ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 5 maggio 2018

La radice dei segreti


Introvabile: la prima redazione del Segreto di La Salette, quella che lesse il Beato Papa Pio IX!




"Melania, sto per dirti qualcosa che non dirai a nessuno. Il tempo della collera di Dio è arrivato; se, quando avrai detto ai popoli ciò che ho detto adesso e che ti dirò di dire ancora; se, dopo ciò, essi non si convertiranno, non si farà penitenza e non si cesserà di lavorare la domenica e si continuerà a bestemmiare il santo nome di Dio, in una parola, se la faccia della terra non cambia, Dio si vendicherà contro il popolo ingrato e schiavo del demonio.

All’origine della crisi di fede in Occidente

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Il monaco e il cardinale

    Come ho già avuto modo di raccontare in altre occasioni, da qualche anno sono in contatto con un giovane monaco ortodosso con il quale, sia pure a distanza e in modo intermittente, mi succede di affrontare temi spirituali. È un’esperienza molto bella che il Signore ci ha donato e che non esito a definire ecumenica nel senso più pieno e più vero del termine, perché nessuno dei due cerca di nascondere le proprie peculiarità, magari per comodità o anche solo per il timore di non apparire sufficientemente cortese. Al contrario, siamo entrambi molto curiosi e cerchiamo di sviscerare le diversità, così da imparare qualcosa l’uno dell’altro e di arricchirci a vicenda.

La Placuit Deo non placuit Papae?

Volare alto



Che la polemica contro lo gnosticismo e il pelagianesimo fosse uno dei cavalli di battaglia di Papa Francesco, lo sapevamo da tempo. Ne aveva già parlato nel documento programmatico del suo pontificato, l’esortazione apostolica Evangelii gaudium (n. 94), ed era tornato sull’argomento nel discorso pronunciato a Firenze il 10 novembre 2015, nell’ambito del V convegno nazionale della Chiesa italiana (qui). Senza contare le innumerevoli stoccate lanciate soprattutto contro i “nuovi pelagiani” durante le omelie mattutine in Santa Marta. 

Nel febbraio scorso, la Congregazione per la dottrina della fede (CDF) aveva pubblicato la lettera Placuit Deo su alcuni aspetti della salvezza cristiana, con la quale almeno io ebbi l’impressione che si volesse in qualche modo dare un fondamento teologico alla controversia, evidenziando il carattere tendenzialmente ereticale delle due deviazioni. E con ciò, pensavo io, si sarebbe chiusa una volta per tutte la questione. E invece il 9 aprile scorso è stata pubblicata l’esortazione apostolica Gaudete et exsultate sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo, che riapre la disputa, dedicando un intero capitolo, il secondo, a “Due sottili nemici della santità”: lo gnosticismo e il pelagianesimo attuali. Si tratta di 28 paragrafi su 177: il 16% del totale, che non è poco.

Il trucco c’era, ed era trasparente

 L'ERESIA DEI TEOLOGI AL POTERE

L’eresia è al potere perché i teologi hanno il potere. Assistiamo al paradosso di professori di teologia che riempiono la testa dei loro studenti (futuri sacerdoti) con teorie azzardate senza che i loro superiori muovano ciglio
di Francesco Lamendola  


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A dirlo non è uno qualsiasi, ma un sacerdote e un teologo di tutto rispetto: monsignor Antonio Livi, una delle menti più brillanti e più preparate nel panorama, non troppo confortante in verità, della teologia cattolica dei nostri giorni, ove ormai quasi chiunque può autonominarsi esperto e mettersi a dire e scrivere le cose più inverosimili, le più sconcertanti e lontane dalla vera e sola dottrina cattolica, senza che nessuno ci trovi qualcosa di strano e, soprattutto, senza che l’autorità ecclesiastica si sogni d’intervenire. Assistiamo al paradosso di professori di teologia che riempiono la testa dei loro studenti con teorie azzardate, temerarie, eterodosse, senza che i loro superiori muovano ciglio e senza che i loro vescovi sentano il minimo dovere d’intervenire; in compenso, quegli stessi teologi rispondono a colpi di querela alla magistratura contro chi si permette di far notare che quanto essi vanno dicendo e insegnando non è per nulla cattolico, anzi, in certi casi è addirittura blasfemo, o fortemente sospetto di blasfemia.

L’ultima vergogna in attesa della prossima

Alfie, padre Gabriele rispedito in Italia
Padre Gabriele Brusco, il sacerdote italiano che è stato vicino a Thomas Evans e Kate James nei giorni decisivi per Alfie, è costretto a lasciare l’Inghilterra e lunedì sarà già in Italia. Ritirata la richiesta di incardinazione nella diocesi di Westminter.

