condizione che io faccia quanto è necessario per meritarlo».
Sforziamoci perciò di vivere con gli occhi sempre fissi al Paradiso, con le mani in azione per fare sempre tutti i nostri doveri, con il cuore pieno di amore e di fiducia nella nostra dolce Mamma che ci vuole tutti in Paradiso.
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