ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 12 maggio 2018

Tornare a Cova d’Iria

Fatima e il sacrificio



Maggio. Mese di Fatima. Fatima tocca il cuore della fede cattolica in un’Europa dalla geo-politica profondamente cambiata nel secolo precedente, in piena prima guerra mondiale e rivoluzione russa ed in un contesto culturale, politico e sociale, in cui essa è fortemente attaccata da filosofie materialiste, laiciste ed anticlericali d’ispirazione illuminista, confluite in ideologie quali il marxismo e, sul fronte religioso, nel modernismo. Non stupisce dunque la scelta di tre semplici bambini, cresciuti in una società rurale ancora profondamente cristiana, quali “canali” di trasmissione di urgenti appelli del Cielo per l’umanità. 

Carattere profetico
La secolarizzazione, la protestantizzazione in campo teologico e liturgico, il clima di relativismo ed apostasia degli ultimi decenni, rendono il carattere profetico di Fatima attualissimo quanto il suo messaggio scomodo per una teologia moderna che bolla come farisaico ogni riferimento alla Tradizione o la pura affermazione del dogma e della Verità, incentrata su una filantropica ricerca di soluzioni ai problemi sociali e priva di qualsiasi prospettiva verticale e trascendente della vita.
Cuore del messaggio di Fatima è il Sacrificio nelle due accezioni dell’immolazione di Cristo sulla Croce che si perpetua in modo incruento sull’Altare nella S. Messa e dell’offerta delle proprie sofferenze in riparazione dei peccati, con cui l’uomo può partecipare a quell’unico Santo Sacrificio e alla Sua efficacia salvifica. La devozione e Consacrazione al Suo Cuore Immacolato, chiesta da Maria e incentrata su Comunione e Confessione riparatrici nei cinque primi Sabati del mese, è paradigmatica di tale centralità.
La S. Messa è vertice del rapporto con Dio, culmine della vita spirituale e l’accostarsi in grazia alla S. Comunione è l’esperienza mistica più alta che l’anima possa realizzare in questa vita, restando la visione di Dio celata ai nostri occhi dal più sottile dei veli, un’umile Ostia! Assistere devotamente alla S. Messa è rendersi presenti sul Calvario affinché le grazie e i meriti della Passione e Morte di Cristo ci raggiungano e siano riversati nell’anima nostra.

Un tema che ricorre
Nella sua terza apparizione l’Angelo del Portogallo si prostra davanti a un’Ostia e un Calice e invita i pastorelli a nutrirsi del Corpo e Sangue di Cristo e a «riparare i delitti degli uomini ingrati che oltraggiano Dio». Il tema del Sacrificio ricorre anche nelle apparizioni mensili della Madonna tra Maggio e Ottobre 1917: «Volete offrirvi a Dio sopportando tutte le sofferenze che Lui vorrà mandarvi in riparazione dei peccati con cui è offeso e come supplica per la conversione dei peccatori?» (13 Maggio);
«Pregate molto e fate sacrifici per i peccatori. Molte anime vanno all’inferno perché non c’è chi si sacrifichi e preghi per loro» (19 Agosto). Il perdono di Dio non esclude la soddisfazione della Sua giustizia altrimenti sarebbero incomprensibili la Croce di Gesù, il senso primario della S. Messa e il Suo valore propiziatorio, il Purgatorio, l’inferno (che Maria mostra ai bambini il 13 Luglio rivelando i segreti), l’invito alla penitenza e conversione o i castighi di Dio perché gli uomini si ravvedano (come la minaccia di un’altra guerra mondiale, delle persecuzioni contro la Chiesa o che la Russia diffonda i suoi errori «se gli uomini non si convertiranno»0).
Gesù ha pagato il prezzo del nostro riscatto, ma noi dobbiamo custodire questo dono ricevuto nel Battesimo durante tutta la vita coi mezzi che la Tradizione della Chiesa ci offre: Sacramenti, preghiera, ascesi, obbedienza alla Legge di Dio, ecc. La vita terrena deve essere un’immolazione a Dio in unione alla Croce di Gesù. Quanto distante appare la mentalità moderna dalla commovente capacità della piccola Giacinta di offrire sacrifici e penitenze anche fisiche per la conversione dei peccatori, dalla devozione eucaristica di Francesco il cui unico pensiero era adorare «Gesù nascosto» o dal ricordo che Lucia fa nelle Memorie, della sua Prima Comunione con l’esortazione della madre a chiedere a Dio, in quel momento, l’unica cosa davvero importante: che la faccia Santa!