Il cardinale Nichols

Padre Gabriele Brusco, il sacerdote italiano che è stato vicino a Thomas Evans e Kate James nei giorni decisivi per Alfie, è costretto a lasciare l’Inghilterra e lunedì sarà già in Italia. La decisione era già nell’aria da tempo ma si è concretizzata mercoledì 2 maggio dopo l’incontro che padre Gabriele ha avuto con il vescovo ausiliare di Westminster John Sherrington per esaminare la sua situazione.
Durata e contenuti del colloquio sono top secret, per espressa volontà di monsignor Sherrington, ma non deve essere stata un’occasione particolarmente gradevole se al termine del colloquio padre Gabriele ha deciso di ritirare la richiesta di incardinazione nella diocesi di Westminster. Deve anche lasciare l’Inghilterra subito e non potrà quindi partecipare ai funerali del piccolo Alfie, previsti per venerdì prossimo. È l’ultima vergogna della gerarchia cattolica inglese, che da questa vicenda ne esce a pezzi.

In stato di desolazione o di turbamento

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Alfie: dalla rabbia allo zelo


Dominus omnipotens vindicabit in eis; in die iudicii visitabit illos. Dabit enim ignem et vermes in carnes eorum, ut urantur et sentiant usque in sempiternum (Gdt 16, 20-21).

Son cose che succedono ai vivi (a chi è moralmente vivo, anziché in coma indotto): all’indicibile dolore per il barbaro assassinio di un bimbo innocente, nonché per la vergognosa figura che ci ha fatto la Chiesa Cattolica, si alterna una rabbia colossale che non ha requie all’idea di non poter fare apparentemente nulla. Alfie Evans è stato deliberatamente soppresso nella notte tra il 27 e il 28 aprile, quando un’infermiera gli ha iniettato un cocktail di farmaci che lo ha condotto al decesso poco più di due ore più tardi, visto che il piccolo, pur essendo rimasto privo di cibo e di ventilazione per ben trentasei ore e combattendo con un’infezione ai polmoni provocata da tubi pieni di muffe che non venivano cambiati da appena cinque mesi, non voleva arrendersi alla sentenza di morte e continuava a lottare come un leone per sopravvivere.

venerdì 4 maggio 2018

Il segreto di Gesù

LA FORZA DELLA PREGHIERA


«Venuta la sera Lui era ancora solo lassù». La preghiera notturna una speciale necessità dell’anima. La sola maniera per essere protetti contro il male è quella di ricordarsi della propria condizione creaturale e pregare sempre 
di Francesco Lamendola  

 0 213 gesu nubis 
  
L’episodio evangelico, piuttosto noto, di Gesù che cammina sulle acque, è preceduto da una notazione che ci conferma quanto la preghiera in solitudine, anche di notte, in cima a luoghi elevati, fosse per Gesù una vera e propria consuetudine, una parte essenziale della sua spiritualità e del suo ascetismo. Ci piace rileggerlo e meditarlo, anche per meglio comprendere il miracolo della sua apparizione sulla superficie del lago di Tiberiade, con le acque agitate e quasi in tempesta, e con il commovente tentativo di san Pietro di imitarlo, andandogli incontro, che per poco tuttavia non si conclude in tragedia (Matteo, 14, 22-33):
Subito dopo ordinò ai discepoli di salire sulla barca e di precederlo sull'altra sponda, mentre egli avrebbe congedato la folla. Congedata la folla, salì sul monte, solo, a pregare. Venuta la sera, egli se ne stava ancora solo lassù.
La barca intanto distava già qualche miglio da terra ed era agitata dalle onde, a causa del vento contrario. Verso la fine della notte egli venne verso di loro camminando sul mare. I discepoli, a vederlo camminare sul mare, furono turbati e dissero: «È un fantasma» e si misero a gridare dalla paura. Ma subito Gesù parlò loro: «Coraggio, sono io, non abbiate paura». Pietro gli disse: «Signore, se sei tu, comanda che io venga da te sulle acque». Ed egli disse: «Vieni!». Pietro, scendendo dalla barca, si mise a camminare sulle acque e andò verso Gesù. Ma per la violenza del vento, s'impaurì e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!». E subito Gesù stese la mano, lo afferrò e gli disse: «Uomo di poca fede, perché hai dubitato?». 
Appena saliti sulla barca, il vento cessò. Quelli che erano sulla barca gli si prostrarono davanti, esclamando: «Tu sei veramente il Figlio di Dio!»

Quando la Chiesa dubiterà come dubitò Pietro

Profezia (terribile) del card. Pacelli sul "suicidio della Chiesa Cattolica": è il Terzo Segreto di Fatima?...



Nel 1933, sedici anni dopo le apparizioni di Fatima, il futuro papa Pio XII, allora cardinale Eugenio Pacelli, segretario di Stato di Papa Pio XI, parlò di Fatima con il suo amico conte Enrico Pietro Galeazzi e disse che si trattava di un avvertimento contro il "suicidio" della Chiesa cattolica che sarebbe avvenuto mediante la distruzione della liturgia e l’alterazione della fede.

