ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 7 marzo 2019

Iil diavolo a casa

Il diavolo veste Supreme e arriva col corriere senza dirlo

Una famiglia di Milano ordina online uno zaino della nota marca Supreme. Al suo arrivo la macabra scoperta: dentro c'è anche uno sticker raffigurante un bambino che scrive: I love Satan. Un errore? Nient'affatto: è una delle immagini della collezione di T-shirt della griffe esclusiva per i giovani tanto da avere come fan anche Fedez. Identità, costo elevato, elitarismo e ora anche immagini sataniche diabolicamente veicolate. Le ragioni di un'operazione di marketing che recapita il diavolo a casa senza nemmeno essere richiesto.
Un bambino che scrive in cielo la frase I love Satan (io amo Satana) è il biglietto da visita non richiesto ricevuto in omaggio da un sedicenne che pensava di aver comprato soltanto uno zaino della notissima marca Supreme. Invece si è trovato anche la cartolina inneggiante a belzebù in un contorno ambiguo e repellente, fatto di innocenza infantile e cieli azzurro-dorati. Un’immagine ripugnante, ma ancor più ripugnante è la sorpresa di una famiglia milanese che, nello scartare il pacco appena ricevuto dal corriere, ha dovuto imbattersi anche in questa diabolica provocazione. 

