I cattolici devono uscire dal loro "Truman Show". Qualcuno ci ha tenuti deliberatamente immersi nell'inganno, pianificando tutto, proprio come nel film di Peter Weir. Massoneria e gesuiti i registi di questa "infame" operazione
di Francesco Lamendola
Per esser dura, è dura. Si tratta di prendere atto che tutto quello che ci è stato insegnato dalla chiesa cattolica, a partire dal 1958, si svolgeva all'interno di un gigantesco Truman Show. Il che non significa che fosse, necessariamente, tutto falso, ma di certo erano falsi l'ambientazione, la sceneggiatura, l’impianto generale, e soprattutto il fine. All'interno di questa falsificazione complessiva, senza dubbio vi erano anche delle cose autentiche: in particolare, la fede dei semplici.
Proprio come nel film di Peter Weir del 1998, che crediamo inutile riassumere, tanto è noto al pubblico: l'intera vita di un cittadino qualsiasi, dalla nascita all'età adulta, è stata seguita di nascosto dalle telecamere e tutto ciò che in essa è avvenuto, dalla scuola, al matrimonio, alla morte drammatica di suo padre in un incidente nautico, alla cittadina in cui vive, è parte del programma ed è stato pianificato e meticolosamente ricostruito in uno studio globale: un po' come il teatro dei burattini di pirandelliana memoria, che coincide, in ultima analisi, con la vita nella sua totalità. L'unica cosa autentica, nel film, è la personalità del protagonista, del tutto inconsapevole dell'inganno e cioè di vivere in una bolla artificiale, in cui tutto, perfino la pioggia, le burrasche marine e il sorgere del "sole" (che può avvenire in qualsiasi momento, grazie a degli speciali schermi e a dei giganteschi riflettori) è finto.
Dobbiamo prendere atto che tutto quello che ci è stato insegnato dalla chiesa cattolica, a partire dal 1958, si svolgeva all'interno di un gigantesco Truman Show!
I cattolici vissuti dopo il conclave del 1958, dopo il Concilio e dopo la riforma liturgica sfociata nella nuova Messa di Paolo VI (proprio non ci riesce di scrivere san Paolo VI, è più forte di noi: una forza misteriosa ce lo impedisce) si trovano nella stessa situazione del signor Truman Burbank: la differenza è che lui era solo, noi siamo tutti nella medesima situazione. L'inganno perpetrato ai danni dei fedeli è stato orchestrato così abilmente da prendere nella rete dell'illusione tutti quanti, nessuno escluso. E ci sono voluti anni, decenni, infine c'è voluto lo scandalo immenso di un papa apertamente eretico, che ne se ne frega delle domande e delle accuse che gli rivolgono, e intorno al quale tutti i vertici della chiesa fanno quadrato, complici quanto lui dell'ignobile mistificazione, perché qualcuno, ma sempre pochi, pochissimi in verità, cominciasse a cogliere qualche dissonanza, qualche elemento anomalo, qualche indizio del fatto che le cose non erano come avrebbero dovuto essere, che qualcosa non va come dovrebbe andare. Infatti, se l'inganno è assai bene orchestrato e se è portato avanti da molte persone, da quelli che stanno dietro le telecamere, da quelli che hanno i mezzi per controllare tutti gli altri, o almeno per condizionarli fortemente, come faranno le persone comuni a rendersi conto di vivere in una bolla artificiale?
L'inganno perpetrato ai danni dei fedeli è stato orchestrato così abilmente da prendere nella rete dell'illusione tutti quanti, nessuno escluso! E il loro scopo è questo: togliere il sacro, togliere il divino, abbassare il cristianesimo, e perfino la Persona di Gesù Cristo, al livello dell’umano!