Una profezia che in parte vediamo realizzata ma che, nel suo contenuto più drammatico, si apre ad un futuro che del resto non sembra così remoto...; la cosa che impressiona, poi, in modo particolare è la connesisone stabilita dal Cardinale tra il conenuto delle sue "sconcertanti previsioni" e il messaggio di Fatima.

Dove ci portano “i padroni del Discorso”?

Putin pronto ad annunciare la costituzione della “Stavka”, un Consiglio di Guerra
Guerra USA Russia
Mentre in Occidente cresce l’ostilità contro la Russia e si predispongono nuove provocazioni dopo quelle degli Skripal ( Salibury) ed il finto attacco chimico orchestrato a Douma, in Siria, i russi si predispongono a reagire colpo su colpo con una strategia che prevede una risposta devastante delle forze russe, qualora gli USA ed i loro alleati debbano superare quelle che sono le “linee rosse” di Mosca .
Appare certo che la Russia si sente sotto attacco e l’intelligence russa dispone di “informazioni riservate” sulle nuove provocazioni che Washington e Londra stanno predisponendo per giustificare nuovi attacchi in Siria, in Ucraina e nuove restrizioni sanzionatorie contro gli interessi russi. Per questo motivo Putin sta per annunciare la costituzione della “Stavka”, il Consiglio di Guerra che guiderà tutte le decsioni  strategiche di Mosca in questo periodo. Vedi: Global research

Sia fatta la mia volontà


NON C’È SIPARIO CHE TENGA

Soffermiamoci su un argomento di cui molto si è parlato e lo facciamo prendendo lo spunto da un articolo pubblicato lo scorso mese di Febbraio dalla rivista Altroconsumo. Il testo, dal titolo Sia fatta la mia volontà, sottolineava l’importanza della norma sul biotestamento precisandone i riflessi favorevoli già annunciati da Bergoglio prima della sua approvazione. «Sono molti a giurare – si dichiarava agli inizi dell’articolo – che sarebbero state proprio le sue argomentazioni ad aver dato la spinta propulsiva all’approvazione del provvedimento a pochi giorni dallo scioglimento delle Camere». La celebrazione d’una volontà assuefatta agli interpreti della venerabilità fa parte delle regole del gioco e Bergoglio ama giocare d’anticipo.

Clare meglio di Vincent

ALFIE. UNA MADRE AL CARD. NICHOLS: SIA UNA GUIDA, O SE NE VADA

 

Una  cattolica inglese, madre di tre bambini, ha scritto una lettera aperta al cardinale Vincent Nichols, arcivescovo di Westminster, chiedendogli in buona sostanza di rassegnare le sue dimissioni, dopo le sconcertanti dichiarazioni che il porporato ha rilasciato dopo la morte di Alfie Evans.
È una lunga lettera, che vi consigliamo di leggere nell’originale, e di cui traduciamo alcuni brani. “Ho letto le sue dichiarazioni sul caso Alfie Evans con estrema tristezza e incredulità. Sentivo che lei si è schierato al fianco della cultura della morte che è così prevalente nella nostra società oggi, piuttosto che difendere i valori del Vangelo, della vita, della speranza, dell’amore e della pietà. In questa lettera voglio esplorare alcune delle cose che lei ha detto, e anche cercare di andare alla radice del perché lei ha preso le difese dell’ospedale, piuttosto che quelle di Alfie e dei suoi genitori”.

Groucho meglio di Reinhard

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Se Marx (Reinhard) esalta Marx (Karl)

    E così dopo un arcivescovo (Marcelo Sánchez Sorondo) secondo il quale la Cina è il paese nel quale viene meglio applicata la dottrina sociale della Chiesa, adesso abbiamo anche il cardinale (Reinhard Marx) che non si fa troppi problemi nell’affermare (intervista alla Frankfurter Allgemeinen Sonntagszeitung) che senza Karl Marx non ci sarebbe dottrina sociale della Chiesa.
La Chiesa, lo abbiamo sempre saputo, è bella perché è varia e da un po’ di tempo la varietà ha superato ogni limite, ma la storia, almeno quella, andrebbe rispettata. E invece no. Invece ecco che il cardinale Marx, forse soggiogato psicologicamente dal suo più illustre omonimo compatriota, dopo aver sentenziato che «il mercato non ci porta automaticamente a una società giusta», dice di vedere nel marxismo un opportuno «correttivo» del capitalismo, dato che «prosperità e profitto non sono l’unica cosa a cui una società debba tendere».

