Big del petrolio in Vaticano. La Chiesa si consegna all'Onu
La transizione energetica dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili è il tema del summit in Vaticano con i giganti del petrolio. Previsto anche l'incontro con il Papa, la cui enciclica Laudato Sii è punto di riferimento del summit. Ma la "conversione ecologica", anche delle religioni, è un progetto che parte dall'Onu già negli anni '90. E la Santa Sede si sta conformando.
- LA CHIESA ITALIANA "VENDE" PANNELLI SOLARI, di Stefano Fontana
Lo show degli animali sulla facciata di San Pietro, 8 dicembre 2015
«Se le religioni vogliono avere un ruolo costruttivo come membri della nuova comunità mondiale che sta emergendo, devono ricostruire la propria visione del mondo e l’etica alla luce del pensiero ecologico». È quanto sosteneva nel 1997 Steven C. Rockefeller, il più anziano della quarta generazione della storica dinastia americana. Sono parole chiare che esprimono un programma e che tornano in mente di fronte alla notizia di un summit a porte chiuse in Vaticano, alla solita Pontificia Accademia delle Scienze: i leader delle multinazionali petrolifere e i maggiori investitori internazionali da una parte, i responsabili vaticani che si occupano di ambiente dall’altra. Previsto anche un intervento del Papa.
L’incontro, che si svolge l’8 e il 9 giugno, ha per tema “La transizione energetica e la cura della nostra casa comune” ed è organizzato – come si evince anche dal titolo - sul solco dell’enciclica di papa Francesco “Laudato Sii”.
Da quando l’enciclica è stata pubblicata nel 2015 si svolgono ormai regolarmente in Vaticano questi incontri di alto livello che intendono dare attuazione all’uno o all’altro dei punti del documento pontificio, ma curiosamente sono tutti rigidamente a porte chiuse. È un segnale indicativo anche questo: non è ammesso alcun dibattito, nessun confronto tra diverse posizioni scientifiche o economiche, come era sempre stata la tradizione della Pontificia Accademia delle Scienze. No, qui si vuole semplicemente promuovere un’agenda e ormai tutta la Chiesa è invitata a muoversi sul tema dell’ambiente e in particolare dei cambiamenti climatici, dando per scontata una tesi scientifica che è invece più che discutibile oltre che discussa.
Non è solo il Vaticano infatti: tanto per fare esempi di questi giorni, c'è il messaggio della Conferenza Episcopale Italiana sulla Giornata del Creato e inoltre sul sito della diocesi di Torino è ben reclamizzato un incontro che si terrà il prossimo 22 giugno nel capoluogo piemontese co-organizzato dalla Congregazione dei Padri Barnabiti dal titolo “Ritorno al manicomio: il negazionismo climatico nell’era di Trump”. Relatore è un fondamentalista del cambioclimatismo, Michael Mann. Secondo la diocesi di Torino e i padri Barnabiti, dunque, chi mette in discussione la teoria di un cambiamento climatico causato principalmente dalle attività umane è un pazzo, anche un po’ filonazista (il riferimento al negazionismo non è certo casuale).
Del resto è più o meno lo stesso pensiero che ha espresso più volte monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, presidente dell’Accademia delle Scienze, che farà gli onori di casa anche questa volta insieme al cardinale Peter Turkson, capo della nuova Congregazione vaticana per la promozione dello sviluppo umano. L’incontro, organizzato insieme all’Università americana di Notre Dame prevede la presenza degli amministratori delegati delle società petrolifere Exxon Mobil, Eni, BP, Royal Dutch Shell, Pemex, la norvegese Equinor. A questi si affiancano importanti società d’investimento, come la L1 Energy, già impegnata sul fronte delle energie rinnovabili, e soprattutto la BlackRock, la più grande società d’investimento al mondo, un patrimonio di oltre 6mila miliardi di dollari. Annunciata anche la presenza dell’ex segretario all’Energia degli Stati Uniti, sotto l’amministrazione Obama, Ernest Moniz, a confermare la profonda sintonia – almeno su questo tema - tra questo pontificato e gli Obama-Clinton.
