Eppure è Natale: conserviamo la speranza. Una variante della mutazione antropologica provocata dalla globalizzazione: la nascita del prete pseudo cattolico in realtà protestante che parla sempre e solo di cose umane e immigrati
di Francesco Lamendola
La santa Messa è stata concepita e offerta per i ragazzi della scuola media di questo piccolo paese di provincia del profondo Nord, però di ragazzi delle medie ce n’è una sola; a cerimonia già iniziata ne arriverà una seconda, e solo così potranno leggere le due letture, quella dell’Antico e quella del Nuovo Testamento, senza ricorrere all’aiuto di qualche altra persona. Il sacerdote è facondo; gli piace scherzare, sorridere, buttarla sul leggero. Non che non sappia attingere anche ai toni seri, come quando tira in ballo, Dio solo sa perché, dato che la liturgia del giorno non glie ne offrirebbe il benché minimo pretesto, la questione dei migranti. E così, di punto in bianco, anche se non c’entra nulla né col brano del Vangelo, né con le due letture precedenti, egli butta in faccia all’uditorio una domanda retorica, che non attende neanche una risposta: Ma perché non sappiamo accogliere i poveri stranieri? Poi, tenendo il microfono in mano, scende dal presbiterio, va su e giù per la navata, rivolge brevi domande scherzose ai fedeli e interloquisce con loro, come se fosse l’animatore di uno spettacolo televisivo. A una donna incinta, chiede: E allora, lo si sente scalciare?, e a un bambino: E allora, vero che è bello fare la Comunione? Poi si accinge a benedire le statuette di Gesù Bambino del presepio, portate da casa dai fedeli, secondo gli avvisi trasmessi in precedenza. Solo che se ne presentano due soli; non importa: va tutto bene, si vede che non avevate letto l’avviso, dice lui stesso, minimizzando la misera riuscita del suo teatrino. Decisamente ha la stoffa del showman: lo spettacolo deve comunque andare avanti.
Don Biancalani? una variante della mutazione antropologica provocata dalla globalizzazione, ovvero la nascita del prete pseudo cattolico, in realtà protestante !
Dalla sua predica non si ricava un sia pur minimo spunto di spiritualità. Parla in maniera piatta, banale, restando costantemente su un livello meramente umano, immanente: non offre il benché minimo spunto che apra uno spiraglio sulla trascendenza, sull’Invisibile. Si direbbe che il soprannaturale non esista: la fede è servita precotta e sulla misura dell’incredulità del mondo. La gente non viene affatto edificata dalle sue parole: ode dalla sua bocca gli stessi discorsi che si possono udire, alla televisione, più e più volte al giorno, ma non dalle labbra di un sacerdote, bensì di un qualsiasi opinionista politico, di quelli che stanno sul libro paga di quanti finanziano i mass-media per indottrinarci a dovere. Poi fa recitare il Credo nel “formato ridotto”, senza neanche preavvertire i fedeli; e giunto al Padre Nostro, recita senz’altro la nuova formula voluta da Bergoglio: e non esporci alla tentazione, non sia mai che reciti le parole della “vecchia” preghiera, quella che Gesù Cristo ha insegnato ai suoi discepoli e che i fedeli, per duemila anni, hanno recitato, basandosi su una traduzione dal greco che, evidentemente, erano del tutto inadeguate, ma ora, per fortuna, è stata corretta, e così la nostra fede è salva grazie a loro.
Queste sono diventate le chiese cattoliche, cioè, volevamo dire ex cattoliche: dei pulpiti ultrapoliticizzati dai quali si lanciano slogan a favore dell’africanizzazione e dell’islamizzazione dell’Italia e dell’Europa.
