ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 14 luglio 2018

Le tre domande capitali

La sconfitta dell’Irlanda e la crisi profonda dell’Europa


Il referendum irlandese necessita di essere osservato attentamente nelle sue più immediate conseguenze e analizzato alla luce di ciò che l'aborto ha significato per gran parte dell'Occidente, anche da un punto di vista economico.

A distanza di qualche mese da quanto avvenuto in Irlanda – con la vittoria del referendum che ha abrogato l’ottavo emendamento, secondo il quale l’aborto è illegale sempre, se non quando è a rischio la vita della donna – tentiamo di dare una lettura che provi a raccontare cose che quasi tutti omettono dal ricordare. Il retroterra di questa storica vittoria non nasce semplicemente come risposta ad una società che va sempre più scristianizzandosi, ma ha la sua fonte nel provare orrore per la natura. Il vero tabù non è tanto il sesto comandamento, ma è questa tremenda natura umana, la quale ha inscritta in sé una legge che deve essere abbattuta.

“Se cinque anni vi sembran pochi”

Secondo Mons. Gracida fu una cospirazione a portare all'elezione di Bergoglio.


Papa Francesco dice "qualcosa di eretico un giorno" e il giorno dopo lo contraddice con la verità, questo secondo il vescovo emerito di Corpus Christi, René Gracida (di 95 anni), a PatrickCoffin.media (10 luglio).
Pertanto, secondo Gracida, non si può non parlare di un papato eretico.

Garcida è convinto che l'elezione di Francesco nel 2013 non fosse valida, a causa di una cospirazione della cosiddetta "mafia di san Gallo" che aveva già nel 2005 cercato di impedire l'elezione del cardinale Ratzinger e poi tramato per portarlo a dimettersi per poter fare eleggere Jorge Bergoglio.

Una guerra interna

SALVINI SOTTO ATTACCO MA CONTINUA LA SUA MISSIONE: FERMARE LA TRATTA DI NUOVI SCHIAVI IN ITALIA
di  Elena Quidello
Siamo in guerra! Una guerra interna che vede come sempre la sinistra mondialista all’attacco dei sovranisti che ostacolano il piano mondialista di invasione e africanizzazione dell’Italia.
Questo avviene soprattutto adesso che la battaglia si è estesa a livelli europei quando il ministro Salvini, con determinazione e senso di responsabilità verso i milioni di italiani che gli hanno dato fiducia con il loro voto, (nell’incontro di Insbruck) ha saputo egregiamente affrontare con i rispettivi ministri di Germania e Austria e con la stessa Cancelliera Merkel il drammatico fenomeno migratorio che sta facendo collassare le società dell’Italia del sud , del Nord, Centro. A Innsbruck Salvini è riuscito a strappare alla grande Germania il consenso alla protezione dei confini esterni dell’Europa per fermare gli sbarchi irregolari di cui l’Italia si è dovuta far carico in tutti questi anni oltre la revisione del Trattato di Dublino.

Cercansi pesci di Galilea?

TUTTI AL MARE…LI COMUNICHEREMO SUL BAGNASCIUGA. ANZI SULLA BATTIGIA. UNA MESSA CON I PIEDI A MOLLO.

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, un paio di amici nelle ultime ore mi hanno inviato questo video. Rappresenta don Fabio, della diocesi di Bari-Bitonto che celebra una messa sulla riva del mare. Di fronte a un gruppo di ragazzi.

Jorge Boeri

PEZZO GROSSO SU BOERI: CHI L’HA MESSO LÌ? E SU DI SÉ: ANCHE ULISSE DOVETTE USARE UNO PSEUDONIMO…



Pezzo Grosso si scusa. Con Stilum Curiae, e con i suoi lettori. Si scusa perché negli ultimi giorni i suoi interventi sono stati più fitti. “Ma quando leggo certe affermazioni, non ce la faccio a non polemizzare”, mi ha confidato a margine di questo intervento. Che ha per obiettivo, ancora una volta, le dichiarazioni creative del presidente dell’INPS, Tito Boeri; e anche quelli che definisce gli amichetti di chi è avversario del Paese in cui viviamo. E l’ideologia che da tempo sta cercando di modellare e condizionare le nostre (e quelle di molti altri nel mondo) esistenze. E che la Chiesa, ahimè sembra non contrastare più; anzi la liscia nel senso del pelo…

Lo Spirito Santo rifugge l’agitazione umana


https://www.corriere.it/Fotogallery/Tagliate/2008/12_Dicembre/12/MAL4/07.JPG
Keep calm… e resta nell’ovile


Et in umbra alarum tuarum sperabo, donec transeat iniquitas. Alienati sunt peccatores a vulva, erraverunt ab utero: locuti sunt falsa. Ad nihilum devenient tamquam aqua decurrens. Laetabitur iustus cum viderit vindictam (Sal 56, 2; 57, 4.11).

