CAPONNETTO: LA CHIESA TRADITA. ERRORE IGNORANZA CONFUSIONE MENZOGNA.
Cari Stilumcuriali, abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo un’intervista realizzata qualche tempo fa, durante un importante evento a Buenos Aires, con il prof. Antonio Caponnetto, autore di un libro sulla Chiesa e sul pontificato attuale. Buona lettura.
a cura di Vito Palmiotti.
In occasione del XXI Encuentro di formacion catolica de Buenos Aires, organizzato dal Circolo San Bernardo di Chiaravalle, che si è tenuto dal 5 al 7 Ottobre 2018, col titolo “La liturgia, fuente y expresion de la fe – El padre de la mentira lo sabe”, che ha visto come invitato speciale mons. Nicola Bux, abbiamo incontrato il professor Antonio Caponnetto, filosofo, storico e poeta. Intervenuto tra i relatori dell’Encuentro, egli è una personalità di spicco della Chiesa cattolica in Argentina. Autore di diversi libri e articoli, ha risposto con chiarezza, parresia e speranza, sebbene preoccupato per quanto sta accadendo nella Chiesa. Egli è stato testimone e osservatore ravvicinato delle performances del card. Bergoglio quando era arcivescovo di Buenos Aires, del quale ha descritto i tratti caratteriali salienti, passando al setaccio gli atti e le parole, nel il libro “La Iglesia traicionada” (La Chiesa tradita), edito nel 2010. Nel 2017, inoltre, ha pubblicato “Non lo conozco” – Del Iscariotismo a la Apostasia, anch’esso riguardante il card. Bergoglio, divenuto papa Francesco nel 2013.
D: Professore, lei sa che in Europa, ma anche in altre parti del mondo, c’è grande sconcerto per gli scandali che son venuti alla luce nella Chiesa. In questi scandali, lei sa che è coinvolta la gerarchia. Questo è molto doloroso perché tanti fedeli sono tentati di abbandonare la Chiesa. Tuttavia in tutto il mondo cresce la resistenza di molti cattolici, soprattutto laici. Non solo, laici fedeli che non si rassegnano a vedere la Chiesa cattolica in questo stato di divisione. Si parla ormai di una neo-chiesa che vuole sostituire la Chiesa cattolica. Ecco, i cristiani dovrebbero portare al mondo il Vangelo di Cristo e non portare il mondo nella Chiesa, cioè quanto si oppone a Cristo. Si vuole abbracciare il mondo ritenendo che Gesù Cristo voglia questo. Sappiamo però che Gesù Cristo è venuto nel mondo perché esso si salvi per mezzo di Lui, sottraendolo al potere del principe del mondo. Al battesimo, ci vengono rivolte le domanda: “Rinunci a satana? Alle sue opere? Alle sue seduzioni?” e rispondiamo “Rinuncio”. Poi: “Credi in Dio Padre? Credi in Gesù Cristo? Credi nella Chiesa?” e rispondiamo: “Credo”. Questa è la fede. Invece, oggi sembra che questa fede sia in crisi. Lei è da tanto tempo uno dei laici più impegnati, più fedeli nella fede cattolica, nella testimonianza cattolica. Lei sa che quando gli avversari della Chiesa vogliono fermare la testimonianza dei laici cattolici, li etichettano come cattolici reazionari, di destra, conservatori, ecc. L’anno scorso il Cardinal Sarah ai laici riuniti in convegno a Roma, per il Pellegrinaggio “Summorum Pontificum” ha detto: “Non siete tradizionalisti, voi siete cattolici”. Infatti, il confronto attuale nella Chiesa, non è tra tradizionalisti e progressisti, ma tra cattolici e modernisti. Purtroppo, in questo quadro, un ruolo ambiguo, lo svolge Francesco che, da quando è diventato Papa, ha permesso a quella parte di Chiesa che ha sposato le mode odierne (= modus hodiernus), appunto il modernismo, si sentisse legittimata. Lei, nel suo libro edito nel 2010 La Iglesia traicionada (la Chiesa tradita), ha anticipato tutto questo in quanto, conoscitore di Jorge Mario Bergoglio, ne parla come “Primate di Pergamo” e “Cardinale di Laodicea”. Chi non conosce bene l’Apocalisse non lo sa, ma Pergamo e Laodicea erano due chiese che oggi non ci sono più, rimproverate dall’ Apostolo Giovanni per il loro tradimento e la loro ignavia. Vuole dirci cosa può insegnare quest’immagine così efficace, per comprendere l’attuale momento che la Chiesa cattolica sta vivendo?
