Le cose vanno "anche peggio" di quanto esposto nel rapporto Viganò
Andando contro alla tendenza presente, il cardinale pro-gay Francesco Coccopalmerio, amico vicino a papa Francesco, ha promosso nella Congregazione per la Dottrina della Fede un atteggiamento di misericordia verso i sacerdoti molestatori, scrive Benjamin Leven su Herder-Korrespondenz.de, sito vicino a Francesco.
Benedetto XVI ha nominato Coccopalmerio nel 2010 membro della Congregazione. Nel 2015 si è unito all'autorità vaticana che esamina gli appelli dei sacerdoti condannati per molestie.
Il segretario di Coccopalmerio, Monsignor Luigi Capozzi, è stato arrestato dopo un festino gay a base di droga nel suo appartamento in Vaticano, che ha ricevuto grazie ad un intervento diretto di Francesco, anche se alcuni lo avevano avvertito, come scrive Leven. Capozzi era anche destinato a diventare vescovo.
Secondo Leven, i tre sacerdoti che lavoravano nella sezione molestie della Congregazione per la Dottrina della Fede e che sono stati congedati personalmente da Francesco non sono mai stati sostituiti.
Leven sa anche che Francesco ha impedito personalmente la creazione di un tribunale penale per i vescovi coinvolti nel mettere a tacere le molestie sessuali.
Leven scrive anche che fonti vaticane hanno confermato a lui la veridicità del rapporto Viganò, ma che "in realtà le cose vanno anche peggio".
#newsWdphenqcfs
Francesco nega la realtà - Il caso di don Inzoli non è "mai" accaduto?
Nel suo volo da Tallinn a Roma (26 settembre) papa Francesco - con un gioco di parole - ha affermato di non aver mai "firmato" una "richiesta di grazia" dopo una condanna di un prelato molestatore sessuale.
Ma la testimonianza Viganó ha mostrato che il molestatore più importante riciclato da Francesco è stato il cardinale liberale McCarrick.
Un altro esempio è stato il caso di don Mauro Inzoli, condannato di molestie nei confronti di adolescenti maschi da un tribunale ecclesiastico nel 2012 e poi sospeso dal sacerdozio.
Dopo l'intercessione del cardinale pro-gay Coccopalmerio e contrariamente al consiglio del cardinale Müller, Francesco ha riabilitato Inzoli concedendogli di tornare al sacerdozio nel 2014.
Ma nel 2016 un tribunale civile ha condannato Inzoli per molestie omosessuali nei confronti di cinque ragazzi tra i 12 e i 16 anni negli anni dal 2004 al 2008, mandandolo in prigione.
Sotto le pressioni dell'oligarchia mediatica, Inzoli è stato laicizzato nel maggio 2017.
Foto: © Mazur/catholicnews.org.uk, CC BY-NC-SA, #newsNthfvbmlfi
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