Da tutto l’insieme si ricava un senso di squallore, di tristezza, di banalità all’ennesima potenza. Questo non sembra un prete, le cose che dice non sembrano ispirate alla fede cattolica, e il modo in cui le dice fa pensare ad Amici di Maria De Filippi. Niente che scuota le coscienze, niente che le faccia riflettere in profondità, niente che volga l’anima sul mistero dell’eternità; niente che suoni come una condanna del peccato e una richiesta della grazia per le anime dei credenti. Per tutta la durata della Messa, non si è visto né sentito niente che innalzi l’anima ad un piano soprannaturale; nulla che ad un non credente, se per caso fosse entrato e si fosse mescolato ai (pochi) fedeli, potrebbe aver suggerito un’idea di quel che perde chi disprezza la visione cristiana della vita e si sottrae all’amore di Dio, per inseguire una serie di obiettivi puramente mondani. A un siffatto testimone, libero e spassionato, tutto quel che il prete ha detto e fatto darebbe un’impressione penosa di banalità e di superficialità, di insipienza e di conformismo; mai e poi mai avrebbe suscitato un senso di nostalgia per l’infinito, mai e poi mai avrebbe fatto alzare lo sguardo verso le cose di Lassù. E così ci ha detto una persona che era presente: Non vi era alcun senso di spiritualità. Don Luca Favarin, prete di strada in quel di Rovigo, invita esplicitamente la gente a non fare il Presepio: Basta con questo teatrino, sarebbe un’inutile ipocrisia. E don Paolo Farinella, a Genova, chiude la chiesa e annulla le Messe, per “obiezione di coscienza” contro Salvini, sotto lo slogan: Ogni migrante è Gesù Cristo. E ancora: Se applaudite il decreto sicurezza di Salvini e poi fate il presepio in casa vostra, questa è schizofrenia allo stato puro. A Marghera, frazione industriale e multietnica di Venezia Mestre, presepio vivente fatto dai richiedenti asilo, e – sorpresa! -Gesù è una bambina africana: due piccioni con una fava, contro il maschilismo e contro il razzismo; complimenti vivissimi. A Bari, presepio con Giuseppe e Maria in veste di migranti e Gesù, in culla, su un gommone in un mare di bottiglie di plastica: era un migrante anche lui. Si potrebbe continuare per pagine e pagine: ciascuno di noi ha visto o sentito personalmente cose del genere, al proprio paese o nella propria parrocchia. Queste sono diventate le chiese cattoliche, cioè, volevamo dire ex cattoliche: dei pulpiti ultrapoliticizzati dai quali si lanciano slogan a favore dell’africanizzazione e dell’islamizzazione dell’Italia e dell’Europa, si bollano come razzisti e anticristiani quanti non sono d’accordo: Razzisti, tornatevene a casa vostra: qui non potete entrare!, dice un altro prete di questo tipo, don Biancalani, da Pistoia. Strano modo di essere preti: noi credevamo che esser prete significhi andare a cercare le pecorelle smarrite, non scacciarle e proibire loro di entrare in chiesa. Ammesso e non concesso, per amore d’ipotesi, che non essere favorevoli all’invasione africana ed islamica sia sbagliato e addirittura poco cristiano, non è forse un preciso dovere del prete quello di convertire le pecorelle smarrite e ricondurle all’ovile? Non sono venuto per i giusti, ma per gl’ingiusti; non sono venuto a curare i sani, ma i malati, diceva Qualcuno che, forse, era da più di tutti i don Biancalani e i don Farinella. Ma quelli, niente: il loro amore per gli stranieri è così grande, da condurli al rifiuto e al disprezzo dei cristianiche, a loro giudizio, sono insensibili al problema dell’accoglienza. E neanche il fatto che quotidiani a tiratura nazionale ospitino una loro rubrica fissa o diamo il massimo risalto alle loro parole e ai loro atteggiamenti, quegli stessi giornali che, in fatto di aborto, eutanasia, omosessualità e droga hanno posizioni che sono esattamente agli antipodi della dottrina cattolica, fa sorgere nelle loro menti il benché minimo dubbio di essere nel giusto e di seguire una retta pastorale. La signora Bonino e il signor Soros la pensano come loro, dicono le stesse cose che dicono loro: ebbene, dov’è il problema? E non si limitano a dire, ma finanziano attivamente la campagna filo-immigrazionista: benissimo, pecunia non olet; e poi, si sa, l’unione fa la forza.