Vedremo poi i risultati

INTERCOMUNIONE
Germania-Santa Sede, pericoloso dialogo sull'Eucarestia

È stata una lunga giornata di lavori quella tra la delegazione della Conferenza episcopale tedesca e quella vaticana per discutere dell'intercomunione, che i vescovi tedeschi hanno approvato a maggioranza per i coniugi protestanti sposati con cattolici. Nella delegazione vaticana si nota l'esclusione del cardinale Robert Sarah, forse per le sue posizioni chiaramente contrarie.

                                      I cardinali Marx e Voelki

Sarà necessario attendere i prossimi giorni per capire esattamente quale sia stato il risultato dell’incontro in Vaticano fra alcuni cardinali e vescovi tedeschi e alcuni alti prelati della Curia Romana in tema di intercomunione. Nel comunicato diffuso ieri sera al termine del lungo incontro durato fino alle 19 si danno ben pochi elementi: «Nella conversazione tenutasi in tedesco - dice il comunicato della Santa Sede - l'arcivescovo Ladaria Ferrer ha spiegato che Papa Francesco ha elogiato l'impegno ecumenico dei vescovi tedeschi e ha chiesto loro di trovare un risultato possibilmente unanime nello spirito della comunità ecclesiale. Sono stati discussi vari aspetti della discussione: il rapporto tra la questione della fede e la cura pastorale, la sua rilevanza ecclesiastica mondiale e la sua dimensione giuridica. L'arcivescovo Ladaria Ferrer informerà il Santo Padre sul contenuto della conversazione. L'incontro è stato in un ambiente caldo e fraterno». Dunque, il Papa ha sottolineato l'importanza dello sforzo ecumenico e la necessità di ricomporre l'unità dell'episcopato, vedremo poi i risultati.

“Ite missa est”

Dalla Messa cattolica alla cena protestante:

l’intercomunione prossima ventura.





Di fronte all’attuale “motus in fine velocior” della deriva modernista intrapresa ormai da un sessantennio dalla moderna Chiesa Cattolica, viene da  chiedersi quali siano stati i colpi più duri inferti dal clero rivoluzionario alla bimillenaria Chiesa di Nostro Signore Gesù Cristo che, come noto, è “una, santa, cattolica e apostolica”. Sicuramente si può rispondere: il principio della cosiddetta “libertà religiosa”, l’ecumenismo di stampo protestante (il subdolo “subsistit in” di Lumen Gentium, 8/b), il relativismo religioso (cioè la parificazione dell’unica vera religione, la cattolica, alle false religioni non cristiane) e, dulcis in fundo (in cauda venenum) la riforma liturgica, cioè il passaggio dalla Messa di sempre al Novus Ordo Missae. Innovazioni rivoluzionarie, cioè anticattoliche, attuate grazie alla presa di potere dei modernisti con il conclave del 1958 (colpo di stato che secondo alcuni estromise il Papa legittimo, Gregorio XVII, card. Giuseppe Siri) e poi con il rivoluzionario concilio Vaticano II, di Roncalli e Montini (vedasi Unitatis RedintegratioDignitatis HumanaeNostra AetateDei VerbumLumen Gentium, ecc.).
Ma indubbiamente ciò che ha contribuito maggiormente, a livello pastorale, alla demolizione di secoli di civiltà cattolica è stato il passaggio dalla Messa cattolica di sempre alla nuova Messa di Montini-Bugnini, con il contestuale abbandono della lingua liturgica, il latino, a favore delle lingue volgari nazionali.

giovedì 3 maggio 2018

Ci rimane solo poco tempo per convertirci

Alfie, pecorella abbandonata dal pastore

“Guarderanno a Colui che hanno trafitto”: in queste poche parole può  essere riassunta tutta la missione di Gesù Cristo nello svelare il potere del peccato e della morte su di noi (che ha origine dal demonio e dal nostro libero consenso) e di offrire  la possibilità della conversione, del perdono dei peccati e la vita eterna. La stessa cosa si può  dire di Alfie che, con il suo martirio, ha svelato aspetti, per lo più ben nascosti, del nostro vivere all’insegna del disprezzo di Dio e della vita umana. Come nella passione e morte di Gesù Cristo, anche in quelle Alfie c’è stata una incredibile attualizzazione del mistero della Croce alla quale ancora una volta è  stato inchiodato un Innocente.
L’uccisione di Alfie, che sicuramente è entrato nel Cielo, santo e martire tra i santi, è un crimine fra i più gravi che siano mai stati compiuti nella storia: un assassinio voluto proprio da quelle autorità che avrebbero il dovere di difendere le persone e non di ucciderle, specialmente se si tratta di innocenti. Le modalità con le quali questo crimine è stato attuato hanno mostrato la natura satanica del potere a cui si sono asservite numerose persone con varie responsabilità: sia nel mondo che nella Chiesa.
Alfie è sopravvissuto alla sua ingiusta condanna a morte una prima volta, ma non ha potuto usufruire nemmeno della grazia che, in questi casi, viene accordata anche al peggior criminale. Per essersi rifiutato di morire alla prima esecuzione, è stato lasciato morire in condizioni disumane, inaccettabili anche per qualsiasi animale. Si deve prendere atto che tante anime belle cercano sempre di rendere accettabili questi fatti alla sensibilità comune, ma niente può essere tolto alla vera tortura subita da Alfie e dai suoi genitori.

