ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 30 aprile 2019

Per la maggior gloria di Allah..

L'ORDINE DI BERGOGLIO

Vaticano, Papa Francesco nega il problema Islam: svuota i campi di migranti in Africa e li porta in Italia


Per Francesco e la sua corte il pericolo islamico continua a non esistere. Nei giorni scorsi hanno finto di non vedere che le stragi di cristiani compiute in Sri Lanka sono state opera di terroristi musulmani. Padre Antonio Spadaro, direttore della rivista dei gesuiti e primo consigliere politico del pontefice, è giunto a definire quell' eccidio un «attacco allo Stato», anziché alla cristianità, in modo da derubricare la persecuzione religiosa a conflitto politico locale. Come se l' Isis non avesse rivendicato quegli attentati e nel Corano non fossero prescritti, a proposito di noialtri infedeli, trattamenti tipo «prendeteli, fateli morire ammazzati ovunque si trovino» e altre cortesie del genere.

Adesso, in Vaticano, si ostinano a ignorare il rischio dei terroristi e dei foreign fighters nascosti in mezzo alle decine, forse centinaia di migliaia di persone pronte a partire dalle coste libiche verso l' Italia. La proposta di Jorge Mario Bergoglio è semplice e l' ha illustrata ieri: portare qui tutti i profughi, subito, iniziando da coloro che si trovano nei campi gestiti dal governo di Fayez al Serraj, dove secondo le agenzie delle Nazioni Unite sono rinchiuse 5.700 persone.
Ai fedeli in piazza San Pietro, il papa ha detto: «Vi invito ad unirvi alla mia preghiera per i profughi che si trovano nei centri di detenzione in Libia, la cui situazione, già molto grave, è resa ancora più pericolosa dal conflitto in corso». Quindi ha lanciato l' appello «perché specialmente le donne, i bambini e i malati possano essere al più presto evacuati attraverso corridoi umanitari». E vista la cartina geografica e l' atteggiamento della comunità internazionale - a partire dai Paesi arabi, impegnati ad alimentare la guerra tra il generale Khalifa Haftar e Serraj - ci sono pochi dubbi su dove terminerebbero quei «corridoi»: nei nostri porti. A incrementare i numeri che hanno fatto dell' Italia, nel 2018, il secondo Paese europeo, dopo la Germania, per la concessione di protezione internazionale ai profughi.

Miliziani - Il dubbio non riguarda la presenza di terroristi tra chi vuole arrivare qui: il fatto che ce ne siano è confermato da tutte le fonti. Come è certo che miliziani dell' Isis si trovino oggi a piede libero in Libia, impegnati a compiere attentati. Serraj, nei giorni scorsi, ha detto che «ci sono oltre 800mila persone, migranti africani e cittadini libici, gente arrivata di recente nei centri di accoglienza o semplicemente persone spaventate, che potrebbero cercare di raggiungere le coste italiane. E con loro possono esserci elementi criminali, oltre a unità di jihadisti pronte a colpire». Secondo il suo vicepremier, Ahmed Maitig, «circa quattrocento prigionieri dell' Isis detenuti tra Tripoli e Misurata» potrebbero fuggire verso le coste europee approfittando del caos. Parlano di «centinaia di terroristi islamici pronti ad arrivare in Italia» gli uomini del Viminale, i quali ricordano che proprio l' emergenza antiterrorismo ha spinto la Francia a chiedere di prorogare per sei mesi la chiusura delle frontiere.

