Una pastorale di Medjugorje? Osservazioni critiche di Manfred Hauke
Professor Hauke, l’Arcivescovo Hoser, nuovo Visitatore Apostolico, ha recentemente affermato che i pellegrinaggi nella località della Bosnia-Erzegovina Medjugorje sono conformi alle direttive del Concilio Vaticano II. Che cosa desume da questa dichiarazione? Come deve essere inquadrata?
Il 22 luglio, in occasione della sua prima predica in qualità di Visitatore Apostolico, l’Arcivescovo Hoser ha sostenuto che la venerazione di Maria praticata nella parrocchia porrebbe al centro Cristo e corrisponderebbe pertanto all’insegnamento del Concilio Vaticano II. Tuttavia, non è compito dell’inviato papale esprimersi sull’autenticità delle asserite apparizioni mariane. Nell’intervista rilasciata il 18 agosto 2018 egli stesso aveva affermato che, non essendo suo compito, non si sarebbe occupato del contenuto delle „apparizioni“. Questa distinzione tra verità dei messaggi e cura delle anime non è soddisfacente: in primo luogo deve essere posta la questione dell’autenticità, e solo allora può seguire la risposta pastorale (inclusa l’attenzione dovuta alle persone che visitano Medjugorje).
Perché deve essere posta per prima la questione dell'autenticità?
Secondo il Concilio devono essere favorite le forme di venerazione mariana "raccomandate dal Magistero della Chiesa“ (Lumen Gentium, 67). Senza dubbio non corrisponde a questo parametro celebrare nuovamente, il prossimo 5 agosto, un Festival della Gioventù che si richiama al messaggio secondo cui la Madre di Dio avrebbe festeggiato il 5 agosto 1984 il suo duemillesimo compleanno (se fosse nata nell’anno 16 a. C., ciò significherebbe che ella, nell’anno storico della nascita di Gesù, dunque nel 7 a. C., aveva nove anni). Questo assurdo messaggio era stato diffuso dal P. Tomislav Vlasic o.f.m., ridotto allo stato laicale nel 2009, che, tra l’altro, fu accusato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede di dubbio misticismo e di comportamenti contro il Sesto Comandamento. Che l’autentica Madre di Dio possa suggerire in questo modo di modificare la data liturgica della Festa della sua Nascita (8 settembre) e di conseguenza di spostare anche la Festa dell’Immacolata Concezione (8 dicembre), è ridicolo. D’altro canto il Concilio Vaticano II sottolinea molto chiaramente la responsabilità del Vescovo per la propria Diocesi e l’obbedienza che gli è dovuta da parte dei fedeli (Lumen Gentium, Cap. III). L’Ordinario del luogo, al contrario, denuncia lo stabilimento di sedi di comunità religiose a Medjugorje senza la sua autorizzazione scritta.
Da più di trent’anni affluiscono uomini e donne a Medjugorje. L’Arcivescovo Hoser indica come Leitmotiv per i fedeli la ricerca di Cristo. É un modo per eludere la questione dell’autenticità delle apparizioni? A chi serve ancora la pubblicazione dei risultati delle indagini della Commissione, se la Chiesa di fatto dà il nulla osta all’organizzazione di pellegrinaggi?
L’attuale modo di affrontare il problema dovrebbe essere rivisto completamente: innanzitutto la Santa Sede dovrebbe pubblicare un comunicato che – fondato su fatti storici e chiarimenti teologici – dovrebbe esprimersi sul fenomeno delle pretese apparizioni; a ciò competente dovrebbe essere la Congregazione per la Dottrina della Fede. Soltanto in seguito bisognerebbe regolare le questioni pastorali che probabilmente, dopo la rivelazione dei fatti e degli scandali soggiacenti al fenomeno, si risolverebbero più facilmente.
Conformemente alla volontà del Papa, i visitatore deve garantire stabilità e direzione ai pellegrini e a coloro che si prendono cura delle loro anime. Perché sorge questa necessità se la pratica religiosa, per quanto riguarda la preghiera e l’amministrazione dei sacramenti, è sostanzialmente più intensa che nelle altre parrocchie?
Forse la necessità di una direzione riguarda il problema, menzionato nell’agosto del 2017 dallo stesso Arcivescovo Hoser, di cinque parrocchie francescane in Bosnia. La disobbedienza dei francescani verso il Vescovo può in realtà fare appello alla „Gospa“ che, secondo le dichiarazioni dei veggenti, si oppose più volte al trasferimento di due cappellani francescani e, a tal riguardo, criticò il Vescovo.
Il Vescovo di Mostar-Duvno Ratko Peric ritiene le apparizioni del tutto prive di credibilità, comprese quelle del giugno del 1981 che nel 2015 furono giudicate positivamente da una Commissione vaticana. Come valuta questo giudizio? Che cosa depone a favore e che cosa contro il Vescovo di Mostar?
Il Vescovo Peric conosce sin dall’inizio gli avvenimenti legati alle „apparizioni“ fin nei molteplici dettagli che non sono noti al pubblico. In seguito a una conferenza stampa non smentita dal Vaticano, durante la quale si è sostenuto che la Commissione Ruini avrebbe giudicato autentiche le prime sette apparizioni dei primi dieci giorni, il Vescovo ha reso nota al pubblico una propria indagine (2017). Il risultato corrisponde all’approfondita indagine che fu svolta in più studi scientifici sulla base delle conversazioni condotte e registrate in nastri magnetici dai francescani dal 27 al 30 giugno 1981. Evidentemente la Commissione Ruini non ha in alcun modo studiato queste conversazioni che a quel momento erano disponibili soltanto in traduzioni inglesi e francesi. Già la selezione delle prime „sette apparizioni“ dei primi „dieci“ giorni di cui un commissario ha parlato, contraddice i fatti storici. A seconda della narrazione dei fatti, ci furono nei primi dieci giorni 17-18 „apparizioni“ accompagnate da circostanze estremamente strane. L’oblivione di questi fatti a tutto favore dell’industria dei pellegrinaggi non è meno grave del silenzio che copre gli scandali d’ordine morale legati alle „apparizioni“. Questi fatti scandalosi sono in tutto simili agli abusi avvenuti in Cile: qui la Santa Sede è intervenuta soltanto quando la verità non poteva più essere nascosta dal momento che la stampa laica mostrava interesse a livello mondiale. Per impedire che accada qualcosa di analogo nel caso di Medjugorje è necessario il coraggio di portare alla luce molti fatti scomodi per la Chiesa.
Le apparizioni del giugno 1981 sono state riconosciute formalmente con il parere della Commissione appena menzionato?
La Commissione Ruini ha presentato la sua relazione su richiesta della Congregazione per la Dottrina della Fede, competente per il caso, che, secondo l’intervista del Papa del 13 maggio 2017, ha chiesto ulteriori perizie e non condivide il parere della Commissione. Com’è noto, lo stesso Papa Francesco, di ritorno da Fatima, ha espresso il proprio giudizio personale molto negativo a proposito delle „apprizioni mariane“ di Medjugorje, pur sottraendo allo stesso tempo il dossier alla Congregazione della Fede. Sembra che così si è scelta una soluzione „pastorale“ colma di profonde contraddizioni, a discapito del reperimento della verità. Siffatto modo di procede danneggia enormemente la credibilità della Chiesa e le apparizioni di Maria indubbiamente autentiche (Guadalupe, Lourdes, Fatima...).
Pubblicato da Vigiliae Alexandrinae
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