"Predica un Vangelo diverso". E il vescovo corregge il Papa
Il vescovo Athanasius Schneider, per il tramite di un'intervista, ha richiesto una rettifica della dichiarazione del papa con il grande imam. Alla base della domanda c'è la possibile equiparazione tra religione islamica e religione cattolica, che il presule ritiene almeno sbagliata dottrinalmente
Il vescovo Athanasius Schneider, per il tramite di un'intervista, ha richiesto una rettifica della dichiarazione del papa con il grande imam. Alla base della domanda c'è la possibile equiparazione tra religione islamica e religione cattolica, che il presule ritiene almeno sbagliata dottrinalmente
Il vescovo kazako Athanasius Schneider, che è considerato un tradizionalista o un conservatore, ha domandato, mediante un'intervista, una rettifica formale da parte del pontefice argentino.
Sono tempi, questi odierni, in cui la Chiesa cattolica può dire di essere animata da una dialettica serrata. Il presule era già intervenuto in una maniera che era apparsa preoccupata sulla dichiarazione di Abu Dhabi, quella dal tenore storico che papa Francesco ha sottoscritto all'inizio di quest'anno con il grande imam di Al Azhar. Lo stesso imam che dopo il discorso di Ratisbona tenuto da Joseph Ratzinger sembrava aver chiuso la linea dipolomatica cone le istituzoni cattoliche. Ma Schneider si era già distinto per le sue posizioni. Così si era espresso nel corso di un'intervista che ci ha rilasciato nell'estate del 2018: "Il fenomeno della cosiddetta “immigrazione” rappresenta un piano orchestrato e preparata da lungo tempo da parte dei poteri internazionali per cambiare radicalmente l’identità cristiana e nazionale dei popoli europei". Non è la narrativa di buona parte della Santa Sede.
Le critiche dovrebbero essere arrivate all'orecchio del Vaticano. Il Santo Padre, da quel che circola, ha pure avuto modo di parlare di recente con il vescovo incaricato nell'ex nazione sovietica. Ma forse l'udienza che ha avuto luogo in Santa Sede non si è rilevata chiarificatrice dei dubbi sollevati da monsignor Schneider. Perché c'è sempre l'equiparazione tra religione cattolica e religione musulmana in cima ai pensieri dottrinali del kazako: il tema che dovrebbe essere stato oggetto di quel summit tra i due.
Quando i virgolettati riguardano la materia dottrinale si gioca sul filo e bisogna fare particolare attenzione. L'espressione vicino a cui Schneider sembra porre un asterisco è "diversità delle religioni". A riportarlo e a spiegare l'entità della richiesta diretta al Santo Padre, tra gli altri, è stata La Fede Quotidiana. Perché - questa è la versione che Schneider ha dato in un primo momento e che ha confermato in seguito - è una terminologia soggetta a interpretazioni che possono essere sbagliate. Quanto appena scritto è appurabile pure su questo blog.
Ora, con la mossa del reclamo del rettifica, Schneider alza decisamente il tiro. Perché Dio - questo è il cuore del ragionamento del presule - non può aver caldeggiato, persino voluto, che le religioni fossero differenti e magari equiparabili. A venire meno, insomma, sarebbe il primato gerarchico del cattolicesimo. La proposizione selezionata - ventila sempre il presule kazako - contribuirebbe alla "confusione". Tanto che si starebbe "predicando un nuovo Vangelo". Ma le gerarchie vaticane, per ora, non hanno mai manifestato intenzione di modificare alcunché rispetto alla dichiarazione firmata da Francesco e dal grande imam.
Il vescovo kazako Athanasius Schneider, che è considerato un tradizionalista o un conservatore, ha domandato, mediante un'intervista, una rettifica formale da parte del pontefice argentino.
Sono tempi, questi odierni, in cui la Chiesa cattolica può dire di essere animata da una dialettica serrata. Il presule era già intervenuto in una maniera che era apparsa preoccupata sulla dichiarazione di Abu Dhabi, quella dal tenore storico che papa Francesco ha sottoscritto all'inizio di quest'anno con il grande imam di Al Azhar. Lo stesso imam che dopo il discorso di Ratisbona tenuto da Joseph Ratzinger sembrava aver chiuso la linea dipolomatica cone le istituzoni cattoliche. Ma Schneider si era già distinto per le sue posizioni. Così si era espresso nel corso di un'intervista che ci ha rilasciato nell'estate del 2018: "Il fenomeno della cosiddetta “immigrazione” rappresenta un piano orchestrato e preparata da lungo tempo da parte dei poteri internazionali per cambiare radicalmente l’identità cristiana e nazionale dei popoli europei". Non è la narrativa di buona parte della Santa Sede.
Le critiche dovrebbero essere arrivate all'orecchio del Vaticano. Il Santo Padre, da quel che circola, ha pure avuto modo di parlare di recente con il vescovo incaricato nell'ex nazione sovietica. Ma forse l'udienza che ha avuto luogo in Santa Sede non si è rilevata chiarificatrice dei dubbi sollevati da monsignor Schneider. Perché c'è sempre l'equiparazione tra religione cattolica e religione musulmana in cima ai pensieri dottrinali del kazako: il tema che dovrebbe essere stato oggetto di quel summit tra i due.