Prudenza - Ce n' è quanto basta per mettere paura e consigliare prudenza anche a chi ha cuore la sorte dei profughi. Fosse pure il papa, perché le chiese sono tra i bersagli preferiti dei mujaheddin e si è visto che quelle europee non fanno eccezione. Il modo per salvare vite senza metterne a rischio altre e dare accoglienza a chi la merita c' è, ma prevede l' impegno dei Paesi musulmani e di organizzazioni come quella per la cooperazione islamica, che ha sede a Gedda, in Arabia Saudita, e raggruppa 57 Stati. Alcuni dei quali, come la stessa monarchia di Riad, hanno scommesso sul disordine libico, appoggiando Haftar, e sono stati premiati con il rialzo del prezzo del petrolio, che dall' inizio dell' anno è cresciuto del 55%. Un intervento umanitario organizzato da loro dovrebbe essere il primo obiettivo di Francesco, tramite quel dialogo interreligioso al quale tiene tanto, e della comunità di Sant' Egidio, grazie alle proprie relazioni diplomatiche. Vaticano e organizzazioni terzomondiste sono invece in prima fila tra chi vuole far credere che l' unica soluzione possibile passi per l' Europa, anzi per l' Italia. Così rafforzano il ricatto dei regimi islamici, che anziché accogliere i loro correligionari nell' ora del bisogno trovano più conveniente spedirli da noi, per la maggior gloria di Allah.

di Fausto Carioti

Tra corridoi umanitari per i libici e sostegno ai migranti del Messico - Danilo Quinto - 30.04.2019

Nello spazio di qualche giorno, l’uomo vestito di bianco lancia due sfide politiche: una globale, al Presidente degli Stati Uniti, l’altra interna, al leader della Lega. 
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Attenti, Trump e Salvini. Da Santa Marta giungono segnali forti e chiari nei vostri confronti. A Bergoglio non piace proprio la politica di sicurezza che state perseguendo. La vuole smontare pezzo per pezzo e in questo disegno usa tutte le armi a sua disposizione.

Attraverso l’Obolo di San Pietro destina 500.00 dollari all’assistenza dei migranti in Messico, che si accalcano presso il confine con gli Stati Uniti. Finanzieranno 27 progetti delle 16 diocesi messicane che avevano chiesto al Vaticano un aiuto per continuare a fornire alloggio, cibo e beni di prima necessità. Spiega un comunicato della Santa Sede: «Negli ultimi mesi, migliaia di migranti sono arrivati in Messico, dopo aver viaggiato per oltre 4.000 chilometri a piedi e con mezzi di fortuna da Honduras, El Salvador e Guatemala. Uomini e donne, spesso con bambini piccoli, fuggono da povertà e violenza, con la speranza di un futuro migliore negli Stati Uniti. Ma la frontiera statunitense rimane chiusa».

Trump deve aprire le frontiere. Questo è il messaggio politico. Così come devono fare l’Europa e l’Italia. La crisi libica casca proprio a fagiolo.

Già nello scorso mese di settembre, durante la conferenza internazionale della Comunità di Sant’Egidio a Bologna, fu lanciata la proposta di corridoi umanitari, così come era stato fatto per il Libano, poi ripresa negli scorsi giorni da “Mediterranean Hope”, il programma di corridoi umanitari promosso dalla Fcei, la Federazione delle Chiese evangeliche italiane. Anche il Coordinamento Italiano ONG Internazionali ha parlato di urgenzadell’apertura di corridoi umanitari, come l’Onu e l’Oim (Organizzazione internazionale per le migrazioni) e tutte le Ong impegnate in questo settore, che come hanno svelato numerose inchieste giornalistiche – a partire da quella a firma Gian Micalessin per “Il Giornale” del marzo 2017 – coltivano ottimi rapporti con George Soros, fondatore della rete “filantropica” dell’Open Society Foundations, che sin dal mese di settembre del 2016 annunciò dalle colonne del “Wall Street Journal” di voler investire “in start-up, aziende, iniziative di impatto sociale e imprese fondate da migranti e rifugiati” e poi confermò, proprio durante un suo intervento in una delle Commissioni delle Nazioni Unite, di finanziare le Ong che scorazzano per il Mare Mediterraneo in cerca di battelli che trasportano la merce umana dei migranti.

