Vogliono fermare il Congresso perché odiano la famiglia
Squadrismo a Verona con il boicottaggio degli alberghi. Pd, Cinque Stelle e media vogliono impedire il Congresso Mondiale delle Famiglie perché con le ideologie non c'è posto per lo spazio di libertà della famiglia naturale. Chiesa ossessionata da Salvini, tradisce la famiglia per accodarsi alla lobby omosessualista. Parolin si distanzia dal metodo? Ma l'unico metodo qui è quello fascista di chi vuole tappare la bocca a chi difende la famiglia.
Con il boicottaggio degli alberghi convenzionati è chiaro che si vuole fermare il Congresso Internazionale delle Famiglie di Verona. Dopo i proclami di Di Maio (“Una destra di sfigati”), le bestemmie della Cirinnà ("che vita di m...") le contro manifestazioni del Pd targato Zingaretti, le vestali alla Boldrini (“Una vergogna”), le calunnie sui relatori (già smentite) e gli appelli dell’università, ieri si è passati alla fase due: il boicottaggio.
Verrebbe da chiedersi se di questo passo non si arriverà anche a impedire fisicamente l’arrivo dei partecipanti. E perché no, usare anche la violenza? Perché dopo il boicottaggio degli alberghi, escogitato da un gruppo su Facebook chiamato "Veronesi aperti al mondo” nel canale social aperto dal movimento trans-femminista "Assemblea 17 dicembre", è chiaro chi sono i fascisti e gli intolleranti: è chi con la violenza pretende di zittire chiunque non si pieghi al diktat omosessualista.
Torniamo sempre lì, perché è lì che il potere vuole portare tutti i relatori del convegno. I quali non hanno mai auspicato la panzana della pena di morte per i gay, ma semplicemente sono contrari alla dittatura ideologica dell’omosessualismo e promuovono una società in cui la famiglia naturale fondata sul matrimonio abbia il suo riconoscimento politico e sociale.
Alla Nuova BQ abbiamo provato a capire la portata di questo attacco delinquenziale da parte di collettivi codardi che infangano il lavoro onesto di decine di operatori del settore turistico. Abbiamo preso il primo albergo nella lista nera e telefonato per conoscere il loro stato d’animo. Risultato? “Ci lasci in pace, abbiamo già avuto abbastanza grane”, risponde esasperato il receptionist dell’Hotel Siena senza nemmeno darci la possibilità di spiegare il motivo della telefonata. Ecco il risultato di questa campagna sciagurata, per nulla condannata dalla premiata ditta Bonino-Boldrini-Zingaretti-Di Maio.
E non a caso gli organizzatori del WCF Toni Brandi e Jacopo Coghe hanno parlato di nuova caccia alle streghe. "Ci dovremo sedere sui posti in fondo negli autobus o dovremo girare con segni di riconoscimento?”, si chiedono. Insomma: tutto questo si chiama fascismo, piaccia o no. Perché come nelle dittature si lavora di gran carriera con menzogne, fake news, calunnie e accuse di omofobia.
Ma il punto è lo scontro titanico sulla famiglia. È la famiglia naturale che non si vuole, che si odia; la famiglia come spartito nel quale Dio scrive la sua sinfonia. È lo scontro finale, come rivelava suor Lucia di Fatima al cardinal Caffarra, quello in cui il diavolo farà di tutto per scardinare la famiglia come opera naturale voluta da Dio.
Insomma: si può citare la violazione del dettato costituzionale (con quali basi poi, dato che gli articoli 29, 30, 31 e 37 sono l’architettura fondamentale delle tesi che verranno esposte al WCF?), ma alla fine si deve accettare che in Italia questa libertà è pesantemente compromessa. Una libertà che mostra come fascismo e comunismo siano metodi ancora molto in voga, dato che di fronte all’accusa di odiare le donne e i gay, l’onere della prova spetta a chi viene accusato e non a chi accusa servendosi dei Fabio Fazio e delle Barbare D’Urso. E questo metodo è tipico dei regimi totalitari.