Errori e abusi
Gesù ha assicurato la Sua Presenza Reale nell’Eucarestia: questa Verità fondante della nostra Fede oggi è minacciata nella coscienza dei fedeli a causa della diffusione di gravi errori dottrinali nella predicazione (molti legati a un falso ecumenismo), della scarsa educazione al rispetto per il Sacro e di abusi liturgici che riempiono le celebrazioni moderne.
Lucia ricorda che per salvarci «dobbiamo bere il calice del sacrificio, della rinuncia ai piaceri illeciti, alle comodità e alle inclinazioni che ci trascinano sulla via del male» e mette in guardia dai falsi profeti che, osannati dal mondo, propongono dottrine nuove e sbagliate e lasciano gli uomini nei loro vizi: «La Verità non smette di esistere solo perché gli increduli la negano».

Tornare a Cova d’Iria
Il 13 Ottobre, giorno del miracolo del sole, la Vergine si presenta come «Regina del Rosario», ricordando la potenza di tale preghiera e la necessità della devozione mariana: la nostra vita soprannaturale dipende dall’unione con Gesù che passa per la Comunione a quel Suo Corpo e Sangue che, per Volontà di Dio, Egli ha ricevuto da Maria! Dio ha chiuso per nove mesi il Suo Verbo incarnato nel Santissimo e Purissimo Tabernacolo del grembo della Vergine: i palpiti del Cuore di Gesù sono i palpiti del Cuore di Maria, l’orazione di Gesù è l’orazione di Maria, la Passione di Gesù è la Passione di Maria.
Nella prima e ultima immagine della Sua vita terrena, nella grotta di Betlemme e ai piedi della Croce, Gesù è tra quelle braccia cui anche noi siamo stati affidati. Quale Madre amorevole, vedendo i Suoi figli in pericolo, Ella corre in loro soccorso per ricondurli sulla via del Paradiso. Torniamo spesso con la mente e il cuore, nella preghiera come in un pellegrinaggio interiore, alla Cova d’Iria: non sarà un mero tuffo nel passato, vi troveremo una chiave di lettura del presente e la promessa della vittoria futura!

Questo testo di Vito Muschitiello è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it


Fatima e Casa Savoia

Abbiamo parlato della Abbazia di Altacomba legata alla dinastia dei Savoia. Pochi sanno che a Casa Savoia è legato anche il miracolo di Fatima. 



Testo dell'audio
Dobbiamo risalire al  XII secolo quando i lusitani ovvero i portoghesi avevano vinto i mori, che miravano alla conquista della penisola iberica. Alfonso I (1109-1185), detto il Conquistatore (Conte del Portogallo dal 1128 al 1139 e poi primo Re del Portogallo dal 1139 fino alla morte), affidò al suo eroico condottiero, Don Gonçalo, il compito di difendere il Paese dal pericolo islamico. Prima della decisiva battaglia di Ourique (26 luglio 1139), Alfonso stava pregando per la protezione del popolo portoghese, quando gli apparve una visione di Gesù Cristo sulla croce.
La guerra fu vinta e, in segno di gratitudine, il Re incorporò le cinque ferite di Cristo nella bandiera, inserendo cinque pallini bianchi all’interno dei cinque scudi azzurri, che rappresentano i cinque sovrani moreschi sconfitti proprio ad Ourique: piaghe e scudi sono tuttora presenti sul drappo portoghese. Quale premio per la vittoria ottenuta, il Re concesse al fedele Gonçalo il privilegio di scegliersi in sposa la giovane più bella fra le musulmane prigioniere e quest’ultimo elesse Fatima, nome assai noto fra gli islamici, perché appartenuto alla figlia di Maometto. Ma a Fatima venne imposta una condizione, che la giovane accolse benignamente: la conversione alla religione cattolica. Maestra e catechista fu la moglie di Alfonso I, Mafalda di Savoia, prima Regina del Portogallo.
L’unione fra il condottiero, conosciuto come Matamoros, e la bella Fatima durò poco: la sposa morì prematuramente e Gonçalo decise di ritirarsi a vita di preghiera e di penitenza nell’abbazia cistercense di Alcobaça, tra i figli di San Bernardo, abbazia fondata e donata a San Bernard de Clairvaux (1090-1153) dallo stesso Alfonso I. Don Gonçalo, al fine di avere un più vivo ricordo dell’amata sposa, ne fece trasferire la salma in una località vicina e che da lei prese il nome: Fatima.