Milano. Il ragazzo, appena 16 anni, voleva a tutti i costi uno zaino della Supreme. Si tratta di uno dei brand di punta dell’universo giovanile, vero e proprio colosso che da un negozietto di New York oggi vale 1 miliardo di dollari e che il cantante Fedez adora, tanto da esserne di fatto un influencer testimonial
Ora. Il giovane e la mamma hanno ordinato lo zaino sul sito inglese della nota marca specializzata in streetwear. Lunedì pomeriggio il prodotto è arrivato puntualissimo, ma con un regalo non richiesto e tantomeno gradito.
È la stessa mamma, Albertina S. a raccontare direttamente alla Nuova BQ, tra lo sconvolto e l’alterato, quanto accaduto. «Lo zaino è stato ordinato direttamente dallo store e spedito da Londra - spiega Albertina -. Quando abbiamo aperto il pacco non volevamo crederci: in una bustina di plastica uno sticker rosso e una cartolina. Il pacco lo ha aperto mio figlio e quando ha visto quell’immagine ha esclamato: “Questa non piacerà a tua zia suora”. Allora mi avvicino e mi imbatto in questa immagine. “Veramente non piace neanche a me”, gli ho detto. E da quel momento ha iniziato a montarmi la rabbia». Perché quell’immagine? E quel messaggio? Che cosa si cela dietro questa operazione? 
La donna ha provato a farsi coraggio con le amiche, poi ha pensato di denunciare quella che a tutti gli effetti potrebbe essere una grave violazione della libertà religiosa oltre che una grave scorrettezza rispetto alla tutela del consumatore perché non accade da nessuna parte che la gadgettistica in omaggio a un acquisto riporti immagini così gravemente offensive della moralità. 
Ma Supreme ha leggi di marketing tutte sue e se lo ha fatto vuol dire che deve esserci un tornaconto di qualche tipo. Perlomeno economico. Infatti a entrare dentro questo universo fatto di magliette, skateboard, cappellini tutti rigorosamente griffati Supreme, ci si imbatte anche in qualche cosa che ha strettamente a che fare con il diabolico. Tanto per cominciare - ad esempio - l’immagine ricevuta in cartolina dalla famiglia milanese (e chissà da quanti altri?) non è altro che la riproduzione di una immagine stampata su una maglietta della collezione 2018-2019 attualmente in vendita sul sito ufficiale con taglia e colori da scegliere. Ritrae 4 bambini di spalle con il camice bianco dell’asilo, ma solo uno di loro l’ha di colore verde. Bene, mentre tutti i bambini sono intenti a disegnare nel cielo chi un sole giallo chi un'ape colorata, soltanto il bambino in verde scrive invece nel cielo la parola I love Satan. Come si fa a distinguere la firma Supreme? Compare, guarda caso, proprio sulla schiena del bambino vestito di verde. 
Questa iconografia però non è originale, ma è ricopiata interamente da una raffigurazione d'autore, con la sola sostituzione del riferimento a Satana in luogo dell'originale disegno. L'opera si chiama Friends ed è stata realizzata dall'illustratrice americana Rachel Isadora. Siti come E-bay la vendevano come cartolina illustrativa con tanto di numero di serie e titolo. Supremenon ha fatto altro che alterare l'immagine originale inserendoci la scritta inneggiante alla bestia.
Tutto chiaro? La cartolina spedita insieme allo zaino nell’ordine non è nient’altro che la pubblicità di una delle icone principali di stagione, che dovrebbe contribuire a far rendere il marchio Supreme appetibile presso nuovi e sempre più vasti mercati e cristallizzare quell'immagine nella mente dei giovani i quali, visitando il sito noteranno anche la T-shirt diabolica. Il tutto con la dolcezza di immagini quasi angelicate, dove l’invocazione satanica è però quanto mai evidente. 
Ma non è la prima volta che sul marchio Supreme compaiono immagini che richiamano esplicitamente al diavolo. Qua e là, a fronte di una produzion e sterminata di immagini pop e legate alla contemporaneità (cinema, musica, urban icon) il diavoletto ogni tanto compare. In un sito, esterno però a quello ufficiale, ci si può imbattere anche in altre immagini ancor più forti. Come quella di un rituale macabro e agghiacciante che raffigura due bambini intenti a praticare un sacrificio umano su un bambolotto e il consiglio di utilizzare questa maglietta per una messa nera in onore del signore oscuro. Oppure diavoletti e altri simboli che richiamano comunque il mondo dell’occulto. È uno dei filoni della collezione, accanto ad esempio alle felpe con le conigliette di Playboy. Il tutto con un tocco estremamente glamour, da far sembrare anche il proibito trasmesso (satanico, pornografia) estremamente cool
Quella infatti della esclusività dei prodotti Supreme è una delle chiavi del successo di un brand che potrebbe essere uno dei tanti ed è invece il brand per antonomasia presso certe tribù giovanili sempre più ampie nato nel 1994 a New York da un piccolo store a Manhattan, situato in Lafayette Street e fondato da James Jebbia (in fotocon 12.000 dollari di investimento. 
Il successo è stato lento, ma costante, quasi come se Jebbia si fosse coltivato la sua clientela con un altissimo grado di fidelizzazione. Partito dagli skaters, artisti, musicisti e fotografi della metropoli, che impazzivano per quelle t-shirt, secondo un codice di abbigliamento multiculturale metropolitano, Supreme è diventato così ben presto un fenomeno di culto. Attenzione: stiamo parlando di prodotti che non hanno nulla di tecnico, né di particolarmente originale in fatto di qualità dei materiali. Ma di un prodotto estremamente semplice, con immagini però iconiche. Ed è questo a fare di Supreme un punto di riferimento nell’abbigliamento e negli accessori oggi di milioni di giovani che ne vengono letteralmente rapiti. Un conformismo abilmente mascherato da identitarismo grazie ad operazioni di marketing che hanno fatto sentire i prodotti Supreme come un qualche cosa di estremamente elitario attraverso precise tecniche di marketing che puntano a massimizzare il momento della compravendita con un abbassamento drastico dell’offerta in confronto alla domanda: per far schizzare alle stelle il prezzo. 
Ora il fenomeno arriva in Italia. Complice anche supporter come Fedez, il quale ha mostrato ampiamente come la sua linea preferita sia Supreme. Almeno fino all’anno scorso, tanto da chiedersi seriamente dove esce l’affezionato cliente e dove entra il testimonial sotto contratto. 
Insomma: vestire Supreme significa vestire un’esperienza ed è con questa affascinante promessa che torniamo alle immagini diaboliche veicolate attraverso le magliette e il merchandising spinto che ora arriva a casa senza alcuna richiesta. 
È proprio questo fortissimo identitarismo tra la communityche veste, indossa, calza e sfoggia Supreme che messaggi diversamente respingenti, come quello satanico, vengono propagati dietro un’aurea di innocenza. Chi si filerebbe un’immagine satanica in uno dei tanti, tantissimi spot della Coca Cola? Probabilmente meno di quanti si immagini perché la vastissima platea di fruitori di colaannacquerebbe il messaggio veicolato. Invece: più ristretta ed elitaria è la platea dei possessori di un prodotto più sarà facile fidelizzarli attraverso un’immagine di lancio. Ebbene: quell’immagine oggi richiama espressamente il Principe di questo mondo, il dannato dell’eternità, il quale per entrare nelle case della gente - come abbiamo visto - non ha nemmeno più bisogno di essere evocato. Basta prenotare un corriere espresso. E soprattutto pagare con la carta di credito.
Andrea Zambrano
  • LUCE VS TENEBRE