Nel frattempo, è evidente che il popolo del WCF non piace neppure alle gerarchie della Chiesa. Le stesse gerarchie che non più tardi di una settimana fa si erano spellate le mani e la lingua per lodare Greta, i “gretini” e i giovani che scendevano in piazza. Per le ideologie climato-bio-mondialiste c’è sempre una Chiesa che incoraggia, accompagna e apre processi. Ma per chi si impegna per difendere la famiglia ecco che le gerarchie ecclesiastiche si guardano bene dal prendere posizione. Tra tutti i vescovi italiani soltanto Luigi Negri (emerito di Ferrara) e Francesco Cavina (Carpi) hanno difeso il Congresso dagli attacchi. Per tutto il resto bisogna registrare la solita ambiguità, quando non proprio ostilità: a cominciare da Avvenire che negli ultimi giorni non ha sentito il bisogno di dedicare neanche una riga all’evento di Verona.
Per proseguire con le dichiarazioni del Segretario di Stato, Pietro Parolin, che se n’è uscito ieri con una dichiarazione da medaglia d’oro di corsa con un piede in due scarpe: “D’accordo sulla sostanza del Congresso, ma non sui metodi utilizzati”. Cosa vuole dire? Parolin ha ricordato di essere stato invitato al Congresso dello scorso anno che si è svolto in Moldavia. Il messaggio è che il Congresso in sé va bene. Che cosa non va bene, dunque? I metodi. Ma a quali metodi si riferisce dato che i relatori devono ancora parlare? Non sarà che il metodo da cui si vuole prendere le distanze è quello che vede tra i protagonisti il leader della Lega Matteo Salvini? L’odiato Matteo Salvini, ministro degli Interni anti migranti e sovranista?
Eppure, l’unico metodo che si è visto all’opera in questi giorni è solo quello squadrista di denigrare l’avversario politico fino a proibirgli di manifestare. Possibile che Parolin non riesca a vedere che il metodo da cui prendere le distanze è quello di chi vorrebbe distruggere la famiglia e non di chi la vuole invece promuovere, pur tra le difficoltà politiche che vediamo all’opera anche in questo frangente storico?
D’altra parte, Parolin è in buona compagnia. Anche il vescovo di Verona, Giuseppe Zenti, finalmente se n’è uscito per prendere una posizione sulle polemiche di questi giorni. Ebbene: nel suo comunicato si può leggere di tutto, tranne un incoraggiamento al Congresso. “Alla Diocesi di Verona sta molto a cuore la famiglia”, ma “si astiene dal prendere parte al conflitto politico su di un tema che, ritiene, non meriti il linguaggio violento e ideologico di questi giorni”. Dunque, da che parte sta? Con chi aggredisce o con chi è aggredito? Dal tono utilizzato sembra con i primi.
Insomma: non si decide, si preferisce accodarsi al mondo per strizzare l’occhio a un potere che userà anche la Chiesa per il suo scopo di umiliare e affossare ancora di più la famiglia.
Intanto a Verona si va avanti. Ci sono uomini di buona volontà che sfidano tutto e tutti per portare avanti le idee e le scelte di milioni di italiani. Sono volenterosi che non aspettano il cambiamento di un regime politico, ma cominciano a rifiutarsi di vivere nella menzogna per vivere nella verità. È un esempio di quella polis parallela che si sta ponendo in alternativa alla propaganda ideologica di un regime del quale bisogna decidere - arrivati a questo punto - se essere fiancheggiatori o dissidenti fino in fondo.
Andrea Zambrano
-L'ASSE PD-5 STELLE di Ruben Razzante
-IL CORRIERE, LA FEMMINISTA E LA FAMIGLIA DI DIO di Costanza Signorelli
http://www.lanuovabq.it/it/vogliono-fermare-il-congresso-perche-odiano-la-famiglia
OSSERVATORE MARZIANO GUARDA VERONA E OSCAR WILDE. PAROLIN E LA FORZATURA DI AVVENIRE.
