Uomini giusti ai posti giusti / 12
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Buongiorno e ben ritrovati. Il primo uomo giusto al posto di giusto del quale parliamo oggi è un vescovo tedesco, monsignor Gerhard Feige di Magdeburgo, secondo il quale sulla questione del sacerdozio ormai non c’è più da discutere, perché ormai “è solo questione di tempo”.
In un’intervista all’agenzia Katholische Nachrichten-Agentur (KNA), Feige ha detto “non è più convincente” rifiutare il sacerdozio femminile facendo riferimento alla tradizione. Al momento, ha sostenuto Feige, il sacerdozio femminile è ancora improbabile a causa delle resistenze nella Chiesa, ma “ci arriveremo”.
Non molto tempo fa, ha aggiunto il signor vescovo alludendo al pontificato di Benedetto XVI, non sarebbe stato possibile immaginare certi sviluppi, ma ora, con Francesco, è chiaro che non si può conservare l’insegnamento della Chiesa così com’è. “Lo Spirito di Dio potrebbe portarci a nuove intuizioni e decisioni”.
Intervenendo poi sulla questione del celibato dei preti, Feige, nato e cresciuto sotto il comunismo nell’allora Germania Orientale, ha detto che è possibile immaginare che in futuro ci saranno preti sposati. “Con il tempo – ha profetizzato – il celibato potrà diventare un peso”. D’altra parte “non è una legge divina”.
L’importante, ha aggiunto il vescovo, è che il profilo del sacerdote sia cambiato, allontanandosi da uno stile “arcaico-borghese” per dirigersi verso uno stile “dinamico-alternativo”.
Molto bene. E ora, cambiando paese e continente, andiamo negli Usa, dove gli uomini giusti al posto giusto sono alcuni medici che hanno accusato una mamma di essere “disumana” per aver rifiutato di abortire i suoi gemelli.
La storia è quella di Hannah Morris, sollecitata più volte a interrompere la gravidanza dopo che le fu diagnosticata una rottura pretermine prematura delle membrane.
“Nessuno dei gemelli potrà sopravvivere, non possiamo fare nulla, non resta che l’aborto”, dissero i medici. Ma “il mio istinto – racconta Hannah – mi diceva di non seguire quel consiglio”.
La mamma decise dunque di non abortire, ma da allora i medici incominciarono a pressarla. L’unica opzione, dicevano, è l’aborto.
“Io – racconta la mamma – non sapevo nulla di quella patologia. Ma presi la mia decisione: avrei lasciato fare alla natura”.
In seguito le pressioni per l’aborto continuarono. Anche se le condizioni dei gemelli miglioravano, i medici dicevano che, se fossero sopravvissuti, i bambini avrebbero avuto gravi problemi funzionali.
Che fare? Per Hannah e il marito furono giorni terribili. A un certo punto pensarono che fosse il caso di seguire il consiglio degli esperti. Ma le ecografie mostravano che i gemelli stavano bene.
Insomma, per farla breve, nonostante il parere negativo dei medici, la signora Morris arrivò alla trentaquattresima settimana e i gemelli nacquero con un cesareo. I piccoli George e Alfie trascorsero quattro giorni in terapia intensiva e ora, nonostante alcuni problemi (al cuore per George, al sistema immunitario per Alfie) stanno bene.
“Portare a casa i nostri bambini è stato fantastico”, ha detto la signora Morris. “Avevamo ragione, abbiamo preso la decisione giusta”.
Ed ora il nostro ultimo uomo giusto al posto giusto di oggi: trattasi di un maestro che in una scuola elementare della Florida ha pensato bene di leggere ai bambini un libro, non approvato dall’istituto, su alcuni conigli gay.
Il libro, A Day in the Life of Marlon Bundo (Un giorno nella vita di Marlon Bundo) è una parodia di Un giorno nella vita del vicepresidente di Charlotte e Karen Pence, figlia e moglie di Mike Pence, vicepresidente degli Stati Uniti d’America, e vuole irridere le convinzioni di Pence e della sua famiglia sull’omosessualità e il matrimonio gay. Nella parodia infatti il coniglio Marlon Bundo si innamora di un altro coniglio maschio, vuole vivere con lui e alla fine lo sposa.
Fatto realizzare da John Oliver, conduttore di Last Week Tonight, a sostegno dei diritti delle persone omosessuali, il libro è dunque approdato alla Pine Crest Elementary School di Sanford, in Florida, “grazie” a un maestro, del quale non è stata resa nota l’identità, che ha pensato bene di leggerlo ai bambini senza chiedere il permesso né ai responsabili dell’istituto né ai genitori degli alunni.
Molti genitori si sono dunque lamentati e così il distretto scolastico ha avviato un’indagine. Al momento comunque il maestro, il nostro uomo giusto al posto giusto, non è stato ancora sospeso dall’insegnamento.
Aldo Maria Valli
RVC E L’OMELIA CONTRO I RICCHI. PAPA, PORTI, “SOLDI” ALLA MESSA E ALTRE BESTIALITÀ.
