Sfere di Natale
Il Natale svuotato di significato diventa solo un’anacronistica espressione dadaista in un contesto sociale che non aspetta più nulla.
Dalle sfere di vetro colorate appese all’albero a Sfera Ebbasta era tutto terribilmente prevedibile, sarebbe bastato ascoltare Pasolini.
Si festeggia qualcosa che banalmente non è più unificante, la festa religiosa vale per una minoranza, per il resto è un momento convenzionale come il capodanno, una pura invenzione al pari del Black Friday che in modo scontato ma vero è vista come una festa del consumismo. Eppure quella mente lucidissima di Pier Paolo Pasolini ce l’aveva detto nei suoi Scritti corsari, ci aveva detto che la minaccia peggiore veniva da Carosello, quei pochi minuti di rivoluzione pubblicitaria che tutti noi di una certa generazione abbiamo celebrato come un momento di innocente allegria e rimpianto come simbolo di tempi migliori.
E invece Carosello era una tossina che nel tempo avrebbe manifestato il proprio veleno, in quell’Italia del boom economico già del significato del Natale restava poco, la mia generazione del Natale ricorda distintamente solo l’attesa dei regali, certamente nella festa c’era il calore di famiglie più unite e piene di speranza nel futuro, i mitici anni ’60, ma pochi ricordano una Messa di mezzanotte o quella del 25. Da quel momento abbiamo cominciato a festeggiare il consumo, il primato del denaro e del benessere, il mito della carriera e dell’edonismo.
La ricerca del piacere confusa con quella della felicità ha portato alla banalizzazione del piacere e alla perdita della felicità, soprattutto per chi ha raccolto i frutti maturi, velenosi, di quell’impostazione di vita. Dall’edonismo all’incapacità di essere felici e sorprendentemente alla paura di esserlo raccontata nella “cherofobia”, il brano di Martina Attili, il passaggio è stato inevitabile, quando tutto è stato merce non c’è stato più motivo di essere felici e i giovanissimi, che sono la parte più esposta, hanno ricevuto chiaro e forte il messaggio, mai come adesso la sofferenza psicologica tra loro è stata così alta, ascoltatelo il testo di Martina. E non è un caso che, dalla stessa provenienza di X Factor, un altro testo come quello di Anastasio (il vincitore) tocca gli stessi contenuti parlando di ansia, di incapacità di lasciare il letto (la stanza in Martina), c’è l’insofferenza per l’invito a “decidersi” che proviene dal mondo degli adulti che non capiscono che non c’è nulla per cui valga la pena di alzarsi dal letto e ‘decidersi’, dimenticavo, il titolo è “La fine del mondo”, una fine comprensibilmente auspicata, la fine di quel mondo da incubo che abbiamo così diligentemente e ottusamente preparato pensando che potesse essere un paradiso.
Ed ecco che quindi le critiche ai testi di Sfera Ebbasta appaiono quelle dei proverbiali stolti che quando uno indica la luna guardano il dito. Abbiamo coltivato, senza porci il minimo dubbio, la società dell’omologazione e della mercificazione, Pasolini in ‘Salò o le 120 giornate di Sodoma’ aveva detto chiaramente a cosa avrebbe portato, un degrado senza fine del quale i protagonisti sarebbero stati inconsapevoli al punto di non ribellarsi. I figli sono stati venduti al mercato, a scuola si cercano i percorsi di studio che li rendono “più appetibili” per le aziende a cui dovranno offrirsi, sono merce in balia delle leggi del massimo profitto, legati al guinzaglio mercatistica e incapaci di ribellarsi ad un mondo ritenuto ineluttabile, come i protagonisti della scena tratta dal film, volutamente inguardabile, di Pasolini.
La dimensione verticale della vita umana è stata negata, dall’orizzonte del percorso di crescita è stato oscurato l’infinito, all’ultimo anno delle superiori dallo studio dell’universo e dalla celebrazione dei massimi misteri dell’esistenza si è passati a quella dell’utilitarismo e dei procedimenti chimici industriali.