I teatrini da "Rock star"di Bergoglio: parla solo di cose umane e immigrati, per la sua neochiesa la parola di Cristo non ha valore, infatti ha avuto la diabolica arroganza di cambiare il "Padre Nostro" !
Stiamo assistendo a una variante della mutazione antropologica provocata dalla globalizzazione negli ultimi decenni: la nascita del prete pseudo cattolico, in realtà protestante, che parla sempre e solo di cose umane, che celebra il sacrificio della Messa come se fosse un’azione meramente umana, che dà più importanza al massonico scambiatevi un segno di pace, cioè una stretta di mano, come si fa al mercato, che non alla santa Eucarestia; e che non si fa alcuno scrupolo a scandalizzare, offendere, disgustare e allontanare una parte delle pecorelle del gregge, pur di interpretare la parte del “coraggioso” contestatore di un ordine sociale ingiusto, anche se la sua contestazione ha sempre lo stesso soggetto e la stessa prospettiva, la difesa a oltranza dei “diritti” dei cosiddetti migranti, mentre per i cinque milioni di italiani poveri non se la prende altrettanto calda, di essi parlano poco o niente, forse perché hanno la “colpa“ imperdonabile di avere la pelle bianca e di appartenere a una società che, fino a qualche tempo fa, era la civiltà cristiana. Sono dei preti totalmente mondanizzati e uniformati ai modi di pensare di questo mondo: sono convinti che il loro compito sia battersi per instaurare un ordine sociale più giusto; evidentemente, ritengono di saperla più lunga di un certo Gesù Cristo, il quale, ai suoi discepoli, diceva: I poveri li avrete sempre con voi, me non mi avrete per sempre. Sono, a tutti gli effetti, dei falsi preti, senza un briciolo di spiritualità, senza il senso della trascendenza, senza il timor di Dio; gente che usurpa la tonaca (cioè, volevamo dire, l’abito da prete: ma quando mai lo indossano, tranne che in chiesa, e anche allora con una bella sciarpa arcobaleno, per far sapere quanto è bello l’amore, anche l’amore gay?) per fare propaganda politica; che attaccano un certo partito politico, che additano alla riprovazione generale un certo uomo politico, neanche fosse Hitler; e intanto chiudono un occhio, e magari tutti e due, sulla spaventosa rilassatezza morale del gregge che a loro è stato affidato da Dio, e che non è stato affidato loro perché lo giustifichino nei suoi peccati, ma perché lo ammoniscano, lo esortino, lo edifichino, anche a costo di rendersi impopolari, anzi, sapendo che saranno impopolari.
E quando mai il vero cristiano risulta popolare? Forse che a Gesù Cristo hanno steso davanti un tappeto rosso, forse che gli hanno conferito il Nobel per la pace? Forse che egli ha detto ai suoi apostoli: Sarete onorati, sarete applauditi, avrete il sostegno dei poteri forti e l’approvazione della maggioranza delle persone? Oppure ha detto loro: Sarete perseguitati, vi scacceranno dalle sinagoghe e anzi viene il momento in cui chiunque, mentendo, dirà di voi ogni male e vi metterà a morte, crederà di aver reso un culto a Dio? Eppure, costoro sembrano cercare l’approvazione del mondo: seguono la corrente, seguono la cultura dominante, seguono l’indirizzo liberale, radicale e permissivo della società dei consumi. Inoltre hanno il pieno appoggio dei mass-media e di una bella fetta della cultura, della magistratura, del mondo politico, sia nazionale che internazionale. Parlano continuamente dell’ambiente, degli animali in via di estinzione, del cambiamento climatico; ma non parlano mai dell’anima, del suo destino eterno, del giudizio finale; non parlano della grazia e del peccato, non insegnano che la vita è una battaglia incessante fra il bene e il male, e che il male bisogna combatterlo anzitutto in se stessi, nel proprio egoismo, nella propria durezza, nella smodata ricerca del proprio comodo e del proprio piacere. E così siamo arrivati al paradosso: un sedicente cristiano che ha divorziato dal coniuge, e si è unito a un’altra persona, può andare all’altare e comunicarsi per mano di questi falsi preti; ma un vero cristiano che si permette di avere delle opinioni diverse dalle loro su questioni sociali o politiche, dovrebbe starsene a casa sua, perché sulla porta della chiesa questi preti buonisti e “misericordiosi” hanno appeso un cartello con la scritta: Vietato l’ingresso ai razzisti.
