L’arcivescovo Wilton D. Gregory di Atlanta, prenderà la guida dell’arcidiocesi di Washington. Ne ha dato l’annuncio il Vaticano il 4 Aprile scorso.
L’arcivescovo è molto vicino ai gruppi LGBT; una vicinanza che va ben al di là dell’accoglienza, dovuta da doveri di carità, come si può constatare da alcune delle iniziative prese quando era vescovo di Atlanta.
Ha invitato padre James Martin a tenere un discorso dal titolo “Mostrare il benvenuto e il rispetto nelle nostre parrocchie ai cattolici LGBT” sia nella Parrocchia di San Tommaso More che nel Santuario dell’Immacolata Concezione di Atlanta. Padre Martin è un gesuita sostenitore dell’amore omosessuale; lo scorso anno Papa Francesco l’ha voluto come predicatore degli esercizi spirituali per lui e per l’intera curia romana.
Ha offerto il Santuario dell’Immacolata Concezione (Atlanta, GA) per gli eventi LGBT, compresi i social potluck LGBT (i social potluck sono un modo di essere presenti sui social, ma in anonimato) e partecipare alla Pride Parade della città.
Inoltre, l’arcivescovo è vicino al gruppo denominato Catholic Priests, che ha come fine quello di arrivare alla legalizzazione dell’ordinazione sacerdotale delle donne e dell’uso dei contraccettivi.
E, ovviamente, dulcis in fundo, forte dell’esortazione Amoris Laetitia, sostiene la pratica della comunione ai divorziati risposati.
Nel suo passato si riscontra anche un aperto atteggiamento di disobbedienza verso i vertici della Chiesa. Infatti, il Cardinal Ratzinger, quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, gli inviò una lettera il cui contenuto era quello di consigliare caldamente, ai confratelli vescovi, di negare la comunione ai politici abortisti americani, durante la campagna per le presidenziali del 2004. La lettera fu disattesa completamente nello spirito.
LifeSiteNews, un’agenzia d’informazione americana sostiene che i: «…cattolici americani si oppongono a questa nomina e chiedono al Santo Padre di intervenire direttamente per impedire che questo prosegua», ma dubitiamo che la richiesta sarà accolta, in quanto non è la prima volta che Papa Francesco nomini vescovi o cardinali gay friendly.
Tutto questo pontificato sta creando un grave imbarazzo alle coscienze di alcuni sacerdoti, che non riescono più a fare da calmiere verso quei fedeli che mostrano di cogliere il cambiamento dottrinale in atto. Com’è possibile far finta che non succeda nulla di nuovo?
E se la risposta dei parroci è sempre la stessa: «Bisogna pregare»! È pur vero, però, che neanche possiamo stare in silenzio, facendo finta che tutto vada bene.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.