Un barcone alla deriva: ecco che cosa sembra l’attuale dirigenza della Chiesa Cattolica. Potrebbe sembrare un giudizio temerario e irrispettoso, ma avremo pur il diritto di esprimere lo sgomento  provocato da certe dichiarazioni pontificie o episcopali che ormai da anni spingono ossessivamente nella stessa direzione: una sistematica demolizione della morale cristiana e una resa incondizionata all’agenda della tirannia mondialista. Non riusciamo più a riconoscere i nostri Pastori, ma abbiamo davanti agli occhi il tipico comportamento dei mercenari, che non solo si astengono dal respingere il lupo, ma gli spalancano le porte dell’ovile. Su questioni non negoziabili, come la vita e la famiglia, tacciono o insegnano l’errore; su quesiti opinabili, come il modo di gestire un fenomeno migratorio palesemente artificiale, sono di un’intransigenza che sconfina nell’assurdo e ignora totalmente il solco sempre più profondo che si sta scavando tra loro e una popolazione ormai esasperata che li detesta. Sono come serpenti sordi che non odono la voce dell’incantatore (cf. Sal 57, 5-6); la loro pervicacia ideologica li accieca privandoli di ogni buon senso.

venerdì 13 luglio 2018

La sola libertà del cristiano

LA LIBERTA' PER UN CRISTIANO


Monsignore, lei sa cos’è la libertà per un cristiano? "Auguro a tutti di vivere un grande amore come quello che sto vivendo io per mio marito" don Giuliano Costalunga. Belle parole, vero? Già; solo che a pronunciarle è un prete 
di Francesco Lamendola  

 00 bacia crocifisso 

Auguro a tutti di vivere un grande amore come quello che sto vivendo io per mio marito. Belle parole, vero? Già; solo che a pronunciarle è un prete, che non risulta ancora né aver chiesto la riduzione allo stato laicale, né averla subita d’ufficio. Inoltre, non c’è nessun errore di grammatica o di sintassi: sì, la frase è proprio: come quello che sto vivendo io per mio marito, e non: per mia moglie. Perché questo prete, o ex prete, o come lo si voglia considerare, non solo si è sposato, prima che la sua posizione rispetto alla Chiesa fosse chiarita, ma si è sposato con un uomo. Civilmente, anche se avrebbe voluto farlo in chiesa. All’estero: per la precisione, nell’isola di Gran Canaria, che politicamente fa parte della Spagna, come il resto dell’arcipelago. Il suo nome è don Giuliano Costalunga ed è stato parroco di un piccolo paese dei Monti Lessini, diocesi di Verona: Selva di Progno. Anche lì, fin dal suo arrivo, aveva provocato fortissime divisioni col suo modo di fare, allontanando una parte dei parrocchiani, ma trovando l’apprezzamento di altri. Ora non sappiamo cosa pensino e cosa provino, avendo appreso dalla stampa della fuga d’amore del loro ex parroco e della sua decisione di sposarsi, con un uomo, mentre ufficialmente risulta ancora sacerdote del clero diocesano.

Cambia mestiere!”.

Il cristianissimo l’Avvenire contro la Pace nel Corno d’Africa

di Daniel Wedi Korbaria

Quando si dice la faziosità di un giornalista… “Dopo vent’anni tra Etiopia ed Eritrea scoppia la pace” scrive il cristianissimo l’Avvenire e dai suoi soliti toni accusatori si capisce che ha digerito malissimo il fatto che finalmente i due paesi africani abbiano deciso di fare la pace. Invece di gioire per la splendida notizia di pace e fratellanza, così come avrebbe fatto lo stesso Gesù Cristo, uno stizzito Paolo Lambruschi sceglie col suo articoletto di voler continuare a guerreggiare contro l’Eritrea. Vorrei dirgli: “La guerra è finita anche per te Paolo! Oramai i tuoi scritti non servono più a nessuno, nemmeno alla propaganda del TPLF al potere in Etiopia. Game over come ha detto loro il Presidente eritreo Isayas Afewerki o se preferisci le parole del Ministro Salvini La pacchia è finita anche per te. Finora sei campato e bene raccontando le disgrazie degli eritrei, come un vampiro hai succhiato il sangue agli immigrati sfruttando le loro tragedie nel deserto e in mare. Adesso però basta, cambia mestiere!”.

Aprire processi per occupare spazi..

OFFENSIVA SUL MAGISTERO
Humanae vitae, una revisione che lacera la Chiesa
La posta in gioco sull'Humanae Vitae è molto alta. Una sua sostanziale revisione segnerebbe un punto di non ritorno e una notevole lacerazione nel tessuto ecclesiale, ciò anche se la cosa dovesse passare per vie pastorali e non direttamente dottrinali. E la complessità redazionale di un documento pontificio viene strumentalmente adoperata dal quotidiano dei Vescovi Avvenire per negarne il significato autenticamente magisteriale.



Sulla Humanae vitae è in atto nella Chiesa una lotta aperta, anche se non dichiarata ufficialmente e da tutti formalmente negata. La lotta tra chi vuole conservare il suo insegnamento così come è e chi invece lo vuole riconsiderare e, quindi, cambiare. La lotta era già implicita nel doppio Sinodo sulla famiglia degli anni 2014 e 2015. Anzi, era già contenuta nella conferenza che il cardinale Kasper tenne ai Cardinali nel febbraio 2014 in preparazione al Sinodo. Il legame strettissimo tra Humanae vitae e Veritatis splendor amplia i termini del conflitto in atto, che non riguarda solo il magistero di Paolo VI sull’amore coniugale ma anche quello di Giovanni Paolo II.

