IL PECCATO MALE DEL MONDO
Il peccato è il solo "vero male" del mondo ! Quello insegnato per 1900 anni non è più il Vangelo autentico? State gettando nella confusione le anime a voi affidate: ricordatevi quel che dice Gesù, a proposito di chi dà scandalo
di Francesco Lamendola
Secondo il teologo don Paolo Squizzato – lo ha affermato nel corso di un intervista a Tv2000, la TV della C.E.I. – l’Atto di dolore
“non ha nulla di cristiano” e ha lamentato che questa “terribile”
preghiera, “purtroppo”, venga ancora recitata in occasione del
sacramento della Penitenza; il suo giudizio si fonda sulla convinzione
che “Dio non si può offendere” e che “Dio non castiga”, perché Gesù è
venuto a insegnarci “un altro tipo di Dio, di Padre”. Ciò equivale a
dire che la Chiesa cattolica, per millenovecento anni, ha insegnato
qualcosa di radicalmente sbagliato; che il catechismo è tutto sbagliato e
da riscrivere; e che san Pio X, in particolare, doveva dare i numeri
allorché scriveva, al punto 135 del suo Catechismo, che IL
PECCATO È UN’OFFESA FATTA A DIO, DISOBBEDENDO ALLA SUA LEGGE. Ora, che
Dio non si possa offendere, è un concetto che don Squizzato non ha
chiarito neppure sul piano sintattico.
Non si può offendere nel senso
che gli uomini non sono capaci di offenderlo, o che Lui non si lascia
toccare dalle offese degli uomini? Nel primo significato, si tratta
certamente di un’affermazione falsa: perché, se il peccato è, come
realmente è, un’azione morale volontaria, allora quel che conta è
l’intenzione di colui che pecca e non il risultato pratico. Un delitto
non cessa di essere tale perché le circostanze esterne lo fanno
abortire: quel che conta è se vi era l’intenzione di compierlo.
Immaginiamo un uomo che voglia prendere a sassate un suo simile che si
trova a parecchi metri di distanza: egli scaglia le pietre con tutta la
sua forza, ben deciso a colpire l’altro; se non vi riesce, perché il suo
braccio non possiede una potenza sufficiente a colmare la distanza, ciò
non toglie che egli voleva colpire e forse uccidere. La stessa cosa si
può dire del peccato. È chiaro che l’uomo non è in grado di offendere
Dio: come potrebbe la creatura scalfire l’integrità del suo Creatore?
Tuttavia, l’intenzione perversa c’è; se non ci fosse, non saremmo in
presenza di un peccato.
Il "teologo" don Paolo Squizzato
Il peccato è un’azione cattiva commessa in piena consapevolezza; se manca la consapevolezza, allora non si tratta di un peccato.
E veniamo al secondo possibile significato. Dio non può offendersi? Non
può offendersi con il peccatore, nel significato umano del termine
“offendersi”; tuttavia il peccato non lo lascia indifferente. Gesù ha
insegnato molte parabole dalle quali emerge che i peccati non lasciano
indifferente il Padre celeste. Quando i vignaioli omicidi, dopo essersi
impossessati della vigna, malmenano e cacciano i servi, e alla fine
uccidono perfino il Figlio del padrone, mandato da loro per ricondurli
alla ragione, alla fine – sono gli ascoltatori di Gesù che rispondono, e
Lui approva quelle parole – il padrone farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo (Matteo,
21, 41). Perciò, non giochiamo con le parole: certo che Dio non si
“offende” nel senso volgare della parola, perché Dio non è permaloso o
suscettibile, come lo sono gli esseri umani; tuttavia Egli è Padre, e
quale padre non soffre di fronte alla malvagità e all’ingratitudine dei
suoi figli? Se il padre del figlio prodigo corre incontro a
quest’ultimo, e fa festa, pieno di gioia, ciò non attesta chiaramente
quanto avesse sofferto in precedenza, credendo che quel figlio si fosse
perduto per sempre? E quando Gesù narra la parabola della pecorella
smarrita, non vuol forse insegnare che Dio è talmente sollecito della
salvezza di ciascun’anima umana, da soffrire all’idea che qualcuna si
perda? Il Dio cristiano non è un Dio impassibile; non è
chiuso nella sua divina indifferenza, nella atarassia dei filosofi
greci; non è imperturbabile, non è olimpicamente distaccato: i peccati
degli uomini lo rattristano profondamente. Se così non fosse, perché mai
il suo Figlio si sarebbe Incarnato e avrebbe affrontato la Passione e