R: Ho citato l’immagine apocalittica delle due chiese, precisamente per la forza espressiva che hanno, perché le due chiese sono in diversa maniera, ma in modo convergente, segno di tradimento, slealtà, infedeltà e apostasia. Come lei diceva prima, il confronto è fra cattolici e non cattolici, cattolici e modernisti, cattolici ed eretici. Io osservo in queste due chiese una sintesi giovannea, una sintesi del cambiamento, del passaggio che oggi stiamo vivendo e che io descrivo “dall’iscariotismo all’apostasia”: sono chiese che rendono culto a Giuda e non a Nostro Signore Gesù Cristo e così finiscono nell’apostasia. Quindi, per me Pergamo e Laodicea sono chiese che ritornano d’attualità. Questo ci ferisce e ci divide. Tutto ciò in me produce un immenso dolore. Ecco cosa si può capire alla luce dell’Apocalisse. Lo scrittore francese Leon Bloy, molto conosciuto anche fra noi, diceva che quando voleva conoscere le ultime notizie, gli bastava leggere l’Apocalisse. Questa frase è molto significativa. Leggendo l’Apocalisse capiamo il pontificato di Bergoglio: Lui è il capo di quelle due chiese (Pergamo e Laodicea) o meglio di una chiesa che rivive oggi le stesse caratteristiche: è apostatica, eretica,blasfema,sacrilega e traditrice. Tutto ciò si può dimostrare passo per passo. Non c’è nessun aggettivo eccessivo. Questo è un caso unico, non c’è persona che abbia potuto sintetizzare tutte queste cose. Ma per chi ha conosciuto Bergoglio a Buenos Aires, è possibile. Mi viene alla mente la definizione che ha dato S Pio X del modernismo: la sintesi di tutte le eresie. In questo caso si vede con molta chiarezza. Un solo esempio: egli ha potuto negare in una delle interviste a Scalfari che esista l’inferno, e recentemente ha invitato a pregare per la Chiesa attaccata dal demonio. Si potrebbero fare numerosi esempi, ma ci limitiamo simbolicamente a tre, come al triplice rinnegamento di Pietro: Primo, aver affermato che Cristo si è fatto diavolo; secondo, aver lodato pubblicamente Lutero; terzo, aver sostenuto che nella Consacrazione c’è un cambio di funzione delle specie del pane e del vino, e non la transustanziazione. Però, insisto, l’elenco delle sue idee erronee è interminabile. Non è dunque una questione personale, ma concettuale. Non è, il nostro, un giudizio sulla persona, ma sugli errori da essa diffusi.
D: Per i cattolici, il Papa è la figura importante che contraddistingue la Chiesa Cattolica da tutte le altre chiese e comunità, e quindi per molti cattolici, consapevoli, è difficile pensare che proprio il Papa sia il problema. Quindi lei comprende che ci sono molti cattolici che fanno fatica, magari perché non comprendono profondamente le verità di fede sulle quali il Papa inciampa; non tutto il popolo cattolico è consapevole, mentre aumentano sempre più quelli che se ne accorgono. E allora, si deve spiegare che Papa Francesco, va conosciuto nel suo retroterra socio culturale. A Buenos Aires, voi avete conosciuto da vicino il Cardinal Bergoglio. Il mondo, non lo conosceva e assiste solo ora alle sue performances: cosa può dirci in proposito?