Due ingiustizie non fanno giustizia

Basterebbe aprire un libro di storia

Perché scandalizzarsi tanto per le esternazioni di Abu Mazen quando, fino a poche settimane fa, cecchini israeliani sparano sui civili inermi?
Basterebbe un libro di storia per capire che Abu Mazen non ha detto nulla di sconvolgente. Un “Di Nolfo” qualunque (si fa per dire), non metterebbe in discussione quello che il capo palestinese ha dichiarato pubblicamente, ciò che invece giornalai e commentatori dell’ultim’ora stanno facendo incessantemente.

Così un capo palestinese, che vede il proprio popolo martoriato dai cecchini israeliani, non può riportare una verità storica? Nel primo Novecento, e già da prima, l’antisionismo – e non solo -, dilagava in Europa, proprio per il comportamento sociale degli ebrei, spesso dediti ad attività di usura.

L’Autodivinizzazione dell’uomo

Il neo-gnosticismo



Testo dell'audio
Se siamo davvero di fronte ad una nuova religione, la nostra domanda adesso deve essere quale sia precisamente.
Prima di esaminarla alla luce torbida della Gnosi, ci possiamo chiedere se sia semplicemente una nuova forma del Protestantesimo, dell’Umanesimo o dell’Ateismo. Sicuramente la Fede cattolica, come viene presentata oggi, possiede una certa somiglianza ad ognuno di questi sistemi. Ma la somiglianza deriva non da qualche caratteristica particolare dell’uno o dell’altro sistema,bensì da una caratteristica che tutti condividono, cioè il soggettivismo.

Una verità che merita di essere ascoltata

DAMASCO, IL MESSAGGIO DI UN FRATE – Padre Bahjat Elia Karakach

Padre Bahjat Elia Karakach, francescano della Custodia di Terra Santa superiore del Convento dedicato alla conversione di San Paolo a Damasco, è il frate coraggioso che immediatamente dopo l’attacco americano aveva lanciato un audio messaggio, attraverso i social network, in cui denunciava la menzogna dell’uso delle armi chimiche da parte del Governo di Bashar al-Assad. Come lui stesso dice l’attacco con armi chimiche da parte di Damasco sarebbe stato una follia, la vittoria sul terrorismo è ormai alla soluzione finale e richiamare l’attenzione dell’Occidente, giustificandone un possibile intervento, sarebbe stato inutile e dannoso. «L’esercito siriano non ha bisogno di usare le armi chimiche, soprattutto perché tra l’altro le ha smantellate, come sappiamo, sotto il controllo dei russi qualche anno fa».
Molto ottimista per il futuro dice di voler infondere la speranza attraverso la creazione di strutture che siano rivolte alla ricostruzione di un paese giovane e coraggioso. Ci racconta che i cristiani alle volte sono accusati dall’Occidente di sostenere il governo, precisa che questo va inserito in un contesto nel quale i cristiani sono una parte della società e non un corpo estraneo; la Siria a livello istituzionale è un paese laico e tutti possono accedere alle cariche pubbliche e ricorda che non è una questione di cristiani ma di una popolazione che all’80% si esprime a favore del suo Presidente. Forse prima della guerra c’era una opposizione che chiedeva modifiche costituzionali e riforme, ma oggi la scelta è tra il caos totale e questo governo che nonostante tutto ha avuto il merito di salvare l’unità della Siria e il pluralismo religioso. Il progetto di creare una divisione su basi etnico religiose è miseramente fallito grazie alla stabilità politica mantenuta nonostante la guerra. «Questo è il tempo di metterci insieme per combattere il terrorismo perché questi ribelli non hanno una visione politica alternativa. Hanno distrutto il patrimonio culturale, storico e l’unica cosa che li accomuna è il sogno di uno Stato Islamico.»
In una breve intervista invia un messaggio all’Occidente per raccontare una verità che merita di essere ascoltata, in un mondo in cui l’informazione si ferma davanti a una ideologia calata dall’alto in cui dietro vi è solo un vantaggio economico a senso unico.