Uno straordinario rinvenimento
Il 19 agosto 1999 è stata ritrovata, fra le antiche carte dell’archivio del monastero delle Domenicane di Alba (Cuneo), fondato dalla beata Margherita di Savoia, una straordinaria documentazione di cui si erano perse le tracce. Questi scritti rivelano che nel XV secolo Casa Savoia venne informata delle future apparizioni di Fatima e degli annunci mariani circa i castighi che si sarebbero abbattuti sull’umanità. Era il 16 ottobre 1454 quando, in questo monastero di Santa Maria Maddalena, una certa suor Filippina de’ Storgi (?-1454), prima di spirare, lasciò una profezia: la Madonna sarebbe apparsa a Fatima.
Suor Filippina era la figlia di Filippo II di Savoia-Acaia (1340-1368), vittima di una congiura familiare che lo condusse ad essere legato e gettato ancora vivo nelle invernali e gelide acque del lago di Avigliana (Torino). Tuttavia, avendo chiesto l’intercessione del beato Umberto di Savoia (1136-1189), si salvò miracolosamente. Fu così che decise di fuggire e di vivere da pellegrino penitente e orante per essere perdonato dei propri peccati, prendendo il nome di frate Guglielmo. Raggiunse i santuari della Francia, della Svizzera, della Spagna, del Portogallo e giunse fino a Fatima, dove era stata edificata una chiesa per volere di Mafalda di Savoia, figlia di Amedeo III di Savoia (1087-1148), detto il Crociato, poiché aveva partecipato, richiamato alle armi da Papa Callisto II, alle guerre in Terrasanta.
Filippo di Savoia-Acaia entrò nella modesta chiesetta di Fatima e scorse, davanti all’altare, sul nudo pavimento, una pietra tombale con una scritta latina che recitava: «Qui giace Mafalda ovvero Matilde figlia di Amedeo III Conte di Savoia e sorella di Umberto III Conte di Savoia, consorte di  Alfonso Eriquez I Re del Portogallo insieme alla sua figlia spirituale Oureana, già chiamata Fatima. Questa chiesa e l’attiguo convento li fece erigere quella Regina, per onorare la Gran Madre di Dio nell’anno 1154».
Fatima e Mafalda erano, dunque, state sepolte insieme. La Regina, morta a Coimbra il 4 novembre del 1157, lasciò scritto nel suo testamento che aver «portato Oureana alla fede cristiana è stata la mia grande gioia. Lascio a lei il compito di continuare il culto della Vergine nella chiesetta che feci costruire alla Sierra de Aire, che tanto somiglia alla mia Savoia e dove desidero essere seppellita io stessa per riposare nella quiete eterna ai piedi della Vergine Maria, lontano dall’eco della città». Gli auspici di Mafalda di Savoia si realizzarono e la chiesetta del Borgo di Fatima divenne centro universale di spiritualità mariana.

I tempi futuri
In punto di morte la veggente suor Filippina de’ Storgi «parlava de’ futuri eventi, prosperi e funesti della Casata Sabauda, fino a un tempo non preciso di terribili guerre, dell’hesilio di Umberto di Savoia in Lusitania, di un certo mostro d’Horiente, tribulatione dell’Humanità, ma che sarebbe stato ucciso dalla Madonna del S. Rosario de Phatima, se tutti li huomini l’havessero invocata con penitentia grande» (in C. Siccardi, Fatima e la passione della Chiesa, Sugarco, Milano 2012, p. 53).
Inoltre, il 16 settembre 1454 la mistica sabauda rivelò che «là nella Lusitania c’è una chiesa in un paese che si chiama Fatima, edificata da una antenata della nostra Santa Fondatrice Margherita di Savoia, Mafalda, regina del P.Gallo e figlia di Amedeo tertio di Savoia e che una statua della Vergine SS.ma ha detto degli avvenimenti futuri molto gravi, perché Satanasso farà una guerra terribile ma perderà, perché la Vergine SS.ma Madre di Dio e del SS.mo Rosario di Fatima “più forte di ogni esercito schierato a battaglia” lo vincerà per sempre» (Ibidem).
Questa cronaca storica offre un’idea dell’immensità del progetto che la Divina Provvidenza ha riservato a Fatima, un progetto che ebbe inizio con la fondazione del Regno del Portogallo e si è poi sviluppato attraverso i secoli, coinvolgendo anime prescelte: dai primi sovrani della nazione lusitana, che liberarono la loro terra dalla presenza dei violenti seguaci di Maometto, ai tre pastorelli di Fatima, portavoci delle esortazioni e dei richiami della Madonna, che, nella comunione dei Santi, li lega alla monaca suor Filippina, morta in odore di santità.

Questo testo di Cristina Siccardi è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it

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