Sono solo dei "Rottamatori di Cristo"? Il falso papa argentino con il suo "teologo" di fiducia: l'eretico e neanche consacrato, Enzo Bianchi.
Eppure è Natale, e conserviamo la speranza
di Francesco Lamendola
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IMMIGRATI: "LE COMICHE FINALI"
Dall’invasione “pacifica” a quella violenta
di Francesco Lamendola
Doveva accadere ed è accaduto. Ne avevano parlato tante volte, ma non occorreva disporre delle doti di preveggenza di Nostradamus per capire che prima o poi sarebbe successo. Ci stiamo trastullando da trent’anni con parole inadeguate o truffaldine, come “migranti” o “profughi”, mentre si tratta, puramente e semplicemente, di invasori. Gli invasori sono quelli che non chiedono di entrare in casa altrui, lo pretendono; e che non accettano un eventuale rifiuto. Questi sono gli invasori, secondo il vocabolario, secondo la logica e secondo l’insegnamento della storia. Il fatto che mandino avanti i bambini o che imbarchino anche le donne in stato avanzato di gravidanza non è che una strategia per impietosire gli europei e accrescere la pressione psicologica sul loro buon cuore: e, naturalmente, è una festa per i giornalisti e i fotografi, ai quali non par vero di mostrare al pubblico le scene dei bambini e quelle dei neonati. Poi i telegiornali e gli articoli di fondo ci mettono su il cappello, con frasi fatte come: Nato su una spiaggia della Libia, tratto in salvo dalle acque del Mediterraneo: gli auguriamo un futuro di libertà. Roba scadentissima, da Baci Perugina; roba irrispettosa sia della verità, sia dell’autentico spirito umanitario. Non confondiamo le cose: il senso di umanità è una cosa, la dabbenaggine è un’altra.Qui c’è qualcuno che bara al gioco e qualcuno che fa di tutto per essere imbrogliato: che proprio non vuol vedere, che proprio non vuol capire come stanno in realtà le cose.
Dall’invasione “pacifica” a quella violenta. E' solo una congiura per ingannare la gente: le parole truffaldine come “migranti” o “profughi”? Qui c’è qualcuno che bara al gioco a casa nostra si chiama invasione anzi auto-invasione.