In Italia, il Movimento 5 Stelle – per evidenti ragioni di contrasto e di concorrenza alla politica di sicurezza promossa da Salvini, che ha quasi azzerato il fenomeno migratorio – si è schierato a favore dei corridoi umanitari con l’intervento della senatrice Paola Taverna, che nel suo intervento in aula al termine dell’informativa del Premier Giuseppe Conte sulla Libia, ha dichiarato: « Se non riusciamo a fermare subito i combattimenti in Libia ci ritroveremo da un giorno all’altro con una nuova Siria sull’uscio di casa, con un esodo biblico di centinaia di migliaia di profughi in fuga nel Mediterraneo che nessun porto chiuso o direttiva ministeriale potrà fermare. In tal caso, per evitare che l’Italia si trovi ancora una volta da sola a far fronte a una situazione ingestibile e potenzialmente esplosiva, sarà indispensabile aprire un corridoio umanitario europeo, anzi, internazionale». Alla voce dei Cinquestelle, si sono aggiunte – tra le altre, tutte amplificate da quelle trasmissioni televisive, come quelle di Fabio Fazio, Corrado Formigli o di Lilly Gruber – le voci di Roberto Saviano, Laura Boldrini ed Emma Bonino, la leader radicale di +Europa (il rassemblement che ha formato con Della Vedova, Pizzarotti e Tabacci) che per ogni dove, anche dagli amboni delle Chiese dove viene invitata con il consenso di Bergoglio, inneggia all’ingresso in Italia ogni anno di 300.000 immigrati, per sopperire (sic!) alla crisi della natalità.

La ciliegina su questa torta politica la mette il peso da novanta di Bergoglio, che all’Angelus di domenica 28 aprile rivolge queste parole alla folla sempre più scarsa che lo va ad ascoltare a Piazza San Pietro: “Vi invito ad unirvi alla mia preghiera per i profughi che si trovano nei centri di detenzione in Libia, la cui situazione, già molto grave, è resa ancora più pericolosa dal conflitto in corso. Faccio appello perché specialmente le donne, i bambini e i malati possano essere al più presto evacuati attraverso corridoi umanitari”.

Sono in arrivo le elezioni europee e c’è chi pensa – non a torto – che la situazione in Libia avrà un gran peso nella campagna elettorale. In tutti i sensi. potrebbe essere sfruttata per porre un freno all’aumento dei consensi nei confronti della Lega. C’è chi addirittura si pone il problema di recuperare i voti e le intenzioni di voto dei cattolici a favore di Salvini - molti dei quali rifiutano il buonismo d’accatto della maggioranza dei Vescovi, quasi tutti di nomina bergogliana – per farli tornare a Forza Italia o al PD. Uno vale l’altro, del resto. Perfino il M5S andrebbe bene, per fermare l’avanzata di Salvini. D’altra parte, è l’intero establishment a battersi per “incriminare” – e in alcuni casi l’incriminazione è diventata concreta – la chiusura dei porti, per violazione dei diritti umani, delle Convenzioni internazionali, per omesso soccorso, disumanità, ecc., ecc. La lista dei presunti reati potrebbe riempire pagine su pagine, naturalmente, e potrebbe far leva – già i segnali si vedono – sulla difesa dei soggetti fragili coinvolti nel conflitto: bambini, donne, malati. La politica, ormai, si fa con le emozioni e con i sentimenti. La ragione viene messa da una parte, quando va bene. Dimenticata o ignorata, nella maggior parte dei casi. Potrebbero convergere interessi molteplici – sia italiani che europei – non per fermare con soluzioni diplomatiche o con interventi di peace keaping promossi dalle Nazioni Unite, la guerra in Libia, ma per consentire che essa produca esiti politici sinergici all’interesse primario che il potere economico-finanziario e politico internazionale coltiva in questo momento: usare l’arma dei migranti per destabilizzare l’intero continente europeo ed in particolare una Nazione in stato confusionale e agonizzante come l’Italia.

