Papa Francesco nei giorni scorsi ha concesso una importante e lunga intervista video ad una TV messicana.
Nel testo in lingua italiana dell’intervista era stata omessa in un passo una importante frase del Papa che ne cambiava il senso.
Una grande agenzia di stampa ha chiesto chiarimenti dell’omissione al Dicastero delle comunicazioni vaticano e, dopo pochi minuti, il passo omesso è ricomparso.
di Sabino Paciolla
Chi ha letto l’articolo che ho pubblicato ieri ricorderà che avevo messo in evidenza che nella versione italiana dell’intervista che Papa Francesco ha concesso in spagnolo a Valentina Alazraki, una giornalista vaticanista di lungo corso, corrispondente della TV messicana Televisa, era stata tagliata una frase importante di Papa Francesco. Una frase che invece era stata ripresa da altre fonti giornalistiche. La cosa strana è che quella frase era riportata nella versione in spagnolo e, ovviamente, nel video dell’intervista.
Papa Francesco: – Di McCarrick non sapevo nulla, naturalmente, nulla. L’ho detto diverse volte, non sapevo nulla. Voi sapete che io di McCarrick non sapevo nulla, altrimenti non avrei taciuto.
Papa Francesco: Di McCarrick non sapevo nulla, naturalmente, nulla. L’ho detto diverse volte, non sapevo nulla, non ne avevo idea. E quando dice [Viganò] che mi ha parlato quel giorno, che è venuto … e io non mi ricordo se mi ha parlato di questo, se è vero o no. Non ne ho idea! Voi sapete che io di McCarrick non sapevo nulla, altrimenti non avrei taciuto.
Ora, si capisce che la differenza tra le due versioni non è di poco conto. Infatti, nella prima versione il senso che se ne trae è che Papa Francesco affermi che del caso McCarrick non sapesse nulla in senso assoluto, qualunque cosa affermi l’arciv. Carlo Maria Viganó che, invece, ha affermato di aver detto in un’udienza privata del giugno 2013 al Papa appena eletto che McCarrick spingeva i seminaristi a condividere il suo letto.
Nella seconda versione, quella corretta, il papa non esclude in linea di principio, semplicemente perché non ricorda, che Viganó gli avesse riferito del caso McCarrick. “se è vero o no. Non ne ho idea!”, aveva affermato.
Come detto, la differenza di significato non è affatto trascurabile. Perché se è il Papa stesso a non escludere che Viganó gli possa aver detto che McCarrick era un abusatore seriale, vorrebbe dire che nel caso ciò fosse realmente avvenuto, cioè che Viganó gli avesse riferito di McCarrick, allora il papa, nonostante questo, e per una qualche ragione, che potrebbe essere anche la pura dimenticanza, lo avrebbe comunque incaricato di importanti compiti e missioni.
D’altra parte, quella frase omessa nella versione italiana darebbe un barlume di credibilità, quanto meno potenziale, ovvero non escludibile a priori, alle affermazioni esplosive fatte ad agosto scorso dall’arciv. Carlo Maria Viganó nella sua famosa lettera di accuse a Papa Francesco nella quale veniva affermato che il papa, pur avendo appreso dei turpi abusi dell’ex prelato, aveva affidato a McCarrick incarichi delicati che in qualche modo spendevano il nome del Vaticano nel mondo.
Il Vaticano, si ricorderà, aveva annunciato l’anno scorso che avrebbe avviato una indagine su McCarrick e che a tempo debito avrebbe dato comunicazione pubblica dei risultati. Ad oggi però, dopo quasi un anno dalla eliminazione della berretta cardinalizia di McCarrick, non è stato reso pubblico alcun risultato.
Nel frattempo, a febbraio scorso, alla vigilia dell’Incontro mondiale in Vaticano sugli abusi voluto proprio da Papà Francesco, McCarrick è stato ridotto allo stato laicale poiché riconosciuto colpevole di abusi su un minore durante la Confessione. Uno dei reati più gravi nella Chiesa.
Dopo l’intervista del papa, il Card. Parolin, Segretario di Stato Vaticano, ha comunicato che è in corso una indagine sui fatti di McCarrick, ma è stato evasivo sulla data prevista per la pubblicazione dei risultati.
Parlando alla stampa il 29 maggio, Parolin ha insistito che la Santa Sede “ha detto più volte che [in Vaticano] stanno facendo un’indagine, che consiste nel raccogliere tutta la documentazione relativa a questo caso”.
Come abbiamo detto, la versione iniziale dell’intervista è stata poi corretta. Come mai?
Perché l’Associated Press (AP), la più grande e importante agenzia di stampa americana, ha interpellato l’ufficio delle comunicazioni vaticane per chiedere chiarimenti sulla omissione di quella “importante” frase nella versione italiana. Importante perché ne cambiava il senso.
Riprendo da AP: “Il coordinatore delle comunicazioni del Vaticano, Andrea Tornielli, ha detto mercoledì che la discrepanza è dovuta ai rapidi tempi di traduzione di una lunga intervista dallo spagnolo all’italiano, e che il testo spagnolo originale è considerato il testo di riferimento.
A pochi minuti dalla richiesta dell’Associated Press, la versione completa e corretta della citazione è apparsa sul sito italiano del portale d’informazione vaticano Vatican News. L’intervista è stata condotta il 21 maggio da Valentina Alazraki, da tempo corrispondente vaticano della Televisa del Messico.”
Chi legge questo blog, ricorderà che la Associated Press l’anno scorso portò alla luce un altro caso in cui il Dicastero delle comunicazioni vaticane si rese attore di un’azione che non rispettava gli standard internazionali di giornalismo. Infatti, esso aveva pubblicato una foto ritoccata e una citazione parziale di una lettera scritta dal Papa emerito Benedetto XVI che ne travisava completamente il significato. Quel tentativo portò ad un grave scandalo di credibilità delle comunicazioni vaticane ed alle dimissioni dell’allora Prefetto di quell’ufficio.
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