L’esorcista: «Le immagini di Supreme? Una ribellione a Dio»

«Un bambino o un adolescente che mette una maglietta così viene di fatto plagiato, questo è scandalizzare i piccoli», spiega alla Nuova BQ l’esorcista don Paolo Ciccotti a proposito delle immagini sataniche usate da Supreme. I sacrifici umani disegnati sui prodotti del marchio americano e i cuori accanto al nome di Satana sono segni che il satanismo avanza e «trova il suo terreno fertile nel rinnegamento della fede». Eppure il cristiano ha le armi della preghiera e dei Sacramenti e può invocare il Nome di Gesù, che «non è una parola qualsiasi ma la potenza stessa del Cristo risorto!».
Alla luce di recenti fatti di cronaca e della vicenda del marchio Supreme, la Nuova Bussola ha chiesto il parere di don Paolo Ciccotti, esorcista attivo nella diocesi di Vigevano.
Don Paolo, le chiedo un commento sull’adesivo di Supreme incluso nello zaino dove si vede che un bambino, con il marchio Supreme sulla schiena, disegna un cuore e il nome di Satana. Gesù dice «lasciate che i bambini vengano a Me», qui invece c’è un totale capovolgimento.
È proprio una corruzione dei piccoli, sconvolgente. Un bambino o un adolescente che mette una maglietta così, o usa questo adesivo, viene di fatto plagiato. È come se gli mandi giù con l’imbuto un cibo avvelenato. Questo è scandalizzare i piccoli, perché se nutri un fanciullo con scritte come «I love Satan» lo scandalizzi veramente e gli dici una cosa che lì per lì può non comprendere, ma che è gravissima. Gesù l’ha detto: «Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino».

Si vedono anche immagini di crocifissi blasfemi, bambini che giocano sessualmente, e con il pene al posto del naso. Praticamente il messaggio che si veicola è pure quello della pedofilia, passando attraverso la sessualizzazione precoce dei bambini.
Assolutamente sì, che tristezza. E apro una parentesi, visto che si è concluso pochi giorni fa l’incontro in Vaticano sugli abusi da parte del clero. L’incidenza della pedofilia nel clero è di circa il 2% sul totale, forse se avessimo il coraggio di parlare del rimanente 98% non sarebbe male: perché la pedofilia nel clero è ovviamente gravissima, ma perché non si parla del restante 98%? Sappiamo che coinvolge familiari, educatori, allenatori, eccetera: il problema della pedofilia è mondiale, solo che si usano due pesi e due misure. Del problema interno alla Chiesa si parla perché l’obiettivo è distruggere la Chiesa: la pedofilia fuori dalla Chiesa, invece, è sdoganata. E poi non si dice che circa  l’80% degli abusi da parte del clero sono commessi su adolescenti maschi, per cui sidovrebbe parlare più correttamente di efebofilia a sfondo omosessuale: il peccato è comunque gravissimo, si intende, però non si dice ciò che sta in prevalenza alla base.