Per rendersi conto di una cosa del genere ci vogliono almeno tre cose: una piena comprensione di cosa è il cattolicesimo e di cosa è la Chiesa (quella vera); una acuta capacità di osservazione e di riflessione, accompagnata da una forte autonomia di giudizio; infine una certa dose di coraggio personale, perché le conseguenze di una simile scoperta sono devastanti, sia nei rapporti con gli altri, e, in questo caso, con l'istituzione ecclesiastica, sia al livello della propria fede e del proprio equilibrio psicologico e spirituale. Senza dubbio un certo numero di persone, e specialmente di sacerdoti, hanno visto e capito da un pezzo quel che sta succedendo, e l'infame tradimento del Vangelo che forze oscure stanno attuando, servendosi di un partito progressista che con folle demagogia soffia sul fuoco delle passioni disordinate di quanti trovano la dottrina e la morale cattolica troppo austere; ma hanno avuto paura di trarne le conseguenze sul piano personale e, dopo aver gettato una prudente occhiata tutto intorno, per accertarsi che gli altri non avessero capito che loro avevano capito, hanno deciso di rientrare nei ranghi e far finta di nulla preoccupandosi solo di dissimulare il fatto d'aver mangiato la foglia. Alcuni lo avranno fatto per paura o quieto vivere; altri per opportunismo e attaccamento alla poltrona; altri ancora per non aggravare lo scandalo e nella speranza che le cose tornino a posto in qualche modo, senza doversi assumere la responsabilità di fare una pubblica denuncia. Ora, sotto il pontificato di Bergoglio, le cose, se non altro, sono arrivate a un punto tale che, per non capire la manovra della massoneria ecclesiastica, che ormai controlla quasi tutti i cardinali e gran parte dei vescovi, ma anche moltissimi sacerdoti, bisogna proprio voler essere ciechi. In questo senso, e solo in questo senso, diciamo un "grazie" al signore argentino vestito di bianco: la sua impazienza, unita alla sua inverosimile rozzezza e alla sua patologica arroganza, o forse l'impazienza di quelli che lo manovrano e lo hanno messo lì, dove non avrebbe mai dovuto arrivare, rappresenta un doloroso, ma necessario elemento di chiarificazione.
Qualcuno ci ha tenuti deliberatamente immersi nell'inganno, proprio come nel film di Peter Weir del 1998!
D'ora in avanti sarà impossibile dire di non aver capito, di non aver mai sospettato nulla. Che altro deve ancora fare, quest'uomo malvagio, diabolico, perché appaia in piena evidenza la sua vera natura, perché si rivelino le sue intenzioni?Rivediamo riascoltiamo i filmati di alcune delle sue sparate più grosse: che Gesù si è fatto peccato, ad esempio; riascoltiamo la sua voce, l'enfasi con cui parla, e osserviamo la sua faccia, il suo sguardo, mentre pronuncia quelle terribili parole: non è abbastanza chiaro? E quando sottrae l'anello piscatorio al bacio devozionale dei fedeli, per poi spiegare, ma solo in seguito, che lo ha fatto per motivi igienici (motivi che evidentemente non ci sono quando si getta a terra bocconi e bacia le scarpe ai suoi visitatori, o quando s'inchina a baciare, uno dopo l'altro, l'anello dei rabbini e dei miliardari israeliti, e delle loro donne): si riveda quel filmato, si osservi la fulmineità del gesto, come in un film di Ridolini, il suo cattivo gusto, e, cosa più sconcertante di tutte, la sua espressione: ride, ride di gusto. Si diverte un mondo: non prova il minimo imbarazzo, non è affatto a disagio, si direbbe che non abbia atteso che quel momento per spassarsela. Mentre i fedeli, smarriti, delusi, mortificati, non sanno letteralmente che faccia fare, che contegno tenere. Ed è lo stesso stato d'animo in cui si trovano milioni di fedeli, oggi: non sanno che fare, da che parte guardare, cosa pensare, cosa credere. Sono saltati tutti i punti di riferimento, si cammina sul vuoto. Di tanto smarrimento, di tanta angoscia, la causa è lui: e lui ride, lui se la gode come se stesse recitando una spassosa commedia. Davvero c'è qualcuno disposto a sostenere che costui è in buona fede e che, se pure sta sbagliando, non se ne rende conto?
Potremmo chiederci "Perché lo fa?" e la risposta è"Perché gli è stato dato il compito di farlo" altrimenti, per quale ragione avrebbero eletto papa uno come lui, un "Sudamericano ignorante e manesco", un ex "Buttafuori di locali notturni"? Infatti gli riesce benissimo di buttar fuori i veri cattolici dalla vera Chiesa: i Caffarra, i Müller, i Negri, i Livi, i Francescani dell’Immacolata!
