8X1000. LA LETTERA, AMARA E CORAGGIOSA, DI UN SACERDOTE A STILUM CURIAE.
Qualche giorno fa Romana Vulneratus Curia ha scritto toccando un tema delicato, e legato al periodo dell’anno: quello dell’8X1000. Se vi siete persi quell’articolo, lo potete leggere qui. Abbiamo ricevuto subito dopo la lettera di una sacerdote, che vi offriamo come testimonianza di un disagio condiviso, evidentemente, a livello ampio nel mondo cattolico italiano. Preferiamo non pubblicare il nome della persona che ci ha espresso liberamente i suoi sentimenti e le sue opinioni, perché viviamo in tempi particolarmente lievi e dolci, soprattutto per i chierici che non si allineano, e non ci sembra giusto esporli a misericordiosissime attenzioni. Buona lettura.
Carissimo Tosatti,
chi le scrive è un Sacerdote di Santa Romana Chiesa incardinato in una diocesi del Nord Italia. La lettura della missiva inviatale da RVC e da lei pubblicata il 12 maggio mi ha spinto a scriverle. Con maestria di penna e intelligenza RVC affronta il tema dell’8×1000 che sempre più cattolici destinano alla Chiesa Cattolica malvolentieri e con serio disagio. Anch’io tra questi … sino a tre anni fa quando presi una decisione netta. Vengo subito al punto: da tre anni non destino più il mio 8×1000 alla Chiesa Cattolica. E non sono il solo; nella mia diocesi (diocesi medio-piccola), ad esempio, siamo già un piccolo gruppetto di preti che ha preso questa sofferta decisione. E so di confratelli in altre diocesi che fanno lo stesso. Le sembrerà strano, forse addirittura contraddittorio, che un prete della Chiesa Cattolica non firmi l’8×1000 a favore della Chiesa Cattolica … ci fu un tempo in cui anche a me sarebbe parso bizzarro e forse pure deprecabile ma … cerco di spiegarmi. Ovviamente il mio diniego al sostegno economico non è rispetto alla Chiesa Cattolica in quanto Chiesa Cattolica cui anzi dedico tutta la mia vita e le mie povere risorse, la mia decisione circa l’8×1000 è piuttosto una esigenza di coscienza non volendo contribuire a scelte e azioni delle Gerarchie ecclesiastiche che giudico contrarie al bene, contrarie alla verità, contrarie al Vangelo. RVC ne ha elencate alcune con splendida ironia.
La Chiesa Cattolica (faccio riferimento alla dimensione umana e fallibile della Chiesa, non alla Sposa immacolata di Cristo), lo dico con dolore lancinante, è ogni giorno di più sfacciata nella sua “conversione” ad agenzia ideologica con una agenda politico-culturale molto simile ad un manifesto radical-progressista. Ogni giorno mi accorgo, e come me molti, che le strutture ecclesiastiche sono messe a servizio di idee anti-cristiane, idee che un Pannella o una Bonino non farebbero fatica alcuna a sottoscrivere … in questo il quotidiano Avvenire può essere eletto a paradigma italiano!
Non è questa la sede per una disquisizione sulla crisi che colpisce la Chiesa, sulle sue dinamiche e le sue cause. Ma penso che ogni credente che abbia gli occhi aperti sulla realtà ecclesiale che lo circonda se ne renda tristemente conto, si renda perfettamente conto dello sfacelo che tutto sembra travolgere. Che fare? Di certo non rendersene complici! Ecco perché non firmo più l’8×1000 a favore della Chiesa Cattolica, per non rendermi complice, anche solo con i miei quattro spiccioli, della follia.
A questa ragione di coscienza se ne aggiunge pure una “strategica”. La grave crisi che ferisce la Chiesa, a detta di molti senza precedenti, non solo ci chiede di astenerci da complicità con l’opera di “autodemolizione” ma pure ci chiede un impegno attivo per combattere l’errore, ciascuno secondo le proprie possibilità, le proprie competenze, il proprio ruolo. In questo impegno rientrano i Dubia cardinalizi, la Correctio filialis, la recente dichiarazione del cardinale Eijk, l’impegno teologico, filosofico, storico di molti per resistere a e correggere la marea pan-eretica montante. Tutte iniziative benedette ma … già Aristotele diceva che è inutile dialogare con chi neghi il principio di non contraddizione. E che proprio la negazione del principio di non contraddizione sia una costante in chi và operando l’autodemolizione della Chiesa è facilmente rilevabile (ricorda, dott. Tosatti, il 2+2=4 ma anche 5 di p. Spadaro? Il cap. VIII di AL è poi tutto costruito infischiandosene de “la contraddizion che nol consente” If, XXVII,120). Si tratta, in fondo, di un praxismo rivoluzionario agnostico (il grande filosofo tomista Cornelio Fabro direbbe ateismo dato il principio di immanenza presupposto teoreticamente) paludato retoricamente di cristianesimo. Ma un simile praxismo, pervasivamente diffuso ormai metastasicamente in tutto il corpo ecclesiale, come lo si combatte? Certo l’impegno veritativo sul piano dottrinale è irrinunciabile ma temo assolutamente inefficace rispetto alle strutture di potere ecclesiastico dominate da simile praxismo irrazionale. Chi sposa l’ideologia della praxis non capisce altre “ragioni” che la forza bruta dell’effettività che si impone. Ecco allora che il denaro (o meglio la privazione di denaro) diviene il più efficace degli argomenti. “Affamare” economicamente le strutture ecclesiastiche è forse l’unica medicina capace di arrestare lo sviluppo canceroso della metastasi. E lo dico, sia chiaro, con le lacrime agli occhi!
