I nostri presepi, nonostante gli iconoclasti
Iconoclastia, malattia inguaribile dei comunisti e dei radicali, che già fecero in tempi non ancora così sospetti, battaglie per la rimozione dei crocefissi nella scuola. C'erano già degli antefatti storici durante la rivoluzione bolscevica dove i comunisti di allora fecero esplodere con dinamite bellissime artistiche chiese ortodosse della Russia e organizzarono spedizioni punitive contro i fedeli cristiani nonché un'aberrante controfestività detta "Festa della derisione del Natale". Curiosamente l'iconoclastia di ieri e di oggi è coincidente con l'iconoclastia islamica, la cui religione impedisce di rappresentare il loro dio.
Presidi e direttori didattici che bandiscono i presepi dalle scuole con la scusa del multiculturalismo e degli alunni di altre religioni, significa che poco o nulla capiscono su come si difendono le tradizioni autoctone di un paese sovrano. Non ultimo ci sono insegnanti supini e proni al dictat dei loro dirigenti scolastici, quando non addirittura più zelanti di loro. E ora ci si mettono anche preti spretati, diventati furiosamente iconoclasti e perfino apostati. Iconoclastia parola proveniente dal greco εἰκών - eikòn, "immagine" e κλάω - kláō, "rompo") è stato un movimento di carattere religioso sviluppatosi nell'impero bizantino intorno alla prima metà del secolo VIII. In senso figurato e più esteso, l'iconoclastia indica un'opposizione spregiudicata e violenta verso le convenzioni, le ideologie e i principi comunemente accettati dalla società. Ora sono i cosiddetti ministri del Signore che in nome dell'"antisalvinismo" e del suo decreto Sicurezza, predicano di non fare il presepe. E affiggono pure manifesti davanti alle chiese. E' successo a Biella.
Un tal don Luca Favarin, della diocesi di Padova, ha invitato gli italiani a non fare il Presepe se approvano il decreto Salvini che non mantiene i nigeriani i quali secondo lui, sono i ‘Gesù di oggi’. Dunque Gesù, secondo la sua aberrante interpretazione evangelica era un africano che viaggiava in barcone per invadere altri paesi, e noi non lo sapevamo. Pare che il suddetto sacerdote del No al Presepe, abbia avuto seguaci.
Noto però con piacere, che nel tempo si è sviluppata una tendenza positiva: genitori e figli che fanno presepi da soli, magari nell'aiuola di un giardino pubblico davanti alla scuola, contro direttori e insegnanti. Come pure ci sono fedeli che sollecitano i parroci resi ciechi e narcotizzati dalla chiesa bergogliona, a fare presepi. Qua e là fioriscono associazioni di quartiere che si chiamano "Amici del Presepe", e così via. Non sono poche le chiese che rinunciano a farlo, con la scusa che ci sono pochi sacerdoti, che i preti sono occupati altrove. Del resto, non un mistero che non vadano nemmeno più a benedire le case: troppa fatica!
E tuttavia cittadini, abitanti di rioni, di case, cortili, condomini fanno presepi nei loro giardini, nelle aiuole dei parchi, nei vicoli, e gareggiano tra loro per il presepe più suggestivo del quartiere, del villaggio. Anche una legnaia diventa lo sfondo di un presepe. O un vecchio lavatoio. O una stalla in disuso o la cavità di un fontanile. E così si scatena la creatività popolare.
Un tal don Luca Favarin, della diocesi di Padova, ha invitato gli italiani a non fare il Presepe se approvano il decreto Salvini che non mantiene i nigeriani i quali secondo lui, sono i ‘Gesù di oggi’. Dunque Gesù, secondo la sua aberrante interpretazione evangelica era un africano che viaggiava in barcone per invadere altri paesi, e noi non lo sapevamo. Pare che il suddetto sacerdote del No al Presepe, abbia avuto seguaci.
Noto però con piacere, che nel tempo si è sviluppata una tendenza positiva: genitori e figli che fanno presepi da soli, magari nell'aiuola di un giardino pubblico davanti alla scuola, contro direttori e insegnanti. Come pure ci sono fedeli che sollecitano i parroci resi ciechi e narcotizzati dalla chiesa bergogliona, a fare presepi. Qua e là fioriscono associazioni di quartiere che si chiamano "Amici del Presepe", e così via. Non sono poche le chiese che rinunciano a farlo, con la scusa che ci sono pochi sacerdoti, che i preti sono occupati altrove. Del resto, non un mistero che non vadano nemmeno più a benedire le case: troppa fatica!
E tuttavia cittadini, abitanti di rioni, di case, cortili, condomini fanno presepi nei loro giardini, nelle aiuole dei parchi, nei vicoli, e gareggiano tra loro per il presepe più suggestivo del quartiere, del villaggio. Anche una legnaia diventa lo sfondo di un presepe. O un vecchio lavatoio. O una stalla in disuso o la cavità di un fontanile. E così si scatena la creatività popolare.
E' assai pericoloso privare la gente dei loro simboli, dei loro riti, delle credenze e usanze religiose. Ne sanno qualcosa proprio nell'attuale Russia. La desertificazione bolscevica durata quasi un secolo ha prodotto oggi una reazione di diffusione del culto, mai vista prima. Vengono edificate cattedrali di legno perfino dentro la "taiga" russa tra boschi di betulle secolari. A Ekaterinburg, dove gli zar furono barbaramente massacrati e trucidati, ora sorge la Cattedrale sul Sangue, in onore e commemorazione dello zar Nicola II e della sua famiglia. La chiesa principale fu consacrata dai membri del clero proveniente da ogni parte della Russia il 16 giugno 2003, 85 anni dopo l'esecuzione della famiglia dei Romanov.
Ma fallito il bolscevismo (dopo quasi un secolo, era ora!), stiamo vivendo oggi una sorta di sovietismo globale camuffato da mercatismo deregolamentato, basato su false libertà e vere prigioni e divieti.E non è nemmeno un caso che ogni anno ci siano attentati di matrice islamica contro i mercatini di Natale attorno alla zona dello shopping delle capitali europee del Nord Europa. Come sta avvenendo in queste ore a Strasburgo (Alsazia-Lorena) del quale non si hanno ancora notizie certe circa il numero di morti (si parla di 4) e di feriti (forse 11).
Del resto un losco oligarca come Jacques Attali (mentore di Macron), non ha mai fatto mistero di voler utilizzare l'islam quale grimaldello per decristianizzare definitivamente le società europee (c'è il video). Quale migliore pretesto? Una religione abramitica e iconoclasta che ne caccia via un'altra più iconicamente raffinata.
Tutto inutile! Ogni forma di barbara e feroce iconoclastia, produce per reazione, una sempre più fiorente produzione di immagini, dipinti, icone, monumenti, chiese, statue e statuine, con relativi culti, credenze e riti di massa. Come quelle dei nostri cari e domestici presepi. E' nello spirito dei popoli.
Pubblicato da Nessie
http://sauraplesio.blogspot.com/2018/12/i-nostri-presepi-nonostante-gli.html
Ecco il mio #Presepe : cattolico, tradizionale e rigorosamente senza stravaganze moderniste.
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