Discernere?.. appunto..!

Davide e Salomone, invitati speciali al sinodo sui giovani

Il 3 ottobre, data d'inizio del prossimo sinodo dei vescovi, è sempre più vicino. Ma ancora alla metà di luglio il documento che dovrebbe fare da "instrumentum laboris" dell'assise è praticamente semiclandestino. È stato presentato alla stampa il 19 giugno, ma è tuttora accessibile solo on line e solo in lingua italiana.
Chi l'ha letto, in ogni caso, non ne è stato conquistato. Così come non risulta che abbiano prodotto qualcosa di memorabile le precedenti tappe di avvicinamento al sinodo. Il tema in esame non è dei più facili: "I giovani, la fede e il discernimento vocazionale". Ma il lavoro preparatorio è per lo più consistito in una disordinata somma di "ascolti", o tramite questionari o tramite convocazioni di giovani variamente assortiti, come i 300 convenuti a Roma lo scorso marzo, più i 15 mila con loro collegati via web in tutto il mondo.

Il discernimento è un’altra cosa

Voci del verbo discernere


    Una delle parole centrali nell’insegnamento di papa Francesco è certamente «discernimento». Da buon figlio di sant’Ignazio, Bergoglio conosce le regole scritte nel XVI secolo dal fondatore dei gesuiti e di conseguenza ha ben presente l’importanza del discernere nella vita spirituale. Discernere significa setacciare: si tratta dunque di distinguere, di scegliere. In che senso? Scegliere il bene e rifiutare il male. Scegliere ciò che ci avvicina a Dio e rifiutare ciò che ci allontana da Lui. Scegliere la virtù e rifiutare il peccato.
Nel magistero di Francesco, tuttavia, il concetto di discernimento sembra aver preso una connotazione diversa, al punto da lasciar intendere che discernere significa soprattutto vedere fino a che punto è possibile seguire la dottrina e in quale misura sia invece possibile aderire a ciò che la coscienza suggerisce. In questo senso il discernere assomiglia sempre di più a un giustificare il limite umano e un separare quella che sarebbe la fredda legge «rigida», lontana dall’uomo e in sostanza impossibile da osservare, rispetto a una accompagnamento amichevole e comprensivo, in grado di cogliere i condizionamenti ai quali la creatura è esposta e quindi di scagionarla dalla colpa.
Affrontare il tema del discernimento nel quadro dell’attuale magistero pontificio significa entrare in uno degli aspetti decisivi del modello di fede e di pastorale che Francesco sta indicando alla Chiesa.

giovedì 12 luglio 2018

«Anche il Cielo ha le sue “armi”»

«All’interno della Curia romana c’è una lobby massonica satanista che odia la Madonna e cerca di negare le sue apparizioni e i suoi messaggi - Padre Ubodi e l'attualità di Civitavecchia



"DISTRUZIONE DELLA FAMIGLIA E GRANDE APOSTASIA? CIVITAVECCHIA CI AVEVA AVVERTITI" ...
- INTERVISTA A PADRE FLAVIO UBODI SUI MESSAGGI DI CIVITAVECCHIA


«È ormai di dominio pubblico, ma non per questo noto a tutti che, a Pantano di Civitavecchia, alle lacrimazioni di sangue e alle trasudazioni d’olio di due statue identiche raffiguranti la Madonna si sono accompagnate apparizioni e messaggi della Vergine. Il dato è stato confermato sia da Jessica – la figlia dei Gregori, proprietari delle due sacre immagini –, in una dichiarazione scritta per il dossier pubblicato dalla rivista diocesana di Civitavecchia dal titolo “Non dimenticare il gemito di tua madre” (2005), sia da suo padre Fabio, sia dall’allora vescovo Girolamo Grillo nello stesso documento. Il vescovo ha poi confermato queste dichiarazioni dando alle stampe un suo memoriale. E io stesso ho dedicato un capitolo all’argomento nel mio libro La Madonna di Civitavecchia. Lacrime e messaggi».

Lorsignori



Quanto belli erano in piazza, tutti di rosso vestiti, preferibilmente griffati (sono radical, sì, ma pur sempre chicchini), a fare girotondo tenendosi per mano.
Giro, girotondo, casca il mondo ma loro non se ne accorgono, salutano dal Titanic su cui si sono felicemente imbarcati e si risciacquano la coscienza con i flash mob da Villaggio Valtour. Che – come commentava una ragazzina – “neanche nel peggio grest”.
E si trovano tutti giù per terra, ma non se ne rendono conto. Hanno perduto tutto: voti, consensi, faccia, e persino il senso del ridicolo, che resta sempre l’ultimo baluardo. Ma non mollano. Le poltrone non saranno più frau, ma valgono comunque una sceneggiata, costi pure dei fischi a scena aperta.
I signori in rosso sono di estrazione variegata, tenuti insieme dalla schiuma vischiosa della rabbia contro il nuovo nemico oggettivo. Che è una colla potente e serve per cementare i cascami di ideologie diverse, ma parimenti autodistruttive.
Il nemico oggettivo, questo babau “condiviso” (per usare il loro gergo cattocomunistoide), oggi è il “populismo”, epiteto (ab)usato da lorsignori in tono sprezzante e denigratorio: dovrebbe significare, dal loro punto di vista, l’inabilità a governare di chi, mosso da mera demagogia, intercetti un consenso di pancia senza possedere la “competenza” dei professionisti del sistema. I generati dal sistema, nutriti dal sistema, lanciati dal sistema, applauditi dal sistema.