Ogni epoca ha (o non ha) i vescovi e i santi che si merita

L'invenzione della Santa Croce e la Chiesa tedesca

Il 3 maggio, nel calendario antico, si celebra la festa dell’Invenzione della Croce, in cui si commemora il ritrovamento delle reliquie della Croce e del Santo Sepolcro da parte di Sant’Elena, madre di Costantino; con questa festa si voleva celebrare non solo il primario trionfo della Croce di Cristo sul paganesimo e sul giudaismo, ma anche il secondario e derivato trionfo secolare e sociale della fede, che da allora, lentamente ma progressivamente, avrebbe fondato e ispirato l’Impero e, poi, la Cristianità europea. Questa festa, cassata dalle solite riforme degli anni ’60, che non tolleravano le feste doppie e, in generale, le feste “trionfaliste”, è ancora viva in Oriente (anche se in altra data, al 6 marzo) e perfino nei calendari anglicano e luterano (!). E proprio di luterani andremo incidentalmente a parlare.

La falsificazione della religione cristiana

GLI INGANNI DEL "MODERNO"


Depurare mente e cuore dagli inganni del moderno. Le "prove" che, se il totalitarismo culturale viene imposto in maniera efficace, esso riesce a far passare qualsiasi verità di comodo, senza che nessuno ci trovi nulla di strano 
di Francesco Lamendola   

 0 102 cristo duval
  
La civiltà moderna ha immerso la nostra mente e il nostro cuore in un labirinto d’inganni, di menzogne, di false apparenze di bene; ci ha persuasi, con una propaganda martellante, che il progresso è la chiave di tutto, non si può tornare indietro ma si deve andare sempre avanti; che il nostro futuro, il nostro destino, la nostra salvezza, dipendono dalla nostra disponibilità ad essere assolutamente moderni (come diceva l’ossesso Rimbaud, che terminò la sua vita vendendo armi e, forse, schiavi in terra d’Africa), e insomma che non vi è alcun Dio fuori del progresso, e nessun orizzonte al di là – o al di qua – del moderno.
La prima cosa da cui dobbiamo liberarci è il condizionamento mentale, anzi, il riflesso condizionato per cui, non appena sentiamo pronunciare, o leggiamo, la parola moderno, subito ci si forma l’acquolina in bocca, perché “sentiamo” di essere in presenza di qualcosa di altamente positivo, di qualcosa che è buono in se stesso. 
In realtà, l’aggettivo moderno ha almeno due significati: uno storico e uno ideologico. Storicamente, è moderna una cosa rispetto a una cosa che la precede nel tempo: dunque indica, semplicemente, una scansione temporale, una successione dal prima al dopo. In questo senso, anche Virgilio è moderno rispetto a Omero, e Dante è moderno rispetto a Virgilio, e Ariosto è moderno rispetto a Dante. Insomma, quella del moderno non è una categoria dal valore assoluto, ma relativo: si è moderni fino a che si viene superati da qualcuno o da qualcosa che sono più moderni di noi, perché sono venuti dopo di noi. Questo, naturalmente, non significa affatto che i moderni siano migliori, ma semplicemente che sono più recenti. I giovani non sono migliori dei vecchi; hanno meno anni, meno esperienza, anche meno acciacchi, se si vuole: ecco tutto. I giudizi morali, le valutazioni di merito, non hanno niente a che fare con il fatto di essere giovane o di essere vecchio: bisogna vedere, caso per caso, che tipo di persona si ha davanti, indipendentemente dalla sua età. E per il moderno, inteso in senso storico, è la stessa cosa: un edificio, uno scritto, un evento politico, non sono migliori perché più recenti: anche perché, come si è visto, se sono più recenti rispetto a quel che è venuto prima, saranno più vecchio rispetto a quel che verrà. Niente è moderno in assoluto, come nessuno è giovane per sempre. Ideologicamente, la parola moderno ha un secondo significato: esprime, sia pure tacitamente, un giudizio di merito, e più precisamente un giudizio di segno positivo. Così, quando Arthur Rimbaud affermava che si deve essereassolutamente moderni, intendeva fare l’elogio dell’essere moderni, e suggeriva che se non si è moderni, allora si vale di meno, si è incapaci di capire il presente, non si dà un valido contribuito al bene della società (o della cultura, o della poesia, in quel caso specifico).

Il prete della nuova Chiesa

DERIVE LITURGICHE

Il prete one man show, per Cristo o per il suo ego?