Cari amici di Stilum Curiae, apriamo questo Bestiario con un breve messaggio di Romana Vulneratus Curia, che ieri è andato a messa, e ne è tornato choccato. E poi seguiamo con qualche altra perla…
“Buongiorno dottor Tosatti, sarò brevissimo, ma durissimo. Ieri alla santa messa il Vangelo era sulle Beatitudini. Nella mia parrocchia, frequentata da borghesia e ciellini, il parroco è persona modesta, ma pia e non di parte. Stavolta ci ha sorpresi . Primo, davanti al leggio del Celebrante, campeggiava la scritta “Guai a voi ricchi!”. Secondo, tutta l’omelia si è fondata su un’invettiva sui ricchi, quasi un incitamento all’odio verso “i ricchi”. Inusuale per detto parroco. Ci siam chiesti se non avesse adottato la solita velina CEI (come fu infinitamente volte sui migranti). Ci siamo anche chiesti se la CEI fosse stata lei a promuovere detta invettiva, oltre a sponsorizzare la nascita di un partito politico. E se, tante volte, voglia anche promuovere una specie di guerra civile. La preoccupazione cresce, caro Tosatti. suo RVC”.
Però tranquilli, il Pontefice non si immischia nella politica interna del Paese. Lo possiamo vedere da questo selfie, in cui ostenta la spilla di “Apriamo i porti”. Cioè chiede e incita l’Italia, di cui peraltro non è cittadino, ma è Primate, e dei cui interessi dovrebbe tenere conto, lasciando ai responsabili la possibilità di lavorare tranquilli, di fare quello che non chiede a nessun altro Paese. Grazie per l’onore. Solo i maligni possono pensare che ci siano interessi economici della Chiesa italiana dietro tutto questo. Ma perché farsi strumentalizzare in questa maniera? Quando vuole sa essere molto prudente, nei confronti degli interessi e dei gruppi di potere consolidati. Basta vedere come eviti di parlare di omosessualità, trattando di abusi sessuali, anche se dal 76 al 90 per cento degli abusi, a seconda delle valutazioni, sono commessi da maschi su maschi. E non vogliamo parlare delle rivelazioni pubblicate da Libero sugli incontri notturni con Renzi, e del via libera alle unioni civili, su cui, infatti la Chiesa italiana è stata silenziosissima. E che hanno costituito la punta del cuneo su altri sconquassi antropologici. Ma in che mani siamo?
Non c’è da stupirsi allora se a Mercogliano la messa (la messa!) si apre con il coro che canta “Soldi” diMahmood.
Vi riportiamo la cronaca di Ottopagine
<Lo aveva promesso Don Vitaliano Della Sala che avrebbe aperto la messa di stasera a Mercogliano con i ragazzi che cantavano la canzone di Mahmood e cosi è stato. Il testo del vincitore di Sanremo ha creato polemiche e divisioni anche nel mondo della chiesa ma oggi la risposta migliore nella splendida chiesetta di san Giovanni è arrivata dai ragazzi: quella di riportare una canzone nei ranghi giusti e senza sottovalutare il messaggio che da quel testo scaturisce. Solo perchè a cantarla è un ragazzo musulmano questo non può essere motivo di scontro, la chiesa non può dividere ma unire. “Mi sembra un esperienza bella – commenta don Vitaliano – con i ragazzi è stata l’occasione giusta per discutere di temi che probabilmente non sarebbero entrati nel nostro programma dell’oratorio. La vicenda è stata ingigantita, in fondo si tratta pur sempre di canzonette ma proprio perchè è stata caricata di ideologia è giusto che i ragazzi abbiano fatto questa scelta capendo profondamente il testo della canzone”. I fedeli, soprattutto i più giovani, hanno accolto la proposta di don Vitaliano con grande entusiasmo. “In tanti siamo anche fan di Mahmood, la proposta di don Vitaliano ci ha entusiasmato, abbiamo detto subito di si”>.
Scrive “Leggo.it”: “Vitaliano della Sala, parroco di Mercogliano in provincia di Avellino, fa cantare all’oratorio la canzone “Soldi” di Mahmood, recente vincitore di Sanremo. Il parroco aveva polemizzato con un sacerdote che criticava la vittoria a Sanremo della canzone del cantante di orgine egiziana. E per rispondere alla provocazione del sacerdote che si proclamava “Sovranista” ha fatto preparare i ragazzi dell’oratorio per accompagnare la Messa con le note della canzone vincitrice di Sanremo”.
Invece dal Messico ci arriva questa bella foto, con la didascalia:
Lo ha fatto di nuovo: il vescovo cattolico di Cohauila Rauel vera sfida ancora una volta la chiusura medievale del vaticano e celebra una messa in onore dei traguardi della comunità LGBT. Forte.
Marco Tosatti
claudia
RispondiEliminaFeige in tedesco ha due interpretazioni:fico oppure vigliacco. Poiché la prima non avrebbe senso, la seconda entra nella categoria nomen-omen.