Questo è il mondo che abbiamo scelto per noi e le nuove generazioni, Sfera Ebbasta ne è solo il degno cantore.
Confessiamo che abbiamo dovuto lottare molto con la nostra coscienza se… pubblicare o meno questo editoriale all’anti vigilia del Natale di Nostro Signore Gesù Cristo. Sembra che si debba quasi essere accusati, additati di inutile polemica, ma non è così. La verità ci impone piuttosto la serenità dei racconti oggettivi dei fatti, tacendola quando Essa dovesse essere scatenata per motivi futili, inutili, o contro qualcuno. Inoltre siamo un sito, e un sito può esprimersi solo attraverso i suoi scritti, non abbiamo altro mezzo.
Abbiamo seguito tutta la serie di Discorsi del Papa, in questo Tempo natalizio. Discorsi di per se impeccabili, belli e pure importanti dal punto di vista di un esame della nostra coscienza e questo va tenuto in conto, al di la di fatti oggettivi che andremo a riflettere.
Ha suscitato perplessità, ad esempio, l’espressione che Bergoglio ha usato nel Discorso ai Dipendenti del Vaticano – vedi qui – ritornando per l’ennesima volta a banalizzare i privilegi che Dio ha dato a Maria Santissima, ecco la sua frase sul Presepio:
- “Allora, chi è felice nel presepe? La Madonna e San Giuseppe sono pieni di gioia: guardano il Bambino Gesù e sono felici perché, dopo mille preoccupazioni, hanno accolto questo Regalo di Dio, con tanta fede e tanto amore. Sono “straripanti” di santità e quindi di gioia. E voi mi direte: per forza! Sono la Madonna e San Giuseppe! Sì, ma non pensiamo che per loro sia stato facile: santi non si nasce, si diventa, e questo vale anche per loro…”
C’è stato chi già ha gridato allo scandalo, all’eresia… in verità non è così, tuttavia la frase è infelice seppur il Papa rivolgendosi ai “piccoli”, intendeva incoraggiarli sulla strada giusta….
MA LA VERGINE MARIA, NON E’ LA “TUTTASANTA” ? Maria Santissima, non è forse stata concepita “senza peccato” e perciòtuttasanta?
Sì! Maria Santissima, la Vergine custodita nel capolavoro di Dio, fu concepita già per il ruolo che avrebbe dovuto svolgere e dunque ERA SANTA se non altro perché non aveva il peccato originale e MAI PECCO’ durante la sua vita che fin da fanciulla consegnò al Tempio, al servizio di Dio. Tuttavia attenzione perché anche la Vergine Maria dovette fare la sua scelta personale a questa santità.
Il punto è: Maria è nata santa o lo è diventata? Con un dubbio del genere, però, si insinua il dubbio che il dogma non ha risolto un bel nulla e che, come è solito fare Bergoglio: a certe domande non abbiamo risposte!
Ecco allora che si riaffaccia un certo MINIMALISMO MARIANO….ossia, abbassare Maria Santissima alla nostra condizione come infatti ha fatto Bergoglio che ha messo sullo stesso piano la condizione di Maria con Giuseppe…. Nella frase di papa Francesco c’è un minimalismo della condizione GIA’ SANTA di Maria Santissima. Ci è stato chiesto se questa frase, forse, non intacchi in qualche modo IL DOGMA DELL’IMMACOLATA…. Leggiamo come si espresse il beato Pio IX nell’Innefabilis Deus, sul Dogma mariano:
- “Era certo sommamente opportuno che una Madre degna di tanto onore rilucesse perennemente adorna degli splendori della più perfetta santità e, completamente immune anche dalla stessa macchia del peccato originale, riportasse il pieno trionfo sull’antico serpente….