Quando i virgolettati riguardano la materia dottrinale si gioca sul filo e bisogna fare particolare attenzione. L'espressione vicino a cui Schneider sembra porre un asterisco è "diversità delle religioni". A riportarlo e a spiegare l'entità della richiesta diretta al Santo Padre, tra gli altri, è stata La Fede Quotidiana. Perché - questa è la versione che Schneider ha dato in un primo momento e che ha confermato in seguito - è una terminologia soggetta a interpretazioni che possono essere sbagliate. Quanto appena scritto è appurabile pure su questo blog.
Ora, con la mossa del reclamo del rettifica, Schneider alza decisamente il tiro. Perché Dio - questo è il cuore del ragionamento del presule - non può aver caldeggiato, persino voluto, che le religioni fossero differenti e magari equiparabili. A venire meno, insomma, sarebbe il primato gerarchico del cattolicesimo. La proposizione selezionata - ventila sempre il presule kazako - contribuirebbe alla "confusione". Tanto che si starebbe "predicando un nuovo Vangelo". Ma le gerarchie vaticane, per ora, non hanno mai manifestato intenzione di modificare alcunché rispetto alla dichiarazione firmata da Francesco e dal grande imam.
Monizioni e correzione formale: Mons. Schneider ha ammonito per iscritto Bergoglio
La notizia è confermata dallo stesso Mons. A. Schneider, vescovo ausiliare di Astana. A riportarla in inglese è Lifesitenews e in italiano Chiesaepostconcilio.
Mons. Schneider ha ammonito Bergoglio per iscritto due volte, chiedendogli di correggere il testo della Dichiarazione di Abu Dhabi (“Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”) in cui – deviando dalla Fede Cattolica – la diversità delle religioni è presentata come voluta dal Cielo.
Testo in italiano:
[…] Egli ribadisce che la correzione datagli dal papa durante un’udienza il 1° marzo è solo di “carattere privato”, e spiega che lo stesso giorno egli ha consegnato al papa una lettera chiedendogli di “revocare” l’affermazione sulla “diversità delle religioni”. Il 5 marzo Papa Francesco ha risposto via lettera al Vescovo Schneider affermando che nel documento di Abu Dhabi l’espressione “è voluta da Dio” si riferisce alla “volontà permissiva di Dio”.
“Pertanto, il 25 marzo ho scritto un’altra lettera personale”, racconta Schneider. In quella lettera egli ha chiesto al papa di ripetere “pubblicamente a tutta la Chiesa”quanto gli aveva detto e scritto in privato, “perché la confusione sulla verità del fatto che la fede in Gesù Cristo come unico Redentore dell’umanità è l’unica religione direttamente e sicuramente voluta da Dio cresce quotidianamente nella Chiesa”.
“Pertanto, il 25 marzo ho scritto un’altra lettera personale”, racconta Schneider. In quella lettera egli ha chiesto al papa di ripetere “pubblicamente a tutta la Chiesa”quanto gli aveva detto e scritto in privato, “perché la confusione sulla verità del fatto che la fede in Gesù Cristo come unico Redentore dell’umanità è l’unica religione direttamente e sicuramente voluta da Dio cresce quotidianamente nella Chiesa”.
Testo in inglese:
He insists that the correction given to him by the pope during an audience on March 1 has only a “private character,” and he explains that he gave the pope on the same day a letter asking him to “rescind” the formulation on the “diversity of religions.” Pope Francis, on March 5, answered Bishop Schneider in a letter, saying that in the Abu Dhabi document, the expression “is willed by God” means the “permissive will of God.” “I then wrote, on 25 March, yet another personal letter,” explains Schneider. In this letter, he asked the pope if he may repeat “publicly for the whole Church” what the pope had said and written to Schneider in private. Schneider asked him to do so “because of the confusion in the Church that is growing daily concerning the truth that the Faith in Jesus Christ as the only Redeemer of mankind is the only religion directly and positively willed by God.”
Bp. Schneider: il Papa deve formalmente correggere la dichiarazione secondo cui Dio vuole false religioni
8 maggio 2019 ( LifeSiteNews ) - In una nuova intervista, il vescovo Athanasius Schneider chiarisce che la correzione privata del papa della sua dichiarazione ufficiale di Abu Dhabi - secondo cui la "diversità delle religioni" è "voluta da Dio" - che il vescovo Schneider Lo stesso se è stato in grado di ricevere da Papa Francesco il 1 ° marzo non è sufficiente. L'affermazione di Abu Dhabi "è ancora valida" e così, dice Schneider, "viene proclamato un nuovo Vangelo, un Vangelo che non è quello insegnato dal Verbo incarnato di Dio, che è stato fedelmente predicato dagli Apostoli e trasmesso In chiesa."