Non c’è peggior cieco di chi si rifiuta di vedere

INVASORI E IL BUONISMO IDIOTA



Ora è chiaro che non sono profughi ma invasori? I fatti della nave Vos Thalassa: l’Italia è sotto attacco, il buonismo idiota e incorreggibile dei progressisti, dei neopreti e “vescovi di strada” e degli intellettuali col Rolex 
di Francesco Lamendola  

 0 NAVALE 800 SUPER

Buonismo incorreggibile dei progressisti, dei “democratici”, degli umanitari e degli “antifascisti”; buonismo idiota dei neopreti e dei “vescovi di strada”, degli intellettuali a un tanto il chilo e dei giornalisti col Rolex e l’attico. L’Italia è sotto attacco, e lo è da almeno due o tre decenni; ma loro non se ne sono mai accorti, e non lo vedono neppure adesso. Basta fare due conti: gli italiani non fanno più figli, semmai fanno aborti e matrimoni omosessuali (che figli non ne fanno, sino a prova contraria, per le inesorabili e omofobe leggi della fisiologia), mentre gl’immigrati ne fanno almeno quattro, che alla seconda generazione diventano sedici, che alla terza generazione diventano sessantaquattro… se la matematica non è un’opinione, razzista pure quella. Mentre gli italiani diventano ottantenni, novantenni e centenari, hanno bisogno di badanti, ospedali, e, naturalmente, pensioni; e mentre i giovani laureati vanno a spendere le loro capacità e la loro preparazione all’estero, per contribuire alla ricchezza degli Stati Uniti o della Gran Bretagna. 

Quando il sale diventa insipido

DEPORRE L'INADEGUATO GESUITA?


Altro che, santo in vita: "bisogna deporre l'inadeguato signor Bergoglio". A chi o a cosa serve un papa che non fa il papa? la Chiesa non si era mai trovata in mani così "irresponsabili" e dopo 5 anni di scandali bisogna agire
di Francesco Lamendola  

 0 27 papa scaletta

Se un papa, peraltro eretto in circostanze assai dubbie, infrangendo molti articoli del diritto canonico, e dopo le dimissioni ancor più dubbie del suo predecessore; se un papa non fa il papa, non agisce da papa, cioè da padre e da pastore della Chiesa cattolica; se, fin dal principio, si mette a sparare sui buoni cattolici, li insulta, li maltratta, li denigra, li calunnia, e invece porta in palmo di mano i nemici della Chiesa, i massoni, i radicali, gli atei militanti, i laicisti arrabbiati, e da quelli soltanto si fa applaudire ed incensare; se “liquida” tutti i vescovi e trasferisce tutti i cardinali che gli danno fastidio, e commissaria un nobilissimo ordine religioso, mentre piazza nei posti chiave i propri seguaci, con l’obiettivo dichiarato e sbandierato di “cambiare la Chiesa”, affermazione di per sé eretica e inaccettabile; se un tale personaggio avvilisce, umilia e addolora ogni santo giorno milioni di credenti, contraddicendo e spesso bestemmiando contro i principi più sacri della fede cattolica, esprimendo concetti totalmente eretici nonché blasfemi, come quello di un continuo litigio fra le tre Persone della Santissima Trinità, o come quello della inesistenza dell’inferno, e quindi del Giudizio delle anime; ebbene, sorge inevitabile la domanda: a chi giova, o a che cosa giova, un papa di tal fatta? 

Invece noi ci stiamo

NOI INVECE CI STIAMO. CREATO UN MICROSITO PER CHI VUOLE FIRMARE IL DOCUMENTO.

 Cari amici di Stilum Curiae, qualche giorno fa abbiamo pubblicato una presa di posizione, e una risposta, a Pax Christi inviataci da un gruppo di cattolici in tema di emigrazione. Molti lettori hanno mostrato di voler condividere le riflessioni espresse nel documento. In conseguenza, gli autori hanno creato un microsito, sul quale chi vuole può apporre la sua firma. E, se vuole, può anche lasciare qualche breve riga di commento. 
Qui sotto ripubblichiamo il testo:

Noi non ci stiamo

http://www.toscanaoggi.it/var/ezdemo_site/storage/images/vita-chiesa/pre-sinodo-dei-giovani-ecco-i-temi-del-documento-finale.-lo-consegnera-al-papa-un-giovane-di-panama/2855936-1-ita-IT/Pre-Sinodo-dei-giovani-ecco-i-temi-del-documento-finale.-Lo-consegnera-al-Papa-un-giovane-di-Panama_articleimage.jpg
Una risposta al documento finale del pre-sinodo 2018