Le parole chiave per capire in quali condizioni fosse Maria fin dal suo concepimento sono, appunto, che Ella fu PERENNEMENTE adorna della più perfetta santità…. non fine a se stessa, ma per un compito preciso: riportare il trionfo sull’antico serpente….. Maria è stata CONCEPITA prima nella mente e nel cuore di Dio e poi alla vita terrena, con queste caratteristiche e per questo ruolo, con questi PRIVILEGI…. Già così possiamo comprendere che, le affermazioni di papa Francesco, per quanto le si vogliano lasciare alla sua semplicità narrativa, diventano il cosiddetto “magistero liquido“….. e pure minimalista nei confronti dei privilegi ricevuti da Dio che la creò PURA E TUTTASANTA, insieme al fatto, come afferma il beato Pio IX: DEL TUTTO SINGOLARE, ossia unico.
PRIVILEGIO, SINGOLARITA’ ED UNICITA’ sono le tre condizioni che ci hanno sempre insegnato che Maria è stata pensata ed è nata SANTA…. e fin qui il Dogma.…
Orbene allora, il papa ha detto bene o ha sbagliato? Non ha detto una eresia, ma si è espresso in modo dannoso e minimalista nei confronti della santità in Maria Santissima. E’ bene sottolineare infatti che anche Maria dovette fare la SUA SCELTA. E’ vero che Dio l’aveva pensata, concepita e creata con questi privilegi, ma anche Maria dovette dare il suo ASSENSO…. Ciò che però si rischia di andare ad insinuare è che Maria avrebbe potuto scegliere di NON aderire al progetto di Dio… ed è qui il grave pericolo dottrinale che si insinua con l’affermazione papale.
Dunque UNA DONNA QUALUNQUE, sullo stesso piano di san Giuseppe, alle prese con la propria personale santificazione e quindi DUBBI, ATTENZIONE, DUBBI sulla sua vocazione…. e qui si rischia un gravissimo errore e lacuna dottrinale. Maria Santissima NON EBBE MAI DUBBI, san Giuseppe sì! Maria Santissima, durante il colloquio dell’Annunciazione, non espresse un dubbio, ma volle solo avere la CONFERMA di ciò che in cuor suo sapeva, perché fin dal concepimento era TEMPIO DELLO SPIRITO SANTO…. san Giuseppe dal canto suo, nel dubbio onesto e sincero “amava Maria, e le credeva, ma non sapeva come sbrogliare il problema“, l’Angelo di Dio gli venne incontro perché fosse dissipato e chiarito, qui egli rende palese la sua vocazione alla santità.
Come quando affermò, nel 2017, che nel sangue di Gesù scorreva sangue pagano….. “La menzione delle donne – nessuna di quelle evocate nella genealogia appartiene alla gerarchia delle grandi donne dell’Antico Testamento – ci permette un avvicinamento speciale: sono esse, nella genealogia, quelle che annunciano che nelle vene di Gesù scorre sangue pagano, e a ricordare storie di emarginazione e sottomissione.” NON è così... è proprio il privilegio di incontaminazione col Peccato Originale a non contaminare la Madre e il Figlio! Ma lo affronteremo in altra occasione.
Concludiamo con le parole del beato Pio IX dal dogma:
- “Porrò inimicizia fra te e la donna, fra la tua e la sua stirpe“, essi insegnarono che con questa divina profezia fu chiaramente e apertamente indicato il misericordioso Redentore del genere umano, cioè il Figliuolo Unigenito di Dio, Gesù Cristo; fu anche designata la sua beatissima Madre, la Vergine Maria, e, nello stesso tempo, fu nettamente espressa l’inimicizia dell’uno e dell’altra contro il demonio. Ne conseguì che, come Cristo, mediatore fra Dio e gli uomini, assunta la natura umana, annientò il decreto di condanna esistente contro di noi, inchiodandolo da trionfatore sulla Croce, così la santissima Vergine, unita con Lui da un legame strettissimo ed indissolubile, poté esprimere, con Lui e per mezzo di Lui, un’eterna inimicizia contro il velenoso serpente e, riportando nei suoi confronti una nettissima vittoria, gli schiacciò la testa con il suo piede immacolato.