Le cose non stanno come sembrano, quanto meno nel 90% e oltre dei casi. Non abbiamo a che fare con dei “disperati” che fuggono “da guerra e fame”: se così fosse, non potrebbero pagare migliaia di dollari per fare il loro “viaggio della speranza” e, una volta salvati dal mare e accolti in casa nostra, non protesterebbero per l’uniformità del menu, non farebbero lo sciopero della fame, e non andrebbero ai giardinetti a spacciare droga, mentre sono ancora in attesa di sapere quale sarà l’esito della loro richiesta di asilo politico. Niente affatto: la stragrande maggioranza di loro sono benestanti, perché uno che può sborsare migliaia di dollari, in Africa, è un benestante. E le o.n.g. non mandano le loro navi sulle coste della Libia per “salvare vite”, ma per facilitare l’invasione. E il signor Soros e altri come lui non finanziano le o.n.g. per buon cuore, così come non pagano le spese legali ai falsi profughi che fanno ricorso quando la loro domanda viene respinta. Nossignori: se i grandi finanzieri se la prendono tanto a cuore per questi sedicenti poveri, mentre non si preoccupano affatto dei milioni di poveri creati in Europa dalle loro infami speculazioni di borsa, anzi, se sono proprio loro che stanno provocando il drammatico impoverimento delle nostre popolazioni, un motivo ci sarà. E se le associazioni di volontariato e la Caritas ci tengono tanto a che questo traffico di esseri umani continui, anche lì qualche ragione ci deve essere, non solo di tipo ideale. E se tanti amministratori pubblici, specie del Sud Italia, e tanti sindaci, e tanti preti di sinistra, insistono continuamente sul dovere dell’accoglienza, anche loro qualche ragione ce l’avranno. E se Famiglia Cristiana, il signor Bergoglio e il signor Bassetti seguitano continuamente a rintronarci col ritornello dei poveri migranti che meritano di essere accolti, e della Sacra Famiglia che era formata da migranti; se costoro seguitano a falsificare impunemente e sfacciatamente i Vangeli, inventandosi la balla che Gesù era un migrante pure lui, forse la ragione non è solo di tipo umanitario e forse non è di quelle che si possono dire apertamente. Tutti questi signori hanno due facce: una, quella pubblica, per piangere sul destino dei poveri migranti che rischiano di affogare nel Mediterraneo, sui ”naufraghi” che devono assolutamente essere salvati; l’altra, nascosta, che è fatta di interessi concreti, ma inconfessabili e un po’ meno nobili: sia economici, sia politici, nel senso più ampio del termine.
I 5 milioni di "Italiani poveri" per i Bergoglio, per i filantropi alla Soros e per la sinistra "Radical" con attico a New York semplicemente non esistono?
Qui è in atto una africanizzazione dell’Europa e una islamizzazione della cristianità, o di quel che resta della cristianità: questi sono i veri termini della questione. E che gli europei e i cristiani siano i più attivi fautori di questa auto-invasione, di questa auto-discriminazione e di questo auto-razzismo, con tanto di censura sui Crocifissi, sui canti di Natale, su qualsiasi segno dell’identità cristiana ed europea, per non offendere la sensibilità dei poveri migranti (tanto che il solito prete di sinistra sopprime sua sponte la santa Messa di Natale, per non recare offesa ai musulmani), la cosa è paradossale, ma non del tutto inaspettata, se si tiene conto del livello di auto-denigrazione e di auto-disprezzo che la cultura europea ha covato per lunghissimo tempo contro se stessa, e non ha mai cessato di esternare, in particolare a partire dagli anni ’60 del Novecento, complici il falso ecumenismo del Vaticano II e la ventata libertaria del ’68. E davanti a questa invasione, complici i mass-media pressoché al 100% (logico: sono tutti finanziati da quelli stessi che hanno pianificato l’invasione e che la stanno attivamente sostenendo in ogni modo), l’opinione pubblica europea è peggio che impreparata: è sistematicamente ingannata. Solo così si spiega la stupidità di quel preside che, davanti al furto di una bicicletta da parte di uno scolaro marocchino ai danni di un compagno, gli fa comprare una bicicletta nuova fiammante, per premio della sua bella impresa (oh, ma compiuta in stato di necessità, si capisce!), usando, si suppone, i già scarsi quattrini del fondo d’istituto. E di fatti del genere se ne potrebbero citare a migliaia; così come sono decine di migliaia, ma nessuno ne parla, i fatti incresciosi relativi al pessimo comportamento di molti ragazzini stranieri nelle nostre scuole pubbliche; per non parlare di quel che avviene sugli autobus, sulle corriere, sui treni, nelle stazioni e in moltissimi luoghi pubblici, a cominciare dai giardini di città che, un tempo, erano frequentati dalle mamme con il bimbo in carrozzina, e ora sono il regno incontrastato di spacciatori e delinquenti stranieri.
Questo falso papa arriva a propinarci la balla che Gesù Bambino, san Giuseppe e la Vergine Maria erano anche loro dei poveri migranti: costoro seguitano a falsificare impunemente e sfacciatamente i Vangeli.
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