Parte I
Prefazione: Siamo un gruppo di giovani cattolici, di età compresa tra i 16 e i 29 anni, che praticano e vivono in modo appassionato la fede, nell’adesione al Magistero e al Catechismo della Chiesa Cattolica. Alla luce del processo e delle discussioni del Gruppo Facebook di lingua inglese per il “Pre-Synod Meeting on the Youth”, ci siamo formati in modo naturale e spontaneo riscontrando non rappresentati o insufficientemente rappresentati i nostri appelli ad una maggiore adesione e promozione del rispetto della pratica liturgica, sia nelle forme ordinarie che straordinarie della Messa; ad una pratica rinnovata e migliorata delle antiche devozioni della Chiesa; alla promozione dei desideri della gioventù nella Chiesa; a spiegazioni esaurienti e ad un’educazione giovanile più accurata sulla dottrina e i dogmi della Chiesa Cattolica. Rappresentiamo una sezione trasversale di giovani cattolici provenienti dai paesi più disparati, come Stati Uniti d’America, Pakistan, Hong Kong, Polonia, Irlanda, Inghilterra e tanti altri.
Non perseguiamo alcun fine politico e vorremmo anticipatamente esprimere la nostra profonda gratitudine e il nostro debito di riconoscenza al gruppo della Riunione Pre-Sinodale e al suo lavoro, nonché al processo Pre-Sinodale in generale. Sebbene siamo rattristati e delusi dal Documento Finale che ne è scaturito, intendiamo procedere in carità filiale nei confronti di coloro che guidano spiritualmente la Chiesa e con lo sguardo fisso a Gesù. Questo documento non pretende in alcun modo di sostituirsi al Documento Finale del Pre-Sinodo ma dovrebbe invece integrare tale documento come ulteriore strumento ad uso dei padri sinodali a Roma quest’autunno. A tal fine, abbiamo affidato questo gruppo e il nostro desiderio d’essere ascoltati a Maria Santissima, Madre di Dio e Madre Nostra, nei Suoi appellativi di Sedes Sapientiae, Sede della Sapienza e Mater Ecclesiae, Madre della Chiesa.

«Col ritorno all’uomo si ritornerà anche a Cristo»?

VIA ALL'ITER DI CANONIZZAZIONE
L'altro Moro santo, una proposta preoccupante

Un domenicano annuncia l'apertura di un iter di canonizzazione di Aldo Moro come patrono dei politici. Ma la politica ha già un protettore, che guarda caso di chiama Moro, ma Tommaso. Le esperienze tra i due sono agli antipodi. Il santo inglese morì martire per non sottostare al divorzio, l'altro Moro, Aldo, ebbe un ruolo decisivo nell'introduzione della Fortuna-Baslini in Italia. Non fu un personaggio fuori delle parti. E la sua corrente politica, ispirandosi al suo pensiero, produsse molti danni alla società italiana oltre che alla religione cattolica.


In una intervista a TV 2000, il domenicano Padre Gianni Festa ha annunciato l’inizio dell’iter per la canonizzazione di Aldo Moro. Siamo solo agli inizi, ha precisato, e stiamo lavorando per la partenza della causa a livello diocesano. Ha poi aggiunto che Aldo Moro potrebbe diventare il Santo della Politica. “Non dimentichiamo – ha aggiunto infine – che Aldo Moro e altri noti personaggi del dopoguerra, La Pira, Lazzati, Dossetti, Giordani, sono stati discepoli e figli spirituali di Paolo VI”. Non si è capito cosa c’entri con la causa di beatificazione l’essere figli spirituali di Paolo VI, né se l’accostamento debba necessariamente preludere anche all’avvio di una eguale causa per Dossetti o altri. Il caso della beatificazione di Aldo Moro come precedente per altri casi? Ci sarebbe da impensierirsi.

mercoledì 11 luglio 2018

Fin che la barca andrà..?

I TEOLOGI AL TIMONE


È male se i teologi prendono il timone della Chiesa. Era prevedibile ed è accaduto se prendono il sopravvento sui vescovi la Chiesa cessa di essere la fedele custode del Depositum fidei, diventa un’agenzia della società moderna 
di Francesco Lamendola  

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Era prevedibile e infatti è accaduto: se i teologi prendono il sopravvento sui vescovi, la Chiesa cessa di essere la fedele custode del Depositum fidei e diventa un’agenzia della società moderna, con tanto di parlamento democratico; meglio ancora, una organizzazione non governativa per filantropi, ambientalisti e buonisti in genere. Perché? Perché i teologi, o meglio i teologi moderni, i teologi impregnati dello spirito di modernità, e specialmente dell’idea luterana della libera interpretazione delle Scritture, considerano l’oggetto della loro scienza, cioè la fede, alla stregua di qualsiasi altro oggetto di ricerca scientifica: la soppesano, la vivisezionano, la scompongono e la ricompongono, la classificano, la etichettano, la riproducono in laboratorio. Pertanto, nelle loro mani, essa diviene qualcosa di umanamente spiegabile, senza residui (davanti a che cosa si arrestano, i teologi moderni? per che cosa provano un senso di riverenza, verso che cosa ammettono la loro piccolezza  e la loro finitezza?), e, di conseguenza, qualcosa di mutevole, perché il progresso della scienza svela sempre nuovi piani di realtà, che superano e rendono obsolete le vecchie conoscenze e le precedenti interpretazioni.

