IL PAPA, LA MAFIA, LE MAFIE. E L’EVIDENTE IMBARAZZO DELLA COMUNICAZIONE DELLA SANTA SEDE.
L’intenzione – perché Stilum Curiae ha anche dei momenti di malriposta benevolenza e bontà – era quella di passare sopra le improvvide esternazioni compiute dal Pontefice regnante in tema di immigrazione, mafia e così via. Anche perché in quei giorni ero fuori sede, impegnato in vicende gravi e non allegre, e non avevo seguito con attenzione la vicenda. Ma un articolo dell’amico Giuseppe Rusconi, sul sito Rosso Porpora, che vi consiglio di andare a leggere nella sua interezza, mi stimola a uscire dal silenzio.
Scrive Giuseppe Rusconi:
<Sabato 6 aprile papa Francesco ha ricevuto in udienza docenti e allievi del collegio San Carlo di Milano. Assai curiosa (oltre che offensiva della verità dei fatti e della storia d’Italia) la sua risposta a una domanda su società multietnica e identità…tanto è vero che quanto riportato ufficialmente sul Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede non corrisponde in contenuti rilevanti a quanto documentato originariamente da ‘Vatican News’.
Così parlò papa Francesco sabato 6 aprile 2019 nell’Aula Nervi, ricevendo in udienza studenti e docenti del collegio San Carlo di Milano.
(Jorge Mario Bergoglio ha risposto a quattro domande, tra cui quella della professoressa Silvia Perucca su società multietnica e identità. Quella che segue è una trascrizione del video di Vatican News del 6 aprile 2019 -durata 2’07”, titolo: Papa: no alla paura dei migranti. Migranti siamo noi”- accompagnata da un articolo riassuntivo di Debora Donnini con citazioni fedeli all’originale- titolo: Papa: chi vende le armi ha sulla coscienza la morte di tanti bambini):
“Non avere paura. E qui tocco una piaga. Non avere paura dei migranti. ‘Ma, Padre, i migranti …’ – I migranti, siamo noi! Gesù è stato un migrante. Non avere paura dei migranti. ‘Ma sono delinquenti!’ – Anche noi, ne abbiamo tanti, eh: la mafia non è stata inventata dai nigeriani; è un … un valore ”nazionale”, eh? La mafia è nostra, made in Italia, eh: è nostra. Tutti siamo… abbiamo la possibilità di essere delinquenti. I migranti sono coloro che ci portano ricchezze, sempre. Anche l’Europa è stata fatta da migranti! I barbari, i celti, tutti questi che venivano dal Nord e hanno portato le culture, si è accresciuta così, con la contrapposizione delle culture. State attenti a questo, oggi: c’è la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente. E chi alza un muro, chi costruisce un muro finirà schiavo dentro ai muri che ha costruito, senza orizzonti”.
Così parlò papa Francesco sabato 6 aprile 2019 nella medesima occasione, secondo il bollettino ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede (pubblicato domenica 7 aprile 2019):
“Non avere paura. E qui tocco una piaga: non avere paura dei migranti. I migranti sono coloro che ci portano ricchezze, sempre. Anche l’Europa è stata fatta da migranti! I barbari, i celti… tutti questi che venivano dal Nord e hanno portato le culture, l’Europa si è accresciuta così, con la contrapposizione delle culture. Ma oggi, state attenti a questo: oggi c’è la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente. E chi alza un muro, chi costruisce un muro finirà schiavo dentro ai muri che ha costruito, senza orizzonti.”
CERCATE LE DIFFERENZE TRA l’ORIGINALE E IL RESOCONTO DEL BOLLETTINO DELLA SALA STAMPA
Già a occhio il ‘passo’ della risposta papale ha subito un dimagrimento evidente dall’originale alla trascrizione ufficiale. Le differenze principali? Nel testo ufficiale sparisce la definizione di Gesù come “migrante”; sparisce l’accenno corposo alla mafia non “inventata dai nigeriani”, ma ‘made in Italia’. valore “nazionale”. Sparisce il seguito sul “tutti siamo, abbiamo la possibilità di essere delinquenti”.
E’ facile intuire i motivi di opportunità politica e religiosa che hanno portato la Segreteria per la Comunicazione (in collaborazione magari con la Segreteria di Stato e con chissà chi altri) a indossare le vesti da prestigiatore, conservate sicuramente in qualche armadio a portata di mano per occasionalmente incantare gli sprovveduti. Per chi ammonisce continuamente e ieraticamente il mondo massmediatico a riferire i fatti con correttezza – evitando dunque di cadere nella manipolazione degli stessi -questo è proprio un bell’incidente di percorso. Nascostamente il quotidiano ex-cattolico ‘Avvenire’ ne sarà certo lieto. Presumiamo la gioia maligna del Turiferario Direttore e del Turiferario Guastalamessa: “Hanno voluto rubarci il copyright delle fake news? Ben gli sta… la gente capirà così che bisogna diffidare degli imitatori e abbeverarsi invece direttamente alla fonte originale di Avvenire!”>.