In un’altra immagine di Supreme si vedono un uomo e una donna che uccidono un bambino, e accanto c’è la scritta Satan. Il logo di Supreme inoltre “copia”, sebbene senza permesso, lo stile di una cosiddetta “artista concettuale” che si chiama Barbara Kruger, la quale aveva dato la sua autorizzazione affinché i suoi manifesti venissero usati per campagne pro aborto e pro controllo delle nascite. Nelle immagini di Supreme il collegamento tra il nome di Satana, i sacrifici umani e quindi il disprezzo della vita è palese.
Sì, certo, questo è il capitolo gravissimo dei sacrifici umani durante i riti satanici. C’è un libro, Fuggita da Satana, dove l’autrice racconta di come era finita dentro una setta satanica e descrive la questione dei sacrifici dei bambini. Il problema qui è terribile: l’occulto non è più occulto, nel senso che ormai è uscito allo scoperto. Perché il diavolo sa che siamo vicini al rush finale e quindi cerca di trascinare con sé quante più persone possibili.

Pensando proprio al fatto che stanno gettando la maschera, negli Stati Uniti c’è la setta del Satanic Temple che è arrivata con astuzia a introdursi in alcuni istituti per il doposcuola ai bambini, e che cerca di piazzare in uno spazio pubblico la statua di Bafometto davanti a quella dei Dieci Comandamenti. Il cristianesimo nel mondo di oggi arretra e anche molti battezzati non realizzano che con l’arretramento del cristianesimo non si crea un clima “neutro”, ma avanza per gradi il suo opposto, cioè il male.
Certo, il terreno fertile per il satanismo è proprio la progressiva apostasia, il rinnegamento della fede. Se noi sottraiamo lo spazio della nostra libertà a Cristo, il cuore dell’uomo non rimane vuoto: o è pieno di Dio o si lascia corrompere e riempire dal maligno. Anche una casa disabitata viene occupata alla fine. L’effetto della devastazione del peccato è tale che spesso non avvertiamo la gravità di tutto questo, anzi molte volte lo sminuiamo, parlando di scherzo, di gioco. Ma è un gioco molto pericoloso perché rischi di perderci l’anima.

Non solo il nome di Satana è scritto più volte ma è curioso che il marchio si chiami Supreme, che significa “supremo, sommo”. Ora, l’unico Supremo è Dio, e invece qui, volente o nolente, assistiamo a un rovesciamento, con la scritta Supreme associata a Satana e a immagini diaboliche.
È il male, certo, che si oppone al Padre Creatore. È una ribellione manifesta, bisogna essere ciechi per non vederla. È come dire che il testo della canzone Rolls Royce si riferisca alla macchina… La ribellione risulta evidente, il fatto è che non la vogliamo ammettere perché Satana ci ha avvelenato di odio contro Cristo e contro la Sua Chiesa. Al diavolo non interessa vendere le magliette, gli interessa staccarci dall’Amore di Cristo e farci capitolare.

A proposito di Sanremo, che ne pensa dello sketch di Virginia Raffaele con il grammofono? Risulta pure simpatico ma poi si sente per 5 volte il nome di Satana. Ora, al di là delle intenzioni della Raffaele, un’invocazione martellante del nome di Satana, davanti a milioni di telespettatori, si deve ritenere innocua o no?
Direi che è innocua tanto quanto un bicchiere di veleno bevuto senza volerlo sapere… io mi chiedo: quel nome che ci stava a fare lì dentro? Primo, il nome dice di una realtà, invocare un nome vuol dire metterti sotto la signoria di quel nome che invochi, per cui dico che ci sono persone che si sono trovate alla sprovvista di fronte a una cosa del genere. L’invocazione di un nome non è una cosa banale. Se io dico Gesù è il Signore, riconosco la Sua signoria nell’universo. Anche qui c’è il ritornello «eh, ma questa cosa era fatta per gioco», ma così vuoi o non vuoi diventa un gioco pericoloso. Perché, nel gioco di un disco che si inceppa, ti viene in mente di dire Satana? Era una gag anche simpatica, ma avvelenata nel mezzo. Come dire, dentro una cosa bella, tac, ecco lo zampino.