R: Tutto ciò che lui ha fatto a Buenos Aires, in scala ridotta, adesso lo sta facendo in larga scala. Gli stessi danni che noi abbiamo visto fare qui, adesso li sta facendo seduto sul trono di Pietro. Io credo che ci sono quattro modi di essere contro la verità: errore, ignoranza, confusione, menzogna. Bergoglio qui a Buenos Aires agiva cosi, ma di queste quattro cose la peggiore, è la menzogna perché ci avvicina al demonio, padre della menzogna e menzognero dall’inizio. Quindi possiamo capire questa realtà soltanto alla luce del mistero dell’iniquità. Senza dubbio Dio lo sta permettendo per ricavarne un bene più grande che forse adesso non possiamo capire. Su questo punto io sono un uomo di speranza. Non mi sento disperato e vinto. Precisamente perché questa situazione si comprende alla luce dell’Apocalisse, un libro di speranza e consolazione. Non è un libro di terrore e disperazione. E’ un libro che ci insegna ad avere speranza e riconoscerci come piccolo gregge. Così quando queste cose avverranno, dovremo alzare la testa perché la salvezza è vicina. Quindi, due cose dobbiamo comunicare ai cattolici: la gravissima crisi che stiamo vivendo, insisto, è un percorso che va dall’iscariotismo all’apostasia; allo stesso tempo dobbiamo infondere loro la speranza, ma non la speranza naturale infra-terrena, infra-storica, immanentista, bensì la speranza soprannaturale e teologale. Questo sta accadendo per concessione divina, per trarne un bene superiore. Dobbiamo aspettare. Santa Teresa d’Avila diceva che la speranza è la virtù del pellegrino. E questo siamo noi: pellegrini supplicanti. Ma io vorrei insistere su una cosa che gli amici qui presenti sanno. A me questa situazione produce un immenso dolore, una ferita, perché appartengo a una generazione che è stata educata per servire orgogliosamente il Papa. Perciò non poterlo servire e addirittura andare contro di lui per smascherarlo, produce in me sofferenza. Sentiamo che siamo profondamente feriti ed è una profonda violenza andare contro chi occupa il soglio di Pietro. Questo lo può capire soltanto chi ci conosce. Ma non possiamo tacere ciò che abbiamo visto e udito, perché ricordiamo la frase di San Paolo (1 Cor 5,5) che afferma di aver consegnato a satana, ossia aver tagliato i rapporti con un membro perverso della comunità, affinché tutti capissero dove fosse il problema. Questa mattina ho letto la notizia di un sacerdote ecuadoregno di 91 anno che è stato ridotto allo stato laicale perché si è scoperto il suo passato di pedofilo. Va bene, sono d’accordo, ma cos’è peggiore: la fornicazione carnale o quella spirituale? Perché c’è una fornicazione spirituale che è presente nel libro dell’Apocalisse: la meretrice con la quale hanno fornicato i re della terra. Cioè la falsificazione della Verità di Gesù Cristo. La fornicazione spirituale è il fondamento di quella carnale. Ma allora com’è possibile che un sacerdote di 91 anno si dismetta dalla sua condizione sacerdotale, giustamente, mentre ai fornicatori spirituali si permetta di continuare a governare la Chiesa. Anche in quest’ultimo caso si dovrebbe applicare la sanzione prevista. Per questo sono molto d’accordo con la richiesta che mons. Viganò ha rivolto a Bergoglio, di rinunciare alla sede petrina. Bisogna dirgli: “Basta, lei è arrivato fin qui, non continui a fare danni”. Se a Bergoglio si applicasse il Canone 194, automaticamente dovrebbe decadere come Papa. Io non sono canonista, ma se nelle attuali circostanze si applicasse il canone 194, sarebbe molto difficile preservare l’autorità ecclesiale di Bergoglio. Tanti sono i tradimenti della retta dottrina, che non si può vedere quanto sia legittimo l’esercizio di questo pontificato. Inoltre, è dubbiosa la legittimità, sin dal principio, se si pensa alla manovra del cosiddetto “Club di San Gallo”, ormai noto a tutti. Sarebbe necessario un pentimento reale, la rettifica concreta degli errori, la sincera conversione, il cambio di direzione per riparare gli errori diffusi. Altrimenti, sarebbe preferibile la rinuncia. Persino Paolo VI, alla fine della sua vita, riconobbe la convenienza che qualcuno più forte di lui, e non legato alle sue debolezze, gli succedesse. Qui, c’è molto più della “debolezza”. In Amoris Laetitia, in Veritatis Gaudium, in Laudato sì, e in Gaudete et Exsultate, ci sono molto più che “debolezze”: vi è la falsificazione della dottrina cattolica.
