Medjugorje, la Santa sede "prende casa" dalla Gospa
Su mandato del papa Henryk Hoser sarà Visitatore Apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje a tempo indeterminato. È un fatto straordinario, ma più eccezionale è che Hoser, il quale aveva già detto che «le diocesi e altre istituzioni possono organizzare pellegrinaggi ufficiali», vivrà a Medjugorje. La nomina non entra nel merito delle apparizioni, ma è forse il primo passo per la creazione di un'entità autonoma.
Papa Francesco ha nominato l’arcivescovo polacco Henryk Hoser, Visitatore Apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje, a tempo indeterminato e ad nutum Sanctae Sedis. Ciò non significa che ci sia stato un pronunciamento sulle apparizioni, di cui non si sa se e quando potrà giungere, ma si tratta comunque di un segnale importante di attenzione a una realtà – quella pastorale e di fede – che fluisce ininterrotta da decine di anni.
Il Direttore della Sala Stampa della Santa Sede, Greg Burke, ha sottolineato che «si tratta di un incarico esclusivamente pastorale, in continuità con la missione di Inviato Speciale della Santa Sede per la parrocchia di Medjugorje, affidata a monsignor Hoser l’11 febbraio 2017 e da lui conclusa nei mesi scorsi». Si tratta di una decisione del Pontefice in piena continuità con l’incarico affidato all’arcivescovo Hoser, e infatti, ha detto Burke, «la missione del Visitatore Apostolico ha la finalità di assicurare un accompagnamento stabile e continuo della comunità parrocchiale di Medjugorje e dei fedeli che vi si recano in pellegrinaggio, le cui esigenze richiedono una peculiare attenzione».
Sicuramente è un fatto straordinario che un arcivescovo, su mandato speciale del Pontefice, venga incaricato di occuparsi della gestione pastorale di una parrocchia, anche se è una parrocchia “speciale” come Medjugorje. Ma ancora più eccezionale è il fatto che Hoser vivrà a Medjugorje: «Hoser – ha precisato Burke – avrà residenza lì. La nomina non entra nel merito dell’autenticità delle apparizioni, cioè non riguarda la questione dottrinale, ma semplicemente la cura pastorale dei fedeli locali e dei pellegrini che vi si recano in grande numero».
Fanno parte della storia di Medjugorje, e anche della cronaca, le tensioni fra la parrocchia, e la diocesi da cui dipende, Mostar. C’è chi legge questo incarico a Hoser, ad nutum Sanctae Sedis, cioè alle dirette dipendenze di Roma, come una separazione di fatto della parrocchia dalla giurisdizione abituale della diocesi. E forse il primo passo verso la creazione di un’entità autonoma. Per capire la portata di questa decisione del Pontefice, bisogna ricordare che poco prima della visita di Henryk Hoser in loco il vescovo di Mostar Ratko Peric, contrario come altri presuli della conferenza episcopale al fenomeno, aveva pubblicato un articolo molto duro, in cui si prendeva posizione contro il verdetto espresso dalla Commissione Ruini, favorevole a riconoscere la realtà delle apparizioni, almeno nella prima fase.
L’articolo di Peric – che adesso è scomparso dal sito web della diocesi – contestava la veridicità delle apparizioni anche nelle prime settimane del fenomeno. «Sebbene talvolta si sia detto che le apparizioni dei primi giorni potrebbero essere ritenute autentiche e che poi sarebbe sopraggiunta una sovrastruttura per altri motivi, in prevalenza non religiosi, questa Curia ha promosso la verità anche riguardo a questi primi giorni. Dopo aver trascritto dai registratori le audiocassette contenenti i colloqui avvenuti, nella prima settimana, nell’ufficio parrocchiale di Medjugorje, tra il personale pastorale e i ragazzi e le ragazze che avevano affermato di aver visto la Madonna, con piena convinzione e responsabilità esponiamo i motivi per cui appare evidente la non autenticità dei presunti fenomeni. Se la vera Madonna, Madre di Gesù, non è apparsa – come infatti non è – allora a tutto sono da applicare le seguenti formule: "sedicenti" veggenti, "presunti" messaggi, "preteso" segno visibile e "cosiddetti" segreti».