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, e frequentatori occasionali, l’Osservatore Marziano oggi ci ha mandato un articolo di grande esortazione alla riflessione sulla battaglia che si sta svolgendo in politica e sui mezzi di comunicazione intorno al Congresso di Verona sulla Famiglia. Torneremo sicuramente sull’argomento, intorno a cui la mistificazione e le menzogne dei mass media (quella di alcuni politici sono scontate, vedi Zingaretti, Di Maio, Bonino Cirinnà e compagnia ragliante) sono scontate. La Chiesa? Nei giorni scorsi il Segretario di Stato, il card. Pietro Parolin, si è espresso con poche parole, come riportate da Il messaggero: “Credo che siamo d’accordo sulla sostanza» ha risposto ai giornalisti ma con «qualche differenza sulle modalità”. Però queste parole (fra l’altro le modalità di qualcosa che ancora non c’è saranno opinabili durante o dopo, non prima…) il quotidiano dei vescovi. Le trasforma. «Siamo d’accordo sul fondo, sulla sostanza, può darsi che qualche differenza ci sia sulle modalità», hanno riportato vari giornali. Luciano Moia su Avvenire le fa diventare: “D’accordo nella sostanza NON sulle modalità”. Moia come sappiamo è quello stesso che in cinque giorni ha cambiato posizione radicalmente sulla medicina blocca pubertà. Però mettere un “non” non detto a un Segretario di Stato è uno sport estremo che solo un quotidiano orami totalmente allineato – come la CEI, che lo finanzia – al PD e ai partiti radicaleggianti può praticare. Ma certo, sulle famiglie non ci sono mica business da fare come con i migranti…
Caro Tosatti, sono mesi che leggo con preoccupazione crescente le posizioni della Chiesa verso i temi di carattere sessuale. Con indignazione e stizza ho letto i commenti di intellettuali sul Congresso di fine marzo a Verona ed ho notato il silenzio della Chiesa. Ma questa non è la chiesa che assicura continuità con quella di Benedetto XVI?. Vorrei, se me lo consente, ricordare che il Papa Emerito si oppose alla sessualità contro le leggi naturali e contrastò il matrimonio omosessuale, contro natura, sostenendo che se fosse diventato un diritto avversato dalla Chiesa, si sarebbe convertito in un mezzo per mettere la Chiesa contro lo stato, essendo lo stato obbligato a incorporarlo nelle sue leggi. Il Papa Emerito era preoccupato dal fatto che se un desiderio individuale fosse diventato un diritto positivo, concesso dalla legge, detto diritto sarebbe stato sacralizzato, prendendo il posto dei diritti “naturali” (secondo Creazione ).
Il Papa Emerito era anche preoccupato dal fatto che se si fosse spiegata la natura umana su basi scientiste ed in prospettiva evoluzionistica, il concetto di normalità sarebbe cambiato. Son convinto che questa sua posizione possa aver pesato non poco sulla sua rinuncia inspiegata. Ma vorrei anche riferire alcune considerazioni che dovrebbero far riflettere, riguardando nientepopò di meno che una famosa icona (di straordinario valore ) del mondo gay: Oscar Wilde (1854-1900) .
Oscar lasciò spesso intendere nei suoi scritti la sua sofferta ricerca di soluzione ai suoi problemi, che lo portò alla conversione finale, con confessione e viatico (di cui nessuno parla naturalmente). Oscar Wilde mori a 46 anni. Poco prima della morte dichiarò: “Buona parte della mia perversione morale è dovuta al fatto che mio padre non mi permise di diventare cattolico. L’aspetto artistico della chiesa e la fragranza dei suoi insegnamenti mi avrebbe guarito dalle mie degenerazioni..”. Dichiarò che: “la Chiesa cattolica è per i santi e i peccatori, mentre per le persone rispettabili va benissimo quella anglicana…” Nel suo “De Profundis” scrisse: “Il credo di Cristo non ammette dubbi e che sia il vero credo io non ho dubbi. Naturalmente il peccatore deve pentirsi. Perché altrimenti sarebbe incapace di capire quanto ha fatto”; e ancora: “il cattolicesimo è la sola religione per cui vale la pena di morire”.
Oscar aveva predilezione per Papa Pio IX che aveva incontrato segretamente a 23 anni, ma probabilmente fu la figura di Papa Leone XIII ( 810-903) che sentì più vicino nei suoi ultimi tempi, tanto, da sentirsi persino, da lui quasi miracolato.
OM
Marco Tosatti
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