D: Tanti laici nel mondo, come disse Giovanni Paolo II, “si alzano in piedi” e, con rispetto verso l’istituzione del Papa, prendono la parola e dicono quello che profondamente sentono di dire. Laici che come qui, dell’associazione San Bernardo, sono un esempio di resistenza. Direbbe Benedetto XVI, sono quella “minoranza creativa” che fa rinascere la Chiesa. Questa è la speranza che in tante parti del mondo, si vede già. A tanti laici che sono meravigliati del fatto che, ai “dubia” dei cardinali, alle correzioni filiali, e persino a un dossier come quello di Mons. Viganò – mi ha detto questa mattina un sacerdote gesuita che “è un dono di Dio”, per il coraggio di farsi portavoce di quello che egli stesso ha potuto sentire e vedere – quali consigli, quali suggerimenti semplicemente potremmo dare affinché, pur rispettando la funzione del primato petrino che è fondamentale per la Chiesa Cattolica, pratichino l’obbedienza, alla maniera del Beato John Henry Newmann nel famoso brindisi al duca di Norfolk: l’obbedienza deve essere sempre collegata alla coscienza: obbedire al Papa, quando custodisce il deposito della fede e non quando afferma le sue opinioni. Ecco, in conclusione, quali consigli potrebbe dare in questo periodo di resistenza?
R: Per me il primo consiglio è quello che ci ha lasciato proprio san Pietro: sapere che il diavolo va in giro cercando chi divorare. Ma noi dobbiamo resistere fermi nella fede. Secondo consiglio lasciatoci da san Paolo: dare testimonianza alla Verità quando è opportuno e specialmente quando è inopportuno, diremmo oggi, politicamente scorretto. Perché, se noi non parliamo, la testimonianza sarà gridata dalle pietre. Deve essere gridata persino dai tetti, che sono oggi i mezzi di comunicazione. Inoltre: conservare e dare speranza a tutti quelli che la aspettano; crescere in sapienza e grazia; soprattutto non avere paura. Le cose di quaggiù passeranno, perciò noi dobbiamo cercare le cose di lassù. Queste sono le parole che il Signore ci ha lasciato per i tempi avversi, per questi ultimi tempi che stiamo vivendo. Perciò noi non dobbiamo cadere nella disperazione, il Signore ce l’ha anticipato. Questo che stiamo vedendo è stato annunciato. La difficoltà non è ricordare che il Signore ce l’ha detto, ma renderci conto che lo stiamo vivendo per mettere in pratica i suoi consigli. Ai più giovani io ribadirei un consiglio in particolare: rallegratevi e gioite nel Signore. La nostra battaglia si deve fare nella gioia, nell’esultanza, nel giubilo, altrimenti non produrrà frutti di santità, perché un santo triste è un triste santo. Quindi dobbiamo sforzarci di riprendere a gioire, a esultare nel sapere che stiamo lottando per la Verità.
D: Il Cuore Immacolato trionferà.
R: Condivido
Marco Tosatti
Oggi è il 115° giorno in cui il Pontefice regnante non ha, ancora, risposto.
“Quando ha saputo che McCarrick era un uomo perverso, un predatore omosessuale seriale?”
“È vero, o non è vero, che mons. Viganò lo ha avvertito il 23 giugno 2013?”
Joseph Fessio, sj: “Sia un uomo. Si alzi in piedi e risponda”.
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