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Carino, no? C’è un proverbio arabo, visto, che siamo in tema di migrazioni, che mi è sempre piaciuto molto: “’àdaa Alìma ià iadatihà al kadìma” : “È tornata Alìma alle sue abitudine antiche”…e per una comunicazione della Santa Sede che era arrivata a fare dei bellissimi giochetti delle tre carte con addirittura una lettera del papa emerito Benedetto XVI direi che la tentazione antica è troppo forte, talvolta…
Li capiamo, però. E capiamo anche come sia sempre più difficile gestire, e rendere plausibili, certe affermazioni desolanti per il panorama di ignoranza, genericità e superficialità che svelano. Chiacchiere da bar, più che Sala Clementina. Tanto per cominciare: parlare della mafia come di un “valore nazionale” italiano è una sciocchezza colossale. Chissà se quella persona ha mai sentito parlare della Mafia Cinese, della Mafia Irlandese, della Mafia Ebraica e delle Società Segrete della Costa occidentale dell’Africa, molte delle quali intrise di magia ed esoterismo, con rituali anche sanguinari, che hanno trasmesso la loro eredità alla Mafia (o alle Mafie, visto che ne esistono diversi tipi) nigeriane? Per non citarne che alcune. Ed essendo argentino, dovrebbe sapere che cosa è stato lo Zwi Migdal, l’organizzazione gestita da un gruppo di ebrei argentini che dai primi del ‘900 ha messo in piedi il più grande traffico di prostituzione dell’America Latina.
Secondo. C’è chi, più istruito di chi scrive, sostiene che il termine “mafia” provenga, guarda un po’, dall’arabo; “Altre teorie farebbero risalire la parola ancora più in là nel tempo e nello spazio, pensando a un’influenza dall’arabo “maḥyāṣ” (smargiasso) e dal corrispondente sostantivo “maḥyaṣa”. Altrettanto convincente l’idea secondo cui la derivazione sarebbe, piuttosto, “mo’afiah”, che letteralmente designa un’azione o un comportamento arrogante”. Guarda guarda…proprio i prediletti (dal Pontefice) musulmani, di cui difende l’immigrazione a gogò nel nostro Paese. E sui social come potete vedere dalla foto, c’è chi lo ha voluto sottolineare.
E poi: ignorare che la Mafia (come la Camorra, come la ‘Ndrangheta) abbia un’origine storica e sociale regionale e circoscritta ad alcune parti d’Italia è offensivo, oltre che per l’intelligenza, verso altre regioni e culture della penisola. Capiamo che il crollo verticale degli affari della Chiesa e delle organizzazioni ad essa collegate dovuto al blocco del traffico di esseri umani verso le nostro coste bruci, come vediamo dalle sfuriate di Bassetti & C. Però, teniamoci.
E comunque il riferimento alla Mafia da parte di qualcuno che è stato eletto al Soglio di Pietro grazie al lavoro della “Mafia di San Gallo” (fonte ineccepibile: il card. Danneels) non pare di buon gusto.
Capiamo e solidarizziamo con i registi della comunicazione vaticana. A quello che mi dicono Benedetto XVI, pur in una crescente e devastante fragilità fisica, mantiene una mente lucida e acuta. Un grande dono, una grazia. L’esperienza ci insegna che purtroppo non per tutti l’età ha gli stessi frutti.
Marco Tosatti
PAPA, MIGRANTI, MAFIA E ITALIA: GIOCHI DI PRESTIGIO VATICANI
Sabato 6 aprile papa Francesco ha ricevuto in udienza docenti e allievi del collegio San Carlo di Milano. Assai curiosa (oltre che offensiva della verità dei fatti e della storia d’Italia) la sua risposta a una domanda su società multietnica e identità…tanto è vero che quanto riportato ufficialmente sul Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede non corrisponde in contenuti rilevanti a quanto documentato originariamente da ‘Vatican News’.