Due episodi di personalismi clericali che scandalizzano i fedeli e mostrano come il protagonismo di certi sacerdoti finisca per trasformare il culto in spettacolo e arbitrio. Ad Ancona il parroco vieta la comunione in bocca nonostante non gli sia consentito perché la liturgia non è di proprietà; a Vicenza il nuovo parroco fa il simpaticone a suon di batutte durante la messa. E i giornali dicono che riempie le chiese. Ma trasmetterà anche Gesù o solo il suo ego? 
Quando il prete diventa un one man show la messa è il suo spettacolo. Guai, dunque, a contraddirlo. Potrebbe risentirsene personalmente. La deriva liturgica non accenna a fermarsi e scende sempre più verso l’abisso del personalismo. Ognuno fa quello che vuole, incurante del fatto che ai ministri è affidato un compito altissimo: custodire le cose sacre e comunicare Gesù.
Due episodi recenti forniti dalle cronache dovrebbero fare riflettere. Ad Ancona il blog Messa in latino ha raccontato che il parroco della parrocchia della Santa Famiglia gestita dai Salesiani, avrebbe proibito ai fedeli di ricevere la comunione in bocca e imposto soltanto la distribuzione sulla mano. Il fatto singolare è che la disposizione sarebbe stata persino annunciata dall’ambone giustificandola come una decisione di carattere ufficiale: “Abbiamo disposizione di dare la Comunione sulla mano, a meno che non ci siano impedimenti fisici importanti”.

Un gioco di balocchi

DOTTRINA SOCIALE
Ma che ignoranza il cardinale Marx

La sconcertante presa di posizione del cardinale Marx, che ha detto che senza Karl Marx non ci sarebbe Dottrina sociale della Chiesa. Un'operazione infantile, un gioco di balocchi. Il marxismo è la negazione dell’uomo perché è la negazione di Dio. Tra di esso e la Dottrina sociale della Chiesa non può esserci nessun rapporto se non di contrapposizione.



Dopo l’arcivescovo Sorondo, ora tocca al cardinale Reinhard Marx. Il primo, Presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali, aveva dichiarato che il Paese ove oggi viene meglio realizzata la Dottrina sociale della Chiesa è senz’altro la Cina. Il secondo, in una intervista alla "Frankfurter Allgemeinen Sonntagszeitung", ora afferma che senza Karl Marx non ci sarebbe Dottrina sociale della Chiesa.

Nella sintesi dell’intervista apparsa sul sito ufficiale della Conferenza episcopale tedesca (vedi qui) in occasione del 200mo compleanno del filosofo di Treviri che cadrà il 5 maggio prossimo, l’arcivescovo di Monaco dichiara di essere sempre stato molto colpito dalle parole del Manifesto del Partito Comunista ove si direbbe che “Il mercato non ci porta automaticamente ad una società giusta”, Per questo, il cardinale vede nel marxismo un “correttivo” del capitalismo: "Prosperità e profitto non sono l’unica cosa a cui una società debba tendere". Secondo il cardinale è il caso di ricordare i 200 anni dalla nascita di Karl Marx perché “le sue analisi hanno contribuito alla nascita della Dottrina sociale della Chiesa”.

mercoledì 2 maggio 2018

Pensaci Tu

Visita speciale, inedita, a Don Dolindo Ruotolo, per Voi


“Non è più tempo di fare propaganda, né più tempo di fare progetti e castelli, dal momento che solo il Signore deve operare per la Sua Chiesa che sarà sottoposta a dura prova…” (Don Dolindo Ruotolo)
Si dice che eventi e fatti non organizzati siano quelli che riescono meglio, ed effettivamente possiamo narrarvi di una visita speciale, non propriamente organizzata, ma tutta lasciata in mano alle disposizioni della Divina Provvidenza, bastante il vivo desiderio di poter sostare e pregare sulle sacre spoglie dell’amato Sacerdote Don Dolindo Ruotolo e portare i saluti di quanti si erano affidati alle nostre preghiere, ai tanti ai quali avevamo promesso questa preghiera speciale.

Guerra giusta.. e no^

La guerra giusta deve essere combattuta. Anche da ciascuno di noi

L’importanza della virtù di forza  



                                       Giovanni Di Paolo, Santa Caterina da Siena nella Curia pontificia d’Avignone
                                                    non recede dalla “guerra” per il “giusto giudizio”
Sulla guerra giusta San Tommaso d’Aquino ha scritto alcune scultoree parole che sono un’indicazione particolarmente attuale ai capi di Stato, ma anche un suggerimento morale a ciascuno di noi, specie quando si tratta di non sottovalutare il dovuto esercizio della virtù di forza. Un cristianesimo “dolciastro” infatti ha fatto spesso dimenticare che in alcuni casi c’è un vero e proprio dovere di scendere in guerra se è in gioco il bene della patria, ma anche se è necessario ristabilire la giustizia, e ciò - dice San Tommaso - anche rischiando di persona. Pubblicheremo alcuni brevi articoli su temi politici che ci toccano da vicino sul piano naturale e soprannaturale, ma anche internazionale, ecclesiale e personale. 

Il nocciolo della preoccupazione

DOVE VA LA CHIESA?
"Riaffermare il Vangelo", l'appello dei preti ai vescovi

“Appello pastorale ai vescovi per una riaffermazione apostolica del Vangelo”: così si chiama un’iniziativa destinata ai vescovi, e che ha per strumento i singoli sacerdoti. Dal contenuto dei punti richiamati, c'è anche “Amoris Laetitia”, nelle sue interpretazioni più liberali.