Dato il tema e gli ospiti il focus della due giorni è chiaro e fa riferimento al no. 165 della Laudato Sii, che afferma: «Sappiamo che la tecnologia basata sui combustibili fossili, molto inquinanti – specie il carbone, ma anche il petrolio e, in misura minore, il gas - deve essere sostituita progressivamente e senza indugio. In attesa di un ampio sviluppo delle energie rinnovabili, che dovrebbe già essere cominciato, è legittimo optare per l'alternativa meno dannosa o ricorrere a soluzioni transitorie».
Sono affermazioni sul cui merito ci sarebbe molto da discutere, ma sui rischi di un coinvolgimento della Chiesa in temi tecnici e politici così specifici invito a leggere l’analisi di Stefano Fontana nel commento al messaggio dei vescovi italiani per la Giornata del Creato, che guarda caso parla ancora di cambiamenti climatici.
Qui preme sottolineare invece un altro aspetto, che si ricollega alla citazione iniziale di Steven C. Rockefeller. In questo clima di grande sintonia che si è creato tra Santa Sede e agenzie delle Nazioni Unite, in Vaticano ci si mostra infatti convinti che è l’Onu che si sta spostando sulle posizioni della Chiesa cattolica o che, comunque, è oggi disponibile ad ascoltare attentamente le parole di papa Francesco e cambiare anche rotta. Lo ha già detto in passato monsignor Sorondo e lo ha ribadito in questi giorni in una patetica dichiarazione a Vatican Insider: «L’incontro – ha detto - ha per fine dialogare con i CEO delle compagnie petrolifere per sapere fino a che punto sono consapevoli che il petrolio è la principale causa del cambio climatico, cioè il riscaldamento globale che sta rovinando il pianeta. È importante perché loro oggi non solo comandano l’economia ma anche la politica di molte nazioni, particolarmente del G20. Si tratta di suggerire loro, e tramite loro ai politici, che investano in energie rinnovabili o nella de-carbonizzazione come nuova sfida, traguardo socio-economico, fonte di lavoro e benessere della casa comune. Speriamo che vogliano ascoltare il messaggio, come già qualcuna sta facendo. Sono loro che hanno voluto l’incontro e ne siamo contenti per iniziare un dialogo serio, critico e costruttivo».
Dunque, secondo Sorondo, le grandi compagnie petrolifere avrebbero chiesto un incontro con il Papa per farsi fare una lezioncina sull’energia e farsi suggerire le strategie di mercato. Se è cosciente di quel che dice, fa veramente tenerezza.
Le parole di Rockefeller ci raccontano invece un’altra storia: nell’occasione egli parlava a un Simposio organizzato sul tema “Religione e Ordine mondiale”, ma il tema faceva riferimento a una strategia già elaborata all’Onu e nient'affatto segreta. In particolare ci si riferisce al voluminoso rapporto pubblicato nel 1995 dalla Commissione Onu sulla Global Governance, dal titolo “Our Global Neighborhood” (Il nostro vicinato globale), dove in vista della costruzione di un mondo pacifico si teorizza la necessità di un’etica globale e si assegna quindi alle religioni il compito importante di motivare i rispettivi fedeli alla comprensione e all’assunzione di questa etica. A questo deve servire anche l’assemblea delle religioni mondiali e l’ecumenismo: la ricerca dei valori comuni su cui costruire un’armonia globale. La “conversione ecologica” è un punto forte di questa etica globale, espressione della consapevolezza che l’uomo è parte di una più ampia comunità di vita che abbraccia anche gli animali e i vegetali, così come è chiaramente espresso nella Carta della Terra a cui fa qualche riferimento anche l’enciclica Laudato Sii.
Dunque, quello a cui stiamo assistendo è semplicemente lo sviluppo di questa strategia: purtroppo, contrariamente a quello che afferma monsignor Sorondo non è l’Onu che sta dando ascolto alla Chiesa, ma è la Santa Sede che si sta conformando all’ideologia onusiana che – detto per inciso – è profondamente anticristiana.
Riccardo Cascioli
http://www.lanuovabq.it/it/big-del-petrolio-in-vaticano-la-chiesa-si-consegna-allonu
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