Così parlò papa Francesco sabato 6 aprile 2019 nell’Aula Nervi, ricevendo in udienza studenti e docenti del collegio San Carlo di Milano (Jorge Mario Bergoglio ha risposto a quattro domande, tra cui quella della professoressa Silvia Perucca su società multietnica e identità. Quella che segue è una trascrizione del video di Vatican News del 6 aprile 2019 -durata 2’07”, titolo: Papa: no alla paura dei migranti. Migranti siamo noi”- accompagnata da un articolo riassuntivo di Debora Donnini con citazioni fedeli all’originale- titolo: Papa: chi vende le armi ha sulla coscienza la morte di tanti bambini):
“Non avere paura. E qui tocco una piaga. Non avere paura dei migranti. ‘Ma, Padre, i migranti …’ – I migranti, siamo noi! Gesù è stato un migrante. Non avere paura dei migranti. ‘Ma sono delinquenti!’ – Anche noi, ne abbiamo tanti, eh: la mafia non è stata inventata dai nigeriani; è un … un valore ”nazionale”, eh? La mafia è nostra, made in Italia, eh: è nostra. Tutti siamo… abbiamo la possibilità di essere delinquenti. I migranti sono coloro che ci portano ricchezze, sempre. Anche l’Europa è stata fatta da migranti! I barbari, i celti, tutti questi che venivano dal Nord e hanno portato le culture, si è accresciuta così, con la contrapposizione delle culture. State attenti a questo, oggi: c’è la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente. E chi alza un muro, chi costruisce un muro finirà schiavo dentro ai muri che ha costruito, senza orizzonti”.
Così parlò papa Francesco sabato 6 aprile 2019 nella medesima occasione, secondo il bollettino ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede (pubblicato domenica 7 aprile 2019):
“Non avere paura. E qui tocco una piaga: non avere paura dei migranti. I migranti sono coloro che ci portano ricchezze, sempre. Anche l’Europa è stata fatta da migranti! I barbari, i celti… tutti questi che venivano dal Nord e hanno portato le culture, l’Europa si è accresciuta così, con la contrapposizione delle culture. Ma oggi, state attenti a questo: oggi c’è la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare i muri, muri nel cuore, muri nella terra per impedire questo incontro con altre culture, con altra gente. E chi alza un muro, chi costruisce un muro finirà schiavo dentro ai muri che ha costruito, senza orizzonti.”
CERCATE LE DIFFERENZE TRA l’ORIGINALE E IL RESOCONTO DEL BOLLETTINO DELLA SALA STAMPA
Già a occhio il ‘passo’ della risposta papale ha subito un dimagrimento evidente dall’originale alla trascrizione ufficiale. Le differenze principali? Nel testo ufficiale sparisce la definizione di Gesù come “migrante”; sparisce l’accenno corposo alla mafia non “inventata dai nigeriani”, ma ‘made in Italia’. valore “nazionale”. Sparisce il seguito sul “tutti siamo, abbiamo la possibilità di essere delinquenti”.
E’ facile intuire i motivi di opportunità politica e religiosa che hanno portato la Segreteria per la Comunicazione (in collaborazione magari con la Segreteria di Stato e con chissà chi altri) a indossare le vesti da prestigiatore, conservate sicuramente in qualche armadio a portata di mano per occasionalmente incantare gli sprovveduti. Per chi ammonisce continuamente e ieraticamente il mondo massmediatico a riferire i fatti con correttezza - evitando dunque di cadere nella manipolazione degli stessi -questo è proprio un bell’incidente di percorso. Nascostamente il quotidiano ex-cattolico ‘Avvenire’ ne sarà certo lieto. Presumiamo la gioia maligna del Turiferario Direttore e del Turiferario Guastalamessa: “Hanno voluto rubarci il copyright delle fake news? Ben gli sta… la gente capirà così che bisogna diffidare degli imitatori e abbeverarsi invece direttamente alla fonte originale di Avvenire!”
QUESTO PER QUANTO RIGUARDA I GIOCHI DI PRESTIGIO. MA ANCHE IL TESTO PAPALE INDUCE AD ALZARE GLI OCCHI AL CIELO...
Primo: “Gesù è stato un migrante”. E’ questa una fake news che Jorge Mario Bergoglio si ostina a ripetere, tradendo la verità evangelica e arruolando Cristo nella campagna incessante contro la politica leghista dell’immigrazione (in Italia) e quella di governi come quello ungherese (in Europa). Gesù è stato un profugo… ma quel termine non si addice alla battaglia in chiave politica attuale di Casa Santa Marta, al contrario di “migrante”(o meglio ancora, come ha detto recentemente Bergoglio, “persona migrante”).