La rinnovata aggressione dei neomodernisti contro l’intangibilità del dogma

Karl Rahner e il Concilio Vaticano II



(di Giovanni Tortelli) I tre migliori studi in assoluto dedicati al Concilio Vaticano II, cioè Il Concilio Vaticano II – Una storia mai scritta di Roberto de Mattei, Iota Unum di Romano Amerio e Quod et tradidi vobis di Brunero Gherardini, riconoscono tutti l’influenza negativa che Karl Rahner ebbe sull’intera dottrina formulata dal Concilio.
Un’ombra, quella del teologo tedesco, che ha continuato a pesare sull’ecclesiologia del cinquantennio postconciliare. Quando il gesuita Karl Rahner – su pressante richiesta degli ultra progressisti cardinali Frings di Colonia e König di Vienna – fu chiamato a far parte del collegio dei periti teologi conciliari, era già stato sottoposto a censura dal Sant’Uffizio a causa delle sue tesi sulla nascita «non biologicamente verginale» da Maria del Figlio di Dio, ed era stato addirittura criticato da Pio XII in un’allocuzione del novembre 1954 per essersi dichiarato favorevole alla concelebrazione eucaristica (R. de Mattei, p. 216).

Il diavolo va a tentare solamente i santi?

PERDERE LA FEDE E L'UMANITA'


Perdere la fede è perdere anche la propria umanità. Ma lo sanno o no Bergoglio e il capo dei gesuiti Abascal che Gesù Cristo ha parlato molto del diavolo e ha eseguito numerosi esorcismi per liberare quanti ne erano posseduti? 
di Francesco Lamendola  

 0 62 DIAVOLO AFORISMA

Abbiamo sentito il generale dei gesuiti, Sosa Abascal, affermare tranquillamente, nel corso di un’intervista al giornale El Mundo, che il diavolo non esiste, e che altro non è se non una espressione simbolica del male. E abbiamo sentito anche il signor Bergoglio, nel corso di una delle sue ineffabili conversazioni con il signor Eugenio Scalfari, pontefice massimo della cultura massonica e radicale (fra papi s’intendono a meraviglia) dichiarare, e poi far smentire, ma in maniera lacunosa e sospetta, che l’inferno non esiste, che le anime dei malvagi si dissolvono dopo la morte, e quindi che neanche per lui il diavolo esiste: tolto l’inferno e tolta la tentazione, che ci starebbe ancora a fare? Abbiamo anche sentito padre Gabriele Amorth affermare, in uno dei suoi libri, che non solo intere diocesi, ma intere nazioni, teoricamente cattoliche, o abitate da forti minoranze cattoliche, non hanno neppure un sacerdote esorcista: neanche uno in Germania, per esempio, o in Austria; e questo ancora una ventina d’anni fa. Non ufficialmente, almeno; se poi ce ne sono che esercitano il loro ministero segretamente, in forma strettamente riservata, non lo sappiamo. 

Vere e false rivelazioni

A proposito di “Rivelazionismo”


(di Roberto de Mattei) Con il termine rivelazionismo si suole indicare la confidenza disordinata che alcune anime pongono nelle rivelazioni private (e più in generale nei fenomeni mistici straordinari) e la conseguente ricerca irrazionale di esse. Non ci riferiamo naturalmente alle rivelazioni di carattere pubblico comprovate da miracoli e approvate dalla Chiesa.
Ma al di là del giudizio tra vere e false rivelazioni, che spetta solo alla Chiesa, ciò contro cui vogliamo mettere in guardia è la ricerca smodata di rivelazioni, quale scorciatoia “mistica”, per evitare lo sforzo ascetico della ragione e della volontà, oggi più che mai necessario all’anima per rimanere fedele alla Tradizione della Chiesa. Nessuno – per quanto ci risulta – ha trattato con maggior perizia l’argomento quanto S. Giovanni delle Croce, il dottore mistico per antonomasia.

ʿĪsà Akbar..