Danilo Quinto

NOBILE: CHIESA, BRUXELLES E PARTITI DI SINISTRA AGISCONO COME QUINTA COLONNA DELL’ISLAM.


Cari amici e nemici di Stilum Curiae Agostino Nobile ci ha inviato un vero e proprio atto di accusa verso certi comportamenti e affermazioni da parte dei vertici della Chiesa, oltre che della cultura dominante nei mass media, la cultura di sinistra, o erede di quella che una volta era la sinistra. Ci sembra un articolo molto secco e che offre parecchi spunti di riflessione, anche alla luce delle singolari prese di posizione seguite alla strage di cristiani in Sri Lanka, e replicate, con disinteresse mediatico in Nigeria e in Alto Volta. Ma tanto sono solo “adoratori della Pasqua”, mica islamici o israeliti… 

Λ Λ Λ

Chiesa, Bruxelles e Sinistra, quinta colonna dell’islam
A detta di alcuni osservatori l’Italia è a rischio terrorismo, soprattutto oggi che il conflitto in Libia coinvolge più attori, in particolar modo i francesi e i sauditi. Se ora scendono i campo Russia e Stati Uniti dobbiamo sperare che le cose si risolvano al più presto col buon senso, prima che possa deflagrare in una guerra dove a farne le spese, oltre al popolo libico, sarebbe certamente l’Italia. Noi ci siamo posti una domanda. Il conflitto in Libia è collegato anche alle elezioni europee? Il governo Macron, che ha dato il via agli attacchi di Haftar, ha uno o più scopi? Con la crescita dei cosiddetti sovranisti, a Bruxelles pur di non perdere quello che hanno faticosamente creato in decine di anni (controllo assoluto della moneta, gender, eutanasia, aborto, relativismo, filoislamismo) sono pronti a tutto. Gli interessi geopoliti e petroliferi possono generare una guerra che, se protratta nel tempo, farebbe comodo a coloro che vogliono l’Italia e l’Europa invasa di migranti irregolari musulmani. Bergoglio parla già di “corridoi umanitari dalla Libia”.
In Italia appaiono manifesti del PD e del M5s con i primi candidati musulmani. Considerando la preoccupante situazione in Francia e nei paesi nord europei, la cosa dovrebbe creare perlomeno perplessità. Come sappiamo, la Chiesa e la Sinistra in questi anni hanno abbandonato oltre 5milioni di italiani poveri e poverissimi, preoccupandosi dei musulmani arrivati in Italia con le mafie scafiste. I soldi, presi dalle tasche degli italiani, invece di finire nelle case delle famiglie bisognose autoctone, sono andati agli immigrati e alle associazioni che li accolgono. Oltre il 90% degli arrivi irregolari sono fedeli maomettani, ma i bergogliani e i media li definiscono africani. Perché non parlano di musulmani? Molto probabilmente, col terrorismo islamico che imperversa nel mondo, non vogliono spaventare milioni di ingenui.
Attraverso inganni e intimidazione la Sinistra e i bergogliani stanno creando una caccia alle streghe.  Data l’ignoranza dilagante, girano la frittata come e quando vogliono, tanto più che milioni di sprovveduti credono a tutto ciò che dice Bergoglio e il Partito. Due brevi esempi. Come sappiamo, chi si oppone all’immigrazione irregolare di musulmani viene accusato di essere fascista, nonostante i musulmani erano alleati di ferro di Hitler. I francesi di De Gaule nella II Guerra mondiale utilizzarono i musulmani marocchini, algerini e senegalesi per stuprare e uccidere donne, uomini e bambini italiani. Solo tra le donne le vittime furono oltre 60mila. Crimini disumani che non avevano niente a che fare con la guerra e il fascismo, poiché si trattava di poveri e inermi contadini. Dunque, non sarebbe la prima volta che i governi stranieri utilizzano i musulmani per annichilire l’Italia. Per saperne di più sulle “marocchinate” si consiglia di leggere il seguente articolo:
Conoscendo la Storia non possiamo fare a meno di pensare che il comportamento da nazista non è da addebitare a chi si oppone all’immigrazione irregolare, ma agli stessi bergogliani e alla Sinistra alleati dell’islam. Ma si sa, la parola, agli orecchi degli sprovveduti, conta più dei fatti.
Cosa possiamo aspettarci da chi inganna metodicamente milioni di ingenui intimidendoli con aggettivi tipo razzista e fascista? Da Bruxelles che insiste sull’accoglienza degli immigrati, penalizzando i paesi che rifiutano? Del papa e del paradossale Spadaro, che minimizzano o assolvono con ragionamenti surreali i continui massacri di islamisti a spese dei cristiani? Cosa pensare dei vescovi che vendono terre delle diocesi per la costruzione di moschee? Dei preti che invitano gli imam nelle chiese a predicare la superiorità di Maometto sul Cristo o la conquista dell’occidente? E dei cattolici che difendono a spada tratta l’edificazione delle moschee contro il volere dei cittadini, come accade a Frosinone e in altre città? Cosa ci possiamo aspettare da un papa che, mettendo Gesù Cristo sullo stesso piano di Maometto e Budda, ripete ossessivamente che l’islam è una religione di pace, affermando che respingere i musulmani “è un atto di guerra”? Ma si rende conto della pericolosità delle sue parole?
Sommando quanto scritto ad altre decine di fatti analoghi, diventa complicato negare che Bruxelles, la chiesa bergogliana e la Sinistra costituiscano la quinta colonna dell’islam.
Agostino Nobile
Marco Tosatti
30 Aprile 2019 Pubblicato da  11 Commenti --