Già dalla Genesi noi sappiamo che Maria fu pensata da Dio, creata e concepita TUTTAPURA E TUTTA SANTA in un strettissimo rapporto INDISSOLUBILE con il Figlio Gesù. Punto! Insinuare dell’altro conduce all’eresia. Abbassare Maria Santissima alla nostra natura CORROTTA attribuendole un percorso terreno “uguale” al nostro è parte di quel minimalismo mariano che conduce all’eresia perché porta alla negazione o alla modifica del dogma sull’Immacolata.
Maria Santissima dovette senza alcun dubbio fare poi il suo percorso terreno di santità, irto di difficoltà che però, il beato Luca evangelista, ama contraddistinguere NON ATTRAVERSO DUBBI ma affermando come Maria “CONSERVAVA TUTTE QUESTE COSE NEL SUO CUORE, MEDITANDOLE“….. basta leggere e meditare il Magnificat per capire come Maria fosse già SANTA prima della nascita stessa di Gesù che portava nel grembo verginale, LA PIENA DI GRAZIA, santificata già dal Figlio.
E chiudiamo con un accenno anche al Discorso alla Curia, vedi qui, dove ha detto:
- “La Bibbia e la storia della Chiesa ci danno la dimostrazione che tante volte perfino gli stessi eletti, strada facendo, iniziano a pensare, a credere e a comportarsi come padroni della salvezza e non come beneficiari, come controllori dei misteri di Dio e non come umili distributori, come doganieri di Dio e non come servitori del gregge loro affidato.
- Tante volte – per zelo eccessivo e mal indirizzato – invece di seguire Dio ci si mette davanti a Lui, come Pietro che criticò il Maestro e meritò il rimprovero più duro che Cristo abbia mai rivolto a una persona: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Mc 8,33).”
Si potrebbe pensare ad un eccellente esame della sua propria coscienza…. essendo lui “Pietro”…. ma da come sono andati gli eventi anche in questo doloroso anno che volge al termine, ne dubitiamo molto… Vogliamo ricordare qui solo il caso della chiesa in Cina e la disastrosa scelta di Bergoglio che sta penalizzando e mettendo in croce il cattolicesimo vero e genuino, in nome di un penoso compromesso. Vi lasciamo con una recente intervista drammatica del cardinale Joseph Zen, oramai rassegnato da una parte, ma non a tal punto da tacere l’imbroglio….
A tre mesi dalla firma dell’accordo provvisorio tra governo cinese e Santa Sede, molti osservatori mostrano perplessità sul funzionamento di questo stesso accordo. Le notizie di restrizioni e di controlli molto stretti, come ci ha detto recentemente anche padre Sergio Ticozzi del PIME, vengono da un spazio geografico sempre più ampio. La personalità a cui tutti guardano quando si parla di Cina e Vaticano è il Cardinal Joseph Zen, un punto di riferimento per coloro che legittimamente (come riconosciuto anche da parte vaticana) hanno più di un dubbio su questo passo delle due diplomazie. Il Cardinale ha ben spiegato le problematiche dei rapporti fra Cina e Vaticano, da testimone in prima linea, nel suo libro Per amore del mio popolo non tacerò (Chorabooks 2018). A lui, che abbiamo incontrato in Hong Kong, abbiamo posto alcune domande.
Eminenza, sono passati tre mesi dall’annuncio dell’accordo provvisorio fra governo cinese e Santa Sede. Quali sono le sue sensazioni?
Con grande tristezza constato che “l’accordo” sta facendo sentire sempre più i suoi effetti deleteri. Il governo intensifica sempre più la persecuzione, i nostri fratelli non sanno più come fare: consegnarsi all’Associazione Patriotica è contro la fede, resistere al governo sembra resistere anche al Papa che invita all’unità (ma quale unità?) Un dilemma dolorosissimo!
I dettagli dell’accordo non sono stati rivelati, Lei come se lo spiega?
Non capisco perché tengono segreto il contenuto dell’accordo. Come possono comportarsi i fedeli non sapendo che cosa il Papa ha promesso al governo cinese, questo sta dicendo che il Papa vuole che tutti accettino la guida del Partito, ma come possono credere a una tale cosa?
Pensa che sia ipotizzabile una visita del Papa in Cina?