Questo per dire che Satana si sa abilmente camuffare, magari facendo passare i fedeli - agli occhi del mondo che non si nutre di fede - per bigotti che non sanno cogliere l’ironia.
Certo, è proprio questa l’astuzia. Ai bambini glielo spiego così: se il lupo non si fosse travestito da nonna, Cappuccetto Rosso non ci finiva in bocca, no?

Tornando all’antidoto, a proposito del nome, la Chiesa celebra il Santissimo Nome di Gesù e il Santissimo Nome di Maria, che hanno entrambi significati ricchissimi e invocarli con fiducia è fonte di salvezza.
Il nome stesso, Gesù, vuol dire «Dio salva». E poi, riguardo alla potenza del nome, san Paolo scrive: «… nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei Cieli, sulla terra e sotto terra», cioè negli Inferi: perciò è lo stesso Nome divino che il demonio ben conosce e vorrebbe annientare, perché il suo obiettivo è questo, fare in modo che nessuno capisca la potenza del Nome di Gesù.

Padre, ha avuto esperienze di persone possedute dal maligno che attraverso la semplice invocazione del Nome di Gesù hanno iniziato a liberarsi da Satana, convertendosi?
Durante gli esorcismi, quando la persona riesce a pregare, faccio invocare tantissime volte il Nome di Gesù. Anche solo ripetere: «Gesù, Gesù, Gesù salvami, Gesù ti amo, Gesù sei il mio Dio». Vedessi la potenza! Il Nome divino non è una parola qualsiasi, è la viva persona di Gesù, è Lui vivo, per cui la potenza del Nome è la potenza del Cristo risorto! E anche il demonio ne deve prendere atto.

I satanisti sono ovviamente consapevoli ma si può pensare che molti altri siano inconsapevoli, magari fanno il gioco di Satana senza nemmeno rendersene conto? 
Sì, si può dire che si fa largo un satanismo che si esprime nella ritualità, nei culti, nelle pratiche. Si fa largo anche un “satanismo” che potremmo dire senza ritualità - diciamo più intellettuale - che però è un ramo che parte dalla medesima radice. Cioè, pur stando lontano dalle messe nere, non cerchi Dio. Inoltre, se ti dichiari credente e poi non vai alla Santa Messa, non preghi, non ti nutri della grazia dei Sacramenti e agisci come se Dio non esistesse, allora il mondo con le sue insidie diventa pericoloso per la tua anima, perché c’è un mondo che combatte Dio e ci influenza.

Laddove il cristianesimo arretra, il diavolo viene appunto sempre più allo scoperto. Nell’Apocalisse si parla proprio dei molti uomini che finiscono per adorare la Bestia.
In un esorcismo chiesi al demonio: «Ma dove trovi tutta questa forza?». E lui mi rispose ridendo: «Me la date voi con i vostri peccati». Se ci riflettiamo è terribile. Mi disse proprio: «Se non servite il Signore, siete voi che mi date questa forza, mi alimento della vostra ribellione a Dio, mi alimento della vostra apostasia». Riguardo all’Apocalisse, quando si parla della battaglia finale, Satana, pur sapendo di non poter vincere contro Dio, cerca di far perdere quante più anime possibili per portarle alla dannazione eterna. Perciò nella preghiera a san Michele Arcangelo chiediamo: «… con il potere che ti viene da Dio incatena nell’Inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano nel mondo per far perdere le anime».
Ermes Dovico

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