Sottrarre risorse economiche alla Chiesa Cattolica, nell’attuale stato patologico in cui versa, è fare il bene della Chiesa Cattolica in quanto si contribuisce a bloccare lo sviluppo tumorale che la affligge.
Si dirà: ma i poveri preti onesti e buoni di cosa vivranno? Le opere pie che la Chiesa compie come si finanzieranno? Capisco l’obiezione, obiezione che mi sono lungamente posto anch’io da cristiano e da prete. Penso che la Provvidenza saprà trovare i modi per finanziare i buoni e le opere loro anche senza passare per le casse della ufficialità istituzionale ecclesiastica. Non solo saprà trovare, ma già le trova, se tante belle e sante iniziative crescono anche senza contributi dai fondi 8×1000. E poi non firmare l’8×1000 a favore della CEI non significa disconoscere l’obbligo “di sovvenire alle necessità materiali della Chiesa, ciascuno in base alle proprie possibilità” come dice il precetto. Ogni credente è chiamato a contribuire, anche economicamente, all’opera della Chiesa. L’8×1000 sarebbe una modalità di ciò, ma oggi de facto contribuisce all’autodemolizione della Chiesa più che alla sua azione propria (quella voluta da Nostro Signore per la Sua Chiesa). Concretamente ciascuno dia il proprio contributo (anche economico) solo a quei preti, a quei religiosi, a quelle opere che realizzano, senza compromessi e deviazioni, il mandato di Cristo. Gli altri è bene siano “messi a dieta”!
Personalmente, con il poco che ho, sostengo realtà che hanno dato prova di adamantina cattolicità: una piccola e sana comunità monastica, una rivista cattolica, qualche parrocchiano anziano costretto a vivere con la pensione sociale, delle famiglie cattoliche in difficoltà. Ma neanche un centesimo ai Galantino, ad Avvenire, alle Caritas ormai in prima fila nel promuovere il “business degli immigrati che è orientato a suicidare la chiesa stessa” (RVC), neanche uno spicciolo!
E a chi mi dovesse rimproverare potrei sempre dire che la mia scelta è scelta ecumenica in applicazione dello spirito del Concilio visto che il mio 8×1000 lo destino ai fratelli ortodossi. Ecumenismo contributivo!
In Cristo Risorto Asceso alla Destra del Padre, con stima suo,
UN SACERDOTE
Marco Tosatti
SPOSE DI MAGGIO – Ancora una foto incredibile
La foto-articolo pubblicata in precedenza (CLICCA QUI) ha avuto un discreto numero di visualizzazioni. Se vorrete potremo fornire le cifre esatte e persino i Paesi da cui hanno “cliccato” su quel post.
Alcuni hanno avanzato dubbi sulla foto: è stato detto non trattarsi di un Matrimonio, che forse era una recita, che non era una chiesa e via dubitando. In realtà è evidente, anche ad occhio profano, non trattarsi di un fotomontaggio.
Ed inoltre ciascuno, con un po’ di pazienza può cercare in rete con l’ausilio dei motori di ricerca e scoprirà che quella foto -si, proprio quella, esattamente quella- è assai diffusa. E per concludere queste brevi note due considerazioni, anzi: una considerazione ed una ulteriore immagine.
La considerazione è la seguente: arrivare a vestirsi in quel modo è segno di totale degrado morale. Quello è un eccesso, un volgare eccesso. Ma quanto persone -uomini e donne- vestono in modo provocante, volgare, sconcio ed osceno? Sono tanti, purtroppo. E sono fonte di scandalo soprattutto per i più deboli ed i piccoli.
Ed infine la foto: ancora una volta è una “sposa” in abito bianco. Sconvolge, in particolare, una cosa: lo sfacciato mettersi in posa. A differenza dall’altra foto (che pare provenire da uno scatto “rubato” ad una sporcaccione) qui c’è una persona che è ben volentieri disposta a farsi fotografare. Nessun moralismo, solo tanto schifo:
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