Quell’articolo, come dicevamo, non è più visibile. Appare comunque evidente che il clima intorno al fenomeno Medjugorje, senza entrare nel merito del giudizio sulle apparizioni, è cambiato. Anche e soprattutto per quanto riguarda la devozione che i fedeli di tutto il mondo le riservano. «Il culto di Medjugorje è autorizzato. Non è proibito e non deve svolgersi di soppiatto. La mia missione consiste precisamente nell’analizzare la situazione pastorale e nel proporre delle migliorie», ha dichiarato recentemente lo stesso Hoser, che da qualche mese aveva dato le dimissioni dal suo incarico precedente, quello di arcivescovo-vescovo di Warsawa-Praga in Polonia. Sempre in quell’occasione Hoser aggiunse: «Da oggi, le diocesi e altre istituzioni possono organizzare pellegrinaggi ufficiali. Non ci sono più problemi».
La decisione sull’autenticità delle apparizioni dovrà essere presa dal Pontefice. Ma non si sa quando vi sarà una dichiarazione pubblica. La relazione finale è stata consegnata nelle mani del Papa nel 2014, al termine di un’indagine durata quattro anni. Dalle indiscrezioni pare che il suggerimento fosse quello di riconoscere elementi di soprannaturalità almeno nelle prime apparizioni. Hoser potrà, avendo residenza a Medjugorje, «collaborare di più con il vescovo e i francescani locali».
Marco Tosatti
http://www.lanuovabq.it/it/medjugorje-la-santa-sede-prende-casa-dalla-gospa
LA SVOLTA/1
Le novità su Medjugorje: un punto di non ritorno
Non solo i media laici, ma anche quelli cattolici, prima pronti a «sparare» contro, ora che la ruota gira a favore della veridicità dell’evento fanno i prudenti. Ma il fatto che il Papa, a titolo personale poco convinto dell’evento, confermi come visitatore apostolico permanente Hoser, che si è sbilanciato mostrandosi più che aperto alle apparizioni, è un dato importantissimo.
La notizia che Papa Francesco, in data 31 maggio 2018, ha nominato mons. Henryk Hoser «visitatore apostolico permanente» presso la Parrocchia Santuario di Medjugorje è stata ripresa – doverosamente – dai media di tutto il mondo. Solamente che – almeno così mi sarei aspettato – quest’informazione si meritava un’enfasi maggiore, perché – a mio giudizio – questo atto definisce un punto di non ritorno a tutto favore del riconoscimento delle «discusse» apparizioni di Erzegovina, iniziate nel lontano giugno 1981 e ancora – per chi ci crede – felicemente e provvidenzialmente in corso.
Purtroppo non solo i media laici (che esprimendo una visione atea della vita si posizionano coerentemente contro i fatti del soprannaturale), ma anche quelli cattolici, in nome della prudenza (che non è una virtù qualora, pur in buona fede, rischi di manipolare, se non addirittura soffocare l’iniziativa di Dio) mentre si sono dimostrati pronti a «sparare» contro Medjugorje quando ne hanno avuto occasione, ora che la ruota gira a favore della veridicità dell’evento si sono mostrati oltremodo tiepidi riassestandosi su posizioni estremamente attendiste.
Personalmente resto propenso a credere che sia possibile che la Madonna appaia anche nel XXI secolo e che se lo fa è perché abbia qualcosa da dirci a nome suo e della Santissima Trinità. Mi ascrivo pertanto, come uomo e come giornalista, far quanti considerano anche i fatti del soprannaturale non solo reali, ma assolutamente più necessari delle cronache di questo mondo, perché mentre la terra è destinata a finire, la nostra vita, per elezione divina, è destinata all’eternità, che già esiste, c’è, ci precede e ci supera, come proprio questi fatti ci ricordano.
Volendo entrare nel merito mi è, pertanto spiaciuto leggere sui giornali che il Papa ha commissariato Medjugorje o veder definite come «presunte» le conclusioni a cui è pervenuta la Commissione d’inchiesta vaticana presieduta dal cardinale Camillo Ruini. Restando a quest’ultimo punto, tali conclusioni non sono affatto presunte, perché se è vero che non sono state rese pubbliche è altrettanto vero che sia alcuni membri della stessa Commissione – come il noto mariologo padre Salvatore Perrella – sia lo stesso mons. Hoser, in qualità di delegato del Santo Padre a Medjugorje nel corso dello scorso anno –, e perfino lo stesso Francesco, di ritorno dalle celebrazioni per il centenario di Fatima – 13 maggio 2017 – hanno dichiarato pubblicamente che in esse si avvalla la verità delle apparizioni nei primi giorni.