Non so niente di preciso. Ma è noto il desiderio del Papa per una tale visita, Io gli’ho fatto presente che sarà certamente manipolato del governo cinese.
Nel suo libro sulla lettera ai cattolici cinesi di Benedetto XVI, Lei denuncia chiaramente certi comportamenti non solo del governo cinese, ma anche da parte vaticana. Questo coraggio le ha dato problemi?
Alla mia età non ho più niente da perdere e niente da guadagnare. Penso solo che sia mio dovere di chiarire i fatti, dire la verità, la verità ci rende veramente liberi nelle nostre scelte morali.
Con queste espressioni del cardinale Zen, avviamoci verso la sacra Mangiatoia, segno dei nostri Tabernacoli, per ricevere degnamente dalle mani e dal Cuore della Tuttasanta, il Divino Bambino Gesù, pronti per le nuove battaglie che ci attendono per il 2019 alle porte.
Te Deum Laudamus!
ATTENZIONE….. abbiamo sottoposto il “caso” della frase mariana del papa, ad un santo sacerdote, questa la sua risposta:
Ciao carissima, sempre agguerrita, vedo!
…la frase del papa non è un problema di eresia ma di minimalismo mariano, come hai ben sottolineato.
Certamente Maria è diventata santa nel tempo della sua vita, fino a quando poi ai piedi della croce sigillerà, possiamo dire, quella corrispondenza al Padre come alla Trinità SS.ma, che invochiamo come Mediatrice e Corredentrice, anche se il termine piace poco.
Il vero pericolo nella frase del papa è che questa semplicità, fatta magari in buona fede, spinge a questa normalizzazione di Maria (minimalismo mariano) ad essere per forza una di noi, in poche parole privandola di quei privilegi che sono stati spiegati nel dogma sull’Immacolata, come hai fatto bene a riportare.
Ora, cosa vogliono dire questi privilegi?
Privilegi che noi non abbiamo affatto, neppure dopo il Battesimo.
In sostanza ciò che interessa di sapere è questo: insomma, Maria avrebbe potuto peccare o rifiutare d’essere santa?
Dio ha scelto Maria perché sapeva che questa donna avrebbe detto sì in piena libertà. In questo sta una certa “predestinazione” (da non confondere con quella calvinista). E qui dobbiamo fermarci, fermarci davanti al mistero di un Dio che pianifica il suo progetto di redenzione e di salvezza e vuole includervi Maria.
Quello che tuttora non capiamo in pienezza, ci sarà dato di capirlo alla fine “Grandi e mirabili sono le tue opere, o Signore Dio onnipotente; giuste e veraci le tue vie, o Re delle genti! …perché i tuoi giusti giudizi si sono manifestati” (Ap 15,3-4).
Dove sbaglia papa Francesco è di non dare quelle risposte chiare che in dottrina sono esplicitamente spiegate.
Nel caso, dunque, di Maria – e lo riporta anche il Casali – si tratta di impeccabilità estrinseca e morale, vale a dire: le fu dato un grado così alto di santità che sarebbe stato sorprendente vedere Maria commettere un peccato, dal momento che tutta la sua attrazione era verso Dio.
Tale impeccabilità non si oppone alla sua libertà.
Conservando la libertà, ha conservato anche il merito, perchè ella lo riversò tutto al servizio di Dio. Per questo nel Magnificat, e prima della nascita del Figlio, può affermare “tutte le generazioni mi chiameranno beata“.
In definitiva anche Gesù è stato esente dal peccato originale (perché Dio incarnato), ma non ha voluto essere esente dalle nostre infermità. Così è avvenuto per decreto divino anche per Maria.
Si chiama “scienza infusa” della quale, purtroppo, sembra assente in papa Francesco con tutto il suo magistero.
Tutti i Santi furono impregnati di tale scienza, in Maria fu in modo del tutto singolare e privilegiato che, non a caso, è poi la Regina di tutti i Santi.