“APPELLO PASTORALE AI VESCOVI PER UNA RIAFFERMAZIONE APOSTOLICA DEL VANGELO”: così si chiama un’iniziativa destinata ai vescovi, e che ha per strumento i singoli sacerdoti, che dovrebbero farla propria, e in questo modo farla giungere al proprio ordinario diocesano. Come spiegano gli organizzatori: “Cosa chiediamo ai sacerdoti: per favore considera di firmare l'Appello e di inviare una copia al tuo vescovo (vedi www.curapastoralis.org).

Per la sua natura di atto pastorale e di testimonianza sacerdotale a Cristo e al suo Vangelo, l'appello richiede un impegno personale piuttosto che l'anonimato. Inoltre, non possiamo rimanere anonimi, mentre chiediamo ai vescovi di accettare le sfide di agire pubblicamente. I sacerdoti che firmano sono impegnati in uno sforzo pastorale, non in un'iniziativa politica. Agiscono a loro nome, non come membri di un gruppo o movimento all'interno della Chiesa. Chiediamo che discutendo l'Appello, chiariscano che stanno parlando per se stessi, non per gli altri che hanno firmato. Riconosciamo che possono esserci sacerdoti che sono d'accordo con le preoccupazioni fondamentali e le affermazioni del Vangelo espresse nell'appello, ma che per legittimi motivi prudenziali scelgono di non firmare. Chiediamo le vostre preghiere”. Dal contenuto dei punti richiamati, che vedrete più sotto, ci sembra di capire che sia soprattutto, ma non solo, “Amoris Laetitia” nelle sue interpretazioni più liberali il nocciolo della preoccupazione.

Con quasi 80 anni di ritardo

Il caso Alfie e la dittatura delle parole vuote

(di P. Serafino M. Lanzetta) In un mondo in cui le persone vogliono disfarsi di Dio, con la conseguenza di un significativo oblio della ragione umana, la verità è stata usurpata dal potere. Questo non è necessariamente politico o economico, ma – così sembra – è il potere delle parole. È l’abilità di saper esprimersi in modo da inviare un messaggio che crei la verità e faccia sì che altri lo credano vero.
Oltre a questa capacità di far accettare come verità ciò che uno dice, sembra che non ci sia un altro modo per convincere qualcuno che la verità invece esiste per se stessa. Si tratta certamente di un modo soggettivo di dire la verità o piuttosto di convincere le persone ad accettare la mia verità.
Oggi facciamo i conti con questo potere di manovrare le parole in una direzione che sia nel miglior interesse di colui che parla e che così tenta di affermare la sua verità. Ci sono tanti esempi di questo tipo, cioè di parole che sembrano grandi discorsi, ma che di fatto nascondono un pre-concetto o perfino un’ideologia. In realtà, o la verità esiste per se stessa o non esiste affatto. Nessuno la può creare, ma può solo scoprirla come frutto di una ricerca seria e diligente.

Gli strumentalizzatori

  • DOPO LA MORTE

Parola d'ordine: confondere le idee sul caso Alfie

Alfie non è stato ancora sepolto, ma la gara per confondere la memoria di quanto è successo è già in pieno svolgimento. Dietro la narrazione dei "poveri genitori strumentalizzati" c'è il disegno di allargare la sorte di Alfie a tutti i disabili gravi.
Stato di polizia
Alfie non è stato ancora sepolto, ma la gara per confondere la memoria di quanto è successo è già in pieno svolgimento.
A dare la linea ci aveva già pensato il giudice Hayden nell’ultima udienza da lui presieduta ad Alfie già staccato dall’apparecchio che garantiva la ventilazione: comprensibile la difficoltà dei genitori ad accettare la tragica condizione di Alfie, purtroppo ci sono alcuni che hanno approfittato per strumentalizzare. E ovviamente, eroici i medici dell’Alder Hey che hanno sopportato tutto questo pur prodigandosi in tutte le maniere per Alfie e la famiglia.

Peccato che in quelle ore stesse andando in scena tutta un’altra storia, come abbiamo abbondantemente documentato giorno per giorno, ora per ora. Non importa, la teoria dei “poveri genitori strumentalizzati” ha avuto successo e dopo la morte di Alfie è diventata un ritornello. Lo ripetono i grandi giornali - il The Guardian ha dedicato pure una mini-inchiesta alla scoperta degli strumentalizzatori -; lo sostiene anche il cardinale Vincent Nichols, primate cattolico della Chiesa inglese; lo sostengono esimi medici che non fanno che tessere le lodi di questo ospedale modello che sarebbe l’Alder Hey.