la Morte, per poi risorgere? Solo un Dio che ama immensamente gli
uomini, può giungere a tanto; e se li ama immensamente, senza dubbio
soffre profondamente davanti allo spettacolo dei loro peccati. Non è
toccato da quei peccati in senso materiale, ma ne è ferito, cioè,
etimologicamente, “offeso”, in senso morale. Questo sì, caro don Squizzato. Non sappiamo dove lei abbia studiato la teologia morale;
ma dubitiamo che abbia ben letto e meditato il Vangelo, anche se, in
quella famigerata intervista televisiva - rilasciata, oltretutto, pochi
giorni prima della Pasqua, cioè in piena Quaresima - lei ha affermato:
Credo
che proprio noi come Chiesa oggi dobbiamo recuperare, ridare un senso
alle parole. Perché per molto tempo, per secoli, abbiamo spolpato di
significato le parole. (…) Molto di ciò che propone la Chiesa o ha
proposto per secoli è stato qualcosa un po’ di proibito e un po’ di
obbligatorio. (…) Io credo che dobbiamo come cristiani soprattutto oggi
tornare al Vangelo autentico, a un vangelo “sine glossa” come direbbe
san Francesco. (…) Termini come sacrificio, come mortificazione, come
fioretti, tutta questa cosa non è evangelica, non c’è nel vangelo.
Voi
sapete molto bene quel che state facendo: vi state assumendo una
responsabilità gravissima, incalcolabile: quella di accusare la Chiesa
di aver insegnato false dottrine per millenovecento anni!
Ma
lei per primo, ha dato un senso esatto alle parole? Lei sa benissimo
che la Chiesa non ha mai insegnato che Dio si offendere davanti al
peccato, come un essere umano si offende davanti a uno sgarbo a un
insulto. Lo sa, ma finge di non saperlo. Lei vuole apparire moderno,
vuol essere popolare dicendo le cose che piacciono ai non cristiani o ai
cristiani tiepidi e accomodanti, i quali amano fabbricarsi un Dio a
misura della loro tiepidezza. E si permette di accusare il clero di aver
spolpato di significato le parole del Vangelo, addirittura per dei
secoli: alla faccia della modestia. Ma ora è arrivato lei, è arrivato
Enzo Bianchi, è arrivato Paglia, è arrivato Bergoglio, e il senso delle
parole finalmente è tornato, giusto? Sono arrivati dei preti moderni e
al passo coi tempi, come il parroco della chiesa di San Rocco, a
Gorizia, don Ruggero Dipiazza, il quale, a quanto riportato da una
fedele, ha detto di non credere alla Transustanziazione,
e quindi dà in mano la Particola consacrata a un extracomunitario che
se la mette tranquillamente in tasca e se ne va via, e poi racconta
tutto questo ai fedeli, come se fosse la cosa più naturale del mondo; o
come quel don Fredo Olivero, a Torino, che non fa recitare il Credo
ai suoi parrocchiani, perché lui, tanto, non ci crede. Ma voi preti
moderni, in compenso, sapete come si torna al Vangelo autentico, dopo
secoli di adulterazioni; meno male che siete arrivati voi, e avete
tratto la Chiesa fuori dai suoi errori secolari: quanto siamo fortunati,
noi cattolici di oggi, a vivere in un tempo così meraviglioso, il tempo
dei don Dipiazza, dei don Olivero e dei don Squizzato. E come sono
stati sfortunati, invece, i nostri genitori e i nostri nonni, e come
siamo stati sfortunati noi stessi, da bambini, ad avere appreso i
rudimenti della fede cattolica dal Catechismo di san Pio X, dove tutto è
così schematico, così riduttivo, così rigido e scarsamente
misericordioso! Figuriamoci: nessuno ci aveva insegnato che Gesù non castiga i peccati! Strano, però; infatti ci sembra che Gesù Cristo, in parecchie occasioni, abbia pronunciati frasi come questa: (Matteo, 13, 41-43):
Il
Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo
regno tutti gli scandali e tutti gli operatori di iniquità e li
getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e stridore di
denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre
loro. Chi ha orecchi, intenda!
Il
peccato è il solo "vero male" del mondo ! Quello insegnato per 1900
anni non è più il Vangelo autentico? State gettando nella confusione le
anime a voi affidate: ricordatevi quel che dice Gesù, a proposito di chi
dà scandalo!
Il peccato è il solo vero male del mondo
di Francesco Lamendola
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