In Maria, tale scienza la subordinò in ordine alla Grazia ricevuta e di cui fu piena, e quindi in funzione del Figlio, perciò è certo senza ombra di dubbio che Ella non avrebbe mai peccato e non peccò e la santità di cui fu investita fu solo perfezionata da Maria con il suo libero arbitrio.
Ti ringrazio per avermi coinvolto in queste riflessioni. C’è effettivamente il monito monfortiano di certo minimalismo mariano che stiamo vivendo in questi nostri tempi.
Non abbiamo timore a difendere tutto dei privilegi dati a Maria. Difendendo Maria, oggi soprattutto, non sbaglieremo mai.
Ti benedico e Buon Natale.
…la frase del papa non è un problema di eresia ma di minimalismo mariano, come hai ben sottolineato.
Certamente Maria è diventata santa nel tempo della sua vita, fino a quando poi ai piedi della croce sigillerà, possiamo dire, quella corrispondenza al Padre come alla Trinità SS.ma, che invochiamo come Mediatrice e Corredentrice, anche se il termine piace poco.
Il vero pericolo nella frase del papa è che questa semplicità, fatta magari in buona fede, spinge a questa normalizzazione di Maria (minimalismo mariano) ad essere per forza una di noi, in poche parole privandola di quei privilegi che sono stati spiegati nel dogma sull’Immacolata, come hai fatto bene a riportare.
Ora, cosa vogliono dire questi privilegi?
Privilegi che noi non abbiamo affatto, neppure dopo il Battesimo.
In sostanza ciò che interessa di sapere è questo: insomma, Maria avrebbe potuto peccare o rifiutare d’essere santa?
Dio ha scelto Maria perché sapeva che questa donna avrebbe detto sì in piena libertà. In questo sta una certa “predestinazione” (da non confondere con quella calvinista). E qui dobbiamo fermarci, fermarci davanti al mistero di un Dio che pianifica il suo progetto di redenzione e di salvezza e vuole includervi Maria.
Quello che tuttora non capiamo in pienezza, ci sarà dato di capirlo alla fine “Grandi e mirabili sono le tue opere, o Signore Dio onnipotente; giuste e veraci le tue vie, o Re delle genti! …perché i tuoi giusti giudizi si sono manifestati” (Ap 15,3-4).
Dove sbaglia papa Francesco è di non dare quelle risposte chiare che in dottrina sono esplicitamente spiegate.
Nel caso, dunque, di Maria – e lo riporta anche il Casali – si tratta di impeccabilità estrinseca e morale, vale a dire: le fu dato un grado così alto di santità che sarebbe stato sorprendente vedere Maria commettere un peccato, dal momento che tutta la sua attrazione era verso Dio.
Tale impeccabilità non si oppone alla sua libertà.
Conservando la libertà, ha conservato anche il merito, perchè ella lo riversò tutto al servizio di Dio. Per questo nel Magnificat, e prima della nascita del Figlio, può affermare “tutte le generazioni mi chiameranno beata“.
In definitiva anche Gesù è stato esente dal peccato originale (perché Dio incarnato), ma non ha voluto essere esente dalle nostre infermità. Così è avvenuto per decreto divino anche per Maria.
Si chiama “scienza infusa” della quale, purtroppo, sembra assente in papa Francesco con tutto il suo magistero.
Tutti i Santi furono impregnati di tale scienza, in Maria fu in modo del tutto singolare e privilegiato che, non a caso, è poi la Regina di tutti i Santi.
In Maria, tale scienza la subordinò in ordine alla Grazia ricevuta e di cui fu piena, e quindi in funzione del Figlio, perciò è certo senza ombra di dubbio che Ella non avrebbe mai peccato e non peccò e la santità di cui fu investita fu solo perfezionata da Maria con il suo libero arbitrio.
Ti ringrazio per avermi coinvolto in queste riflessioni. C’è effettivamente il monito monfortiano di certo minimalismo mariano che stiamo vivendo in questi nostri tempi.
Non abbiamo timore a difendere tutto dei privilegi dati a Maria. Difendendo Maria, oggi soprattutto, non sbaglieremo mai.
Ti benedico e Buon Natale.
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