Peraltro, nessuno degli uomini che occupano posti chiave nella chiesa dice una cosa del genere; nessuno dice che sta sbagliando: tutti, Spadaro, Parolin, Paglia, Bassetti, Galantino, Sosa Abascal, Ladaria Ferrer, tutti dicono che sta facendo benissimo, che è tutto eccellente, che non si era mai visto un papa così pieno di Spirito Santo. Il malessere aumenta, comincia a emergere; una lettera aperta ai vescovi, redatta da una ventina di illustri personalità cattoliche, chiede loro d'intervenire, di far qualcosa, perché il papa è caduto nel crimine, pervicace e manifesto, di eresia: una cosa che non era mai accaduta nella chiesa cattolica, da secoli e secoli. E loro che fanno? Tacciono, non rispondono, anzi dicono che è tutto a posto, che stiamo marciando nella direzione giusta, che il vero Vangelo è questo: parlare tutti i giorni dei migranti, rivendicare la liceità della sodomia, acconsentire alla comunione dei divorziati passati a nuove unioni more uxorio, preoccuparsi del clima e dell'ambiente; bestemmiare contro Gesù, contro la Santissima Trinità, contro Dio, attribuendogli la volontà che esistano le diverse religioni, le false accanto a quella vera, tutte con pari dignità; che gli ebrei non hanno alcuna necessità di convertirsi; che a decidere cosa siano il bene e il male è la coscienza soggettiva di ciascuno; che non si sa perché ci sia la sofferenza e che bisogna diffidare di chi dice di saperlo; che Gesù fa un po' lo scemo, che non era uno pulito, ecc. No: i Paglia, i Bassetti, i Galantino, per non parlare dei direttori delle principali testate "cattoliche", L’Avvenire e Famiglia Cristiana, sempre più simili a La Repubblica nei toni e nei contenuti e sempre più lontane, ormai lontane anni luce, da ciò che erano fino a qualche anno fa, trovano che a quella lettera aperta non ci sia bisogno di rispondere; come non c'era bisogno di rispondere ai Dubia su Amoris laetitia, o alla Correctio filialis, o al dossier Viganò; trovano che la chiesa (siamo costretti a scriverlo minuscolo) non abbia mai avuto un papa migliore di questo, e che non abbia mai vissuto una stagione meravigliosa come quella presente.
Un commediante gonfio soltanto della propria smisurata ambizione e del proprio narcisismo ipertrofico? Bergoglio si sottrae al bacio devozionale dei fedeli per motivi igienici: motivi che evidentemente non ci sono quando si getta a terra e bacia le scarpe ai suoi visitatori!
Eppure, abbiamo detto, in un certo senso tutto questo è un bene: serve a fare chiarezza. E la chiarezza deve essere fatta non su questi ultimi sei anni, ma sugli ultimi sessanta. Si tratta di una cosa estremamente difficile: prendere atto di essere stati cresciuti in una religione che non era quella che diceva di essere. Un po' come scoprire di aver respirato aria inquinata per quasi tutta la propria vita, o di aver avuto nel portafoglio, in buona fede, dei documenti d'identità falsi. Potremmo anche fare quest'altro paragone: è come giungere quasi alla fine del viaggio e rendersi conto che la via seguita, sin dall'inizio, ci stava portando in tutt'altra direzione da quella che credevamo, da quella che ci era stata indicata. Ciò significa che qualcuno ci ha tenuti deliberatamente immersi nell'inganno, proprio come nel film di Peter Weir: qualcuno ha falsificato i cartelli stradali; e il personale della biglietteria ferroviaria, e quello sul treno, e il pilota dell'aereo, e le hostess, e la torre di controllo, erano tutti, tutti, parte della congiura; stavano tutti recitando una parte, al preciso scopo di farci arrivare ad una destinazione completamente diversa, per non dire opposta, a quella cui pensavamo di giungere. Naturalmente, chi perviene a questa conclusione rischia di passare per pazzo, per paranoico; anzi, è lui per primo a domandarsi se, per caso, non abbia perso il proprio equilibrio interiore e la propria lucidità mentale. Ancora: per una persona nata dopo il Concilio, e quindi cresciuta nel contesto di questa immensa falsificazione, come può arrivare a capire la realtà, in assenza di punti di riferimento? Certo: c'è il Catechismo; e quello non sono riusciti a falsificarlo, per adesso, o almeno non del tutto. Tuttavia, quanto esso viene insegnati oggi, e con quanta serietà e fedeltà? In una chiesa che ha fatto della pastorale l'aspetto centrale della fede - non a partire da Bergoglio, ma a partire dal Concilio -, che peso può avere il Catechismo, vale a dire la dottrina? Non finisce per apparire, come ripete sempre il signore argentino, una cosa rigida e vecchia, priva di misericordia, povera di autentico spirito evangelico? Come può capire un giovane, oggi, che la dottrina è tutto, perché dottrina significa definire quel che realmente ha insegnato Gesù, e separarlo da ciò che non gli appartiene, ma è farina del sacco di Enzo Bianchi o di Vito Mancuso, o di Walter Kasper, o chissà di chi altri? Come spiegargli che la dottrina è nostra amica, e non già nostra nemica, perché ci difende dai lupi travestiti da agnelli, dai falsari, dai cialtroni che si spacciano per teologi o per sacerdoti e vescovi cattolici, mentre sono solo dei massoni scomunicati e degli eretici modernisti, neanche tanto mascherati?
L'incredibile "buffetto" di Macron a un "pontefice"? Che altro deve ancora fare, o non fare, quest'uomo malvagio, diabolico, perché appaia in piena evidenza la sua vera natura?
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