"Il Vangelo è tra i migranti": la Chiesa sale sulla Mare Jonio

Un prete sulla nave dei centri sociali col benestare dei vescovi: così il Vaticano ora è in prima linea contro i porti chiusi


Nel braccio di ferro tra Mediterranea saving humans e il governo la Chiesa si schiera con l'ong dei centri sociali che da mesi sfida Matteo Salvini e la politica contro l'immigrazione clandestina del Viminale.
Da qualche giorno, infatti, sulla Mare Jonio si è imbarcato pure un prete. È don Mattia Ferrari, 25enne vicario parrocchiale di Nonantola (Modena) che - racconta Repubblica - ha ottenuto il permesso di due arcivescovi per salire a bordo della nave che pattuglia il Mediterraneo alla ricerca di migranti da soccorrere, ora ferma a Marsala in attesa di un mare che consenta di partire alla volta della Libia.
"In effetti qui sono tutti atei e agnostici", racconta , "Ma c’è un bel clima di fratellanza, i ragazzi di Mediterranea hanno un gran rispetto per Papa Francesco. E un fatto è certo: il Vangelo, oggi, passa anche dal Mediterraneo. Nello zaino, oltre a qualche ricambio, mi sono portato i vangeli, il messale e il rosario. Sono il cappellano di bordo, il mio compito è rappresentare la vicinanza della Chiesa sia a questi ragazzi che rischiano la vita per qualcosa in cui credono, sia ai migranti che arrivano dalla Libia. Siamo le prime persone che vedranno. Io voglio portare amicizia, sostegno spirituale e consolazione".
Già in passato Papa Francesco si è scagliato contro la chiusura dei porti. E più volte - l'ultima durante la Via Crucis - ha chiesto più accoglienza. Ma ora un rappresentante del Vaticano sarà in prima linea nel Mediterraneo con il benestare dell'arcivescovo di Modena, di quello di Palermo e della fondazione Migrantes dei vescovi.