Il vescovo Nogaro: "Moschee al posto di chiese per salvare le vite"

Il vescovo Nogaro, riletto da padre Zanotelli, si è detto pronto a sostituire le chiese con lo moschee in caso servisse a salvare la vita delle persone. Chiaro, anche se non esplicitato, il riferimento ai migranti

Monsignor Raffaele Nogaro, vescovo emerito di Caserta, è uno di quelli che ha firmato l'appello per il "digiuno a staffetta".
L'iniziativa che, stando a quanto comunicato dagli stessi aderenti, si prolungherà per dieci giorni e che mira a contestare le politiche messe in campo dal governo e dall'Ue in materia di gestione dei fenomeni migratori.
Ieri si è tenuta la prima manifestazione. Una vera e propria protesta inscenata tra piazza San Pietro e quella antistante Montecitorio. A fare da "front man" c'era padre Zanotelli, che ha richiamato gli ammonimenti del pontefice argentino: "Siamo qui davanti a San Pietro - ha scandito, come riportato da Repubblica - non tanto per la Basilica quanto per la vicinanza a Papa Francesco, che incoraggiamo a dire le parole forti che sta dicendo a favore dei migranti, e siamo qui con questa lampada per Francesco. Se c'era un uomo appassionato per i poveri era lui. Oggi - ha sottolineato - lo sentiamo presente con noi attraverso questa lampada che ci guiderà in questo cammino e in questo digiuno, perché davvero la voce di chi non ha più voce in Mediterraneo e in Libia abbia più voce domani".

Il papato (molto) debole

Bergoglio telefona a Vattimo: Heidegger al posto di d’Aquino?


E’ tempo di vacanze e, mentre i romani svuotano la città non più “eterna”… papa Francesco rimane nel quartier generale di santa Marta, con i climatizzatori tranquilli, e con molto più tempo a disposizione, per gli “amici”. Una telefonata non la si nega a nessuno, soprattutto se non si sa come riempire le giornate afose. Anche le cicale, di questi tempi, riempiono il silenzio della città accaldata.
Così, il filosofo italiano, ex politico di sinistra e “padre” del cosiddetto pensiero debole, Gianni Vattimo, fa dono a Bergoglio del suo libro contro la teologia cattolica, ossia, contro la teologia di san Tommaso d’Aquino, contro la vera metafisica cattolica, un libro che spiega – secondo lui – la grandezza (dell’eresia) della metafisica di Heidegger…. è il momento “buono” affinchè la Chiesa Cattolica, finalmente, può sbarazzarsi di quel vecchiume e intraprendere la nuova dottrina.

Scavarsi la fossa

SUPER EX E LA MUTAZIONE DI CL: DISTRUGGERE UN CARISMA È SCAVARSI LA FOSSA…

Cari Stilumcurialisti, oggi ospitiamo una riflessione malinconica di Super Ex – ex di Movimento per la Vita, ex di Avvenire, e di altre cose ancora, ma stranamente non ex cattolico – in tema d Comunione e Liberazione. È un articolo melanconico perché Super Ex ricorda CL come era, e quantum muratura ab illo nei tempi presenti… la storia di un carisma dissolto? Per Super EX sembra proprio di sì.
Ci sono realtà cattoliche che sembrano sparite, sotto i colpi della misericordia di Bergoglio, come i Francescani dell’Immacolata, e ce ne sono altre che hanno semplicemente deciso di mutare pelle, di traformarsi, per compiacere al nuovo corso, e così scampare anche ad eventuali purghe. Trasformarsi è il termine giusto, perchè ricorda il cosiddetto trasformismo camaleontico dei politici italiani post-unitari.

Possiamo ancora considerarci cattolici?

https://cooperatoresveritatis.files.wordpress.com/2018/04/01-dossier-tdp-gesuiti-5.jpg
Il quiz

Tempo fa su The Remnant ho letto un interessante articolo che, occupandosi della crisi della fede cattolica dovuta alla radicale e sistematica distruzione delle convinzioni religiose condotta da almeno mezzo secolo a questa parte anche all’interno della Chiesa, si concludeva con un simpatico quiz. Lo scopo è verificare se possiamo ancora considerarci cattolici.

martedì 10 luglio 2018

Lo spirito di eresia

L'ERESIA "ANTROPOCENTRICA"


Eresia è abolire la differenza fra Creatore e creature. Nella teologia della “svolta” tutto viene ricondotto alla prospettiva dell’uomo, compresa la fede e Dio. Heidegger, Nietzsche e Kierkegaard visioni filosofiche a confronto 
di Francesco Lamendola   
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Se dovessimo dire in che cosa si concentra, oggi, lo spirito di eresia che serpeggia nella Chiesa e avvelena l’anima di tanti cattolici, pervertendo la loro fede, diremmo che è questa: la pretesa, raramente esplicita, quasi sempre dissimulata, di abolire la differenza ontologica fra il Creatore e le Sue creature; di far come se, tutto sommato, non ci sia alcuna distanza, ma Lui ed esse si trovino su uno stesso piano di realtà. Tutto il resto, o quasi – le aberrazioni liturgiche, il disordine pastorale, l’anarchismo delle omelie durante la santa Messa, e il lento, micidiale, diabolico stillicidio teologico e dottrinale, che sposta un centimetro alla volta, un metro alla volta, la vera dottrina cattolica dal suo terreno e dal suo quadro di riferimento, e la trasforma, senza che la quasi totalità dei fedeli se ne renda pienamente conto, in un insieme di credenze umanistiche, laiche, ambientaliste, ecologiste, storiciste, naturaliste, immanentiste: tutto il resto, dicevamo, nasce da questo, dipende da questo, è l’effetto di questo: l’erosione, lenta ma sicura, della distanza ontologica che distingue l’infinità del Creatore dalla finitezza della creatura. 