Ora, perché adombrare di nuovo queste conclusioni a cui dopo tanto tempo e dopo tanta fatica è pervenuta la Santa Sede? L’abbé René Laurentin, il grande mariologo esperto di Lourdes e sostenitore della verità di Medjugorje, rilevava come nell’analisi dei fatti soprannaturali la Chiesa sia oggi influenzata dal positivismo empirista e dal razionalismo post-illuminista, per cui si dà più importanza alle valutazioni scientifiche, anche con l’apporto di specialisti magari dichiaratamente atei, che al discernimento mistico e pastorale; ragione per cui, mentre un tempo un miracolo o un’apparizione venivano riconosciuti magari nel giro di qualche mese, oggi passano anni senza venire a un dunque, con il rischio di perdere la grazia concreta che Dio aveva pensato per quel dato luogo – che può essere anche il mondo intero – in quel dato tempo. È per questo che, se dopo anni di studi (la Commissione Ruini fu voluta da papa Benedetto XVI nel 2010), un organo vaticano arriva a dichiarare che la Madonna, almeno nei primi giorni, è certamente apparsa, andrebbe preso sul serio senza troppi distinguo.
Sottolineo, in questo ragionamento, che Francesco, a differenza di Giovanni Paolo II (dei cui pronunciamenti a titolo personale totalmente pro Medjugorje sono infarcite anche le deposizioni rese da cardinali e vescovi per la sua Causa di Canonizzazione) non è molto favorevole alle apparizioni di Erzegovina (per la loro durata, quotidianità e il numero dei messaggi che riconducono ai suoi occhi la Regina della Pace a uno strano caso di Madonna postina…); mentre mons. Hoser, dopo aver passato diversi mesi in loco lo scorso anno, ha lasciato il suo incarico auspicando e quasi assicurando che entro la fine del 2017 le apparizioni dei primi giorni sarebbero state riconosciute come suggerito dalla Commissione Ruini. Ora che il Papa, a titolo personale poco convinto sull’evento, confermi come visitatore apostolico permanente proprio il Vescovo che, indagando a suo nome sul posto, alla fine si è sbilanciato mostrandosi palesemente più che aperto al dono della presenza di Maria in terra balcanica, è un dato di cui tenere estremamente conto.
Riccardo Caniato
(1-continua)
http://www.lanuovabq.it/it/le-novita-su-medjugorje-un-punto-di-non-ritorno
Vaticano, Papa Francesco "commissaria" Medjugorje: mons. Hosner nominato visitatore permanente
Lʼuomo fidato del Santo Padre ha ricevuto un incarico esclusivamente pastorale ma lʼarcivescovo è molto favorevole al riconoscimento delle apparizioni
Papa Francesco ha nominato mons. Henryk Hoser, arcivescovo-vescovo emerito di Warszawa-Praga (Polonia), visitatore apostolico a carattere speciale per la parrocchia di Medjugorje, a tempo indeterminato e ad nutum Sanctae Sedis. Si tratta di un incarico esclusivamente pastorale, rende noto il Vaticano, in continuità con la missione di Inviato Speciale della Santa Sede per la parrocchia di Medjugorje, affidata a mons. Hoser l'11 febbraio 2017.
La missione del visitatore apostolico, spiega la sala stampa vaticana, ha la finalità di assicurare un accompagnamento stabile e continuo della comunità parrocchiale di Medjugorje e dei fedeli che vi si recano in pellegrinaggio, le cui esigenze richiedono una "peculiare attenzione". Sulla soprannaturalità delle apparizioni mariane il Vaticano non si pronuncia ancora, ma monsignor Hoser è molto favorevole al riconoscimento.
"La missione che mi viene affidata è finalizzata all'implementazione pratica delle soluzioni pastorali in modo che la Chiesa possa meglio venire incontro alle necessità dei 2,5 milioni di pellegrini che ogni anno arrivano a Medjugorje", è stato il primo commento di monsignor Hoser dopo la nomina.
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