Secondo: migranti, nigeriani, mafia, Italia. Al Papa disturba molto mettere in relazione immigrazione e criminalità. Purtroppo per lui la realtà di non pochi migranti comporta, in mancanza di un lavoro dignitoso, il loro arruolamento nella criminalità, ‘piccola’ o ‘grande che sia: racket, spaccio, elemosina. Per cercare di contrastare la verità dei fatti, Bergoglio cerca (volontariamente o involontariamente) di sminuirla, rilevando che la mafia non è stata inventata dai nigeriani, ma è made in Italia. In verità è nata in Sicilia e da lì è stata esportata Oltre Oceano, poi in tutta Italia e in buona parte d’Europa: un fenomeno criminale che però ha un’origine geografica precisa, così come la camorra è napoletana, la ‘ndrangheta è calabrese, la Sacra Corona Unita è pugliese. Jorge Mario Bergoglio sottolinea poi che la mafia “è nostra”: anche qui sembra rivendicare la sua peraltro e de facto quasi irrilevante italianità solo per fustigare lo Stato d’origine dei nonni. Non solo: dice addirittura che la mafia è “un valore ‘nazionale’ “. E qui, francamente, Jorge Mario Bergoglio si pone al livello (infimo) dello Spiegel di cui è restata famosa la copertina del 1977 sugli italiani “spaghetti e mafia”: c’è però da scommettere che il Colle si chiuderà in un connaturalmente pio, raccolto e riverente silenzio davanti alla vera e propria ingiuria di Casa Santa Marta.
C’è dell’altro ancora...
Dopo il ‘passo’ su migranti e mafia, papa Francesco pronuncia un’altra frase eloquente dei suoi intendimenti, sempre rispondendo alla domanda della professoressa Pelucco: “Ma, Padre. dobbiamo accogliere tutti i migranti? Il cuore aperto per accogliere, prima di tutto. Se io ho il cuore razzista, devo esaminare bene perché e convertirmi”. Qui Jorge Mario Bergoglio (ripreso in tale locuzione nel titolo di apertura del giornale ex-cattolico Avvenire del 7 aprile) lascia intendere che le perplessità sull’accoglienza a tutti i migranti sono legate in qualche modo al fatto di avere un “cuore razzista”. Un’insinuazione che è anche una mistificazione grave. Che ci sia in giro qualche razzista fa parte (purtroppo) della pura e semplice realtà umana. Ma che in Italia ci sia l’emergenza ‘razzista’ così come proclamato senza sosta dai media sinistri (cattofluidi compresi) è una vera e propria – pericolosa - corbelleria. Il fatto è che i sinistri alimentano la tensione sociale per i loro interessi elettorali; i cattofluidi si pongono nel loro solco per odio contro Salvini, che li tocca anche nei loro interessi concreti nell’ambito dell’accoglienza. Di Salvini i cattofluidi cercano conseguentemente di sminuire anche quelli che un cattolico dovrebbe riconoscere come atti meritori, tipo il ripristino della dicitura “madre” e “padre” sulla carta d’identità per minori, al posto di “genitore 1” e “genitore 2”: vedi l’acido e sostanzialmente rabbioso commento di Tarquinio il Superbo in Avvenire, ancora di domenica 7 aprile 2019.
E da ultimo….
Nel ‘passo’ del ‘made in Italia’ si ritrova un’altra annotazione sui migranti: “Anche l’Europa è stata fatta da migranti! I barbari, i celti, tutti questi che venivano dal Nord e hanno portato le culture, (l’Europa) si è accresciuta così, con la contrapposizione delle culture”. A voi risulta che Attila abbia arricchito culturalmente l’Europa? E gli altri barbari? Ci sembrava che avessero messo a ferro e fuoco più di qualche città. E soprattutto ci sembrava che, con il passare dei decenni, fossero stati loro ad acquisire aspetti fondamentali delle civilizzazioni sconfitte. Ad esempio, il cristianesimo. Ci sembrava…ma si vede che l’ora è giunta di riscrivere la storia (oltre che la dottrina sociale della Chiesa).
P.S. Il Congresso di Verona continua a far parlare di sé. Approfondiremo prossimamente alcuni altri commenti apparsi sul tema. Intanto si avvicina la IX edizione nazionale della “Marcia per la vita”: si svolgerà a Roma sabato 18 maggio 2019, con partenza alle 14.00 da Piazza della Repubblica per concludersi alle 17.30 a Piazza Venezia. Temi principali della Marcia di quest’anno: abrogazione della Legge 194 e deciso contrasto di ogni deriva legislativa eutanasica. Per informazioni vedi www.marciaperlavita.it .
PAPA, MIGRANTI, MAFIA E ITALIA: GIOCHI DI PRESTIGIO VATICANI - di GIUSEPPE RUSCONI –www.rossoporpora.org – 8 aprile 2019
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