Farisei e filistei

MAGLIETTA ROSSA LA TRIONFERA’


Solo folklore estivo. L’esibizione di esponenti delle sinistre, sotto choc, orfani del potere vestiti con magliette rosse in segno di solidarietà, con i “migranti”. Dicono di essere dalla parte degli “ultimi”, ma chi pensa a noi? 
di Roberto Pecchioli 

0 toto castrista con taranto121 

Maglietta rossa la trionferà, evviva l’immigrazione in gran quantità. L’esibizione di esponenti delle sinistre sotto choc, orfani del potere, vestiti con magliette rosse in segno di solidarietà con i “migranti” può essere derubricata a folklore estivo o liquidata con una battuta come quella con cui abbiamo iniziato l’articolo. Ci sembra invece necessaria una riflessione, giacché il tema dell’immigrazione non è uno dei tanti problemi all’ordine del giorno, ma è il problema per eccellenza della nostra epoca, esito naturale del processo sovrastante, la globalizzazione nella forma della privatizzazione del mondo, fonte di povertà generalizzata unita all’abolizione della sovranità nazionale e di quella popolare.
Se le sinistre occidentali stanno perdendo terreno nonostante l’immenso potere che detengono nella cultura, nella scuola, nell’intrattenimento, nel possesso del linguaggio e nella formazione delle coscienze, è dovuto alla combinazione di due fattori principali: l’abbandono dei ceti popolari autoctoni al contrattacco “di classe” delle oligarchie transnazionali, e il disprezzo per le identità nazionali, sociali, popolari, spirituali, per usi e costumi dei popoli europei, a cui preferiscono le masse terzomondiste. Tuttavia, anche queste motivazioni non spiegano la bancarotta ideale e programmatica progressista, la cui causa profonda è avere assunto le ragioni, accolto i punti di vista, difeso gli interessi del nemico di ieri.

Pastori & capri

Migranti, i preti sfidano Salvini: digiuno e presidio contro di lui

Preti di strada, suore e missionari in piazza contro Salvini: "Solidarietà ai migranti". Dieci giorni di digiuni e proteste tra il Vaticano e Montecitorio

Tutti contro Matteo Salvini. Non solo la sinistra e i radical chic. Adesso scendono in piazza anhe i preti "rossi", quelli comunemente chiamati "di strada", i missionari e le suore.
Per esprimere il proprio dissenso, come aveva annunciato ilGiornale.it nelle scorse ore, hanno organizzato una sorta di "digiuno a staffetta". Per dieci giorni scenderanno in piazza contro le politiche migratorie del ministro leghista, hanno iniziato oggi, a mezzogiorno in punto, con "una giornata di digiuno di giustizia in solidarietà con i migranti" davanti alla basilica di San Pietro. Poi, per altri dieci giorni, saranno in pianta stabile davanti a Montecitorio dove terranno un presidio permanente.

Pastori & pecore

Se i pastori "escono" senza Gesù diventano pecore

«Chi va oltre e non rimane nella dottrina di Cristo, non possiede Dio» (2Gv 9). In sintesi: sì uscire nelle periferie, ma rimanere in Gesù, nella sua parola, amore e dottrina. Perché l'idea di "avere l'odore delle pecore” non si trova nel Vangelo, che dice ai pastori di essere «modelli del gregge» e quindi alle pecore di avere l’odore dei pastori.



In un precedente intervento abbiamo esaminato lo slogan pastorale “Costruire ponti e abbattere muri”, origine di un atteggiamento presunto nuovo e diversamente espresso da altre frasi, tra le quali ne prendiamo in considerazione altre due correnti.

lunedì 9 luglio 2018

Perché bisogna pregare, e bisogna pregare molto

OGNI GRAZIA VIENE DA DIO


Ci siamo scordati che ogni grazia viene da Dio? "Rimanete in me e io in voi; perché se rimanete in me porterete molto frutto; ma da soli, non potete fare niente" sono parole di Gesù, ed Egli è Dio e sono la sintesi del Vangelo 
di Francesco Lamendola  

0 18 in ginocchio powell  
Una delle questioni che sentiamo più urgenti, parlando con le persone e leggendo le lettere che ci arrivano in vario modo dalla rete, ci sembra essere quella della speranza cristiana, legata ai destini della Chiesa e al senso di frustrazione e di scoraggiamento da cui tanti cattolici sono presi in questo momento storico. Sono tante le anime buone che si trovano in un profondo smarrimento e vedono tutto nero, guardandosi intorno e contemplando il triste spettacolo di una Chiesa che sembra aver tralignato irreparabilmente dalle sue radici, per trasformarsi in qualcosa che essi non riconoscono più come la vera Sposa di Cristo, in qualcosa che pretende di essere la Chiesa di sempre, ma non lo è più, per diventare ulteriore motivo di tristezza, di confusione, di scandalo, in una congiuntura che avrebbe richiesto, al contrario, la fermezza rassicurante della sua perennità magisteriale, sì da comunicare alle anime quel respiro d’infinito di cui hanno disperatamente bisogno per sollevarsi dalla palude mefitica della modernità in decomposizione.