CHI CRITICA PRESUNTI OMISSIS DI VIGANÒ TACE SULL’OMISSIS PIÙ CLAMOROSO: LA NON RISPOSTA DEL PONTEFICE.
“Viganò, nuovo comunicato con le stesse accuse e gli stessi omissis”: così un sito paravaticano titola sulla nuova accorata testimonianza, e richiesta di parresia, di trasparenza, di chiarezza, di dialogo (tutte parole ben familiari a Santa Marta, no?) dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò.
In realtà, a voler essere precisi, un omissis c’è. Grande come una casa. Anzi, di più, grande come quell’elefante rosa che un geniale frequentatore di twitter ha postato, e di cui lo ringraziamo.
Quell’omissis è la mancata risposta del Pontefice regnante all’affermazione dell’ex nunzio: “Il centro della mia testimonianza è che almeno dal 23 giugno 2013 il papa ha saputo da me quanto perverso e diabolico fosse McCarrick nei suoi intenti e nel suo agire, e invece di prendere nei suoi confronti quei provvedimenti che ogni buon pastore avrebbe preso, il papa fece di McCarrick uno dei suoi principali agenti di governo della Chiesa, per gli Stati Uniti, la Curia e perfino per la Cina, come con grande sconcerto e preoccupazione per quella Chiesa martire stiamo vedendo in questi giorni”.
È vero o non è vero? Bastano pochi secondi per rispondere. Questa mattina una collega, che mi stava intervistando per una televisione straniera, diceva che il caso McCarrick copre certamente lo spazio temporale di tre pontificati, e forse è per questo che i chiarimenti “eventuali e necessari” del Vaticano si fanno attendere. Già la scelta degli aggettivi è divertente: se sono necessari, come fanno a essere eventuali, cioè forse ci saranno forse no?
Ma anche se questo fosse vero, e se lo studio della pratica (che però, se non l’hanno distrutta, come sembra sia accaduto ad altri dossier personali importanti custoditi nella Seconda Sezione della Segreteria di Stato) richiede del tempo, la risposta alla domanda cruciale posta dall’arcivescovo Viganò, rimasta a tutt’oggi inevasa, è roba di secondi. Ma sono secondi pesanti, a giudicare dall’espressione del Pontefice mentre Cindy Wooden del Catholic News Service cerca di chiedergli qualche cosa su McCarrick durante il volo di ritorno da Tallinn. Una fotografia che è l’icona di questa crisi, e l’icona dell’imbarazzo.
Ci sono due punti, nella nuova testimonianza di Viganò, che mi sembrano pregnanti. Il primo, è quando confessa che è stata la decisione più difficile della sua vita, risolversi a parlare. E la seconda è questa frase: “dichiaro con chiara coscienza davanti a Dio che la mia testimonianza è vera”. Ecco, ci piacerebbe ascoltare dal Pontefice una testimonianza, su questi fatti. E sentirgli pronunciare la stessa formula.
E ci piacerebbe che anche altri colleghi, una volta esaurite tutte le possibili motivazioni complottistiche, personali, psicologiche, carrieristiche e temperamenti legate alla testimonianza di Viganò arrivassero a porsi e a porre quella semplice domanda: è vero o non è vero quello che dice del colloquio del 23 giugno 2013? Così, per il comodo dei lettori e dei cattolici, a cui forse interessa sapere se il Pontefice abbia coperto e vezzeggiato per cinque anni un perverso predatore seriale di seminaristi e giovani preti. Giusto per sapere, mica altro.
Marco Tosatti
28 settembre 2018 14 Commenti --
http://www.marcotosatti.com/2018/09/28/chi-critica-presunti-omissis-di-vigano-tace-sullomissis-piu-clamoroso-la-non-risposta-del-pontefice/
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