Dio ci salvi dai pretini d'assalto tutti immigrazione e progresso

Sempre più sacerdoti attirati dalle sirene dell'immigrazione. Ma l'essenziale è un altro. E lo spiega Giovannino Guareschi


"Lo spiderino rosso svoltò deciso dentro il cortiletto della canonica e ne scese un giovanotto magro, vestito di grigio, con occhiali da intellettuale e una busta di pelle sotto il braccio.
Don Camillo, che, seduto allo scrittoio del tinello, con un occhio stava leggendo la Gazzettamentre, con l'altro, spiava attraverso la finestra, strinse i pugni. 'Avanti!' disse con malgarbo non appena sentì bussare. Il giovanotto entrò, salutò e porse a don Camillo una busta. 'Non posso comprare niente', borbottò don Camillo senza nemmeno alzare il capo dal giornale. 'Non ho niente da vendere' rispose l'altro. 'Sono don Francesco, il coadiutore che la Curia le ha assegnato, e questa è la mia lettera di presentazione'".
Così Giovannino Guareschi racconta il primo incontro tra don Camillo e don Francesco, ovvero don Chichì. Un incontro - verrebbe quasi da dire uno scontro - che non riguarda solamente due sacerdoti, ma due modi di vedere la Chiesa negli anni immediatamente successivi al Concilio Vaticano II e che arriva fino ai giorni nostri.
Anni difficili, quelli. Anni in cui una parte di Chiesa - quella legata al mondo progressista - cercò di mandare al macero 2mila anni di storia e di fede. Fortunatamente non ci riuscì, ma i don Camillo divennero minoranza, sostituiti dai don Chichì. Lo stesso pretone della Bassa si sfoga davanti al Cristo dell'altar maggiore: "Signore, cos'è questo vento di pazzia? (...) Signore, volete forse dire che il demonio è diventato tanto astuto che riesce, talvolta, a travestirsi perfino da prete?". "Don Camillo! - lo rimproverò sorridendo il Cristo -. Sono appena uscito dai guai del Concilio, vuoi mettermi tu in nuovi guai?".

Tutto ruota attorno a un seme

Nel corso degli anni la situazione è cambiata. E in peggio. I don Chichì sono ormai la maggioranza, come testimonia la visita di don Mattia Ferrari sulla mare Jonio o l'ultima Via Crucis del Papa, tutta incentrata sul tema dei migranti. O ancora. Ricordate qualche mese fa quando padre Alex Zanotelli e suor Rita Giaretta digiunarono contro i porti chiusi di Salvini? Con loro anche il vescovo emerito di Caserta monsignor Raffaele Nogaro, don Alessandro Santoro della Comunità delle Piagge di Firenze e padre Giorgio Ghezzi, solo per citarne alcuni.
Quello dei migranti è certamente un tema drammatico, come sempre accade quando ci sono in ballo delle vite. Eppure sembra però che le posizioni di una certa parte della Chiesa siano più che altro poliche. Ma così si dimentica l'essenziale che, per un cristiano, dovrebbe esser la Croce.
Lo stesso don Camillo, colpito dalla devastazione che si trova attorno a lui, non può far altro che chieder al Cristo: "Cosa possiamo fare?". "Ciò che fa il contadino quando il fiume travolge gli argini e invade i campi: bisogna salvare il seme. Quando il fiume sarà rientrato nel suo alveo, la terra riemergerà e il sole l’asciugherà. Se il contadino avrà salvato il seme, potrà gettarlo sulla terra resa ancor più fertile dal limo del fiume, e il seme fruttificherà, e le spighe turgide e dorate daranno agli uomini pane, vita e speranza. Bisogna salvare il seme: la fede. Don Camillo, bisogna aiutare chi possiede ancora la fede a mantenerla intatta. Il deserto spirituale si estende ogni giorno di più; ogni giorno nuove anime inaridiscono perché abbandonate dalla fede. Ogni giorno di più uomini di molte parole e di nessuna fede distruggono il patrimonio spirituale e la fede degli altri. Uomini d’ogni razza, d’ogni estrazione, d’ogni cultura".
Una lezione, questa, che pare esser stata dimenticata da molti uomini di Chiesa. Più impegnati nel sociale che a difendere il seme, ovvero la fede.

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