"Non può esserci dubbio", spiega Schneider, "che oggi san Paolo direbbe riguardo a questa formulazione controversa nella dichiarazione di Abu Dhabi:" Ma se noi, o un angelo del cielo, vi predichiamo un vangelo oltre a quello che abbiamo predicato a te, sia anatema '(Galati 1: 8-9). "
Papa Francesco ha firmato il controverso " Documento sulla fraternità umana per la pace e la convivenza nel mondo insieme " con il Grande Imam Ahmad el-Tayeb ad Abu Dhabi il 4 febbraio 2019.
"Finora, né il papa, né un ufficio della Santa Sede parlando a suo nome, hanno fatto una correzione pubblica con riferimento diretto al dubbio passaggio riguardante la" diversità delle religioni "" nella dichiarazione di Abu Dhabi, spiega il vescovo Schneider in un'intervista con Gloria.tv. "Pertanto", conclude, "la formulazione riguardante la diversità delle religioni è ancora valida".
Nell'intervista, il vescovo Schneider illustra dettagliatamente i diversi sviluppi della sua discussione con Papa Francesco su questa dichiarazione di Abu Dhabi.
Insiste sul fatto che la correzione datagli dal papa durante un'udienza del 1 ° marzo ha solo un "carattere privato", e spiega che ha consegnato al papa lo stesso giorno una lettera in cui gli chiedeva di "rescindere" la formulazione sul " diversità delle religioni ". Papa Francesco, il 5 marzo, ha risposto in una lettera a Mons. Schneider, dicendo che nel documento di Abu Dhabi, l'espressione" è voluta da Dio "
significa" volontà permissiva di Dio ".
significa" volontà permissiva di Dio ".
"Ho quindi scritto, il 25 marzo, ancora un'altra lettera personale", spiega Schneider. In questa lettera, chiese al papa se poteva ripetere "pubblicamente per tutta la Chiesa" ciò che il papa aveva detto e scritto a Schneider in privato. Schneider gli ha chiesto di farlo "a causa della confusione nella Chiesa che cresce quotidianamente riguardo alla verità che la Fede in Gesù Cristo come unico Redentore dell'umanità è l'unica religione voluta direttamente e positivamente da Dio". (Ci si chiede quanto Grande L'imam Ahmad el-Tayeb risponderebbe a una possibile correzione della dichiarazione di Abu Dhabi).
Interrogato sul fatto che Papa Francesco, durante l'udienza generale del 3 aprile, ha parlato esplicitamentesulla "volontà permissiva di Dio" riguardo alla diversità delle religioni, e se il papa non ha così "rimosso il problema", dice il vescovo Schneider: "Con questa formulazione, papa Francesco non fa un riferimento diretto al molto -discussa il passaggio della dichiarazione di Abu Dhabi. "Inoltre, afferma il presule, non esiste un insegnamento espresso che la fede di Gesù Cristo" sia l'unica religione positivamente voluta da Dio ". Il vescovo Schneider menziona che Papa Francesco gli ha inviato personalmente una copia di quella dichiarazione del 3 marzo durante l'udienza generale. Ma continua, dicendo che mentre questa dichiarazione del 3 marzo potrebbe essere un "piccolo passo in avanti,
"In tal modo," afferma il vescovo Schneider, "la verità sull'unicità di Gesù Cristo come Redentore dell'umanità e, successivamente, la Fede in Lui come l'unica religione voluta da Dio, viene relativizzata. In questo modo, cresce sempre più il pericolo che l'essenza di tutto il Vangelo e, con essa, del depositum fidei [deposito della fede] venga negata ".
Di fronte alla crescente relativizzazione dell '"unicità di Nostro Signore e Redentore Gesù Cristo", spiega il presule, è ancora più importante ora che "tutta la Chiesa e, in primo luogo, Papa Francesco" parlano apertamente di questa questione . "Il documento di Abu Dhabi, tuttavia, non è stato utile per quanto riguarda la missione principale della Chiesa".
Sottolinea inoltre che il Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso ha inviato una lettera del 21 febbraio 2019 "a tutte le università della Chiesa" con l'esplicita richiesta di contribuire a diffondere, a tutti i livelli, i principi contenuti nel documento di Abu Dhabi. Quella lettera cita anche il controverso passaggio sulla diversità delle religioni. (LifeSiteNews ha riportato questa lettera qui ).
Parlando delle conseguenze dell'ulteriore diffusione del documento non corretto di Abu Dhabi, il vescovo Schneider sottolinea che "ulteriormente relativizzerà l'unicità di Nostro Signore e Redentore Gesù Cristo, e con essa anche l'essenza del Vangelo e della Divina Rivelazione".
Nelle sue ultime frasi, il vescovo Schneider esprime il suo "ardente desiderio" che quotidianamente "verranno sempre più voci tra vescovi, sacerdoti e fedeli che chiedono rispettosamente e amorevolmente dal Papa che corregga in modo inequivocabile la dichiarazione del documento di Abu Dhabi".
(traduzione automatica)
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